UNA DONNA INDIPENDENTE di Elizabeth von Arnim

pubblicato da: Mirna - 12 Agosto, 2014 @ 3:50 pm

UNA DONNA INDIPENDENTE di Elizabeth von Arnim

Ed. Bollati BoringhieriCompleanno Mimilla, Sestri 047

 Quante conoscenze e viaggi interiori si fanno entrando nella mente dei personaggi letterari.

E certamente Rose-  Marie Schmidt, la protagonista del romanzo, ci porta a riflessioni profonde e intriganti.

Che cosa si intende per donna indipendente?

Leggendo le lettere che Rose-Marie scrive a Roger Anstruther  capiremo la sua Weltanshauung.

E’ ancora una ragazza di appena 25 anni, ma è forte, sa chi è, che cosa vuole e che cosa non vuole.

Romanzo epistolare  scritto soltanto da una persona nelle cui lettere si deducono le risposte dell’interlocutore.

Le prime lettere sono d’amore, un amore romantico, giovane, appassionato, ma dopo l’improvvisa  rottura  del fidanzamento subentra nella loro corrispondenza  un rapporto di particolare amicizia.

E qui la nostra Rose-Marie ci fa testimoni del suo percorso formativo verso la vera indipendenza  .

Lettere intense e divertenti come sa sempre porgerci  Elizabeth von Arnim “la donna più intelligente della sua epoca”  come venne definita da H.G.Well.

Siamo a Jena la patria dell’Idealismo tedesco, città di Fichte, Hegel, Shelley e certamente <Rose-Marie respira filosofia e  gli insegnamenti del padre, libero pensatore e  amante di Goethe del quale sta scrivendo una particolare biografia.

Sappiamo dunque della vita semplice che conducono padre e figlia  soprattutto da quando sono rimasti soli. Per risparmiare decidono di diventare vegetariani secondo i dettami  che   Shelley  ha prescritto  nella sua “Rivendicazione della dieta naturale”.  Quando  però Rose-Marie cucina   lenticchie, cavoli, prugne e mele il papà comincia a brontolare  “Erba!Erba!Roba vegetale! Fieno” E vuole subito il caffè accompagnato da spesse fette di pane e burro a volontà.

Pagine divertenti, ma soprattutto in questo libro emerge un ritratto di giovane donna che ama la vita e la natura, una creatura positiva.

“Che cosa ci posso fare se le cose mi appaiono d’oro?” scrive a Roger in maggio. Gli dice che vede ridere i ranuncoli. Lei è per il sole, il calore, il colore, i profumi , per tutto ciò che è radioso. Per la vita, dunque.

Si  sente padrona del proprio  tempo che sa come impiegare e riesce sempre a superare i  momenti di défaillance “ritornando a casa, in mia custodia” Ha combattuto per raggiungere la serenità, ma ora se ne adorna per godere del la bellezza del mondo soverchiante”.

La sua felicità può esistere  senza  doverla far  dipendere da qualcun altro.

 

 

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2 commenti
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  1. Bellissimo post, Mirna, condivido ogni tua frase e l’apprezzamento per “Una donna indipendente”.
    Nel romanzo della von Arnim è davvero stridente il contrasto tra l’immaturo, egocentrico, superficiale Roger e l’ironica, deliziosa, intelligente Rose Marie.
    Lettera dopo lettera, Elizabeth von Arnim crea un indimenticabile personaggio femminile, che sa trovare la felicità nelle piccole cose e trasforma la delusione in forza e sicurezza, lettera dopo lettera l’ho sentita trasformarsi, crescere, maturare e diventare sempre più consapevole di sé.
    Contiene molti spunti di dibattito sulla donna, soprattutto se si pensa che è stato scritto cent’anni fa.

  2. Sempre piacevole leggere la von Arnim. Anche Mimilla sembra apprezzare…oppure è un po’ perplessa? Un caro saluto alla gatta e alla sua “umana”.