sabato , 4 Maggio 2024

FLAMENCO AL MUSEO
la scienza a passo di danza

Pena AndalusaMercoledA� 27 febbraio 2008 alle ore 18.00 il Museo Tridentino di Scienze Naturali propone l’ultimo incontro con “Flamenco al Museo”, l’appuntamento per lasciarsi travolgere dal ritmo appassionato di ballo e musica e imparare i passi base del flamenco alla��insegna del divertimento e della scienza .All’esibizone dei ballerini di flamenco della��Associazione PeA�a Andaluza, seguirA� la��esecuzione di alcune figure particolarmente significative e belle da vedere, accompagnati dal vivo da percussionisti di cajon; poi con la��aiuto di un operatore del museo, si potranno capire le leggi fisiche legate ai movimenti per poi ballare a ritmo di musica in modo piA? consapevole. Il risultato A? un intreccio tra arte e scienza, in uno scambio continuo di stimoli e suggestioni.

La��appuntamento, dedicato a tutti gli appassionati di ballo, grandi e piccini, A? una��occasione per ammirare la��esibizione di flamenco di ballerini professionisti e, per chi vorrA�, per avvicinarsi in un modo nuovo e divertente a questo ballo, espressione artistica legata alla padronanza del linguaggio del corpo, fatto di alcuni segni convenzionali e di molta capacitA� individuale di trasmettere emozioni.

A tutti i partecipanti verrA� donato un simpatico omaggio a ricordo della serata.

Flamenco al museo A? una iniziativa del Museo Tridentino di Scienze Naturali realizzata in collaborazione con la��Associazione PeA�a Andaluza. Ad ogni incontro saranno presenti la insegnanti di flamenco Adriana Grasselli e Martina Denisi.

Ea�� gradita la prenotazione al numero : 0461- 270 311

Origine ed evoluzione del cajA?n:

Quando gli schiavi africani vennero strappati dal loro ambiente e furono crudelmente trasportati nel Nuovo Mondo, come succede a tutte le persone che da un momento alla��altro si ritrovano in una terra straniera, sentirono il bisogno di comunicare il dolore e il ricordo che portavano dentro. Molti di loro sicuramente intonarono canti della lontana terra africana. Ma in Africa parlare di musica significa soprattutto parlare di percussioni.

Gli africani del PerA?, schiavi del dominio spagnolo oltreoceano durante il XVIII e il XIX secolo, e in particolare i gruppi presenti sulla costa del Pacifico, iniziarono ad utilizzare durante le loro feste e danze, cassette della frutta e altri oggetti di legno che trovavano abbondanti e ammucchiati nei porti. I primi cajones furono proprio questo: semplici cassette ed involucri di imballaggio ai quali spesso veniva scollata una parte superiore della superficie percossa, producendo cosA� il tipico e affascinante suono del cajA?n peruviano.

Tutti gli strumenti musicali sin dalla��antichitA� hanno subito trasformazioni e perfezionamenti grazie alla scoperta di nuovi materiali e di nuove tecniche volte a sfruttare al meglio la loro capacitA� armonica e sonora. Spesso questi strumenti diventano simbolo di una cultura o addirittura di un solo piccolo villaggio con i quali gli individui comunicano tra loro ed esprimono tutto il loro orgoglio, la loro unicitA� e mantengono salde le loro tradizioni. Il cajA?n pur essendo simbolo della cultura musicale peruviana A? stato adottato a tutti gli effetti nel flamenco spagnolo grazie a Paco de Lucia e al suo percussionista Ruben Dantas che, durante gli anni a��70, dopo una visita in PerA?, fecero da ponte fra i due continenti.

Lo sposalizio tra cajA?n e flamenco ebbe da subito un grande successo. Il flamenco moderno pertanto non prescinde da questo strumento, primo perchA� A? di grande aiuto per scandire i palos, secondo perchA� si adatta talmente bene alla chitarra, alle palmas e al ritmo incalzante dei tacchi dei bailaores che sembrerebbe esistito da sempre nel flamenco e non inserito recentemente.

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