venerdì , 19 Aprile 2024

COSA SUCCEDE AI PROFILI ONLINE
DOPO LA NOSTRA MORTE?

Fonte: Wikimedia CommonsCosa succede ai nostri profili Facebook, MySpace, TrentoBlog Community dopo la nostra morte? Ed ai video su Youtube? Se non ci avete ancora pensato, potrebbe essere il caso di iniziare a farlo…

Per il momento, tali contenuti continuano a rimanere online. Anche a me A? successo di aver vistato il profilo di un amico defunto che, dopo la sua morte, era stato riempito di numerosi messaggi di a�?condoglianzea�?. Si fa un poa�� come con i compleanni solo che la situazione ed il contenuto dei contributi si propongono in una��ottica completamente diversa. Gli amici visitano il profilo del defunto con il sentito intento di condividere il proprio dolore, di realizzare che i messaggi lasciati vanno tutti verso una dolorosa e condivisa direzione: la��ultimo addio, virtuale, ma pur sempre la��ultimo saluto. Le foto festose e sorridenti della��amico assumono ora le sembianze di originali santinia��Una volta si andava solo in chiesa e proprio nel pianto della comunitA� si materializzava la��estremo saluto, la condivisione del dolore. Oggi invece, alla comunitA� reale si aggiunge la community virtuale che indirizza al caro estinto i propri sentiti addii.

Bando ai sorrisi/gesti scaramantici che qualcuno di voi starA� sicuramente compiendo, la questione ha un risvolto effettivamente importante. Talmente importante che recentemente A? stato proposto di realizzare una sorta di testamento biologico – virtuale grazie al quale la��iscritto ad una community puA? decidere di congelare, far scomparire o bloccare il proprio profilo una volta passato a miglior vita.

La proposta nasce da un sito olandese: www.ikrip.nl in cui si invitano i cittadini virtuali a registrare il proprio testamento digitale. Si puA? decidere di cancellare completamente la��account, di impostare il tipo di traccia post-vitae, designare l’individuo che avrA� il diritto di cambiare i propri dati ovvero, aggiornare il profilo.

Quando le persone accedono ai social network avviene per lo piA? per chattare, scambiarsi messaggi e fissare appuntamenti: il tipo di cose che si fanno quando si A? vivi. Il chiedersi che cosa succeda ai nostri profili dopo la morte A? quindi parte dello stesso sviluppo dei social network che essendo composti da milioni di membri, quotidianamente assistono alla dipartita di centinaia di persone e si ritrovano quindi a gestire – anche dal punto di vista legale – del materiale privato su quale il diretto interessato non puA? piA? prendere decisioni. Che fare quindi dei loro profili?
In teoria spetta ai parenti del defunti decidere se debbano continuare a stare online o meno. Per fare questo, il social network Hyves ha pensato di dare la seguente possibilitA� ai famigliari: se si vuole annullare il profilo del proprio caro, basta inviare il certificato di morte alla��help desk di Hyves. Logicamente solo poche delle famiglie coinvolte si prendono la triste briga di gestire anche la��iter burocratico virtuale il che significa che mescolati ai vivi, online, ci sono miglia di morti.

Previa comunicazione da parte dei famigliari anche Facebook ha deciso di gestire la questione trasferendo i profili dei defunti al a�?Memorial Statea�?, una sorta di cimitero dei profili. Per farlo, i gestori del social network piA? frequentato al mondo, devono prima annullare le iscrizioni del defunto ai diversi gruppi a cui aveva deciso di appartenere e, in tal modo, dare solo agli amici la possibilitA� di continuare a visitarne lo spazio virtuale.

Alcuni di voi potrebbero pensare che non ci sia la necessitA� di regolamentare il profilo di una persona che non ha piA? motivo-modo di preoccuparsi della propria privacy, ma a tal proposito vi rammento che, proprio pochi mesi fa, a seguito della��uccisione di una ragazza trentina, era stata sollevato un gran polverone dovuto al fatto che i giornalisti locali avevano pubblicato immagini della giovane prelevate direttamente dal suo profilo su Facebooka��
A voi le riflessioni in meritoa��

Jessica Ceotto

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5 commenti

  1. Scusa, se mi sento un po’ perplessa di “dover” leggermi già in mattina il tuo discorso su un testamento biologico virtuale. Lo devo prendere sul serio?
    Sto cercando di caipre questa mia perplessità… ha a che fare con proprio il tema della morte?.. con il fatto che in questo caso viene legato al mondo dell’internet, dove già è presente TUTTO, ma veramente TUTTO, dobbiamo aggiungere anche questo?
    Siamo abituati intanto a vedere la morte in TV – ogni giorno, a parlarne; ad assistere quasi pubblicamente al processo di morte di qualche persona che ha deciso di andarsene con dignità. Sto sviluppando una mia opinione sul testamento biologico e il diritto di morire, di lasciare il mondo in modo consapevole….
    Ma anche un testamento biologico virtuale? Mi chiedo: l’internet deve far parte della nostra vita … e morte reale in questo modo? Veramente non lo so……

  2. Anna.. capisco la tua perplessità, ma sono temi oggettivi che vanno affrontati… ci sono troppe informazioni personali e dati personali sul web… . e in ogni caso se la morte è presente ovunque lo è anche su internet… nel mondo reale il defunto le sue proprietà e i suoi ultimi voleri vengono rispettati e messi in pratica perchè non dovrebbe essere così anche per il web..?

  3. La penso come Tommaso, e credo che non ci sia scelta: se utilizziamo questi strumenti di informazione e condivisione delle informazioni, allora dobbiamo cominciare a renderci conto realmente delle loro profonde implicazioni in tutti gli aspetti della nostra vita – e in questo caso anche della morte!

    Non ci resta che assumere una sempre maggiore consapevolezza di utilizzo di questi strumenti: la loro semplicità di utilizzo nasconde la complessità di tali implicazioni… in fin dei conti si tratta di una complessità non minore di quella di tanti altri momenti della vita collettiva e indirviduale.

    Innanzitutto è necessario rendersi conto che il mondo cosiddetto “virtuale” non è meno concreto del resto della realtà.

  4. Favorevole al testamento biologico (quello vero!), voglio sperare che, prima della mia dipartita, esso trovi una collocazione diversa e più “istituzionale”, rispetto alla mia pagina di Facebook o myspace o similia, ma per come vanno ora le cose anche questi strumenti possono essere utili per sensibilizzare sull’argomento. Scherzarci su con quello “virtuale” riferito al destino della propria pagina di Fb lo trovo un po’ fuori luogo, ma è un parere personale.

    .”.mescolati ai vivi ci sono migliaia di morti”? Sinceramente non vedo il problema. Ma credo in futuro sarà consolatorio poter visitare la pagina di un amico “dipartito”, rileggerne i commenti, rivedere le foto insieme, come succede con l’album delle foto o con la scatola in cui sono raccolte le lettere e cartoline (reali).

    ps. sui morti, a quanto mi è dato sapere, non esiste la tutela della privacy, sta al buon senso delle persone (vive!) non violarne la vita, il decoro, il buon nome, il rispetto dei familiari, ecc ecc..

  5. bella scoperta….è proprio perchè il buon senso ai vivi manca spesso che credo che gli olandesi si siano inventati questo mezzo….altrimenti non credo ci sarebbe stata l\’esigenza di fare niente…

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