venerdì , 26 Aprile 2024

DIEGO E. ANGELUCCI
“Sulle tracce di polveri e conchiglie, alla ricerca dell’intelligenza”

Diego E. Angelucci - fonte D.E. Angelucci's web siteRudimentali gioielli e pigmenti per il corpo rinvenuti in Spagna svelano la
modernitA� comportamentale e cognitiva degli ultimi Neandertal. La scoperta A? dovuta, tra gli altri studiosi, anche all’archeologo Diego E. Angelucci dell’ateneo trentino.

Trucco e gioielli: in un gesto semplice e quotidiano che si nasconde lo straordinario racconto del cammino umano attraverso i tempi. Che la preoccupazione del prendersi cura di sA? fosse una conquista antica non A? certo una novitA�, ma che addirittura, i nostri antenati di Neandertal intorno a 50.000 anni fa utilizzassero decorazioni e pitture per il corpo, questo rappresenta una scoperta eccezionale. Soprattutto perchA? conferma la tesi, a lungo dibattuta, sulla loro effettiva capacitA� cognitiva e rivela come possedessero un comportamento organizzato simbolicamente: le prime tracce concrete di quella che chiamiamo intelligenza.

A scrivere una nuova pagina nel libro dell’evoluzione umana A? un articolo (Symbolic Use of Marine Shells and Mineral Pigments by Iberian Neandertals), pubblicato oggi dalla prestigiosa rivista internazionale PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA) e ripreso con enfasi dai quotidiani di tutto il mondo (compreso oggi il Corriere della Sera.it), destinato a suscitare scalpore non soltanto nella comunitA� scientifica.

Nell’l’articolo gli autori dimostrano come circa 10.000 anni prima delle piA? antiche tracce di presenza di umani anatomicamente moderni in Europa, i Neandertal producessero giA� oggetti a carattere simbolico, seppur rudimentali. Questa abilitA� comportamentale e cognitiva permette agli studiosi di affermare che i Neandertal si sarebbero evoluti in modo analogo agli umani anatomicamente moderni, smentendo quindi, una volta per tutte, le teorie che considerano questi nostri antenati come limitati dal punto di vista cognitivo e comportamentale.

Il merito di questa straordinaria scoperta A? anche di un professore dell’UniversitA� di Trento, coautore dell’articolo. Diego E. Angelucci, professore associato di Metodologie della ricerca archeologica alla FacoltA� di Lettere e Filosofia dell’ateneo trentino ha infatti lavorato con gli archeologi JoA?o ZilhA?o (Universit=E0 di Bristol, primo autore dell’articolo), Josefina Zapata (UniversitA� di Murcia) e Valentin Villaverde (UniversitA� di Valencia) per svelare la modernitA� comportamentale e cognitiva degli ultimi Neandertal.

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