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Rovereto – 22 febbraio – La��ARTE DEL TEATRO di Pascal Rambert – raccontata da Paolo Musio (al suo cane)

Rovereto – 22 febbraio – Auditorium Fausto Melotti – La��ARTE DEL TEATRO di Pascal Rambert – raccontata da Paolo Musio (al suo cane)
Paolo Musio

Ea�� in calendario giovedA� 22 febbraio al Teatro-Auditorium a�?Fausto Melottia�? un nuovo appuntamento con la rassegna a�?Altre Tendenzea�? che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone a Trento e Rovereto nell’ambito della Stagione di Prosa 2017/2018. Il quarto dei cinque spettacoli programmati nella sala roveretana di Corso Bettini vedrA� in scena Paolo Musio alle prese con il monologo A�La��ARTE DEL TEATROA�, una scrittura drammaturgica del francese Pascal Rambert, che ne ha curato anche la regia.

Pascal Rambert, sempre in giro per il mondo al seguito dei suoi testi che vengono tradotti e allestiti senza sosta, A? la��autore e il regista del monologo A�La��ARTE DEL TEATROA� che sarA� interpretato giovedA� 22 febbraio a Rovereto da Paolo Musio, al cui fianco sarA� in ascolto uno spettatore davvero speciale. Lo spettacolo A?, infatti, la confessione di un attore di consumata esperienza che parla con un cane della sua vita in teatro.
A�Studiando il testo a�?La��arte del teatroa�? di Rambert in vista della sua presentazione al pubblico nella versione italiana a�� spiega Musio, che si A? occupato anche della traduzione a�� ho pensato: questo testo A? un dono. Un dono di irriducibile umanitA�, leggerezza e ironia che la��autore fa a chi lo incontra sul terreno accidentato della propria esistenza, in cerca di un senso. A? un dono come lo sono le lacrime, che sgorgando lavano il dolore e fanno scintillare la gioia negli occhi.A�
Nato a Nizza 56 anni fa, Pascal Rambert A? autore, regista e coreografo. Dal 2014 A? drammaturgo al ThA�A?tre National di Strasburgo, nel 2016 A? stato premiato per il complesso della sua opera dalla AcadA�mie FranA�aise e dal gennaio di questa��anno A? artista residente al ThA�A?tre des Bouffes du Nord di Parigi. Per dieci anni ha diretto il Theatre de Gennevilliers che ha trasformato in centro teatrale nazionale di creazione contemporanea.
Rambert ha scritto questo testo con vastitA� di orizzonte, da conoscitore profondo e diretto della��arte del teatro (la tecnica nei suoi principi fondamentali, le fughe prospettiche, i contesti della pratica quotidiana) e di tutto questo ha fatto la propria chiave di interpretazione della realtA�. A�Per questa sua esattezza nella restituzione del suo oggetto, appunto la��arte del teatro a�� commenta Paolo Musio a�� il testo contiene in sA� la possibilitA� di essere trasceso, di aprirsi e fornire a tutti, anche a chi del teatro non sa assolutamente niente, la��esperienza diretta e concreta di un modo di stare al mondo, alle prese con la��azione, con il vuoto, la solitudine, con la��altro da sA�, ma soprattutto con la��amore e lo stupore per la vita, il tempo in corsa e le sue infinite variazioni di ritmo e di intensitA�.
A�In questa versione italiana de ‘La��art du thA�A?tre’ a�� spiega Rambert a�� abbiamo fatto in modo che il testo fosse piA? rispondente possibile alla lingua parlata, quella piA? colloquiale, pur assicurandoci che fosse assolutamente corretta dal punto di vista strutturale, ovvero che non declinasse verso un linguaggio verbale come quello televisivo. A? un lavoro molto lungo e complicato per il quale occorre lavorare sul piano della��oralitA�, della fluiditA�, del ritmo, del nervosismo della frase e della sua pulsazione.A�
Sul palcoscenico, accanto alla��interprete, una presenza in ascolto, due occhi che osservano: un cane. Affidando il suo monologo alla��ascolto silenzioso del a�?migliore amico della��uomoa�?, la��attore in realtA� consegna agli spettatori una��autentica dichiarazione da��amore per il teatro, arte che esige di essere goduta, che A? sinonimo di vita e di passione, che nella dimensione privilegiata del a�?qui e oraa�? si nutre del respiro e del battito della contemporaneitA�. In un appassionato e torrentizio fluire di parole, la��attore sfoga la sua amarezza per un mestiere in cui non trova piA? la scintilla della creazione, per un teatro che avverte ormai malato, che A? necessario riscoprire nei suoi aspetti piA? autentici: una voce, un corpo che ci guarda, un incontro umano che si realizza.
A�Percorrendo i vari capitoli del testo a�� afferma Paolo Musio a�� sento che esso A? scritto, direi inciso, nel mio corpo di attore, e che la��unica azione possibile da parte mia sia dare umilmente, rigorosamente spazio a questa dimensione corporale, fisica della memoria come presenza. Per fare questo, oltre che nella��aiuto di Pascal, confido molto nella��evidenza della vitalitA� senza commento critico del mio compagno di lavoro cane, maestro di antiretorica che in quanto cane tutti questi discorsi sulla��amore e sullo stare al mondo li conosce molto bene.A�
A commento dello spettacolo, afferma su teatroecritica.net Alessandro Iachino: A�Mentre lo sguardo si posa ora sul docile animale, ora sulle finestre che dallo spazio scenico si affacciano sulla strada, la��attore affastella fulminanti definizioni della��arte teatrale, motivandole con frammenti biografici dai quali emerge il ritratto di un viveur che sembra avere amato in egual misura la��alcool, le donne e il teatro. A? la��arte stessa a richiedere ai suoi discepoli di immergersi a capofitto nelle pieghe della vita, di farsi sommergere dalle sue debordanti contraddizioni.A�
A�Il monologo a�� scrive su Il Sole 24 ORE Renato Palazzi a�� A? forte e struggente perchA� pare voler considerare tutto il bello e tutto il brutto del teatro, gli slanci piA? alti e le inevitabili bassezze. [a��] E Musio mostra una��impeccabile misura interpretativa nel porre in risalto luci e ombre con la stessa asciutta, vibrante devozione.A�
Dopo essersi espressa sulla prova attorale di Paolo Musio che ha A�ben interpretato con pacatezza, a volte amara e cinica, e intelligente misuraA� il testo di Rambert, Magda Poli sul Corriere della Sera, in riferimento ai contenuti della scrittura scenica del drammaturgo francese, afferma: A�La��arte diventa il disperato sforzo della��uomo di dare un senso alla��esistenza, luce alle ombre, peso ai silenzi e autorevolezza alla parola. [a��] Il teatro A? una straordinaria esperienza interiore, A? la��incontro con una��essenzialitA� che non finisce di innescare echi, di chiarirsi e complicarsi. Il teatro A? un viaggio nella��ignoto e nella��avvenire, e sa offrire un a�?tempo aggiuntivoa�? alla vita, di pienezza, gioendo e patendo, ma sempre amando.A�
GiovedA� 22 febbraio a Rovereto i riflettori della��Auditorium a�?Fausto Melottia�? si accenderanno su A�La��ARTE DEL TEATROA� alle ore 21.00. (F. L.)

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