sabato , 20 Aprile 2024

“Resilienza”: Mira Rai e la sua travolgente corsa di libertA�

Al 65. Trento Film Festival la runner nepalese Mira Rai A? stata un’ospite in grado di emozionare e farsi apprezzare da tutti. Giulia Nollo e Sara Predelli, studentesse del Liceo G. Prati che giA� avevano collaborato con noi nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro, l’hanno intervistata e seguita per tutta la giornata, dalla conferenza stampa alla serata dedicata. Ne A? nato un post molto originale, che utilizza la prima persona come se fosse la stessa Mira Rai a raccontarsi ai nostri lettori! Alla fine, potete anche guardare la video intervista pubblicata su Mountain Blog.

mira rai

Resilienza /reA�siA�liA?nA�za/ sostantivo femminile
In psicologia, la capacitA� di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltA�.

Mira Rai, la famosa trail runner nepalese che ha saputo trasformare le molteplici difficoltA� in una travolgente corsa di libertA�.

TRENTO – Entro in una piccola stanza vociante, gremita di gente che mi dicono essere l’Ufficio Stampa del Trento Film Festival. Appena metto piede all’interno cade improvvisamente il silenzio, tutti si girano e mi osservano incuriositi. Io rispondo con un timido sorriso, un linguaggio universale comprensibile a tutti. Quanto A? diverso qui dal mio Paese, il Nepal! LA� la vita A? molto dura, soprattutto per le donne, la cui esistenza A? limitata ai lavori domestici e agricoli. Nel luogo in cui sono nata le donne non lavorano quasi mai insieme agli uomini, le bambine non sognano di diventare giornaliste, medici o astronaute; sono inferiori sin dalla nascita, il sesso debole.

Un fiume di parole in una lingua a me incomprensibile mi strappano dalle mie riflessioni, riportandomi velocemente alla realtA�. Alcune persone, gesticolando, cercano di spiegarmi qualcosa in un italiano vorticoso. Mi sento spaesata. Non capisco. Ma ecco che all’improvviso un suono familiare interrompe quel vociare indecifrabile. Due occhi a mandorla, molto simili ai miei, mi fanno subito sentire a casa. a�?NamastA�, sorella. Sono Mila, la tua traduttrice.a�? esclama la sorridente ragazza nepalese.

mirarai2Sollevata e riconoscente le rispondo con il saluto tradizionale, unendo i palmi delle mani e inchinandomi. Mi guida attraverso la stanza spiegandomi: a�?LA� ci sono alcuni giornalisti, sono qui per farti qualche domanda sulla tua carriera di trail runnera�?. Carriera, non so se la definirei cosA�, correre per me A? divertimento e libertA�, A? ciA? che unisce il mio passato col mio presente, A? il mio riscatto.

Infatti, fin da piccola ero come una scimmia, non stavo mai ferma ed ero sempre alla ricerca di qualcosa, vagando su e giA? per la montagne attorno a Bhojpur, il mio villaggio nell’est del Nepal. Forse A? proprio da lA� che A? nata la mia passione per la corsa. Ogni giorno facevo con mia madre chilometri e chilometri di strada verso il mercato trasportando dieci chili di riso sulle spalle. Non pochi mi chiedono come possa una madre obbligare la propria figlioletta a portare un peso cosA� grande. Ma devo dire che A? proprio grazie a lei che sono riuscita a superare gli ostacoli incontrati e a capire che la vita, seppur dura, si rivela sempre una bella avventura.

Inoltre, se sono cosA� forte A? solo per merito del luogo in cui sono vissuta: nel mio Paese o cammini o muori, non ci sono alternative. Ma A? anche grazie alle sfide che mi ha posto davanti la vita che sono diventata ciA? che sono. Infatti, a causa della povertA� della mia famiglia, ho deciso di arruolarmi di nascosto nell’esercito dei ribelli maoisti. Avevo solo 14 anni. Questa A? una delle tante prove che mi hanno insegnato la resistenza e la tenacia. Col trascorrere del tempo sono cambiate moltissime cose…

Ho corso la mia prima gara sui monti attorno a Kathmandu. Ero l’unica donna, ma questo non A? riuscito a strapparmi di mano la vittoria. Da quel momento ho capito di poter fare grandi cose, pur essendo nata donna in un villaggio sperduto in Nepal.

Molti mi dicono che sono un tale concentrato di energia ed entusiasmo da tenere accese le luci di una cittA� intera; non so se sia vero, ma quella che ho mi serve non solo per inseguire il mio sogno, ma anche per sostenere quello di tutte le altre ragazze nepalesi. Quando desideri veramente qualcosa non esiste per te la fatica, ma solo la voglia di raggiungere la meta. Senza nemmeno accorgermene i miei pensieri si erano tramutati in risposte entusiaste alle domande dei giornalisti. Ma in fondo, se non avessi colto l’occasione di correre quella prima gara, le uniche risposte che avrei potuto dare ora sarebbero state riguardo al prezzo del riso al mercato.
La vita A? costituita da opportunitA� che devono essere date a tutti e che ognuno di noi deve avere il coraggio di cogliere.

a�?Le occasioni sono come foglie su un fiume, se le lasci scorrere via se ne sono andate per sempre.a�?
cit. Mira Rai

Giulia Nollo e Sara Predelli

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