MASETTI, storia, chiesa, comunità di Luigi Oss Papot

pubblicato da: Mirna - 19 Marzo, 2015 @ 8:02 am

Luigi Oss Papot

Conoscete tutti il mio ex- alunno Luigi? Ottimo allievo alle medie ha ora conseguito la laurea indirizzo beni culturali e archivistica presso l’Università di Trento. E’ un ragazzo che ama stare tra i documenti, i reperti storici, le biblioteche, gli archivi per dare un senso di continuità a se stesso e agli altri. E per conoscere la nostra storia. Per arricchire il suo “bagaglio culturale” come scrive e che io ricordo ripetevo spesso in classe.

Ma Luigi non sta soltanto in archivio, passeggia, viaggia, fa la sua vita di giovane ragazzo e soprattutto ha un delizioso senso dell’umorismo. E’ per questo che quando ho iniziato a sfogliare, leggere, guardare questo suo libro sentivo piacevoli aspettative. Sono entrata in un microcosmo, paradigma di un macrocosmo, che è la comunità di Masetti, situata a pochi chilometri da Pergine.

E’ una storia di carta dice Luigi basata su documenti, lettere, fotografie ma è pur sempre una narrazione che intriga. Vogliamo sapere chi hpqscan0002sono e da chi discendono gli attuali duecento abitanti, siamo interessati alla storia della costruzione della chiesetta di sassi e di legno. Ci piace osservare le tante foto che ritraggono matrimoni, comunioni, gite sempre all’ombra della parrocchia o della mitica osteria Carlo Vitti. Leggiamo sui volti, nei gesti, negli abiti dei personaggi fotografati dall’inizio del Novecento ai giorni nostri anche un po’ della nostra storia.

Una comunità, come ancora succede nei piccoli paesi, incentrata sulla vita della Parrocchia. La chiesa dunque ha il ruolo maggiore in questo racconto di vita comunitaria. Occorreva una chiesetta tutta per sè, si dicevano i pochi abitanti di Masetti così nel 1863 iniziano una costruzione che durerà più di cinquant’anni fino alla consacrazione del 1929. Cercano aiuti, offerte, lavoro volontario. C’è un’interruzione durante gli anni della Grande Guerra tanto che la erigenda chiesa diventa sede di ospedaletto per i feriti e cimitero per i caduti.

Ma il progetto dovrà continuare, un insegnante di lettere addirittura girerà per la zona in cerca di offerte.

Ed oggi la chiesa di Masetti, come dicevo, è il centro della vita sociale dei suoi abitanti. Sull’altare campeggia una bella pala raffigurante Sant’Antonio abate protettore degli animali. Sembra che raffigurazioni di Sant’Antonio fossero appese anche nelle stalle.

Leggendo mi sono sentita rassicurata e avvolta in immagini e nomi di persone che mi sembrava di conoscere. Non siamo sempre noi, esseri umani, seppur con fisionomia diversa?

Sono stata attratta dai coniugi Domenico e Domenica Anderle nati nella seconda metà dell’Ottocento che ebbero 18 figli, solo uno nato morto. Molti sono rimasti nubili o celibi, ma Luigi – con il suo senso dell’umorismo – ci rivela che Rosele sposò un albergatore di Settequerce che aveva un figlio di cui ignorava l’esistenza. Sembra che il ragazzo si sia presentato al matrimonio con un mazzo di fiori dicendo “Ha detto la mamma di venire anch’io al matrimonio del mio papà”

E gli elenchi degli scolari e degli insegnanti? Non sono noiosi, ve lo assicuro, ma diventano documenti importanti per ricordare come eravamo. Classi numerosissime, insegnanti eccezionali.

Ma credo che dovremo chiedere altre informazioni a Luigi che con il suo esaustivo e impegnativo studio (due anni di ricerca) ci regala una base per proseguire, anche se non siamo di Masetti …perchè come sappiamo tutto il mondo è paese.

Ottimo lavoro Luigi: hai anche inserito pagine divertenti come i ricordi in bianc e nero di Giorgio Oss Papot (tuo padre, I suppose) scritto in dialetto, i ricordi del discendente dell’oste Vitti che ci regalano uno spaccato della vita contadina dell’epoca. E dulcis in fundo una poesia in dialetto composta da un simpatico parroco, don Paolo Holshauer nel 1971.

E concordo con la conclusione del tuo lavoro quando scrivi “ogni scoperta, ogni ri-scoperta, ogni ricordo che vi abbiamo portato alla mente è per noi motivo di gioia, perchè solamente così il bagaglio di tutti sarà un po’ più carico (ma non appesantito!) e tutto quello che “è stato” non sarà destinato a rimanere in polverose carte d’archivio o in foto dimenticate…ma diventerà base solida su cui costruire il nostro futuro.!

Memoria viva, dunque, dinamica.

Bravo Luigi.

Ci leggerai la poesia di don Holzhauser al Cafè de la Paix?

Lunedì 23 marzo, ore 17.00

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1 commento
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  1. Cari amici scrittore lui, lettrice lei. Masetti … la chiesetta di Masetti … le sono passato accanto tante volte, pedalando, dopo essere salito da Trento a Vigolo Vattaro, sceso a Caldonazzo, salito a Levico e poi per la “vecchia Levico” a Masetti, per poi scendere a Pergine, salire al laghetto che la sovrasta un km e mezzo dopo e quindi giù, fino a riprendere la salita per il Maso Cantaghel e il discesone su Trento: 47 km sani sani,
    Quella chiesetta mi ha sempre affascinato tal che una volta mi sono fermato ed ho scattato qualche foto. Luigi, navigando sul blog, le ha viste, m ha contattato e siamo diventati amici di blog! Ora ho il suo libro: ora posso saperne di più della”mia”chiesetta a pedali! Bravo Luigi!