sabato , 20 Aprile 2024

FARE IL SOCCORRITORE VOLONTARIO? UNA SCELTA CIVILE, UN OBBLIGO MORALE ED UNA NECESSITA? SOCIALE.
Intervista ad O. Bertamini e F. Pizzolli, di Croce Bianca Trento.

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Croce BiancaA�A?A�un’importante realtA�A�alla quale il lavoro non manca nemmeno in periodo di crisi, una realtA� che anche in TrentinoA�ha sempre bisogno di ampliare ed aggiornare il personale operativo.

Per meglio comprendereA� l’utilitA� e le attivitA� svolte dallaA�Croce Bianca, TrentoBlog ha intervistato il neo Presidente Oscar Bertamini ed il responsabile della formazione Francesco Pizzolli.

Dopo unaA� prima descrizione dei corsi di formazione e dell’utilitA� che questi rivestono non solo perA�chi vuole fare del volontariato ma anche in tema di sicurezza sul lavoro,A�l’intervistaA�affronta la delicata questione della previdenza sociale per attivitA� di volontariato, argomento al centro del dibattito politicoA�proprio in quest’ultimo periodo.

Ascolta l’intervista sulla TrentoBlog.TV!

Per maggiori informazioni relative ai corsi di formazione per aspiranti soccorritori volontari, clicca qui.

Intervista di Jessica Ceotto

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4 commenti

  1. Perchè tanti gruppi di volontariato del soccorso anzichè uno internazionalmente conosciuto: la croce rossa. Diversità trentina?

  2. In risposta a “lettore”:
    personalmente non credo che il pluralismo di enti sia di per sé un problema; sarebbe un problema se questo non fosse “in rete”, cioè se non avesse un coordinamento unico e se tutte le varie associazioni andassero in ordine sparso.
    (nel caso delle associazioni di emergenza sanitaria, in trentino l’ente coordinatore è “TrentinoEmergenza118” col quale le varie associazioni sono convenzionate).

    Anche nel campo dell’emergenza sanitaria, il pluralismo può essere fonte di continuo miglioramento per tutte le associazioni… se vi fosse un unico soggetto non vi sarebbe quella “sana competizione”! A volte, avere una sola associazione è anche avere una sola idea… e ciò non va bene…
    Ripeto, il confronto è base e stimolo per migliorarsi, a beneficio di tutta la popolazione.

    Concordo comunque che in mancanza di coordinamento, più associazioni = più spreco di denaro… sopratutto in ambito di solidarietà internazionale.

  3. Croce Rossa, Bianca, Verde…che differenza fa? L’importante è perseguire un fine comune senza; alleviare le sofferenze di soggetti vulnerabili. Ognuno è libero d’aderire all’associazione più confacente alle proprie aspettative rispecchiandosi così nei principi e ideali che stanno alla base dell’atto costitutivo. Sotto il profilo qualitativo non esiste un’associazione predominante nè a livello residenziale nè a livello internazionale. Tutte le associazioni dedicano tempo e sacrificio addossandosi responsabilità e lavorando pro bono per il bene della collettività.
    L’esclusività conduce spesso a posizione dominante che in termini pratici equivale a resettare la libertà di scelta di coloro i quali vogliono intraprendere azioni disinteressate. Ben vengano enti benefici, Onlus e chi più ne ha più ne metta: questo non fa altro che allargare il tessuto indispensabile del volontariato. Ho imparato ad ammirare le piccole realtà locali perché rispetto alle grandi associazioni, queste non godono di risorse (materiali) extra derivanti dallo status di ente pubblico e sono costrette a guadagnarsi “la pagnotta” sul campo. Sono realtà che vivono di volontariato tout court rispettando pedissequamente i protocolli internazionali del soccorso (quindi la qualità è fatta salva)…Lunga vita a tutte le croci 😛
    P.s. Ti assicuro che non si tratta di “diversità trentina”…
    Fabio.

  4. Un ringraziamento a Claudio e Fabio T. che hanno risposto al post di “un lettore” prima che riuscissimo a farlo noi.
    Ovviamente non possiamo che approvare quanto espresso dai due utenti.
    Grazie Ragazzi!

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