venerdì , 17 Maggio 2024

CONCERTO IN FILARMONICA CON
Sergey e Lusine Khachatryan

02-khachatryanGiovedA� 21 gennaio, alle ore 20.45, la Sala SocietA� Filarmonica di Trento ospita il concerto di Sergey Khachatryan (violino) e Lusine Khachatryan (pianoforte).

I pezzi interpretati saranno i seguenti:

– J. S. Bach (1685 – 1750) – Sonata n. 4, BWV 1017, in do min., per violino e clavicembalo. Siciliano. Largo a�� Allegro – Adagio- Allegro.
– J. Brahms (1833 – 1897) – Sonata n. 2, op. 100, in La magg., per violino e pianoforte.A� Allegro amabile a�� Andante tranquillo a�� Allegretto grazioso (quasi andante).
– L. v. Beethoven (1770 – 1827) – SSonata n. 9, op. 47, in La magg., a�?a Kreutzera�?, per violino e pianoforte. Adagio Sostenuto. Presto a�� Andante con variazioni a�� Finale. Presto.

Sergey Khachatryan A? nato nel 1985 a Yerevan, in Armenia. Nel dicembre 2000 ha vinto il Primo Premio al Concorso internazionale Sibelius di Helsinki (il piA? giovane vincitore nella storia del concorso) e nel 2005 al Queen Elizabeth Competition di Bruxelles. Da allora la carriera internazionale di Sergey si A? sviluppata grazie a collaborazioni con orchestre quali London Philharmonic, NHK Symphony di Tokyo, Royal Concertgebouw, Orchestre National de France, Frankfurt Radiosinfonieorchester, Boston Symphony, Leipzig Gewandhaus e Berliner Philharmoniker con direttori quali Daniel Harding, Bernard Haitink, Riccardo Chailly, Yuri Termikanov o Kurt Masur. Ha in repertorio la migliore letteratura per violino e orchestra, da Mozart a Shostakovich con diverse pagine incise soprattutto per la NaA?ve Classique. Come vincitore del Queen Elisabeth Competition, Sergey suona uno Stradivari a�?Hugginsa�� del 1708 offertogli dalla Nippon Music Foundation.

Sergey suona con piacere in recital con la sorella Lusine Khachatryan nata nel 1983 e dal 1993 residente in Germania. Cresciuta artisticamente in famiglia ha debuttato a 12 anni con il Concerto KV 595 di Mozart accompagnata dalla��orchestra di Wiesbaden. Da allora si esibisce abitualmente in Festival e Sale di prestigio in tutto il mondo, dalla Tonhalle di Zurigo alla Carnegie Hall di New York, dal National Auditorium di Madrid al Theatre des Champs Elysees di Parigi, presentandosi spesso in duo con il fratello.

La Sonata in do minore, concepita fra il 1718 e il 1723, fu pubblicata postuma a Zurigo nel 1802, epoca in cui ebbe inizio la cosiddetta a�?Bach-Renaissancea�?, con la riscoperta della��opera del musicista tedesco la cui fama, seppur giA� considerevole in vita, non aveva raggiunto il successo di altri compositori del tempo (citiamo Georg Friedrich Haendel e Georg Philipp Telemann) e fu in parte appannata, dopo la morte, dalle figure emergenti dei propri figli Carl Philipp Emanuel e Johann Christian. La peculiaritA� del brano A? nel rapporto fra clavicembalo (pianoforte in questa esecuzione) e violino che dialogano fra di loro, in particolar modo nel secondo e nel quarto movimento; A? qui che affiora la caratteristica tipica della Sonata a due, ossia la��aspetto concertante, messo in evidenza dal gioco imitativo fra i due strumenti, in stile prevalentemente contrappuntistico.

Nota con la��appellativo di a�?Thunersonatea�?, in quanto composta da Brahms nei pressi del lago di Thun, in Svizzera, nella��estate del 1886, la Sonata n. 2 in la maggiore fu eseguita il 2 dicembre del medesimo anno e quindi pubblicata a Berlino nel 1887. Il lavoro, strutturato sullo schema della forma-sonata, modello che i musicisti romantici presero in ereditA� dal precedente periodo classico, presenta i temi del primo tempo affidati alternativamente a violino e a pianoforte, secondo una prassi oramai usuale che prevedeva una equilibrata distribuzione degli spunti melodici fra i due strumenti, entrambi protagonisti. Il dialogo prosegue anche nei due movimenti seguenti, in cui il materiale tematico viene presentato a turno dai due esecutori, sino a giungere alla coda finale del brano, con le tipiche cadenze conclusive.

Concepita da Beethoven fra la��autunno del 1801 e la primavera del 1803, la Sonata in la magg. n. 9 venne eseguita per la prima volta a Vienna nel maggio 1803, da George Polgreen Bridgetower al violino e dallo stesso Beethoven al pianoforte. In seguito fu dedicata al violinista francese, di fama internazionale, Rodolphe Kreutzer che, con tutta probabilitA�, non la inserA� mai nel proprio repertorio concertistico. Si tratta di una composizione pensata e scritta per un virtuoso dello strumento, con dichiarati intenti solistici, come A? indicato nella��edizione originale del 1805: a�?scritta in uno stile [ a�� ] quasi come da��un concertoa�?. Il violino del diciannovesimo secolo ha oramai raggiunto un livello notevole di perfezione tecnica ed offre alla��esecutore la possibilitA� di ottenere sonoritA� ed effetti ben superiori ai primi strumenti del periodo barocco. Lo stesso discorso si puA? fare per il pianoforte che si sostituisce al clavicembalo ed al clavicordo, consentendo una riproduzione dei suoni non solo piA? potente ma soprattutto piA? agile e rapida. In tal modo, la��incontro fra i due strumenti offre opportunitA� interpretative sino a pochi anni prima impensabili. Ea�� proprio la��aspetto a�?concertantea�� ad essere messo in risalto nella composizione beethoveniana: i due strumenti dialogano con pari dignitA� in tutti e tre i movimenti, alternandosi, a partire dal primo tempo, nella esposizione dei diversi temi.

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