venerdì , 26 Aprile 2024

FAMILIE FLA�Z APRE CON a�?GARAGE Da��ORa�?
la stagione di prosa 2010-2011

SarA� Familie FlA�z ad aprire con il suo ultimo allestimento – Garage d’Or – la Stagione di prosa 2010-2011 organizzata a Trento. Lo spettacolo – alla cui produzione ha partecipato il Centro Servizi Culturali Santa Chiara – andrA� in scena al Teatro Sociale in Prima Nazionale giovedA� 14 ottobre alle 20.30 (turno A) e sarA� replicato, sempre in orario serale, venerdA� 15 (turno B) e sabato 16 (turno C). Per la giornata di domenica 17 sono previste invece due recite: la prima inizierA� alle 16.00 (turno D) e la seconda, fuori abbonamento, alle 20.30.

Prodotto da Familie FlA�z e dal Teatro di Diusburg, dove ha debuttato nel maggio scorso, arriva dunque a Trento in Prima Nazionale il nuovo spettacolo di questo gruppo di attori (ma anche danzatori, acrobati e mimi), divenuto ormai un beniamino del pubblico di casa nostra.
Inserita per la prima volta nella Stagione del Centro Santa Chiara nel 2006, Familie FlA�z torna per la quarta volta sulla scena trentina per rinnovare la sua originale proposta teatrale che sa porre attore e spettatore in una stretta e costante relazione reciproca. Ed A? la maschera il mezzo, arcaico e vitale, che favorisce la creazione di questo dialogo.
Garage d’Or, che racconta l’improbabile avventura di quattro uomini decisi a partire con le loro famiglie verso un mondo nuovo e migliore, A? il nuovo capitolo di una ricerca teatrale che la compagnia ha sviluppato attorno a quattro idee principali: il performer come creatore, l’ensemble come miscela di forze creative, la maschera come forma e il clown come il suo spirito.

Gli spettatori sono chiamati a partecipare alla scoperta di un mondo che A? appena stato trovato, a viaggiare verso universi sconosciuti per approdare, infine, nel porto dell’impossibile dove e le maschere diventano sempre piA? il sismografo dell’anima, capaci in un momento di far ridere il pubblico fino alla lacrime e in quello successivo di dare l’impressione che lo scorrere del tempo si sia fermato.
E’ la magia di un teatro che chiama la nostra immaginazione a riempire di significati gli stimoli che Familie FlA�z lancia dal palcoscenico con la sua solita, illimitata fantasia.
Lo spettacolo sarA� preceduto, giovedA� 14 ottobre alle 16.30, dal primo incontro del laboratorio critico “Theatrum Philosophicum” curato, in collaborazione con il Centro Santa Chiara, dalla FacoltA� di Lettere e Filosofia dell’UniversitA� di Trento. Si tratta di un’iniziativa di approfondimento rivolta, oltre che agli studenti, a tutte le persone interessate al teatro e alla comunicazione culturale. Interverranno il direttore del Centro, Franco Oss Noser, la professoressa Sandra Pietrini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo, e gli attori della Compagnia “Familie FlA�z”.

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Un commento

  1. Diusburg, Berlino. La Germania è il paese natale di questa compagnia che stupisce Trento anche la quarta volta. Trento ospita FAMILIE FLÖZ, allegro quartetto per quattro volte alla ribalta in un Teatro Sociale entusiasta e scrociante di applausi. Teatro Sociale bagnato da una leggera pioggia autunnale, melanconico preludio per questa agrodolce e fresca messa in scena. Fresca Trento riscaldata da uno spettacolo multiforme, uno spettacolo che attinge dalle basi della cultura teatrale e mischia i suoi contenuti in maniera per nulla banale. Tutto calorosamente esaurito il Teatro Sociale per la terza serata del quarto appuntamento della compagnia FAMILIE FLÖZ.
    Fumo sul palco, fumo fuori scena. Fumo colorato che dona un’aria da officina ad un garage dove si forgiano sogni, dove si martella la realtà e si creano aspirazioni artefatte. Garage come la dolce cameretta di un bimbo, regno infinito dell’immaginazione incontrastata. Un laboratorio, una fucina, una cameretta fatata, dorata. Garage d’Or.
    Tre personaggi, tre maschere, tre clown. Muti, sordi, ciechi. Tre personaggi in cerca di un modo per realizzare i propri sogni. Tre numero perfetto, trinità espressione di una perfezione irragiungibile, sogno proibito. Un passato, un presente, un futuro. Nuovamente tre. Una bottiglia, una culla elettronica e un razzo giocattolo. Tre oggetti per tre sogni di tre personaggi.
    Diapositive, ricerca di una felicità perduta attraverso frammenti di tempo, fotogrammi di vita vissuta. Ricerca dal sapore proustiano che accende a razzo i motori dell’immaginazione e ci porta in orbita. La fantasia del bambino che vola più in alto del raziocinio del padre ingegniere. E ci ritroviamo nello spazio, ognuno in cerca di se stesso, ognuno sul proprio personale pianeta. Piccoli pianeti per piccoli principi, sovrani del proprio piccolo barlume di luce che è sogno incoffesato.
    Pianoforte e musica dolce. Poesia. Muovendo il pianoforte cambia la nostra prospettiva, ma la musica no, la musica non cambia. Dolce musica melanconica, preludio per una poesia iscritta nel firmamento. E sogni intrecciati con scene di vita vera, familiare. E voglia di evasione. Ma da cosa se la salvezza infine è proprio lì, lì da dove si vuole evadere? Non per tutti comunque, c’è anche a chi questa bolla di sapone è scoppiata in mano, ed è rimasto solo. Solitudine allora, solitudine e ancora sogni in un intreccio che non conosce fine ed ha l’inizio perso negli albori del tempo. Infinito.
    E c’è chi dice che non ci salveremo disprezzando la realtà.
    E c’è anche chi dice che, per fortuna, l’uomo può ancora continuare a sognare.

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