IL MAGICO POTERE DEL RIORDINO di Maria Kondo

pubblicato da: Mirna - 22 Giugno, 2015 @ 4:51 pm

Il-magico-potere-del-riordino-196x300IL MAGICO POTERE DEL RIORDINO di Marie Kondo, Vallardi.ed

Lettura che consiglio a tutti. Chi non vorrebbe vivere felice in stanze armonicamente ordinate con soltanto un mazzo di fiori, un libro e una tazza di tè? Al limite qualche bel quadro o un gatto nero – pulito e satollo – sui cuscini ben sprimacciati ?

Marie Kondo diverte  con i suoi consigli di come sistemare la nostra casa e racconta di sé che ,ancora bambina della scuola materna,  leggeva avidamente le riviste femminili. Sicuramente è stata l’incubo dei suoi familiari perché appena tornava da scuola  si metteva a  riordinare le stanze e i cassetti di tutti. Persino a scuola interveniva sugli armadietti dei compagni

Poi con il passare del tempo ha trasformato la sua   mania ossessiva- compulsiva  in un più equilibrato approccio alle cose tanto da  farlo diventare  la sua professione. In Giappone esiste persino una specializzazione universitaria del riordino

Naturalmente occorre cambiare mentalità e soprattutto raggiungere la consapevolezza  di quali oggetti vogliamo circondarci.

Riordinare è dunque un atto mentale. Se lo faremo potremmo raggiungere anche l’illuminazione!

Scrive Maria Kondo “ Nello spazio sgombro della mia camera silenziosa, dove l’aria fluisce pura e cristallina, ho il tempo di godermi dei momenti di beatitudine…”

Quali i passi per giungere a ciò?

Innanzitutto e inderogabilmente  BUTTARE VIA !!!

 Osservare le cose sopite, “svegliarle” per capire se ci emozionano. Insomma dobbiamo scambiare il nostro pensiero:  non che cosa devo buttare, ma ciò che voglio conservare.

I consigli precisi  sono  tanti.

Per esempio RIORDINARE PER CATEGORIA: solo vestiti e scegliere…poi solo libri e scegliere…

Insomma il RIORDINO che può durare settimane ( ma è così che   diventerà definitivo ) deve essere un EVENTO!

Nella filosofia Zen il riordino fisico è un rito che regala vantaggi spirituali: libera la mente, aumenta la fiducia in noi stessi e soprattutto valorizza ciò che conta veramente.

Sto  già seguendo i suoi consigli. La casa di  Borzonasca  è diventata  luogo-ricettacolo di oggetti di tutto il parentado che piuttosto che buttare via qualcosa la depositano qui da me che c’è spazio. …

Ma ora  libro  della Kondo alla mano anch’io resetterò questo luogo e forse anche me stessa.

Ma ve lo racconterò nella prossima puntata…ora sono indaffarata a guardare certi oggetti e capire se sono sopiti o se mi emozionano.!

 Nel primo caso finiranno nel sacchetto per il venerdì sera!

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2 commenti
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  1. Come non essere d’accordo con Maria Kondo. Fare ordine e’ in un certo senso “occuparsi” degli oggetti e decidere di troncare con quelli di cui non vogliamo piu’ occuparci. E’ gia’ da un po’ che penso che gran parte del nostro tempo va nella “gestione” di oggetti che non hanno veramente molto a che fare con la nostra vita piu’ profonda. Sono quindi d’accordo con il fatto del collegare l’oggetto ad un “vissuto” che spesso, nella stragrande maggioranza dei casi si e’ perso o non c’e’ mai stato. Oggetti di altri, approdati per caso o semplicemente simboli, appendici di un’altra era della nostra vita che se ne stanno li’ e devono pure essere lavati, spolverati, accuditi. Prendono il nostro tempo e non ce lo ridanno…
    Sto approdando anch’io ad un’ essenzialita’ di esistenza. Non sono mai stata un’amante dello shopping e mi e’ sempre piaciuto vedere che oggetti per caso entravano nella mia vita, ma ora desidero che siano sempre meno. Desidero piu’ il vuoto… sara’ un corollario della vacuita’ di cui parla lo zen? Forse. Fatto sta che per me togliere cose e’ come togliere strati che soffocano una liberta’, una leggerezza dell’anima che nello spazio vuoto puo’ sentirsi piu’ fluida e meno condizionata. Lo leggero’ presto. Grazie!

  2. DEVO, DEVO DEVO sfoltire, buttare, riordinare!!! Ho addosso la malattia della conservazione, nonostante mia figlia mi dia felicemente un esempio opposto. Fatico ad eliminare, ma devo farlo! Chissà che questa estate non sia quella buona per cambiare la mia mente? Lo spero, devo vincermi.
    Penso che prenderò questo libro.