giovedì , 25 Aprile 2024

BEING HUMAN
Collettiva all’Area archeologica di Palazzo Lodron

Dal 9 al 18 dicembre, l’Area archeologica di Palazzo Lodron a Trento accoglie la mostra “Being Human. I luoghi della presenza”. La mostra riunisce opere di AleDima, scultore residente a Venezia, Matteo Boato, pittore trentino, e Andreea a�?Cigaroa�? Anghel, giovane creatrice rumena; i tre artisti propongono un discorso visivo riguardo alla presenza umana attraverso luoghi fisici e mentali.
Le opere in mostra vogliono suscitare una riflessione attorno ai diversi modi di esserci del soggetto, spaziando dalla corporeitA� dirompente ed esplicita delle sculture di AleDima o dei dipinti di Andreea Cigaro, alla quasi completa dissoluzione del dettaglio fisico negli ambienti di Matteo Boato, nei quali la presenza umana solamente sa��intravvede.
Un ruolo centrale nella proposta di a�?Beeing Humana�? lo riveste il corpo, luogo fisico della��essere attraverso il quale si manifesta una presenza che A? certamente tangibile, ma che acquista la sua particolare fisionomia in seguito ad una��incursione negli spazi mentali e nella sfera interiore dei soggetti ritrattati. a�?Sento, dunque esistoa�?, sembra dicano le opere esposte, portando la��esperienza corporea in primo piano e riscattando il ruolo del corpo come matrice della��identitA� individuale. Al rispetto, la��antropologo David Le Breton ricordava che A? proprio il corpo il a�?filtro attraverso il quale la��uomo si appropria della sostanza del mondo e la fa suaa�? (Il sapore del mondo, 2007).
In questa direzione si muove il lavoro di AleDima, che ponendo la��enfasi sulla��aspetto materico e sulla sperimentazione con argilla, gesso, resine, poliuretano o acciaio inox, indaga nella dimensione emotiva del soggetto, attribuendo forma ai sentimenti racchiusi in corpi a volte dolci e a volte inquietanti. Sono figure in stretto rapporto con la terra, la storia e la vita a��come la scultura Pachamama- o creazioni che rinviano a un mondo occulto di passioni, tormenti, dubbi, dolore ed amore. O sono frammenti di corpi dove la materia, la sperimentazione e la poesia sa��incontrano.
La rappresentazione di un corpo che A? certamente il luogo della difficile ricerca identitaria la offre Andreea a�?Cigaroa�?. Attraverso tele di grandi dimensioni la��artista mostra identitA� complesse, figure di una��esasperata corporeitA�, inquiete ed inquietanti, danneggiate e ibride, che infrangono i limiti della��umano e che attraversano la��esperienza della metamorfosi e la ridefinizione di se. Sono figure che richiamano le costrizioni e i limiti sofferti dalla��individuo nella societA� attuale, le quali generano una sorta di alter ego oppresso che affiora dalla��interno, profana la sua immagine e convive con lui.
Ma come scrisse nelle sue memorie il celebre artista spagnolo Pepe EspaliA?, ci si puA? spesso trovare di fronte alla piA? a�?strana contraddizione: disegnare assenze definendo cosA� la piA? intera presenzaa�? (Retrato de un artista deshauciado, 1993). Ea�� cosA� che il soggetto si manifesta anche attraverso la a�?perditaa�? del corpo, alla��interno di geografie immaginate e di luoghi reali reinterpretati: piazze, strade, giardini, caseggiati. Essere in qualche modo presenti per dare senso allo spazio; e mostrare spazi che vivono attraverso una presenza anche solo accennata, supposta o desiderata. Le opere pittoriche di Matteo Boato a��Venezia, Milano, Pisa, Firenze, Vicenza e Trento- sulla soglia tra la��onirico e il ricordo del reale, ci parlano di questa relazione tra il luogo e i suoi abitanti, mentre le sue sculture in ceramica, silenziose e austere, disposte alla��altezza del suolo, riportano la presenza umana al terreno della��osservatore.

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