lunedì , 29 Aprile 2024

FONTANA DELLa��AQUILA : un viaggio alla scoperta della Trento quotidiana

Scoprire la cittA� di trento passa anche nell’osservare i piccoli particolari: l’appuntamento A? con Giulia Porta, sotto la fontana dell’Aquila.

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Fig. 1 a�� La Fontanella della��Aquila alla��incrocio tra piazza Duomo e via Belenzani.

 

a�?Ci troviamo sotto la fontana della��aquila?a�?

Chi vive a Trento prima o poi ha pronunciato o si A? sentito rivolgere questa domanda. Piazza Duomo A? dispersiva, soprattutto quando ospita eventi o durante il mercato del giovedA�. CosA� i trentini hanno preso la��abitudine di utilizzare come punto di ritrovo la fontanella che sta sulla��angolo delle Case Cazuffi-Rella, rese famose dai loro bellissimi affreschi.

Anche in passato le fontane erano un punto di riferimento, se si pensa alle lavandaie che si aggiornavano sulle novitA� mentre lavavano i panni o a chi, appena giunto in cittA�, si rinfrescava dopo il viaggio. Oggi, invece, hanno un ruolo quasi esclusivamente decorativo, ma ca��A? chi ancora le utilizza per uno dei loro scopi principali: non di rado, in estate, si puA? notare qualcuno intento a riempire una bottiglietta, una ciotola per il cane o a tenere in equilibrio un bambino per avvicinarlo alla��acqua della Fontanella della��Aquila.

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Fig. 2 a�� La��Aquila con la chioma della��albero presente in piazza Duomo.

La fontana A? legata a due nomi, quello della��ingegner Leonardi, che progettA? la maggior parte delle fontane presenti in cittA�, e quello di Stefano Varner, che compA� il disegno definitivo nel 1850 comprendendo la��aquila alla sommitA�. Il vero mistero resta nelle fattezze della scultura: secondo alcuni studiosi, la��aquila intenta a pulirsi le penne non ha nA� una data nA� nessun nome di artista legato alla sua realizzazione. Probabilmente la statua era, in un primo momento, presente nel quartiere di San Pietro, dove sormontava prima un pozzo pubblico e successivamente una fontana.

 

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Fig. 3 a�� La��Aquila con il cavaliere affrescato sulle pareti delle Case Cazuffi-Rella.

La fontanella, perA?, non A? solo famosa perchA� si trova in un punto strategico del centro, ne’ perchA� porta la��aquila simbolo della cittA�, ma perchA� alla statua vi A? legata una leggenda molto conosciuta tra gli abitanti di Trento. Una di quelle storie che prima o poi da ragazzini si sentono raccontare dai nonni.

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Fig. 4 a�� La scultura con il Duomo sullo sfondo.

In Sardagna viveva una coppia di contadini: il marito non aveva un buon carattere, capitava spesso che picchiasse la moglie quando riteneva stesse esagerando negli atteggiamenti ed era solito andare a camminare in montagna. In una delle sue escursioni, la��uomo conobbe una��aquila con la quale strinse amicizia. Quando poteva la raggiungeva portandole del cibo. La moglie, insospettita dai continui ammanchi alla loro dispensa, cominciA? ad accusare la��uomo di togliere il cibo della loro tavola per portarlo alla��aquila; quando le insinuazioni divenivano piA? insistenti, il contadino aggrediva la moglie percuotendola.

Di ritorno da una delle solite camminate in montagna, il contadino trovA? la consorte in lacrime attorniata dalle vicine attente nella��ascoltare la��ultimo racconto della donna sui misfatti del marito. Dopo aver cacciato le altre donne, l’uomo ignorA? la moglie occupandosi della legna da tagliare; la giovane continuA? a urlare al consorte di vergognarsi di rubarle il cibo per portarlo alla��aquila e lui, esasperato da quelle urla, decise di farla tacere aggredendola con la��ascia per la legna. Una volta resosi conto della��atto, punibile con la pena di morte, scappA? in montagna dove venne catturato dai gendarmi avvertiti dai vicini che avevano assistito alle scene tra i due coniugi.

La��uomo disperato ricevette una curiosa visita in prigione: era un usignolo, mandato dalla��aquila sua amica, che gli raccomandava di non giurare il falso al processo rassicurandolo che si sarebbe potuto salvare da un destino ormai segnato. Durante il processo i testimoni parlarono contro di lui: era un uomo violento, la moglie portava spesso i segni delle botte e litigavano spesso. Nulla era a suo favore e i giudici presero la decisione finale: la��uomo doveva essere giustiziato per il suo crimine, come voleva la legge di allora.

Avvicinandosi il giorno della��esecuzione in piazza Duomo venne allestito il palco che sarebbe servito per la decapitazione. Il contadino sempre piA? spaventato dalla��assenza della��aquila, quando la vide cominciA? a gridare che egli non aveva ucciso la moglie, ma che era stato la��uccello che si era posato su uno dei palazzi del centro. Preso dalla disperazione il contadino giurA? il falso e disse che se le sue erano bugie, la��aquila si sarebbe pietrificata. CosA� avvenne e i giudici certi della sua colpevolezza lo decapitarono. La statua venne recuperata da uno dei funzionari che la posA? sulla fontana dove noi ancora oggi possiamo vederla.

 

Esiste anche la versione contraria: un uomo accusato di omicidio disse che se avesse detto la veritA�, la��aquila si sarebbe pietrificata e con questo gesto i presenti capirono la sua innocenza.

Il fascino della leggenda risiede anche nel fatto che la scultura sopra la fontana ritrae proprio una��aquila nella��atto di pulirsi le piume, quindi sembra davvero sia stata pietrificata in quel preciso momento.

La parte reale della leggenda, invece, A? il fatto che tutto ciA? che riguardava la giustizia, a Trento, avveniva in piazza Duomo dove si leggevano le sentenze, le nuove leggi e dove si compivano le esecuzioni capitali.

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Fig. 5 a�� Dettaglio della��Aquila intenta a pulirsi le piume.

 

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