LASCIANDO CASA di Anita Brookner, Neri Pozza

pubblicato da: Mirna - 13 Aprile, 2014 @ 10:06 am

Lasciando-casa-Brookner[1]Quando si inzia un libro di questa scrittrice si è rapiti e avvolti dalla “Brookner experience“, come dicono gli inglesi ,  e cioè ci si ritrova in  un viaggio interiore  dentro l’isolamento e nell’incapacità di staccarsene. Solitudine e malinconia. Così Anita Brookner ci ha incantato con i suoi romanzi che altro non sono che monologhi interiori  sulla difficoltà di misurarsi con la società, con gli altri.

E così la protagonista di questa raffinata storia, Emma Roberts,  ormai anziana, ritorna con la memoria  ai suoi ventisei anni, all’età delle decisioni, della consapevolezza di sè.

Vuole staccarsi dalla madre e dalla sua casa per sfuggire a quella strana solitudine che avvolge entrambe. La madre le appare inattiva e incapace di fondere la propria esperienza con quella degli altri. Di questo Emma ha terrore e fugge a Parigi per finire la tesi sui giardini frencesi.

Qui conosce una coetanea Francoise , all’apparenza  dissimile da sè, più estroversa, audace, ma in fin dei conti suo alter-ego  nel legame indissolubile che ha con la casa materna. Una bella casa in campagna, stile manor inglese. Emma vi è invitata, conosce la madre autoritaria, vivace, siede alla loto tavola, percepisce il senso di appartenenza nel mangiare tutti insieme, ammira la bellezza e il conforto della Casa.

Conosce anche un ragazzo con il quale condivide lo stesso senso di solitudine e in fondo di estraneità verso il mondo.

Emma ora desidera tornare a Londra e poi di nuovo a Parigi.  Si ritrova sempre nella ricerca di un equilibrio precario tra ciò che è, è stata, e vorrebbe essere. Un’altalena di pseudo desideri perchè veri e propri desideri non appaiono. Mancano in Emma l’entusiasmo, la progettazione sicura. E’ un personaggio più cervellotico che sensibile per il quale la solitudine è uno spauracchio indefinito e nello stesso tempo qualcosa di conosciuto, sperimentato e quindi sicuro.

E’ una ricercatrice, non solo per studio e lavoro, ma analista razionale dei suoi sentimenti contradditori.

Riconosce infine di non avere il talendo di salvarsi la vita.

Quando sua madre muore lei cerca un altro appartamento e di nuovo ricomincia la spola fra  Londra e Parigi. Conosce un uomo, riprende l’amicizia con Francoise dalla quale si era staccata ed infine  si ritrova anziana alle prese con le sue memorie e con la  “catalogazione” del suo irrisolto  dilemma interiore dei limiti dell’autonomia.

Ancora va e viene , i suoi piccoli viaggi, le sue partenze sono tutte uguali. Si reca negli stessi posti che conosce bene. Vede pochi amici, “sopravvissuti ormai alle loro vite separate” “figure dello stesso paesaggio” . Non si lamenta. Ha la sua tranquillità economica, la sua casa, il suo lavoro di scrittrice.

Che vita tranquilla, sicura, ma che freddezza nella mancanza della realizzazione degli infiniti e indistinti desideri giovanili, che tristezza la perdita delle emozioni.  Emma è come un gomitolo quasi sempre avvolto in se stesso senza aver mai povato l’ebbrezza di un emozionante disfacimento.

Tutto ciò raccontato nell’incantevole linguaggio ricamato un po’ proustiano di Anita Brookner.

 

Ma che differenza tra Emma e la emotiva Miss Brill, felice delle piccole cose, di una panchina al parco, di una fetta di torta al miele con la sorpresa di una mandorla Da rileggere sicuramente I  Racconti di Katherine Mansfield

 

 

 

 

 

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3 commenti
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  1. Cara Mirna, siamo in pieno accordo: racconti stupendi quelli della Mansfield. Bisognerebbe obbligarne la lettura, hanno la capacità di rendere migliori e di far apprezzare la vita.
    Io sono rimasta incantata dalla lettura di “Le figlie del defunto colonnello”, piccolo capolavoro che racconta con tenera ironia la vita e l’indaffarata settimana di due sorelle messe alla prova dalla scomparsa del padre tanto temuto.

  2. Due segnalazioni per lettrici golose: freschi di stampa
    1.-IL CORPO IN CUI SONO NATA di Guadalupe Nettel Einaudi coralli- ho trovato super questo bel romanzo di guadalupe Nettel, più vicino al saggio letterario anglosassone che al romanzo latinoamericano. e tuttavia da Citta del Messico ad Aix en Provence, la messicana Guadalupe Nettel illumina mondi contemporanei straordinariamente narrati. E colpisce fino al cuore , in alcune pagine dure e magnifiche, la solitudine sconvolgente dei bambini e la vulnerabilità degli adulti.Un libro bello e importante.
    2.Nella simpatica serie di romanzi novecenteschi scritti da talentuose autrici, la casa editrice Astoria pubblica un romanzo deliziosamente bizzarro, divertentissimo e originale. Insomma da mangiarselo (?) di Margery Sharp – GLI OCCHI DELL’AMORE — Sghembo e raffinato, umoristico e dolcissimo. Un saluto a tutte. Magnifica la Mansfield e sempre all’altezza la brava Anita Brookner in un romanzo malinconico e perfetto, come sempre.

  3. Fa molto piacere, mentre tutti tacciono e Mirna continua a sollecitarci “tra un libro e l’altro”, condividere golose letture; ciascuno segue il filo delle sue, ma si può essere deviati verso nuovi orizzonti ed autori.
    @ Camilla – Mi sono quasi commossa ieri sera leggendoti, dovremmo più spesso condividere le nostre emozioni di lettori. Terrò conto, golosamente, delle autrici segnalate.