venerdì , 3 Maggio 2024

“CAPRICCI”
Non c’è segno più poetico e carico di senso di un corpo che si muove nello spazio

capricciSabato 17 novembre – ore 20.30 presso il Teatro Sociale di Trento la Compagnia Abbondanza/Bertoni presenta la sua ultima creazione “Capricci” secondo appuntamento di In Danza 2007/08 organizzata dal Centro Culturale S. Chiara.

Non si cede a un capriccio poiché si ritiene l’eventuale suo soddisfacimento inutile: ecco perché questo spettacolo si chiama Capricci.

Come il pubblico seduto in platea, anche in quello che vedrete c’è chi voleva e poteva esserci. Avremmo potuto essere in otto come in due o quindici. Siamo in sette per caso e necessità.

Abbiamo continuato su questa strada di necessità e casualità anche costruendo i primi pezzi e ci siamo accorti subito che non volevamo legare nulla a qualcos’altro. Né a una logica, né a un personaggio, né le nostre azioni a un senso, né raccontare o essere particolarmente utili a qualcosa o qualcuno. Insomma quello che stava avvenendo era soprattutto un mettersi in moto, sentire la differenza tra spento e acceso e quindi partire.

In cammino o fermi su di un palcoscenico-molo e non più in uno spazio, ponte per qualcos’altro.

Abbiamo sottoposto i musicisti allo stesso trattamento, non dando loro punti di riferimento ma chiedendo di attingere provocatoriamente a tutta la musica, suoni e rumori per avere indietro un impasto sonoro incapricciato.

Abbiamo voluto fare uno spettacolo ballato e ballabile, su niente. Che non contenesse messaggi e soprattutto non avesse niente da dire. Naturalmente abbiamo subito realizzato che non c’era niente di più utopico, che era impossibile un grado-zero di comunicazione, ma che ci si poteva avvicinare a esso attraverso passaggi di sottrazione di senso.

Non so se ci siamo riusciti ma non è questo il punto che ci interessava, quanto l’esserci misurati con degli aforismi coreutici, haiku danzati, proverbi ginnici, massime gestuali: insomma capricci del corpo.

Lasciateci l’utopia di provare a rendervi felici almeno per un po’, non facendovi consumare niente, perché la gente felice non consuma.

Michele Abbondanza

CAPRICCIO – (definizione dall’enciclopedia Wikipedia):

  1. Voglia o idea, che ha del fantastico e dell’irragionevole, e per lo più nasce in modo subitaneo, per leggerezza di natura o per poca riflessione. Probabilmente da CÀPRO animale di bizzarra natura, di corto cervello, ovvero come se dicesse cosa inattesa che balza al cervello, quasi salto di capra, simile al fr. VERVE che trae dal lat. VÈRVEX castrone (quantunque per altri dall’oland. WERP = WORP getto). Anzi a questo proposito citasi il lat. CAPRIZ�RE saltellare, di cui trovasi in Terenzio il participio presente: CAPRÎZANS PÙLSUS polso irregolare (che balza e saltella come una capra): quindi a lettera mossa caprina e fig. scatto del cervello.
  2. Dicesi così anche quel tremore che scorre per le carni e fa arricciare i capelli pel freddo, per febbre, o per orrore di chicchessia; ma in tal caso si rannoda al lat. CAPER�RE (mediante una supposta forma CAPER�TICUS) corrugare, increspar la fronte (al modo delle capre) e quindi mostrare asprezza nel volto. Altri però vuol che sia contratto dall’ant. CAPOR�CCI propr. Arricciamento dei capelli del capo per paura. Deriv. Capricciòso e i suoi dimin. Capricciosèllo; Capricciosétto; Incapricciare; Scapricciare.

http://it.wikipedia.org/wiki/Capriccio

Vedi anche

“I Romani nelle Alpi”: incontro con la docente Elvira Migliaro

Mercoledì 29 maggio, alle ore 17.00, allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, in piazza Cesare …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *