ricette d’arte – Trento Blog http://www.trentoblog.it gli eventi del Trentino e la tua opinione Thu, 26 Apr 2018 19:13:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.14 http://www.trentoblog.it/wp-content/uploads/8Risorsa-9.png ricette d’arte – Trento Blog http://www.trentoblog.it 32 32 VELLUTATA DI CARCIOFI E PORRI: i sapori dell’orto di primavera in un piatto ispirato dal pittore russo Konchalovsky http://www.trentoblog.it/vellutata-di-carciofi-e-porri-i-sapori-dellorto-di-primavera-in-un-primo-piatto-vegano-ispirato-dal-pittore-russo-konchalovsky/ http://www.trentoblog.it/vellutata-di-carciofi-e-porri-i-sapori-dellorto-di-primavera-in-un-primo-piatto-vegano-ispirato-dal-pittore-russo-konchalovsky/#respond Sat, 21 Mar 2015 09:00:00 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=83423 Pyotr Konchalovsky, Natura morta con verdure, 1916

Vellutata di carciofi e porri: un primo piatto vegano, sanoA�e gustoso, A? il modo ideale per invitare la primavera a tavola con l’arte del pittore russo Pyotr Konchalovsky

Petr Petrovich Konchalovsky nacque nel 1876 nel villaggio di Slavianka, in Ucraina; suo padre fu un noto traduttore ed editore dell’epoca ed ebbe una grande influenza sul figlio. Quando Pyotr aveva sette anni, il padre fu arrestato a causa delle sue idee rivoluzionarie, la loro proprietA� venne confiscata e la famiglia fu costretta a spostarsi.

A otto anni Pyotr iniziA? a frequentare la scuola d’arte a Kharkov,A�dando cosA� inizio alA�suo interesseA�per ilA�mondo della pittura; quando il padre fu rilasciato la famiglia si trasferA� a Mosca e qui Pyotr, grazie alla conoscenza con alcuni illustri pittori che frequentavano spesso la casa, decise di “diventare un artista”.

Nel 1907, dopo aver concluso i suoi studi all’Accademia delle Arti ed esser stato insignito ufficialmente del titolo di artista, Pyotr visse a Parigi e visitA? la mostra con i lavori di Van Gogh. Qualche tempo piA? tardi scrisse:

Van Gogh mi trasmise la prospettivaA�della pittura come arte. Non devo piA? segnare il passo; devo andare oltre, poichA� adesso so che un artista dovrebbe dipingere la natura. Un vero artista non dovrebbe solo copiarla, dovrebbe evidenziare le sue caratteristiche peculiari“.

Nel 1909, insieme ad Ilya Mashkov, fondA? il gruppo di avanguardia “Jack of Diamonds” che prese il nome dall’omonima mostra, il cui scopo era

offrire ai giovani artisti russi che trovano estremamente difficile essere accettati alle mostre a causa dell’indolenza e del classismo delle nostre sfere artistiche, la possibilitA� di inserirsi sulla strada principale“.

Gli appartenenti al gruppo rinnegavano le tradizioni accademiche e guardavano con favore le derivazioni post-impressioniste di pittori come CA�zanne e di altri cubisti e fauvisti; caratteristica di questo periodo A? una serie di nature morte che Konchalovsky dipinse strizzando l’occhio anche a Gauguin.

In questo modo presento il quadro che oggi ho preso a modello per proporvi la mia ricetta. La profonditA� della composizione A? vagamente accennata dai colori diversi dei piani su cui sono appoggiate le verdure, le cui figure sono ottenute grazie ad un accostamento di diverse sfumature di colore, senza un contorno preciso. In primo piano spicca un maestoso porro, accompagnato da due carciofi e un limone, elementi essenziali per iniziare a cucinare!

VELLUTATA DI CARCIOFI E PORRI

vellutata_ing

INGREDIENTI:

3 carciofi “mame”

3 porri medi

3 patate medie

1 lt. di brodo vegetale

olio d’oliva

vino bianco da cucina

sale, pepe

timo

PROCEDIMENTO:

Per prima cosa preparare i carciofi. Togliere le foglie esterne dure fino ad arrivare a quelle interne piA? morbide, tagliare il gambo e le punte con le spine. Tagliare i cuori di carciofo a metA� e poi a quarti, privarli della “barbetta” interna, pelare anche i gambi precedentemente tagliati ed immergere tutto in un recipiente pieno d’acqua a cui A? stato aggiunto un cucchiaio di succo di limone (si eviterA� cosA� che i carciofi diventino neri). Mettere da parte.

Pelare le patate, lavarle e tagliarle a cubetti.

Pulire i porri tagliando il fondo e levando le foglie esterne piA? dure, lavarli e tagliarli a rondelle non troppo sottili. In una casseruola dai bordi alti scaldare due cucchiaio di olio ed aggiungervi i porri tagliati a rondelle, facendoli soffriggere. Aggiungere i carciofi e sfumare con una tazzina di vino bianco. A questo punto aggiungere anche le patate e coprire le verdure con il brodo bollente; lasciar bollire per circa 40 minuti, dopodichA� regolare di sale e pepe e frullare con un frullatore a immersione avendo cura di no lasciare pezzi.

La vellutata A? pronta. Si puA? gustare calda con un filo d’olio d’oliva oppure insaporire con dei crostini (io ho usato il pane toscano, tagliato a cubetti e fatto seccare in padella con un filo d’olio) aromatizzati a piacere, ad esempio con origano e peperoncino. Il “vegano” di questa ricetta non era intenzionale, chi vuole puA? quindi decidere di aggiungere un po’ di grana grattugiato… Et voilA�, un piatto leggero e davvero gustoso A? pronto per accogliere la primavera e infondere vitalitA�!

vellutata_piatto

PER APPROFONDIRE:

Pyotr Konchalovsky. Extended biography

Petr Konchalovsky Foundation. Cronostoria del pittore

Opere divise per categoria

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PLUMCAKE ALL’IBISCO CON SALSA DI MANGO: un dolce soffice e aromatico dall’ispirazione esotica grazie a Paul Gauguin http://www.trentoblog.it/plumcake-allibisco-con-salsa-di-mango-un-dolce-soffice-e-aromatico-dallispirazione-esotica-grazie-a-paul-gauguin/ http://www.trentoblog.it/plumcake-allibisco-con-salsa-di-mango-un-dolce-soffice-e-aromatico-dallispirazione-esotica-grazie-a-paul-gauguin/#respond Sat, 14 Mar 2015 11:04:10 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=83271 Paul Gauguin_Natura morta con mango e ibisco, 1887

Plumcake all’ibisco con salsa di mango:A�un dolce dai colori e dai sapori esotici, arrivati direttamente sulle nostre tavole dai viaggi tahitiani di Paul Gauguin

Qualche post addietro avevo promesso che vi avrei parlato di Paul Gauguin cosA�, dopo settimane di ricerca per trovare la giusta ispirazione, ecco qua.

La vita di Paul Gauguin, eclettico pittore francese, fu caratterizzata da molti viaggi a lungo raggio, letteralmente da una parte all’altra del mondo. Figlio di un giornalista francese e di una donna di origine peruviana la cui madre era stata un’attiva femminista e socialista, Gauguin fu costretto a lasciare la Francia alla tenera etA� di un anno, poichA� i genitori erano entrambi ferventi oppositori del regime. Trascorse cosA� alcuni anni della sua infanzia in PerA? salvo poi tornare in FranciaA�dove, adA�OrlA�ans, studiA?A�presso le Petit-SA?minaire e nel 1865A�effettuA? il test per entrare a far parte della Marina Militare, senza superarlo;A�decise cosA� di imbarcarsi in un mercantile come allievo pilota, effettuando diversi viaggi tra Brasile,A�Panama, nelle Isole polinesiane e nelle Indie.

Dopo aver ricevuto notizia della morte della madre, nel 1867 decise di arruolarsi nella Marina Militare francese, partecipando ancheA�alla guerra franco-prussiana. L’anno successivoA�fu quello del suo trasferimento a Parigi, decisivo per il determinarsi della sua fama come pittore che noi tutti oggi conosciamo. Qui, infatti, su suggerimento del suo tutore inizia ad interessarsi attivamente alla pittura ed intraprende un percorso da autodidatta, lavorando nel frattempo come agente di cambio.

Dalla conoscenza con il pittore impressionista Camille Pissarro trasse importanti spunti che avrebbero influenzatoA�il suo modo di dipingere;A�uno dei soggetti piA? frequenti nelle sue rappresentazioniA�A? la natura morta, in cui trae ispirazione da Claude Monet e dal suo stile pittorico.

Nel 1883 lasciA? il suo lavoro impiegatizio per dedicarsi completamente alla pitturaA�senza perA? ottenere grandi successi e dovendo cosA� vendere gran parte delle sue opere per mantenersi.A�Si trasferA� in Bretagna e qui realizzA? numerosi dipinti presso Pont Aven, dove conobbe Emile Bernard e anche i fratelli Theo e VincentA�Van Gogh; con quest’ultimo nacque un rapporto di amicizia e reciproca influenza tanto profondo quanto travagliato.

I viaggi di Gauguin non finirono e dopo il periodo bretone si mosse verso Tahiti, provandoA�un grande interesse per la cultura maori e per le sue usanze, dipingendo nelle sue tele scene di vita quotidiana e le persone del luogo. Proprio qui trasse ispirazione per realizzare la “Natura morta con mango e ibisco” oggetto dell’articolo, una composizione semplice ed essenziale ma che racchiude molti aspetti dello stile dell’artista tra cui la pennellata impressionista, il fiore come simbolo e l’assenza di ombre.

Per realizzare la ricetta abbinata mi A? venuta l’idea di combinare i due elementi protagonisti. A voi giudicarne la resa…

PLUMCAKE ALL’IBISCO CON SALSA DI MANGO

plumcake_ing

INGREDIENTI:

60 gr. fiori di ibisco essiccati (quelli per fare l’infuso di karkadA?)

3 cucchiai di miele

1 cucchiaio succo di limone

3 uova

240 gr. farina 00

70 gr. farina di tapioca (per rimanere nello spirito esotico; si trova nei negozi bio)

1 cucchiaino lievito per dolci

1 cucchiaino bicarbonato

60 gr. burro

50 ml. olio di semi di mais

180 gr. zucchero (io ho usato metA� dose di zucchero di canna)

1 pizzico di sale, vaniglia (bustina di vanillina o polvere di vaniglia naturale)

PROCEDIMENTO:

Mettere i fiori di ibisco in una ciotola con il miele e il succo di limone, coprirli con acqua bollente e stemperare con una forchetta in modo da sciogliere il miele; lasciar riposare. In un’altra ciotola, sbattere le uova con una frusta a mano in modo da amalgamare i tuorli con gli albumi e metterle da parte.

Nel frattempo, setacciare insieme le farine con il lievito, il sale e la vaniglia.

In una terza ciotola unire il burro fuso e intiepidito, l’olio di semi di mais e lo zucchero e montare il tutto con uno sbattitore elettrico fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere le uova sbattute e amalgamare. Unire le farine in tre volte, alternando con il latte, continuando a sbattere alla minima velocitA�. A questo punto, scolare i fiori di ibisco e unirli all’impasto amalgamando con un mestolo di legno.

Rivestire uno stampo per plumcake con della carta da forno, versarvi l’impasto e infornare in forno preriscaldato a 170A� per 40 minuti (finchA� sulla parte superiore del dolce si forma una crepa e risulta ben dorata; effettuare comunque la prova stecchino: deve uscire asciutto). Sfornare e lasciar raffreddare su una graticola.

Preparare la salsa di mango. Sbucciare il mango, separare la polpa dall’osso centrale e tagliarla a fettine sottili. Mettere le fettine di mango in un pentolino con due cucchiai di succo di limone e uno di zucchero di canna e cuocere a “fiamma dolce” finchA� si sarA� ammorbidito; a questo punto passarlo con il frullatore ad immersione.

Tagliare il plumcake quando si A? completamente raffreddato e servirlo con la salsa di mango da spalmare sulle fette. Il contrasto dolce-acidulo del gusto del mango si sposa perfettamente con la morbidezza del plumcake e l’aroma tipico dell’ibisco.

plumcake_pronto

PER APPROFONDIRE:

Paul Gauguin. Biografia estesa

Opere divise per categoria

Vincent. Una canzone di amicizia

Paul Gauguin. The complete works and biography

Paul Gauguin. Synopsis and key ideas

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TORTINO DI CAROTE VIOLA E SPINACI: un antipasto vegetariano proposto direttamente dalla “Venditrice di ortaggi” di Pieter Aertsen http://www.trentoblog.it/tortino-di-carote-viola-e-spinaci-un-antipasto-vegetariano-proposto-direttamente-dalla-venditrice-di-ortaggi-di-pieter-aersten/ http://www.trentoblog.it/tortino-di-carote-viola-e-spinaci-un-antipasto-vegetariano-proposto-direttamente-dalla-venditrice-di-ortaggi-di-pieter-aersten/#comments Sat, 07 Mar 2015 09:51:32 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=83180 Pieter Aersten, Venditrice di ortaggi, 1567

Tortino di carote viola e spinaci: direttamente dall’Olanda del XVI secolo, un antipasto vegetariano gustoso e “colorato” grazie a Pieter Aertsen e alla sua “Venditrice di ortaggi”

Sono tantissimi… Sono ovunque… I dipinti con scene di mercato e le composizioni di vita ferma con frutta e verdura, ce ne sono davvero di tutti i tipi! Con o senza personaggi, popolati di simpatici animaletti o impreziositi da argenterie e vasellami. Quello che vi propongo oggi mi ha colpito per la presenza di un elemento peculiare al centro della composizione.

Pieter Aertsen, nato ad Amsterdam nel 1507, fu un pittore olandese attivo perlopiA? nella sua cittA� e ad Anversa;A�qui,A�le principali commissioni che riceveva riguardavano pale d’altare, ma ebbe la fortuna di essere ospite di un dotato allievo di Hyeronimus Bosch dal quale apprese i dettami delle scuole fiamminghe, fondendoli poi nel corso della sua carriera con quelli olandesi. Trascorse anche un periodo di studio in Italia, dove conobbe ed apprezzA? Jacopo Bassano, uno dei maggiori pittori veneti del Cinquecento. I suoi figli seguirono le sue orme e diventarono anch’essi pittori.

Soprannominato “Pieter il lungo” a causa della sua inusitata altezza, Aertsen non si conformA? al corrente gusto manierista ma fu un pioniere della natura morta e della pittura di genere, producendo opere di carattere popolaresco. I suoi dipinti piA? conosciuti rappresentano scene che a prima vista possono sembrare esempi di questo tipo, ma grazie al suo acume e alla sua ironia in realtA� spesso “ospitano” scene religiose, magari delegate in piccolo sullo sfondo. Personaggio dal carattere vario ed ambizioso, capace di adattarsi alle diverse commissioni, fu capace di mantenere il consenso acquisitoA�dipingendo opereA�tra composizioni religiose, scene di genere e ritratti.

Nella “Venditrice di ortaggi”,A�una donna vestita secondo i costumi dell’epoca sembra invitarci ad attingere a piene mani al suo ricco banchetto. La composizione della scena A? ricca e molto curata nei dettagli: i riflessi di luce sul suo vestito, le cialde sulla sinistra e le venature della zucca… Tutte caratteristiche del meraviglioso stile fiammingo. Il dettaglio che perA? mi ha colpito di piA?, come accennavo sopra, si trova al centro della tela e conferisce il nome alla ricetta che vi propongo oggi.

TORTINO DI CAROTE VIOLA E SPINACI

Tortino carote viola_ing

INGREDIENTI:

300 gr. diA�carote viola

100 gr. di patate (circa una patata grande, o due patate piccole)

ca. 100 gr. di farina (anche mista, io ho usato grano saraceno e 00)

250 gr. di spinaci freschi

150 gr. di formaggio a pasta morbida

1 tazza di pan grattato

1 tazza di grana grattugiato

sale, pepe (o peperoncino)

olio d’oliva, semini (per me, semi di chia)

PROCEDIMENTO:

Lavare e pelare le carote e le patate e farle cuocere in acqua bollente salata fino a quando diventano morbide. Quando saranno cotte, scolarle e passarle al passaverdure. Appena la purea si sarA� intiepidita, regolare di sale e pepe e iniziare ad aggiungere la farina, mescolando con una forchetta; l’impasto dovrA� risultare compatto ma morbido.

Lavare e mondare gli spinaci, sbollentarli in acqua salata per qualche minuto, strizzarli per bene e tagliuzzarli per renderli piA? “modellabili”.

A questo punto, su di una teglia coperta con carta da forno, con l’aiuto di un coppa pasta formare un discoA�con la purea di carote e patate;A�farcire con uno strato di spinaci e dei dadini di formaggio, coprire con un altro disco di purea e infine grana grattugiato e pan grattato. Staccare il tortino dai bordi del coppa pasta con l’aiuto di un coltellino e procedere in questo modo fino ad esaurire gli ingredienti, o perlomeno fino ad ottenere dei tortini tutti uguali (ne dovrebbero risultare quattro).

Condire la superficie dei tortini con un filo d’olio e infornare a 180A� per circa venti minuti. Servire tiepidi.

Se durante la preparazione sono avanzati degli spinaci o del formaggio, si possono servire insieme al tortino come accompagnamento, cosparsi con un po’ di semini (li rendono deliziosi!).

Tortino carote viola_pronto

PER APPROFONDIRE

Pieter Aertsen. Biografia e analisi stilistica

Pieter Aertsen. Opere divise per categoria

Pieter Aertsen, breve biografia e analisi di alcune opere

Pieter Aertsen. Biografia e carriera

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BLINIS AL GRANO SARACENO: una merenda tipica russa insieme ad Andrei Ryabushkin http://www.trentoblog.it/blinis-al-grano-saraceno-una-merenda-tipica-russa-insieme-ad-andrei-ryabushkin/ http://www.trentoblog.it/blinis-al-grano-saraceno-una-merenda-tipica-russa-insieme-ad-andrei-ryabushkin/#respond Sun, 01 Mar 2015 09:06:53 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=83014 Andrei Ryabushkin, Tea party, 1903

Blinis al grano saraceno: una ricetta tipica russa molto versatile ottima per accompagnareA�un buon tA? caldo, come suggerisce Andrei Ryabushkin invitandoci al suo “Tea Party”

“Se fai in fretta, farai ridere la gente”.

Con questo proverbio russo inizio il mio post di oggi. Non so perchA�, ma guardare questo quadro mi suscita una sensazione di calma, di tranquillitA�…A�Veniamo perA?A�al dunque:

Andrei Petrovich Rabushkin fu pittore, grafico, illustratore e insegnante. Nacque nel 1861 nella provincia di Tambov, nel centro-sud della Russia; suo padre era contadino e pittore di icone, e Andrei si prodigA? ad aiutarlo fin da bambino. Nel 1875, dopo essere stato notato da un fortuito talent scout, iniziA? la sua formazione artistica alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca, dove rimase per sette anni. Si trasferA� quindi a San Pietroburgo per frequentare l’Accademia Imperiale delle Arti; qui, grazie alla sua personalitA� effervescente, si stufA? presto delle lezioni ed iniziA? a frequentare spesso la biblioteca piuttosto che a realizzare schizzi in strada, osservando la vita della cittA�. Andrei non ricevette un premio per il suo lavoro di diploma, ma questo fu notato dal presidente dell’accademia che gli procurA? una borsa di studio per viaggiare all’estero; invece di andare in Italia o a Parigi, perA?, lui scelse di intraprendere un viaggio attraverso i vecchi villaggi russi, e i loro abitanti divennero i modelli per i suoi dipinti intrisi di realismo, che raccontavano la vita quotidiana della gente semplice, fatta di lavori umili e piccoli “riti”.

Uno di questi si puA? osservare nel dipinto che vi propongo oggi. Quattro persone sedute ad un tavolo, tre uomini e una donna, dietro di loro un oste in attesa di servirli e altre persone in piedi che sembrano guardareA�incuriosite chi sta di fronte a loro… Non vi sentite osservati?

La composizione A? organizzata frontalmente e piuttosto statica nella rappresentazione dei personaggi, tranne che per un certo dinamismo di sguardi: A? interessante notare l’espressione dell’uomo con la camicia verde, che sembra guardare stupito quello seduto accanto a lui. ChissA� cosa stava accadendo a quella tavola… Ma non sono qui per raccontare una storia, come ben sapete.A�Il rito del tA? in Russia A? un’usanza molto sentita, e la tavola “sulla tavola” A? apparecchiata con tutto il necessario per celebrarla al meglio. Si puA? notare un piattino con dei cetriolini (o sono acciughe?), una coppetta con le classiche zollette di zucchero e infine qualcosa che potrete assaggiare anche voi se vi viene voglia di leggere qui sotto…

BLINIS AL GRANO SARACENO

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INGREDIENTI:

1 cucchiaio di zucchero

300 ml. di latte caldo

2 cucchiaini di lievito naturale secco

120 gr. farina fine di grano saraceno

65 gr. farina 00

1 cucchiaino di sale

2 uova

20 gr. di burro fuso

PROCEDIMENTO:

Sciogliere un cucchiaino di zucchero nel latte caldo, far cadere il lievito a pioggia e mescolare bene con una forchetta per far sciogliere anch’esso completamente. Lasciar riposare.

Setacciare le due farine in una ciotola con lo zucchero rimanente e formare un incavo al centro.

Unire i due tuorli al latte in cui si sono sciolti zucchero e lievito e sbattere con una frusta a mano o con una forchetta, dopodichA� unire questo composto liquido agli ingredienti secchi e mescolare fino a renderlo omogeneo; coprire con della pellicola trasparente e lasciar lievitare in luogo caldo per circa un’ora: l’impasto deve raddoppiare di volume. Trascorso questo tempo, mescolare per eliminare l’aria e lasciar riposare per circa 30 minuti.

Sciogliere il burro con il sale e unirlo alla pastella precedentemente ottenuta. Montare gli albumi a neve e unire anch’essi mescolando con un cucchiaio, facendo dei movimenti dall’alto verso il basso, finchA� si saranno amalgamati completamente.

A questo punto, scaldare una padella antiaderente precedentemente unta con un po’ di burro, farvi cadere la pastella a cucchiaiate e lasciarla cuocere circa un minuto da entrambi i lati; deve risultare bella dorata. Procedere fino ad esaurimento scorte.

I blinis sono ottimi sia tiepidi che freddi. Si servono tradizionalmente coperti da un velo di panna acida, delle fettine di salmone affumicato e un ciuffo di erba cipollina, ma sono ottimi anche con la marmellata o altre delizie, a seconda dei gusti. Da accompagnare assolutamente con una tazza di tA? nero bollente…

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PER APPROFONDIRE:

Andrei Ryabushkin su Wikipedia

Andrei Ryabushkin. Opere divise per categoria

Il rito del tA? in Russia

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INVOLTINI DI ALICI CON RICOTTA E MENTA: un accostamento apparentemente insolito per un antipasto da gustare con Sicurezza http://www.trentoblog.it/involtini-di-alici-con-ricotta-e-menta-un-accostamento-apparentemente-insolito-per-un-antipasto-da-gustare-con-sicurezza/ http://www.trentoblog.it/involtini-di-alici-con-ricotta-e-menta-un-accostamento-apparentemente-insolito-per-un-antipasto-da-gustare-con-sicurezza/#respond Sat, 21 Feb 2015 10:08:20 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=82824 Antonio Sicurezza, Natura morta con alici, 1972

Involtini di alici con ricotta e menta: una ricetta per un antipasto semplice, leggero e sorprendente per salutare la Quaresima con il pittore campano Antonio Sicurezza

Un cognome singolare, “Sicurezza”, identifica il pittore che vi propongo oggi.

Antonio Sicurezza nacque a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, nel 1905. ConseguA� la sua formazione a Napoli con grande sacrificio da parte dei genitori, ma il suo zelo lo spinse a finire comunque gli studi e ottenere una borsa di studio comeA�concorrente piA? meritevole tra le quattro facoltA� della��Accademia di Belle Arti di Napoli.

Dopo aver vissuto per qualche anno alle falde del Monte Altino, si trasferA� a Castellone di Formia, continuando l’attivitA� di insegnamento alla quale era stato spinto dalla moglie. Durante i momenti piA? difficili della seconda guerra mondiale fu costretto a trasferirsi con la famiglia fino anche in Calabria, e al suo ritorno in patria trovA? la casa fortunatamente intatta ma occupata;A�per risollevarsi dovette cosA� adattarsi alle commissioni del mercato che chiedeva pale d’altare di iconografia tradizionale per sostituire quelle andate distrutte durante i combattimenti.

Antonio, perA?, era intimamente piA? portato ad esprimersi in tutt’altro modo, cosa che non riusciva a fare in parte per le commissioni e in parte per il tempo che l’insegnamento gli prendeva; approfittava cosA� della stagione estiva per dipingere paesaggi e vicoli, mentre il resto dell’anno si dedicava a carboncini, tempere o nature morte. Dal 1965 non ricevette piA? incarichi di insegnamento e potA� finalmente dedicarsi a tempo pieno alla pittura, in particolare quella ad olio, prediligendo la figura umana e le nature morte. Una caratteristica che distingue Antonio Sicurezza per il suo stile A? quella di usare la spatola per costruire i suoi soggetti; si puA? notare una certa somiglianza tra la stesura del colore nelle sue opere e in quelle di Van Gogh.

Durante la sua carriera Antonio rimase sempreA�sempre legato a una realtA� provinciale, lontana dalle scelte artistiche del momento e dalla classe culturale e politica. Nonostante ciA? non mancarono i riconoscimenti e diversi premi, mentre notizie su di lui con riproduzioni delle sue opere si trovano in vari cataloghi relativi ad artisti contemporanei.

Dato che il Carnevale ormai A? andato (e l’abbiamo celebrato con l’ultimo post) e al suo posto A? arrivata la Quaresima, ho deciso di proporre una ricetta preparata con ingredienti poveri e che apparentemente non hanno niente a che fare l’uno con l’altro. Lo ammetto, prima di realizzarla ero piuttosto scettica, ma siccome amo sperimentare gli accostamenti di sapori, ho voluto provarci. E sono rimasta piacevolmente sorpresa. Dopo aver quindi individuato la ricetta, mi sono messa alla ricerca dell’opera… Come avrete capito, ho intenzionalmente giocato con il nome dell’autore…

INVOLTINI DI ALICI CON RICOTTA E MENTA

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INGREDIENTI:

20 alici fresche da sfilettare (trovate un tutorial cliccando qui)

150 gr. di ricotta vaccina

2 ramettiA�di menta (ottimo se ce l’avete in giardino!)

olio extra vergine di oliva

sale, pepe

PROCEDIMENTO:

Come prima cosa, preparare la crema di ricotta per il ripieno degli involtini.

Lavare la menta, separare le foglie dai rametti e tritarle finemente. Aggiungerle in una ciotola insieme alla ricotta, condire con sale e pepe a piacimento e mescolare bene con un cucchiaio in modo da amalgamare ingredienti e sapori. Volendo, si puA? aggiungere un cucchiaio di pan grattato per evitare che il ripieno esca in cottura.

Dopo aver sfilettato le alici avendo cura di non separare i due filetti,A�sciacquarle sotto acqua corrente e, dopo averle stese su un piatto o un vassoio, tamponare l’interno con della carta assorbente per eliminare l’acqua in eccesso. A questo punto disporre una noce di crema di ricotta al centro di ogni “filetto doppio” e chiuderlo a mo’ di involtino, arrotolando le due estremitA�.

Scaldare due cucchiai di olio in una padella antiaderente e adagiarvi gli involtini ottenuti in precedenza, facendoli cuocere per circa cinque minuti a fuoco vivace e girandoli a metA� cottura.

Servire tiepidi in un piattino guarnito con dei pomodorini e una fettina di limone.

involtini di alici_piatto

PER APPROFONDIRE:

Antonio Sicurezza. Biografia e analisi critica

Antonio Sicurezza nel ricordo di un suo allievo

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CUPCAKES CON I CORIANDOLI: un’allegra ricetta per festeggiare il carnevale con James Ensor http://www.trentoblog.it/cupcakes-con-coriandoli-unallegra-ricetta-per-festeggiare-il-carnevale-con-james-ensor/ http://www.trentoblog.it/cupcakes-con-coriandoli-unallegra-ricetta-per-festeggiare-il-carnevale-con-james-ensor/#respond Sun, 15 Feb 2015 15:20:55 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=82679 James Ensor, Carnevale nelle Fiandre, 1931

Cupcakes con i coriandoli: soffici tortine al cacao con frosting colorato per festeggiare il carnevale in allegria insieme a James Ensor e le sue maschere

James Sidney Edouard, Barone di Ensor, nacque nel 1860 ad Ostenda, una piccola cittadina del Belgio, da padre inglese e madre fiamminga. La famiglia della madre era proprietaria di un piccolo negozio di souvenir e articoli curiosi che vendeva

“conchiglie, merletti, pesci rari impagliati, vecchi libri, incisioni, armi, porcellane cinesi, un guazzabuglio inestricabile di oggetti eterocliti”

assicurando il sostentamento agli Ensor. James crebbe cosA� in un contesto piuttosto singolare, il quale esercitA? su di lui un notevole influsso tanto che lui stesso riconobbe che la sua infanzia

“A? stata popolata da sogni meravigliosi e la frequentazione della bottega della nonna, completamente screziata di riflessi di conchiglie e di sontuosi merletti, di strane bestie impagliate e di armi terribili di selvaggi mi incutevano timore […] quest’ambiente straordinario ha senza dubbio sviluppato le mie facoltA� artistiche.”

James frequentA? per due anni il liceo della cittA�, ma scoprendosi appassionato di disegno nel 1877 si iscrisse all’Accademia di Bruxelles, dove rimase per tre anni. Ad eccezione di qualche viaggio a Londra, Parigi, nei Paesi Bassi e numerosi spostamenti a Bruxelles, Ensor trascorse la sua intera esistenza nella cittA� natale.

Nell’arco della sua lunga vita Ensor ha realizzato circa 900 dipinti, 4000 disegni e 133 acqueforti, nonchA� alcune litografie. Durante i primi anni di attivitA� dipingeva scene di interni, ritratti realistici e paesaggi in stile impressionista, ma fondamentalmente preferiva dedicarsi a stili diversi, anzichA� seguirne uno unico; in particolare, le sue figure grottesche ricordano le creazioni di un artista che lui ammirava molto, Hyeronimus Bosch (di cui parlerA? in uno dei miei prossimi articoli).

I suoi lavori sono carichi di un simbolismo dissacrante e visionario, forse un modo per “sfogare” sulla tela la sua aggressivitA�, e il fatto che raffigurasse cosA� spesso personaggi in maschera e scene carnevalesche manifesta il suo profondo legame con Ostenda e con l’attivitA� della madre.

Nel quadro che vi propongo oggi, “Carnevale nelle Fiandre”, al contrario degli articoli precedenti non c’A? un collegamento diretto tra la raffigurazione e la ricetta. Questa volta sono stata ispirata dai colori…

CUPCAKES CON I CORIANDOLI

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INGREDIENTI:

150 gr. farina 00

140 gr. zucchero

80 gr. burro

2 uova

40 ml. latte

1 cucchiaio cacao amaro

2 cucchiaini lievito per dolci

1 bustina di vanillina

PROCEDIMENTO:

Con le fruste elettriche, lavorare il burro ammorbidito insieme allo zucchero fino ad ottenere una crema omogenea. Continuando a sbattere, aggiungere un uovo alla volta e amalgamare bene.

Setacciare insieme farina, cacao, lievito e vanillina e aggiungere al composto precedente mescolando con un cucchiaio di legno. Versare il latte a filo e incorporarlo continuando a mescolare a mano.

Versare il composto cosA� ottenuto nei pirottini (ne risulteranno circa 9) riempiendoli fino a 3/4 della loro capacitA�, infornare in forno preriscaldato a 170A� per circa 20 minuti e, una volta cotti, lasciarli raffreddare per bene.

Nel frattempo, si puA? preparare il frostingA�in questo modo:

montare, con le fruste elettriche, 70 gr. di burro ammorbidito; continuando a sbattere, aggiungere 140 gr. di philadelphia ben freddo e, alla velocitA� minima, incorporare 100 gr. di zucchero al velo setacciato e una bustina di colorante per coperture del colore che preferite. Lasciar risposare il frosting in frigorifero per almeno 20 minuti.

Quando le tortine si saranno raffreddate per bene, decorarle con il frosting che avrete inserito in una sacca da pasticcere con la bocchetta tonda e liscia, disegnando una specie di spirale a partire dall’esterno.

Per rendere i cupcakes perfettamente adatti al tema carnevale, io ho deciso di decorarli con delle micropalline variopinte tipo coriandoli…A�Ma la fantasia puA? scatenare la creativitA�!

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PER APPROFONDIRE:

James Ensor. An online museum

James Ensor: il pittore delle maschere

James Ensor al MusA�e d’Orsay

Bob Dylan, James Ensor e il carnevale politico

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PANINI AL LATTE: soffici bocconcini di pasta lievitata ispirati alla “Lattaia” di Johannes Vermeer http://www.trentoblog.it/panini-al-latte-soffici-bocconcini-di-pasta-lievitata-ispirati-la-lattaia-di-johannes-vermeer/ http://www.trentoblog.it/panini-al-latte-soffici-bocconcini-di-pasta-lievitata-ispirati-la-lattaia-di-johannes-vermeer/#respond Sat, 07 Feb 2015 10:12:58 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=82486 Jan Vermeer, La lattaia, 1660

Panini al latte: la “Lattaia” di Vermeer ci fornisce l’ingrediente principale per preparare dei panini versatili e deliziosi, ideali per uno spuntino da arricchire a seconda dei gusti

Johannes Vermeer, probabilmente conosciuto dai piA? come l’autore della Ragazza con l’orecchino di perla (opera che ha ispirato un libro da cui poi A? stato tratto un film, che personalmente ho trovato molto coinvolgente e vi consiglio di vedere), fu un pittore olandese del XVII secolo.

Della sua vita si conosce molto poco; le uniche notizie provengono da alcuni registri dell’epoca, pochi documenti ufficiali e commenti di altri artisti. Vermeer nacque intorno al 1632A�a Delft, cittA� in cui trascorse la sua intera esistenza, da un padre che era tessitore di seta, mercante d’arte e anche taverniere. Nel 1653, nonostante fosse di famiglia protestante, sposA? una giovane donna cattolica da cui ebbe poi quattordici figli, tre dei quali morirono prima di lui. La famiglia della moglie era piA? ricca della sua e la madre di lei, una vedova benestante, ebbe un ruolo fondamentale nella carriera del pittore, sostenendo economicamente la sua attivitA� e procurandogli diversi lavori per commissione.A�Non sappiamo nulla circa la sua formazione artistica, ma nel 1653 si registrA? come pittore membro della Gilda di San Luca, della quale nel 1662 venne eletto capo; A? possibile che abbia viaggiato in Italia, Francia e nelle Fiandre, mentre ad Utrecht ed Amsterdam ebbe modo di conoscere e farsi ispirare dal lavoro di Caravaggio e Rembrandt.

I dipinti attualmente attribuiti a Vermeer sono circa 40, e di questi solamente 16 risultano autografi; la ragione di questa limitata produzione va attribuita alla meticolositA� con cui lavorava, vezzo che gli portava via molto tempo per il completamento delle opere. I suoi dipinti giovanili, di soggetto mitologico o biblico, sono caratterizzati da forme piene e coloriti vivi, aspetti che denotano le influenze caravaggesche;A�a parte qualche scorcio delle strade di Delft, a partire dal 1660 il pittore inizia a concentrare la sua produzione su scene di interni e di vita quotidiana, consentendogli cosA� di affrontare il rapporto tra luce e spazio.A�Grazie alla tecnica nota comeA�pointillA�, da non confondere con il pointillisme,A�Vermeer era in grado di ottenere colori trasparenti applicando sulle tele il colore a punti piccoli e ravvicinati, ottenendo cosA� una resa estremamente vivida.

Si pensa che Vermeer facesse largo uso dellaA�camera oscura per definire l’esatta fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione degli oggetti nella composizione dei dipinti. Questo giustificherebbe la mancanza di disegni preparatori ai dipinti, ma soprattutto spiegherebbeA� i curiosi effetti fuori fuocoA�che si riscontrano in taluni dei suoi capolavori, dove alcuni particolari sono perfettamente a fuoco ed altri no, con un tipico effetto riscontrabile nella moderna tecnica fotografica. Nelle sue opere,

“la vita silenziosa delle cose appare riflessa entro uno specchio terso; dal diffondersi della luce negli interni attraverso finestre socchiuse, dal gioco dei riflessi, dagli effetti di trasparenze, di penombre, di controluce…”

Nel quadro che vi propongo oggi, la “Lattaia”, A? ritratta una donna (probabilmente la domestica)A�dai tratti del viso molto dolci, la cui gestualitA� ispira tranquillitA�; la luce scorre su di lei e suo ciA? che la circonda accentuando il collegamento con lo spazio architettonico. CiA? che perA? ha catturato maggiormente la mia attenzione A? il latte che la donna versa da una splendida brocca in rame e il pane che spicca sulla tovaglia blu. Ho pensato a lungoA�come combinare i due alimenti cercando persino nelle ricette tipiche olandesi per rimanere in tema, ma alla fine ho optato per la semplicitA�…

PANINI AL LATTE

panini al latte_ing

INGREDIENTI:

400 gr. farina tipo 0 (o Manitoba)

100 gr. farina 00

60 gr. zucchero

40 gr. burro

300 ml. latte

25 gr. lievito di birra fresco (oppure: 1 bustina lievito secco)

1 cucchiaino di sale fino

1 uovo e 1 cucchiaio di latte per spennellare

PROCEDIMENTO:

Come prima cosa, sbriciolare il lievito in una ciotola con 2 cucchiaini di zucchero e sciogliere il tutto con 100 ml. di latte intiepidito, mescolando con un cucchiaio e avendo cura che non rimangano grumi. Lasciar riposare in luogo tiepido; in superficie si formerA� una schiumetta: significa che il lievito sta “lavorando”.

Nel frattempo, fondere il burro e unirlo ai restanti 200 ml. di latte intiepidito; mescolare e sciogliere nel composto lo zucchero rimanente.

In una ciotola capiente setacciare le farine, formare un incavo al centro e versarvi il latte in cui si A? sciolto il lievito e quello con il burro. Mescolare con una forchetta per far assorbire i liquidi e proseguire ad impastare con le mani, su di un piano di lavoro leggermente oliato, fino ad ottenere un impasto omogeneo, morbido ed elastico. Se vi sembra che risulti troppo asciutto, bagnatevi le mani con un po’ di latte e proseguite ad impastare.A�Ci vorranno circa 15 minuti, qualcuno in piA? non fa male.

Formare una palla, riporla in una ciotola con le pareti lievemente imburrate, coprire con della pellicola trasparente (fate in modo che aderisca perfettamente ai bordi, non devono esserci spiragli d’aria!) e lasciar lievitare in luogo caldo per circa un’ora: l’impasto deve raddoppiare il suo volume.

A questo punto, formare un filoncino e ricavare una ventina di pezzi, tutti piA? o meno delle stesse dimensioni; formare delle palline, riporle su una teglia coperta con carta da forno, sbattere un uovo insieme ad un cucchiaio di latte e spennellarle tutte per bene. Lasciar lievitare in luogo caldo per circa 30 minuti, si dovranno gonfiare.

Trascorso questo tempo, infornare in forno preriscaldato a 200A� per 15 minuti, o almeno finchA� la superficie non risulta bella dorata.

Lasciar raffreddare completamente su di una gratella e servire con marmellate e salse di vario tipo, a seconda dei gusti.

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PER APPROFONDIRE:

Essentialvermeer. Tutto ciA? che volete sapere su Vermeer, e anche di piA?

Johannes Vermeer. Opere divise per categoria

Johannes Vermeer in Encyclopedia Britannica

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SALMONE ARLECCHINO: nella “Natura morta” di Chardin il gatto torna a curiosare “in tavola” http://www.trentoblog.it/salmone-arlecchino-nella-natura-morta-di-chardin-il-gatto-torna-curiosare-tavola/ http://www.trentoblog.it/salmone-arlecchino-nella-natura-morta-di-chardin-il-gatto-torna-curiosare-tavola/#respond Sat, 31 Jan 2015 09:00:03 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=82324 Jean Baptiste Simeon Chardin, Natura morta con gatto e pesce, 1728

Salmone arlecchino: un secondo piatto sano e gustoso tenta anche il gatto di Chardin, colto in flagrante dal pittore

Jean-Baptiste-SimA�on Chardin, definito anche “il pittore del silenzio“, fu un artistaA�francese del diciottesimo secolo.

Figlio di un ebanista fabbricante di biliardi a servizio del re, Chardin nacque a Parigi nel 1699, e tranne qualche spostamento a Versailles raramente lasciA? la cittA�. Al contrario di tanti suoi contemporanei, invece di frequentare sin da subito l’Accademia si formA? come apprendista nello studio del pittore Pierre-Jacques Cazes,A�e iniziA? ad esprimersi dipingendo insegne per commercianti e dettagli in quadri di altri pittori. Fu contemporaneo di Boucher e per un breve periodo insegnA? a Fragonard.

Nel 1728 venne accolto all’AcadA�mie Royale come pittore esperto di animali e frutta, e per il resto della sua vita ne fu un membro attivo e onorato: frequentava tutte le riunioni e per circa vent’anni ne fu tesoriere distinguendosi per onestA� ed integritA�, tanto che nel 1750 re Luigi XV gli concesse una somma annuale e alloggio al Louvre.

Chardin fu uno dei sommi artisti del diciottesimo secolo e probabilmente il piA? grande maestro di nature morteA�nella storia della pittura. Allo studio dei grandi maestri non nascose di preferire l’osservazione diretta della realtA�, e lo dimostrA? ben prestoA�ritraendoA�la realtA� dell’epoca, dedicandosi a soggetti semplici e temi comuni, come scene di interni e piccole azioni quotidiane. CosA� afferma lo stesso pittore in una lettera del 1725:

“Io voglio riprodurre il piA? esattamente possibile la fattura, la struttura, la realtA� degli oggetti; quelle superfici lisce, cosA� propizie alla rifrazione e al riverbero del piA? piccolo raggio di luce che le colpisce.”

Caratterizzate da colori tenui e luci soffuse, queste opere celebrano la bellezza dei loro soggetti e proiettano un alone di umanitA�A�e intimitA�, forgiandosi diA�una trama incredibilmente realistica grazie all’abilitA� tecnica del loro esecutore che rendeva le forme per mezzo della luce, utilizzandoA�pennellate cariche di colore e smalti luminosi. Denis Diderot, in occasione del Salon del 1763, affermA?:

“Oh Chardin! Quello che mescoli sulla tua tavolozza non A? del bianco, del rosso o del nero, ma la sostanza stessa degli oggetti; prendi con la punta del tuo pennello la��aria e la luce e le fissi sulla tela.”

Entriamo dunque nel vivo di tutto questo insieme al gatto che, in “Natura morta con gatto e pesce” del 1728, con la sua zampa felina sembra non volersi far scappare quel succulento taglio di salmone in primo piano…

SALMONE ARLECCHINO

A�Salmone arlecchino_ing

INGREDIENTI:

4 pezzi di filetto di salmone con la pelle

3 zucchine medie

3 carote

3 scalogni (o cipolle rosse piccole: per dare un tocco di colore in piA? al piatto)

olio d’oliva

sale, pepe

pan grattato, timo

PROCEDIMENTO:

Lavare e mondare le zucchine e le carote, tagliarle a julienne con una grattugia a fori larghi, condirle con sale e pepe e tenere momentaneamente da parte.

Scaldare un filo d’olio in una padella antiaderente, tagliare lo scalogno a rondelle sottili e farlo appassire per tre minuti a fuoco medio. Quando sarA� imbiondito, aggiungere le verdure precedentemente tagliate e condite e farle saltare per ulteriori 3/4 minuti. Toglierle dal fuoco e lasciarle raffreddare.

Preparare il salmone togliendo eventuali lische con una pinzetta; adagiare i pezzi di filetto su una teglia rivestita di carta da forno e sopra ognuno formare uno strato abbastanza spesso con le verdure, premendo con il dorso di un cucchiaio per renderlo uniforme e compatto.

Aggiungere un filo d’olio e, a seconda del gusto personale, spolverizzare con un po’ di pan grattato mescolato con del timo. Infornare nel forno preriscaldato a 180A� per circa 25 minuti.

P.s.: una volta sfornato e impiattato, per aggiungere ancora piA? gusto si puA? condire con qualche goccia di salsa di soia. Un ottimo contorno possono essere delle deliziose patate al forno aromatizzate al rosmarino, oppure una semplice insalatina fresca. Un bicchiere di birra chiara accompagnerA� egregiamente il pasto.

Salmone arlecchino_piatto

PER APPROFONDIRE:

Jean-Baptiste-SimA�on Chardin. Extended biography

Jean-Baptiste-SimA�on Chardin. Opere divise per categoria

Jean-Baptiste-SimA�on Chardin. Un approfondimento sullo stile

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ZUPPA DI BIETOLE CON UOVO AL FORNO: come non farsi conquistare dal “Frate cuciniere” di Eugenio Zampighi? http://www.trentoblog.it/zuppa-di-bietole-con-uovo-al-forno-come-non-farsi-conquistare-dal-frate-cuciniere-di-eugenio-zampighi/ http://www.trentoblog.it/zuppa-di-bietole-con-uovo-al-forno-come-non-farsi-conquistare-dal-frate-cuciniere-di-eugenio-zampighi/#respond Sat, 24 Jan 2015 09:04:33 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=82152 Eugenio Zampighi_Frate Cuciniere

Zuppa di bietole con uovo al forno: le bietole (o “coste”) proposte dal sorridente frate di Eugenio Zampighi diventano un piatto completo semplice ma gustoso

Eugenio Zampighi,A�nato a Modena nel 1859, fuA�pittore e fotografo.

All’etA� di tredici anni iniziA? a frequentareA�l’Accademia di Belle Arti di Modena, diventando uno degli studenti piA? brillanti; nel 1880 vinse una borsa di studio che gli permise di trasferirsi a Roma, dove visse per circa tre anni, salvo poi stabilirsi a Firenze. Durante gli anni ’80 cominciA? a produrre una serie di dipinti di genere, influenzato dallo stile dell’emiliano Gaetano Chierici e dalla Scuola dei Macchiaioli Fiorentini.

Ispirato e affezionato alla vita domestica dei contadini, l’artista amava catturarne ogni dettaglio nelle sue fotografie, che utilizzava come mezzo per realizzare i suoiA�quadri. I suoi lavori, piacevoli e vivaci, apparvero poco nelle esposizioni dell’epoca poichA� erano eseguiti principalmente per commissioni di privati, ma piacquero talmente tanto che ebbero eco fino in Inghilterra, Australia e America.

Si puA? dire che Eugenio Zampighi fosse felice di presentare, con amore e veritA�, il piccolo e intimo mondo delle persone dedite alla vita contadina, rendendosi cosA�A�protagonista della poetica degli affetti in un mondo sereno e idilliaco.

Il quadro che vi propongo oggi, “Frate cuciniere”, A? una scena ambientata all’interno di una cucina rustica, povera, con buone probabilitA� quella di un convento. Il soggetto che la abita, un simpatico frate anziano le cui guance rosse e il sorriso accennato sembranoA�sottolineare un certo imbarazzo, A? intento a pulire una verdura che la farA� da padrona nella ricetta qua sotto… Scommetto che, con un buon bicchiere di vino, sarebbe piaciuta anche a lui!

ZUPPA DI BIETOLE CON UOVA AL FORNO

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INGREDIENTI:

800 gr.A�di bietole (o “coste”, quelle con il gambo bianco e delle grosse foglie verde scuro)

300 ml. di brodo vegetale

2 scalogni

2 piccoli peperoncini essiccati

50 gr. grana grattugiato

4 uova

4 cucchiai di panna liquida

olio, sale, pepe

PROCEDIMENTO:

Lavare le bietole, eliminare con un coltellino la parte finale dei gambi, tagliarle a striscioline e passarle in acqua bollente (non salata!) per circa cinque minuti, giusto il tempo di ammorbidirsi un po’. Scolarle per bene e metterle da parte.

Nel frattempo, tritare lo scalogno e farlo soffriggere in una padella antiaderente con un filo d’olio, insieme al peperoncino; quando sarA� dorato, aggiungere le bietole precedentemente sbollentate e farle saltare un paio di minuti, in modo da insaporirle. Aggiungere il brodo, mescolare ed aggiustare di sale e pepe.

Versare le bietole in quattro ciotole adatte alla cottura in forno, su ognuna versare un cucchiaio di panna e spargere un po’ di grana grattugiato; infine, rompere un uovo sopra le verdure e infornare in forno preriscaldato a 200A� per circa dieci minuti, o finchA� l’albume dell’uovo non diventa bianco.

Servire calda accompagnata da qualche fetta di pane (tostato o meno, a seconda dei gusti) e cosparsa di ulteriore grana grattugiato.

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PER APPROFONDIRE:

Eugenio Zampighi. Extended biography

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CIAMBELLA ALL’ARANCIA E GOJI: festeggiare “Il compleanno” con Marc Chagall http://www.trentoblog.it/ciambella-allarancia-e-goji-festeggiare-il-compleanno-con-marc-chagall/ http://www.trentoblog.it/ciambella-allarancia-e-goji-festeggiare-il-compleanno-con-marc-chagall/#respond Sat, 17 Jan 2015 14:40:31 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=81934 Marc Chagall, Il compleanno, 1915

Ciambella all’arancia e goji: una torta leggera e aromatica per fluttuare nella dolcezza insieme a Chagall

Visto che questa A? stata la settimana del mio compleanno, ho pensato di celebrarlo insieme a voi proponendovi quest’opera dal titolo emblematico: “Il compleanno”, di Marc Chagall.

Marc Chagall, il cui vero nome era Moishe Segal, A? stato un artista russo naturalizzato francese, di origine ebraica chassidica. Primo di nove fratelli, nacque il 7 luglio 1887 a Vitebsk, una cittA� russa al confine con la Lettonia la cui popolazione era per metA� ebrea. La sua infanzia fu felice ma umile.

Dal 1906 al 1909 Marc studiA? pittura prima a Vitebsk, poi alla Scuola della SocietA� Imperiale per la Difesa delle Belle Arti di Pietroburgo, dove A? allievo anche di LA�on Bakst.A�Nel 1910 un mecenate gli finanziA? un viaggio e cosA� si trasferA� a Parigi, doveA�ebbe modo di conoscere ed interessarsi alle correnti del Fauvismo e del Cubismo; ChagallA�arricchA� cosA� la propria “visione poetica” che non tiene conto del colore naturalistico, delle leggi di gravitA� e dei modi tradizionali di trattare lo spazio.

Colorista audace e prestigioso, narratore sospeso fra il reale e il fiabesco, i suoi dipinti sono popolati da figure umane, animali, oggetti, paesaggi, ai quali si affiancarono anche motivi legati al mondo biblico ed evangelico.

Il suo stile A? indirizzato alla (s)composizione delle immagini in chiave onirica e fantastica, ed A? proprio unendo tutti i punti sopra esposti che nel 1915 realizzA? “Il compleanno”. La sua quasi moglie Bella gli regalA? un mazzo di fiori e qualche tempo dopo lui scrisse:

“Insieme ci siamo librati senza sforzo in aria, dalla finestra abbiamo fluttuato sui prati pieni di fiori.”

Un compleanno va chiaramente celebrato con una bella torta, e sul tavolo sotto di loro sembra non se la fossero fatta mancare nemmeno i quasi coniugi Chagall…

CIAMBELLA ALL’ARANCIA E GOJI

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INGREDIENTI (per uno stampo da 22 cm):

3 uova

170 gr. di zucchero

100 gr. di yogurt bianco

80 ml. di olio di semi

300 gr. di farina

1 bustina di lievito per dolci

1 arancia, succo e scorza grattugiata

3 cucchiai di bacche di goji

PROCEDIMENTO:

Mettere a bagno le bacche di goji in una tazza con dell’acqua fredda e lasciar ravvivare per qualche minuto; scolare, strizzare bene, infarinare leggermente e tenere da parte.

In una ciotola, con le fruste elettriche, sbattere bene le uova con lo zucchero, un pizzico di sale e la scorza di arancia grattugiata.A�Sempre sbattendo, aggiungere a filo l’olio di semi e incorporare bene. Aggiungere anche lo yogurt bianco e il succo dell’arancia amalgamando con una frusta.

A questo punto, setacciare insieme la farina e il lievito e far cadere a pioggia sull’impasto, incorporando con l’aiuto di una spatola. Unire anche le bacche di goji infarinate e mescolare.

Versare l’impasto cosA� ottenuto in uno stampo per ciambella imburrato e infarinato.

Infornare in forno preriscaldato a 170A� per 40 minuti circa (fare sempre e comunque la prova stecchino).

Servire fredda coperta, volendo, da una glassa ottenuta con zucchero al velo e succo di limone.

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PER APPROFONDIRE:

Marc Chagall. Extended biography

Marc Chagall. Opere divise per categoria

“Marc Chagall. Una retrospettiva. 1908-1985” mostra a Milano

 

 

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CIOCCOLATA CALDA SPEZIATA: un classico riletto in chiave surrealista grazie all’interpretazione di Salvador DalA� http://www.trentoblog.it/cioccolata-calda-speziata-come-lavrebbe-preferita-salvador-dali/ http://www.trentoblog.it/cioccolata-calda-speziata-come-lavrebbe-preferita-salvador-dali/#respond Sun, 11 Jan 2015 09:00:59 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=81707 Salvador DalA�, Chocolate, 1930

Cioccolata calda speziata: un DalA� inaspettato (ma non troppo) ci tiene compagnia per una merenda ristoratrice con unaA�”Cioccolata” fatta in casa davvero semplice, leggera e gustosa

Salvador DalA� (Figueres, 11 maggio 1904 – 23 gennaio 1989) A? stato un pittore, scultore, scrittore, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo. Artista eclettico e padrone di una personalitA� a dir poco eccentrica, non si A? fatto mancare nulla.

Si puA? dire che DalA� nacque in circostanze “quasi surrealiste”, nove mesi dopo la morte di quello che doveva essere suo fratello maggiore, anch’esso di nome Salvador; i suoi genitori gli dissero che era la sua reincarnazione, e forse fu proprio questo particolare eventoA�a scatenare in lui la scintilla che diede il via ad uno stile inconfondibile e sostenuto da una tecnica padroneggiata con grande maestria.

Da bambino DalA� frequentA? una scuola di disegno e all’etA� di 13 anni il padre organizzA? per lui delle mostre dei suoi disegni a carboncino; nel 1922 si trasferA� a Madrid dove studiA? all’Academia de San FernandoA�(Accademia di Belle Arti) e qui si interessA? alla pittura metafisica di Giorgio de Chirico e Carlo CarrA�. Amico di Joan MirA? e di LuisA�BuA�uel, nel 1929 entrA? a far parte del gruppo surrealista di AndrA� Breton, ma ne venne espulso cinque anni dopo “a causa delle sue simpatie per i regimi di destra”. Nel 1937 fece un viaggio in Italia dove ebbe modo di interessarsi alla pittura del Rinascimento maturo e del Seicento, affrontando successivamente anche tematiche religiose.

Il primoA�Manifesto surrealistaA�nel 1924 definiva cosA� il surrealismo:

“Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.”

In DalA� il surrealismo ha sempre mantenuto un carattere individualistico, alternativamente ironico, problematico, onirico.

Nel quadro che vi propongo oggi si vedono una figura inginocchiata come in gesto di preghiera (o adorazione della donna che distilla piacere sottoforma di cioccolata dalla bocca e dal ventre), una specie di grande damigiana con testa di donna, una zucca e delle montagne sullo sfondo. L’elemento che mi ha permesso di scegliere quest’opera per lanciare la mia ricetta, oltre al titolo, A? la tazza di cioccolata appoggiata sulla pancia della damigiana.

CIOCCOLATA CALDA SPEZIATA

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INGREDIENTI (per 4 persone):

5 cucchiai di cacao amaro

2 cucchiai di fecola di patate

500 ml. di latte

5 cucchiaini di zucchero di canna

1 stecca di vaniglia

spezie a piacere

PROCEDIMENTO:

Scaldare il latte in un pentolino con la stecca di vaniglia (per gli audaci: aggiungere anche un peperoncino piccolo piccante) avendo cura che non raggiunga il bollore.

In un altro pentolino, setacciare il cacao amaro e la fecola, aggiungere lo zucchero ed eventuali altre spezie in polvere; mescolare bene e aggiungere a filo il latte caldo stemperando la miscela con una frusta in modo che non si formino grumi.

Una volta amalgamato bene il tutto, rimettere sul fuoco e continuare a mescolare finchA� la cioccolata inizia ad addensare; cuocere per un altro paio di minuti, sempre mescolando, fino a raggiungere la densitA� desiderata.

Togliere la stecca di vaniglia (e l’eventuale peperoncino). Servire caldissima.

P.s.: nel mio caso, come spezia nella miscela di cacao, ho aggiunto un cucchiaino di zenzero in polvere. Con la vaniglia A? un abbinamento da sogno! Dolce e piccante allo stesso tempo.

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PER APPROFONDIRE:

Salvador DomA?nec Felip Jacint DalA� i DomA?nech. Biografia estesa

Salvador DalA�. Opere divise per categoria

Salvador DalA� official home

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ZUPPA DI CIPOLLE GRATINATA CON CROSTINI: la “vita ferma” di Boris Grigoriev incuriosisce persino i gatti http://www.trentoblog.it/zuppa-cipolle-crostini-vita-ferma-boris-grigoriev-incuriosisce-persino-i-gatti/ http://www.trentoblog.it/zuppa-cipolle-crostini-vita-ferma-boris-grigoriev-incuriosisce-persino-i-gatti/#respond Sat, 03 Jan 2015 09:45:23 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=81524 Boris Gregoriev, Natura morta con gatto e cipolle, 1928

Zuppa di cipolle gratinata con crostini: un primo piatto facile da preparare e molto saporito, ideale per scaldarsi nelle fredde sere invernali, ispirato alla natura morta dell’artista russo Boris Grigoriev

Quando ho scoperto questo quadro, avendo giA� in mente la ricetta, non ho potuto fare a meno di pensare “Adesso ci provo”… Ebbene sA�, per un breve momento ho pensato di far mettere in posa la mia gattina; conoscendola perA? ho cambiato idea molto presto.

Boris Grigoriev, pittore e artista grafico, fu uno degli artisti russi piA? conosciuti della prima metA� del ventesimo secolo.

Nacque a Rybinsk nel 1886; studiA? alla Scuola d’arte StroganovA�dal 1903 al 1907 e dal 1907 al 1912 frequentA?A�l’Accademia Imperiale delle Arti di San Pietroburgo.

Grigoriev visse per un periodo a Parigi, dove seguA� i corsi dellaA�AcadA�mie de la Grande ChaumiA?re, e qui ebbe anche modo di conoscere l’arte di CA�zanne, del quale riporta l’influenza in molte delle sue opere. Al suo ritorno a San Pietroburgo divenne parte della scena bohemiA�nne dell’epoca e i suoi interessi si riflettevano nei suoi dipinti: scene di campagna, vita di villaggio e contadini.

Grigoriev dipingeva la povertA� e la forza della popolazione russa, e come disse il critico d’arte Alexandre Benois “ha mostrato la vera essenza della Russia nel periodo che ha preceduto l’insorgere rivoluzionario”.

In “Natura morta con gatto e cipolle” (anche se preferisco la versione tradotta dall’inglese, “still life” ovvero “vita ferma”) del 1928, si possono notare chiare tracce dell’espressionismo, e il gatto che osserva la scena dalla finestra sembra essere molto interessato…

Dalla mia libera interpretazione dei fatti vi propongo questa ricetta:

ZUPPA DI CIPOLLE GRATINATA CON CROSTINI

zuppa di cipolle_ing

INGREDIENTI (per 4 persone):

4 cipolle grosse (anche di colori diversi tra loro, per vivacizzare il piatto)

2 cucchiai di farina 00

4 cucchiai di grana grattugiato

0,7 lt. brodo vegetale

3 foglie di alloro

1 bicchiere di vino bianco secco

sale, pepe, salvia, origano

olio d’oliva

1 filoncino di pane

PROCEDIMENTO:

Tagliare le cipolle a metA� e poi a julienne, non troppo sottili. Farle rosolare nell’olio d’oliva in una pentola abbastanza larga da contenerle tutte.

Quando saranno ben rosolate, aggiungere due cucchiai di farina, mescolare e sfumare con un bicchiere di vino bianco secco.

A questo punto aggiungere il brodo caldo e le foglie di alloro e aggiustare a piacimento con sale, pepe, salvia e origano.

Quando la zuppa sarA� ben insaporita, spegnere il fuoco. Tagliare il filoncino di pane a fette e farle tostare; mettere una fetta di pane tostato sul fondo di ogni piatto, versare la zuppa e cospargere di grana grattugiato.

Porre il tutto sotto il grill del forno ben caldo finchA� il formaggio si scioglie e comincia a dorare.

Servire molto calda con altre fette di pane tostato.

zuppa di cipolle_piatto

PER APPROFONDIRE:

Boris Grigoriev biography

Opere divise per categoria

Boris Grigoriev. One-man show al Russian Museum

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VENTAGLI DI PATATE CON SPECK E ROSMARINO: a tavola con gusto insieme a Van Gogh http://www.trentoblog.it/ventagli-patate-speck-rosmarino-tavola-gusto-insieme-van-gogh/ http://www.trentoblog.it/ventagli-patate-speck-rosmarino-tavola-gusto-insieme-van-gogh/#comments Sat, 27 Dec 2014 09:30:58 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=81392 Van Gogh, I mangiapatate, 1885

Ventagli di patate con speck e rosmarino: al tavolo dei “Mangiapatate” di Van GoghA�arriva un contorno povero ma ricco di gusto

Vincent Van Gogh, artista dalla personalitA� controversa “tanto geniale quanto incompreso in vita”, fu un pittore olandese (Zundert, 1853 – Auvers-sur-Oise 1890) che con il suo lavoroA�influenzA? profondamente l’arte del XX secolo.

Proveniente da una discendenza di orefici, Vincent aveva altri dieci fratelli, alcuni dei quali erano mercanti d’arte; Theodorus era invece pastore calvinista e i due erano molto legati, tanto che tra loro ci fu una fitta corrispondenza.

Vincent iniziA? a disegnare quand’era ancora bambino e seguA� questa sua inclinazione finchA� non decise di diventare un pittore vero e proprio, all’etA� di trent’anni. I suoi soggetti favoriti erano autoritratti, paesaggi e nature morte, con una forte propensioneA�per i cipressi e i girasoli.

Egli trascorse alcuni anni lavorando come mercante d’arte tra L’Aia, Londra e Parigi; dal 1879 lavorA? anche come missionario A�in una piccola regione mineraria del Belgio, e fu qui che dipinse “I mangiapatate”, nel 1885, di cui scrisse al fratello:

ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciA? che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole“.

Con queste parole Vincent riuscA� bene ad esprimere la sua vocazione etica di pittore, e contribuiscono ad alimentarne lo spirito anche la tecnica che utilizzava, i colori e lo stile della pennellata.

Il nostro Vincent ha giA� detto tutto. Non ci resta che metterci ai fornelli…

VENTAGLI DI PATATE CON SPECK E ROSMARINO

ventaglipatate_ing

INGREDIENTI (per 2 persone):

4 patate di medie dimensioni

4 fettine di speck (non troppo sottile)

2 rametti di rosmarino

olio d’oliva, sale, pepe

PROCEDIMENTO:

Lavare bene le patate, raschiare la buccia con una spazzola per eliminare ogni eventuale residuo di terra e farle bollire per 1o-15 minuti.

Scolarle, lasciarle intiepidire leggermente e incidere ognuna di esse con un coltello, praticando 5-6 tagli senza affondare completamente la lama.

Tagliare a striscioline lo speck, e con l’aiuto della lama rovesciata di un coltello, inserirle all’interno di ogni fessura, lasciando che sporgano leggermente.

Disporre le patate su una teglia rivestita di carta da forno e condirle con olio, poco sale (lo speck A? giA� molto saporito!), una spolverata di pepe e le foglie di rosmarino.

Continuare la cottura per 20 minuti in forno preriscaldato a 180A� (le patate saranno pronte quando la buccia comincerA� a raggrinzirsi).

P.S.: al posto dello speck si puA? mettere il prosciutto crudo, e le patate preparate in questo modo sono ottime accompagnate da rondelle di scalogno glassate all’aceto balsamico. Un bicchiere di buon vino rosso accompagnerA� egregiamente il pasto.

ventaglipatate_piatto

PER APPROFONDIRE:

Vincent Willem Van Gogh. Biografia estesa

Vincent Van Gogh. Opere divise per categoria

Van Gogh Museum. Sito ufficiale

Van Gogh. 8 cose che non sapevi sull’artista

Van Gogh e Gauguin. Una strana relazione

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TORTA DI YOGURT CON GOCCE DI CIOCCOLATO: una merenda al parco con James Tissot http://www.trentoblog.it/torta-yogurt-gocce-cioccolato-merenda-parco-james-tissot/ http://www.trentoblog.it/torta-yogurt-gocce-cioccolato-merenda-parco-james-tissot/#respond Sun, 21 Dec 2014 13:10:44 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=81230 James Tissot, Holiday, 1876 ca.

Torta di yogurt con gocce di cioccolato: James Tissot ci invita al suo stiloso pic-nic per una merenda semplice e golosa

James Tissot, pittore e incisore francese, nacque a Nantes nel 1836.

Nel 1856 si trasferA� a Parigi per apprendere l’arte della pittura; tra i suoi maestri ebbe il celebre pittore Jean-Auguste-Dominique Ingres e durante gli studi ebbe anche l’occasione di conoscere Edgar Degas edA� A�douard Manet, della cui influenza si puA? vedere traccia nei suoi dipinti.

Durante gli anni ’60, Tissot visitA? l’Italia e Londra, dove trovA? l’amore e si stabilA� a vivere per il resto della sua vita, diventando molto popolare. Qui, ospite dell’editore di Vanity Fair (per cui giA� aveva dipinto delle caricature), si specializzA? nella rappresentazione di genere ritraendo scene ispirate direttamente dalla societA� dell’epoca: balli, cerimonie, conversazioni, ritrovi…

A? stato proprio uno di questi dipinti, “Holiday”,A�a suggerirmi la ricetta che vi propongo oggi. La scena A? molto invitante, l’atmosfera assolutamente rilassata: in riva ad un laghetto, delle persone vestite in eleganti abiti dell’epoca siedono attorno a una tovaglia bianca ben apparecchiata. Al centro di questa potete notare una torta. Io ve la propongo cosA�…

TORTA DI YOGURT CON GOCCE DI CIOCCOLATO

Torta gocce_ing

INGREDIENTI:

200 gr. farina

50 gr. farina di riso

150 gr. zucchero

70 ml. olio di semi

80 gr. gocce di cioccolato (o cioccolato tritato)

2 uova

120 gr. yogurt bianco

1 bustina di lievito per dolci

PROCEDIMENTO:

Con un frullatore elettrico, sbattere bene le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.

Aggiungere l’olio di semi versando a filo, continuando a sbattere. Amalgamare con lo yogurt.

Incorporare le farine e il lievito setacciati insieme e per ultimo aggiungere le gocce di cioccolato (lasciate in freezer fino al momento dell’utilizzo, cosA� che non vadano a fondo durante la cottura) mescolando con un cucchiaio di legno o una spatola.

Versare l’impasto in una tortiera rivestita di carta da forno e infornare a 170A� per 35-40 minuti.

Servire fredda.

Per rimanere fedeli allo spirito del dipinto: ottima se accompagnata da un buon the nero aromatizzato al bergamotto.

Torta goce_piatto

PER APPROFONDIRE:

James Tissot. Biography and complete works

James Tissot. Opere divise per categoriaA�

Le opere di James Tissot nel mondo

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GNOCCHI DI RICOTTA CON GORGONZOLA E NOCI: a pranzo coi “Mangiatori di ricotta” di Vincenzo Campi http://www.trentoblog.it/gnocchi-ricotta-gorgonzola-noci-pranzo-coi-mangiatori-ricotta-vincenzo-campi/ http://www.trentoblog.it/gnocchi-ricotta-gorgonzola-noci-pranzo-coi-mangiatori-ricotta-vincenzo-campi/#comments Sat, 06 Dec 2014 09:45:14 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=80828 Vincenzo Campi_I mangiatori di ricotta

Gnocchi di ricotta con gorgonzola e noci: un primo piatto nutriente ispirato ai “Mangiatori di ricotta” di Vincenzo Campi

Vincenzo Campi, nato a Cremona nel 1536,A�fu un pittore, architetto, incisore eA�illustratore.

Allievo dei fratelliA�Giulio e Antonio Campi,A�agli inizi della sua carrieraA�dipinseA�soprattuttoA�opere sacre, in particolare pale da��altare.

Vincenzo fu anche precursore della Natura Morta e le sue opere, intrise di un certo naturalismo, lo reseroA�molto efficace nell’arte del ritratto; si puA? notare anche una certa influenza della corrente fiamminga, data dal passaggio a Cremona di maestri come Frans Floris.

Nei “Mangiatori di ricotta” protagonista, in primo piano sulla tela, A? il latticino, che all’epoca era sicuramente un alimento povero. Nella raffigurazione possiamo vedere anche quattro “rozzi villani”, di cui tre uomini e una donna in atteggiamento discinto, intenti a mangiare con soddisfazione e ingordigia una forma fresca di tale alimento. Noi ci aggiungiamo qualcosa per renderlo davvero molto gustoso…

GNOCCHI DI RICOTTA CON GORGONZOLA E NOCI

gnocchi ricotta_ingredienti

INGREDIENTIA�(per 2 persone):

250 gr. ricotta di pecora

50 gr. formaggio grana grattugiato

100 gr. farina 00

90 gr. gorgonzola dolce

qualche gheriglio di noce, a seconda del gusto

noce moscata grattugiata

sale, pepe

PROCEDIMENTO:

Mettere la ricotta in una ciotola, aggiungere il sale, il pepe, la noce moscata e il grana grattugiato e stemperare il tutto con una forchetta.

Aggiungere la farina setacciata e iniziare ad impastare; se l’impasto dovesse risultare troppo appiccicoso, aggiungere ancora un po’ di farina, senza perA? esagerare altrimenti gli gnocchi risulteranno troppo duri dopo cotti.A�Riprendere l’impasto e su un tagliere cosparso di farina formare dei cordoncini; da ognuno di essi, con l’aiuto di un coltello, ricavare tanti gnocchetti.

Portare a bollore una pentola piena d’acqua salata.

Nel frattempo, tritare le noci eA�in una padella antiaderente stemperare il gorgonzola con mezzo mestolo di acqua tiepida; aggiungere le noci tritate e lasciar amalgamare qualche minuto a fuoco molto lento, mescolando di tanto in tanto.

Quando l’acqua bolle, immergere gli gnocchi e scolarli non appena salgono in superficie; condire con la cremina di gorgonzola e noci direttamente sul piatto oppure passarli velocemente in padella.

Servire caldi.

gnocchi ricotta_piatto

PER APPROFONDIRE:

Vincenzo Campi. Biografia

Vincenzo Campi. Breve biografia e alcune opere

Ricotta. Produzione e proprietA� nutrizionali

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CROSTATA DI MELE CON FROLLA ALLA CANNELLA: una merenda ispirata dalla “Cuoca” di Giacomo Legi http://www.trentoblog.it/crostata-d-mele-frolla-cannella-merenda-dal-ricordo-antico-ispirata-dalla-cuoca-giacomo-legi/ http://www.trentoblog.it/crostata-d-mele-frolla-cannella-merenda-dal-ricordo-antico-ispirata-dalla-cuoca-giacomo-legi/#respond Sat, 29 Nov 2014 09:00:18 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=80610
Giacomo Legi, “Cuoca che prepara le torte di mele”, Genova, Palazzo Bianco

Crostata di mele con frolla alla cannella: una “ricetta illustrata” da Giacomo Legi e la sua cuoca

Giacomo Legi fu un maestro fiammingo. Si stabilA� a GenovaA�nei primi decenni del Seicento e qui divenne allievo e successivamente cognato di Giovanni Rosa, un pittore fiammingo naturalizzato italiano.

Traendo ispirazione dal maestro, fu soprattutto autore di nature morte e collaborA? durante il suo soggiorno nel capoluogo ligure con il pittore genovese Domenico Fiasella. LavorA? per una committenza di famiglie aristocratiche, ma anche per i nuovi ceti emergenti che trovavano piacere nell’esibizione della��abbondanza che la ricchezza della cittA� consentiva.

Nei suoi dipinti unisce alla tradizione fiamminga, cosA� attenta ai particolari, quella del luminismo caravaggesco, contribuendo alla formazione di un nuovo stile tipicamente genovese.

Nel quadro in questione, possiamo vedere come Legi applica queste tecniche all’invitante scena della cuoca intenta a preparare le torte di mele, delle quali sono illustrate le varie fasi di lavorazione. La donna tiene sulle ginocchia una tavola su cui sono appoggiate le mele intere e quelle giA� tagliate, alcune tortiere foderate di pasta e altra pasta ancora da stendere. Tutti questi dettagli perA? fanno salire l’acquolina perciA? procediamo con una ricetta…

CROSTATA DI MELE CON FROLLA ALLA CANNELLA

crostata di mele_ingredienti

INGREDIENTI:

250 gr. farina 00

125 gr. burro a temperatura ambiente

100 gr. zucchero

1 uov

mezzo cucchiaino di cannella in polvere

1 pizzico di sale

3-4 mele

succo di 1 limone

q.b. confettura di albicocche

PROCEDIMENTO:

Setacciare la farina e la cannella in una ciotolaA�e creare un buco nel mezzo, dove vanno versati lo zucchero, il sale e l’uovo intero.

Mescolare velocemente con la punta delle dita e impastare finchA� non si ottiene un composto liscio e omogeneo. Formare una palla, avvolgere nella pellicola per alimenti e lasciar riposare in frigorifero per circa mezz’ora.

Nel frattempo, sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili. Bagnarle con il succo di limone.

Stendere la pasta secondo una forma tondeggiante, foderare una tortiera imburrata e infarinata e regolare l’altezza dei bordi. Ricoprire la base con uno strato di confettura di albicocche, adagiarvi sopra le fettine di mele seguendo dei cerchi concentrici e spennellare con uno strato leggero di confettura di albicocche diluita con poca acqua.

Infornare in forno preriscaldato a 170A� e lasciar cuocere per circa 40 minuti o comunque finchA� i bordi sono belli dorati.

Servire fredda.

crostata di mele

PER APPROFONDIRE:

“Tre cuoche nei musei di Strada Nuova”

Alcune opere di Giacomo Legi

“L’arte dell’abbondanza”

Palazzo Bianco di Genova

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TARALLUCCI DOLCI AL VINO ROSSO E OLIO D’OLIVA: il “Rimpianto” di Giorgio de Chirico http://www.trentoblog.it/tarallucci-dolci-vino-rosso-olio-doliva-rimpianto-giorgio-de-chirico/ http://www.trentoblog.it/tarallucci-dolci-vino-rosso-olio-doliva-rimpianto-giorgio-de-chirico/#respond Tue, 15 Jul 2014 08:03:00 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=77435 De Chirico_Il rimpianto

Nei tarallucci dolci, sfiziosi biscottini ispirati da Giorgio de Chirico, vino rosso e olio d’oliva si uniscono senza rimpianto

Giorgio De Chirico nacque da genitori italiani a VA?lo, in Grecia, nel 1888; iniziA? a studiare arte all’accademia di Atene e continuA? poi a Firenze, per concludere il suo percorso a Monaco di Baviera, dove ebbe modo di conoscere il Romanticismo tedesco.

De Chirico credeva che la sua formazione accademica iniziale, vicina alle tematiche del classicismo e della simbologia, fosse sostanziale per l’evoluzione del suo stile, e questo pensiero lo fece distaccare da altri modernisti suoi contemporanei. Una chiave di lettura per le sue opere, infatti, A? il suo amore per il passato classico, che il pittore reinterpreta permeando le sue tele di una “atmosfera inquietante e strana artificialitA�”.

I suoi lavori piA? famosi, e forse anche piA? ricchi di interesse, risalgono agli anni ’10 e ’20 del secolo scorso, e rappresentano principalmente piazze vuote popolate solamente di ombre e oggetti simbolici, accostati in un’apparente casualitA�. Queste caratteristiche colpirono molto i surrealisti, che lo consideravano un loro precursore.

“Il rimpianto” fa parte della serie degli interni, e non poteva non saltare all’occhio…

TARALLUCCI DOLCI AL VINO ROSSO E OLIO D’OLIVA

Il rimpianto_ing

INGREDIENTI:

1 bicchiere di olio d’oliva

1 bicchiere di zucchero

1 cucchiaino scarso di lievito per dolci

4 bicchieri e 1/2 di farina 00

PROCEDIMENTO:

In una ciotola capiente mescolare lo zucchero, il vino e l’olio d’oliva.

Setacciare la farina con il lievito e versarla a filo nella miscela ottenuta in precedenza, mescolando inizialmente con una forchetta.

Quando il composto comincerA� ad amalgamarsi, impastare con le mani fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Se dovesse risultare troppo liquido, aggiungere della farina; se, al contrario, risultasse troppo duro, aggiungere vino o acqua.

Formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per mezz’ora.

Trascorso questo tempo, prelevare dei piccoli pezzi di impasto, formare dei biscetti, chiuderli dando loro la tipica forma dei tarallucci (a “sciarpina”), passarli nello zucchero di canna e disporli su una teglia ricoperta con carta da forno.

Infornare in forno preriscaldato a 180A� per 15 minuti circa.

Il rimpianto_tarallucci

PER APPROFONDIRE:

La Repubblica of the ARTS: i de Chirico dimenticati

Giorgio de Chirico: biografia, idee chiave e collegamenti

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MISTO DI VERDURE ESTIVE AL CURRY: la stravagante “Estate” di Arcimboldo ci suggerisce un sano e gustoso contorno http://www.trentoblog.it/misto-verdure-estive-curry-stravagante-estate-arcimboldo-ci-suggerisce-sano-gustoso-contorno/ http://www.trentoblog.it/misto-verdure-estive-curry-stravagante-estate-arcimboldo-ci-suggerisce-sano-gustoso-contorno/#respond Wed, 18 Jun 2014 06:58:23 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=76692 Giuseppe Arcimboldo, Estate, 1563

Misto di verdure estive al curry: un sano e gustoso contorno estivo, suggerito dall’arrivo dell’estate e ispirato all’opera di Arcimboldo

Credo che a tutti, magari senza conoscerne necessariamente la storia, sia giA� capitato di vedere un suo dipinto. Particolare, simpatico, leggermente inquietante: impossibile dimenticarsene.

Giuseppe Arcimboldo fu un pittore milanese, nato nel 1527 e morto nel 1593, che acquisA� in breve tempo una fama internazionale grazie al suo arrivo a Vienna, nel 1562, alla corte del futuro imperatore Massimiliano II d’Asburgo. Nonostante ciA? il catalogo dei suoi lavori a noi pervenuto A? piuttosto povero: sopra tutti spiccano le sue “teste composte”, ritratti grotteschi ottenuti attraverso bizzarre composizioni di frutta, verdura, pesci o altri oggetti.

Tra queste, le sue opere piA? famose sono senza dubbio le otto tavole, concepite per essere collocate sulle pareti della residenza imperiale, raffiguranti in forma allegorica i “Quattro elementi” (aria, acqua, terra e fuoco) e le “Quattro stagioni”.

Dato che la stagione calda si sta avvicinando, non ho potuto non pensare a questa tela: il piatto di oggi mi A? stato ispirato direttamente dai tratti somatici dell'”Estate”…

MISTO DI VERDURE AL CURRY

Misto verdure curry ing

INGREDIENTI (per 4 persone):

3 patate medie

6 asparagi verdi

3 zucchine

3 carote

5 funghi champignon bianchi

1 scalogno

una manciata di fagiolini verdi

brodo vegetale

sale, olio d’oliva

curry

PROCEDIMENTO:

Pelare le patate e tagliarle a cubetti. Lavare le carote e gli asparagi e tagliarli a rondelle. Lavare anche i fagiolini e bollire tutto per cinque minuti in una pentola con acqua salata. Scolare e tenere da parte.

Scaldare 4-5 cucchiai di olio d’oliva in una padella antiaderente. Pelare, tritare e soffriggere lo scalogno.

Aggiungere le verdure precedentemente sbollentate, le zucchine e i funghi lavati e tagliati a pezzi e stufare con del brodo vegetale, aggiustare di sale e aggiungere il curry (a piacere).

Servire le verdure calde accompagnate con del riso basmati bollito e delle foglie di menta.

Misto verdure curry piatto

PER APPROFONDIRE:

A�Arcimboldo: biografia e produzione artistica

Giuseppe Arcimboldo: The complete works

Arcimboldo: una questione di teste. Recensione mostra febbraio-maggio 2011

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CANEDERLI DI POLENTA CON PANCETTA: un’ispirazione del Settecento grazie a Pietro Longhi e alla sua “Polenta” http://www.trentoblog.it/canederli-polenta-pietro-longhi-ci-forniva-lispirazione-gia-nel-700-sua-polenta/ http://www.trentoblog.it/canederli-polenta-pietro-longhi-ci-forniva-lispirazione-gia-nel-700-sua-polenta/#respond Mon, 02 Jun 2014 19:16:11 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=76193 Pietro Longhi, La polenta, 1740 ca.

Canederli di polenta: un primo piatto sostanzioso che rivisita la tradizione ispirandosi liberamente a “La polenta” di Pietro Longhi

Pietro Longhi, pittore veneziano nato agli inizi del Settecento, seguA� la stessa linea concettuale che adottA? il contemporaneo e tuttora noto commediografo Carlo Goldoni: quest’ultimo, attraverso il superamento della commedia dell’arte, creA? un nuovo tipo di teatro ispirato alla vita reale; allo stesso modo l’artista, pittore principalmente dell’alta borghesia mercantile veneziana, propose nelle sue opere un’attenta osservazione e la cronaca puntuale del costume sociale di un’intera epoca.

Longhi trascorse un periodo aA�BolognaA�come discepolo diA�Giuseppe Maria Crespi, e gli influssi “realistici” di questa pittura si accentuarono nelle scene di genere dipinte dalla metA� degli anni Trenta al 1740 circa, come nei quadri con motivi rustici e contadineschi dal colore pastoso e dalla luce fredda. Nei suoi dipinti non c’A? nessuna nota tragica, ma piuttosto “un senso di profonda cortesia di costumi, di grande raffinatezza, insieme con un onnipresente buonumore”.

In “La Polenta”, dipinto datato 1740 circa, si possono notare tutte le caratteristiche descritte sopra; la scena A? ambientata in un interno dell’epoca, presumibilmente una cucina, e rappresenta due massaie intente a versare la polenta su una tavola apparecchiata solamente con una tovaglia bianca, alla quale siedono due uomini pronti a ricevere il frugale ma sostanzioso pasto.

La ricetta che vi propongo nell’articolo di oggi A? la seguente: canederli di polenta con pancetta.

CANEDERLI DI POLENTA CON PANCETTA

Ingredienti1

INGREDIENTI:

300 gr. di farina di mais

150 gr. di pancetta

2 uova

sale e pepe

PROCEDIMENTO:

Portare a bollore un litro di acqua, salarla e versarvi a filo la farina di mais mescolando con una frusta o un mestolo di legno. Continuare a mescolare fino ad ottenere una polenta un pochino soda.

Nel frattempo, tagliare a dadini la pancetta e rosolarla in una padella.

Unire alla polenta la pancetta tagliata a dadini e le uova, insaporire con un po’ di pepe e mescolare per amalgamare bene il tutto. Se necessario, aggiungere altra farina.

Togliere la pentola dal fuoco e confezionare i canederli facendo delle palline con le mani leggermente bagnate.

Lessare i canederli in acqua bollente salata, scolarli dopo circa 20 minuti e servirli caldi conditi con olio e grana o un po’ di prezzemolo e burro fuso.

Resa1

PER APPROFONDIRE:

Biografia e itinerario critico di Pietro Longhi

Pietro Longhi nell’Enciclopedia Treccani

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PANE ALLA BIRRA: con gli “Achromes” di Piero Manzoni il pane diventa arte http://www.trentoblog.it/achromes-piero-manzoni-pane-diventa-arte/ http://www.trentoblog.it/achromes-piero-manzoni-pane-diventa-arte/#respond Sun, 11 May 2014 07:00:59 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=75493

Pane alla birra: portare in tavola un’opera d’arte con gli “Achromes” di Piero Manzoni

Piero Manzoni, artista milanese rappresentante dell’arte concettuale, nonchA� amico e allievo di Lucio Fontana (quello dei tagli sulla tela!), nel 1958 diede inizio ad una serie di opere intitolate “Achromes”, ovvero “senza colore”.

Inizialmente, le sue creazioni sono fatte semplicemente di riquadri di cotone cuciti a griglia o di tela arricciata, entrambi i tipi imbiancati con il terroso e insieme latteo caolino (una creta superfina usata per la porcellana), come per voler lanciare una provocazione: il quadro che si riduce a oggetto.

Manzoni non cessA? mai di sperimentare nuove tecniche e nuovi materiali, e i suoi “Achromes” piA? maturi si possono paragonare a dei collages, a metA� strada tra astrattismo e readymade. Uno di questi mi ha colpito particolarmente, per tutti i motivi descritti sopra, ma soprattutto perchA� credo che stuzzichi direttamente l’appetito, lasciando “carta bianca” all’immaginazione.

Per voi lettori ho pensato di proporre una ricetta a mio avviso molto interessante, che A? una rivisitazione del classico alimento che ogni giorno mettiamo sulle nostre tavole…se infine disporrete il prodotto finito all’interno di un vassoio o di una teglia quadrati, avrete ottenuto la vostra personale opera d’arte commestibile!

PANE INTEGRALE ALLA BIRRA

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INGREDIENTI:

600 gr. di farina integrale

30 gr. di lievito di birra fresco (o 1 bustina di quello secco)

10 cucchiai di olio extravergine di oliva

1 lattina di birra (chiara o scura, a piacere)

1 cucchiaio di miele liquido

1 uovo

1 cucchiaino abbondante di sale grosso

farina per la spianatoia

PROCEDIMENTO:

Sciogliete il sale in poca acqua e amalgamatelo con la farina, l’olio, il tuorlo e la birra.

A parte, stemperate il miele e il lievito di birra e scioglieteli in circa 1 dl di acqua tiepida. Unite anche il lievito all’impasto. Lavorate per ottenere una pasta omogenea, soffice ed elastica. Se l’impasto risulta troppo duro si puA? aggiungere un po’ d’acqua finchA� non acquista elasticitA�, se invece risulta troppo molle e rimane appiccicato alle mani allora si puA? procedere con un po’ di farina, facendo sempre attenzione a non esagerare.

Mettete l’impasto in una ciotola sufficientemente grande (puA? raddoppiare il suo volume!) e copritela con un panno inumidito, lasciando lievitare per circa 3 ore in un luogo tiepido (ad esempio vicino ad un termosifone o nella stanza della caldaia). A questo punto date al’impasto la forma piA? gradita, ponete le forme sopra una teglia coperta da carta da forno e cuocete nel forno giA� caldo a 250A� per circa 30 minuti.

Prima di infornare, potete anche spennellare il vostro pane con l’albume avanzato e ricoprire la superficie con dei semi di papavero o quello che piA? gradite.

Estraete dal forno, lasciate raffreddare e…farcite nel modo piA? goloso che vi viene in mente.

P.S. (Piccolo Suggerimento): ottimo con speck e salsa tartara, accompagnato da un bicchiere della birra che avete usato per prepararlo.

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PER APPROFONDIRE:

Fondazione Piero Manzoni – Sito ufficiale

Fondazione Lucio Fontana

Dadaismo e ready-made

Francesco Poli, “Minimalismo, arte povera, arte concettuale”, Laterza, 2009

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FAGIOLI IN AGRODOLCE CON PANCETTA CROCCANTE: il “mangiafagioli” di Annibale Carracci ci invita ad assaporare un gustoso piatto unico http://www.trentoblog.it/fagioli-in-agrodolce-pancetta-croccante-mangiafagioli-annibale-carracci-ci-invita-ad-assaporare-gustoso-piatto-unico/ http://www.trentoblog.it/fagioli-in-agrodolce-pancetta-croccante-mangiafagioli-annibale-carracci-ci-invita-ad-assaporare-gustoso-piatto-unico/#respond Sat, 03 May 2014 08:00:59 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=75216 Carracci, Mangiatore di fagioli, 1584

Fagioli in agrodolce con pancetta croccante: un piatto unico semplice e gustoso ispirato al “Mangiafagioli” del bolognese Annibale Carracci

Come promesso nell’articolo precedente, oggi vi parlo di Annibale Carracci.

Annibale nacque a Bologna nel 1560 e fu un pittore vicino allo stile del tardo rinascimento italiano. Insieme al piA? anziano fratello Agostino e al cugino Ludovico, Annibale propose una linea di rinnovamento della pittura, lasciando esaurire la “coda” del manierismo in nome di un ritorno alla natura e alla storia.

Questa tendenza, basata su studi dal vero e rimeditazioni delle opere dei maestri del ‘500, ebbe conseguenze nella pittura del secolo successivo e trovA? le sue massime espressioni con gli allievi appartenenti all’Accademia degli Incamminati.

Questa Accademia fu fondata dai tre giovani cugini nel 1580 a Bologna e il suo scopo era quello di garantire agli artisti una formazione completa sul piano pratico quanto teorico; qui, in pieno spirito controriformistico, si potevano ritrarre dal vivo anche i modelli nudi.

Il distacco di Annibale dallo stile tardo-manierista si delineA? nella sua scelta di temi popolareschi affrontati con vigoroso naturalismo nella resa delle scene ritratte, unendo una pennellata estremamente sciolta al gusto per il colore proprio della scuola veneziana.

Come testimonianza esemplare di questo genere ho pensato subito a uno dei suoi dipinti piA? famosi, “Il mangiafagioli” (1584): la scena ritrae un uomo sul punto di assaporare il suo frugale pasto, ma sembra che questo sia stato interrotto da qualcosa… Da qui ho preso lo spunto per proporvi la ricetta di un gustoso piatto unico: i fagioli in agrodolce con pancetta croccante.

FAGIOLI IN AGRODOLCE CON PANCETTA CROCCANTE

Ingredienti Carracci

INGREDIENTI:

350 gr. di fagioli giA� cotti e sgocciolati

35 ml di ketchup

50 ml di melassa (si trova nei negozi BIO o nei reparti BIO dei supermercati)

1 cucchiaio colmo di senape

1 cucchiaio colmo di cipolla tritata grossolanamente

4 fette di pancetta (dolce, o affumicata per ottenere piA? gusto)

1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere (per chi ama osare!)

PROCEDIMENTO:

Lavare i fagioli, lasciarli in ammollo per una notte in acqua fredda e il giorno dopo cuocerli in acqua bollente leggermente salata per una ventina di minuti. Una volta cotti, scolarli bene e tenerli da parte.

Tritare la cipolla.

Unire tutti gli ingredienti (fagioli, ketchup, melassa, senape, cipolla e peperoncino) in una teglia, mescolare per amalgamarli bene tra loro e sistemarvi sopra le fette di pancetta.

Coprire con un foglio di carta stagnola e cuocere in forno preriscaldato a 200A� per mezz’ora, dopodichA� scoprire e cuocere per altri 15 minuti: in questo modo la pancetta diventerA� bella croccante.

Sfornare e servire caldo.

Piatto Carracci

PER APPROFONDIRE:

Biografia di Annibale Carracci

Annibale Carracci: breve biografia e opere

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ASPARAGI IN SFOGLIA CON SPECK: uno sfizioso antipasto con “L’ortolana” di Guercino http://www.trentoblog.it/sparagi-in-sfoglia-speck-sfizioso-antipasto-lortolana-guercino/ http://www.trentoblog.it/sparagi-in-sfoglia-speck-sfizioso-antipasto-lortolana-guercino/#comments Sat, 26 Apr 2014 08:00:46 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=74756 Guercino, "L'ortolana"Asparagi in sfoglia con speck: uno sfizioso antipasto “ortolano” ispirato ad un’opera di Guercino

Giovanni Francesco Barbieri, detto “Guercino” per una probabile forma di strabismo che lo caratterizzA? fin da piccolissimo, nacque a Cento (Ferrara) nel 1591 e morA� a Bologna nel 1666. Ebbe una particolare inclinazione per il disegno fin dalla tenera etA� e nel 1607 si trasferA� a Bologna, dove per un periodo rimase a bottega da un pittore locale, “a dozzina per una soma di grano e una castellata di vino”; qui ebbe anche occasione di conoscere l’opera e lo stile di Ludovico Carracci (uno dei due fratelli piA? anziani di Annibale Carracci – di cui parlerA? nel prossimo articolo), caratterizzati da intenti religiosi e pietistici, aspetti perA? di cui Guercino non si fece portatore. Anzi, come sottolineA? il pittore e letterato Jacopo Alessandro Calvi nel 1808, il suo stile era “tutto fondato sul naturale, dal quale religiosamente copiava ogni cosa nella sua rozzezza e semplicitA�”, fra un registro luminoso a forti contrasti (per questo motivo viene affiancato da taluni critici a Caravaggio) e una base formale classica.

In “L’ortolana”, opera di cui non si conosce la datazione, A? ritratta una donna dai lineamenti molto dolci intenta a contare il ricavato della sua vendita; sul banchetto, oltre a funghi, uva e fichi, spicca un mazzo di asparagi verdi legati. Da questo dettaglio ho preso spunto per proporvi la ricetta di uno sfizioso antipasto, facile da preparare ma non per questo meno gustosa: gli asparagi in sfoglia con speck.

ASPARAGI IN SFOGLIA CON SPECK

Guercino Ortolana Ingredienti (2)

INGREDIENTI:

asparagi verdi e bianchi

speck a fettine sottili (tante quante sono gli asparagi)

un rotolo di pasta sfoglia

PROCEDIMENTO:

Dopo aver lavato e pelato gli asparagi per privarli dei filamenti esterni piA? duri, legarli in un mazzo e farli bollire in acqua salata per circa 8 minuti, in modo da sbollentarli senza perA? cuocerli troppo.

Trascorso questo tempo scolarli, asciugarli e lasciarli raffreddare.

Una volta raffreddati avvolgerli uno ad uno con le fettine di speck e una striscia di pasta sfoglia, dopodichA� disporli su una teglia rivestita di carta da forno e infornare a 200A� per una ventina di minuti.

Sfornare e servire caldi (o tiepidi).

P.s.: lo speck, durante la cottura in forno, si scioglie un po’ e conferisce agli asparagi una consistenza morbida e deliziosamente saporita… Se qualcuno preferisce, si puA? tranquillamente sostituire con del prosciutto crudo.

Guercino Ortolana piatto (2)

PER APPROFONDIRE:

Guercino: biografia, formazione, allievi

“Guercino, pittore dei sensi”

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PASTIERA NAPOLETANA: una dolce scoperta con le “vagliatrici di grano” di Gustave Courbet http://www.trentoblog.it/pastiera-napoletana-dolce-scoperta-vagliatrici-grano-gustave-courbet/ http://www.trentoblog.it/pastiera-napoletana-dolce-scoperta-vagliatrici-grano-gustave-courbet/#comments Sun, 20 Apr 2014 07:00:33 +0000 http://www.trentoblog.it/?p=74515 Gustave Courbet, Vagliatrici di grano, 1855

Pastiera napoletana: alla scoperta di un dolce tipico pasquale della tradizione napoletana, attraverso un’opera di Gustave Courbet intitolata “Vagliatrici di grano”

Gustave Courbet, nato a Ornans (Francia) nel 1819 e morto a La Tour-de-Peilz (Svizzera) nel 1877, fu un pittore francese tra i principali esponenti del realismo. Questo movimento pittorico nacque in Francia nei primi decenni del 1800, in seguito alla sempre maggiore presa di coscienza della “gente comune” rispetto alle loro condizioni disagiate, mentre la borghesia si affermava sempre di piA? (complice anche il fatto che in quel periodo prese piede la Rivoluzione industriale). Uno degli aspetti che piA? caratterizzA? il realismo fu l’assenza di collegamenti letterari e storici, fattore che permise la rappresentazione di soggetti e scene di vita quotidiana.

Trasferitosi a Parigi nel 1839 per imparare l’arte della pittura, Courbet ebbe come suoi principali “maestri” ispiratori gli artisti presenti nelle sale del Louvre, tra i quali Rembrandt e Caravaggio, e fece della sua arte uno strumento di denuncia sociale.

“Le vagliatrici di grano” (1854), intente a setacciare il grano appena raccolto, sono un soggetto che testimonia l’attenzione di Courbet per la vita della gente comune. Proprio il grano, alimento notoriamente coltivato e consumato dalle classi meno abbienti, A? alla base di una ricetta a tema pasquale dedicata ad un dolce tipico della tradizione napoletana: la pastiera.

PASTIERA NAPOLETANA

Pastiera ingredienti vert_cornice finaINGREDIENTI PER L’IMPASTO:

250 gr. farina 00
100 gr. burro
2 uova
100 gr. zucchero
1/2 bustina lievito per dolci
scorza grattugiata di un limone
1 cucchiaino liquore

 

INGREDIENTI PER IL RIPIENO:
300 gr. grano cotto
150 gr. latte
300 gr. ricotta
200 gr. zucchero
2 uova
1 bustina vanillina
1 fialetta aroma fiori d’arancio
100 gr. canditi (a scelta)
cannella

 

 

PROCEDIMENTO:

Per prima cosa, preparare l’impasto.
In una ciotola disporre a fontana la farina, lo zucchero, il lievito e la scorza di limone grattugiata; al centro mettere le uova intere e il burro (freddo) a pezzetti, poi impastare velocemente con le dita fino a ottenere una palla uniforme e compatta che dovrA� riposare in frigorifero (avvolta nella pellicola trasparente) mentre si prepara il ripieno.

Mettere il grano sul fuoco in una casseruola con latte e cannella e portare a leggera ebollizione, mescolando spesso finchA� non si sarA� addensato un poco. A parte, in una terrina, amalgamare la ricotta con lo zucchero, i tuorli d’uovo, l’aroma, la vanillina, un cucchiaio di farina e gli albumi montati a neve in precedenza. Infine, unire a questo composto il grano cotto con il latte e lasciato raffreddare.

La pastiera comincia a prendere forma… Prelevare l’impasto dal frigo e lavorarlo brevemente stendendolo con il mattarello ad uno spessore di circa mezzo centimetro; con lo strato ottenuto rivestire una tortiera del diametro di 26 centimetri, versarvi all’interno il ripieno di grano e ricotta e ricoprirlo con delle strisce di impasto.

Infornare in forno preriscaldato a 170A� per 50 minuti; estrarre dal forno e, una volta raffreddata, cospargere di zucchero al velo.

P.s.: se a qualcuno non dovessero piacere i sapori troppo decisi, si puA? sostituire l’aroma di fiori d’arancio con un’altra bustina di vanillina, oppure i canditi con 70 grammi di cioccolato fondente tagliato a pezzettini.

Pastiera finita_cornice fina

PER APPROFONDIRE:

Courbet e il realismo francese

Gillo Dorfles, Stefania Buganza, Jacopo Stoppa, “Arti Visive. Dal Quattrocento all’Impressionismo”, Atlas, Bergamo 2006

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