martedì , 23 Aprile 2024

DON PASQUALE DI DONIZETTI: apre il 10 ottobre la stagione del S.Chiara

A�Don PasqualeA� di Gaetano DonizettiA�aprirA� venerdA� 10 ottobre la Stagione 2014/’15A�del Centro Servizi Culturali S. Chiara

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A�A�A�A�A�A�A�A�A�A�A� SarA� l’opera lirica ad aprire il calendario degli spettacoli della Stagione 2014/2015 organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Sul palcoscenico del Teatro Sociale debutterA� venerdA� 10 ottobre alle 20.30 il nuovo allestimento del A�Don PasqualeA� di Gaetano Donizetti affidato alla regia di Maurizio Nichetti. Nel a�?golfo misticoa�? l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Marco Berdondini. Si replica domenica 12 ottobre alle ore 16.00.

A� A� A� A� A� A� A�Il Teatro Sociale di Trento fu tra i primi in Italia ad ospitare il A�Don PasqualeA� di Gaetano Donizetti. L’opera, che debuttA? al ThA�A?tre-Italien di Parigi il 3 gennaio 1843 e che tre mesi piA? tardi fu rappresentata al Teatro alla Scala di Milano, arrivA? a Trento giA� l’anno successivo dove tornA? con una certa frequenza fino al 1919, quando le cronache ne registrano la sua ultima messa in scena. Da quasi un secolo dunque (95 anni se vogliamo essere precisi) gli appassionati trentini del teatro lirico non possono godere di quest’opera nella quale, come scrive Marco Berdondini che dirigerA� l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento in questa nuova produzione del Centro Servizi Culturali S. Chiara, A�la freschezza della��ispirazione A? straordinaria: un susseguirsi di arie e brani di insieme (come nella tradizione della��opera comica) molto intensi e musicalmente coinvolgenti; una��attenzione alla resa psicologica e al taglio teatrale dei personaggi, con una grande maturitA� di canto e di fraseggio; un andamento molto serrato, reso moderno dai ritmi di danza della��epoca: mazurche, valzer, galop.A�

Maurizio Nichetti ne proporrA� un allestimento teatrale arricchito da proiezioni cinematografiche, facendo convivere i due linguaggi in un equilibrio di reciproco rispetto, e punterA� a valorizzare il lato comico e divertente dell’opera. A�Nel 2014A� a�� si chiede il regista a�� si puA? ancora sorridere delle disavventure di un “vecchio celibatario” raggirato da una “giovane vedova” decisa a difendere con ogni mezzo il suo unico e giovane amore?A� Credo proprio di sA�. Come tuttiA� i veri classici ‘Don Pasquale’ tratta un tema universale, attuale anche ai nostri giorni, l’amore nella terza etA�. Con la scenografa, Mariapia Angelini, siamo entrati nella casa di Don Pasquale, in quella di Norina, nella testa frastornata del vecchio protagonista per raccontare i suoi incubi, i suoi timori, cercando perA? di non dimenticare l’euforia di quel “Foco insolito”, efficace elisir di giovinezza, che puA? colpire ad ogni etA�.A� Don Pasquale A? la storia di uno scherzo, una presa in giro applicata da un Dottore amico di famiglia, antesignano di tanti ‘Amici miei’ di cinematografica memoria, ma A? anche la storia di un amore giovane, contrastato, destinato a trionfare, come A? giusto che sia.A� Quattro personaggi e un’ambientazione scenografica impegnati a recitare una commedia.A�

Quella ideata dalla coppia Nichetti a�� Angelini sarA� proprio una scenografia a�?recitantea�?, chiamata a partecipare attivamente ai vari momenti della storia, a commentarla e completarla, pur rimanendo discretamente sullo sfondo, per non disturbare le arie e le note immortali che Donizetti ha distribuito a piene mani in quest’opera.

La Compagnia di canto vedrA� impegnati giovani interpreti di grande spessore artistico: Simone del Savio presterA� la sua bella voce di basso/baritono al personaggio di Don Pasquale e nel ruolo di Norina sarA� Serena Gamberoni, giovane ma giA� affermata soprano di Rovereto, che la scorsa estate A? stata A�Oscar all’Arena di Verona in a�?Un Ballo in mascheraa�? e ha preso parte alla serata/evento a�?PlA?cido Domingo canta Verdia�?. Il tenore argentino Francisco Brito canterA� nel ruolo di Ernesto, il baritono Giulio Boschetti sarA� il dottor Malatesta e Marco Petrolli, anch’egli roveretano, il notaio. Al loro fianco i mimi Klaus Saccardo, Andrea Deanesi e Nicola Piffer. Accanto ai solisti, sarA� in scena il Coro Lirico Regionale TN/BZ diretto da Luigi Azzolini.

La progettazione delle scene e dei costumi A? stata affidata a Maria Pia Angelini che si A? avvalsa dei contributi visivi realizzati da Filippo e Saverio Nichetti. Il disegno delle luci sarA� opera di Marco Comuzzi.

Lo spettacolo si apre con una sinfonia orchestrale che, come ebbe a scrivere il critico Gianandrea Gavazzeni, A�ha dimenticato qualsiasi riferimento ai modi rossiniani e si A? lasciata condurre da quella vivace eleganza un po’ popolaresca che A? caratteristica della personalitA� donizettiana. Certo la sinfonia piA? bella ed equilibrata che Donizetti abbia fatto precedere ai suoi melodrammi.A�A�A�

Si alza il sipario ed ecco il dottor Malatesta descrivere quella che dovrebbe essere la deliziosa sposina destinata all’avaro Don Pasquale, ormai avanti negli anni. Sopraggiunge Ernesto, nipote del vecchio, innamorato di Norina che lo ricambia con pari ardore. Il giovane si stupisce nell’apprendere che lo zio intende prendere moglie e cade in preda alla disperazione quando viene a conoscere il nome della futura sposa: la a�?suaa�? Norina! Si tratta perA? solo di uno scherzo e le nozze, celebrate da un compiacente notaio, sono in realtA� del tutto fasulle. Ernesto, che nulla sa della congiura, si crede tradito mentre Norina, che invece A? parte attiva nel gioco, si finge una giovane semplice e timida, appena uscita da un collegio.

Don Pasquale, intanto, firma il contratto di matrimonio che conferisce alla ragazza, oltre alla metA� dei suoi beni, anche il diritto di assoluta signoria sulla casa. Una volta sottoscritto il finto patto nuziale, Norina inizia ben presto a far pentire del passo compiuto il povero vecchio, che rabbrividisce soprattutto nel ricevere i conti salati emessi da fornitori di ogni tipo: cuochi, parrucchieri, sarti e modisti. Don Pasquale scopre perfino una lettera con la quale uno sconosciuto fissa alla sua sposina unA� convegno notturno in giardino. E quando Norina ed Ernesto vengono sorpresi, il vecchio deve rassegnarsi e cedere il posto al nipote innamorato.

Fra i brani piA? amati dal pubblico, la serenata del tenore Com’A? gentil la notte, alla cui voce A? affidata anche l’aria CercherA? lontana terra; la cavatina del soprano So anch’io la virtA? magica, il duetto Cheti, cheti immantinente fra Malatesta e Don Pasquale. Il Coro sarA� protagonista soprattutto nel terzo atto con il brano introduttivo I diamanti, presto, presto e dando voce ai servi che cantano Che interminabile andirivieni! A�Fresca e godibile la a�?moralea�? dell’ultimo pezzo dove Norina ammonisce insolente che Ben A? scemo di cervello, chi s’ammoglia in vecchia etA�, va a cercar col campanello noie e doglie in quantitA�.

VenerdA� 10 ottobre il direttore d’orchestra entrerA� nel golfo mistico alle 20,30 per dare avvio allo spettacolo. Domenica 12 A? in programma invece una recita pomeridiana con inizio alle 16,00. (F. L.)

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VenerdA� alle 17,30 al a�?Socialea�?A�c’A? il A�FOYER DELLA LIRICAA�

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A�A�A�A�A�A�A�A�A�A�A� Anche per gli spettacoli lirici il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha previsto, in collaborazione con l’UniversitA� degli Studi di Trento, incontri di approfondimento rivolti al pubblico e agli studenti.

VenerdA� 10 ottobre la rappresentazione di A�Don PasqualeA� sarA� preceduta alle 17,30 presso la Sala Medievale del Teatro Sociale da un A�FOYER DELLA LIRICAA� che vedrA� la partecipazione del regista Maurizio Nichetti.

L’incontro sarA� coordinato dal prof. Marco Uvietta, docente di Musicologia e Storia della Musica che, in relazione all’opera in scena a Trento venerdA� sera, cosA� si esprime: A�Ultimo capolavoro ottocentesco del genere buffo prima del ‘Falstaff’ di Verdi, ‘Don Pasquale’ (1843) si distingue fra le ultime opere di Donizetti per il suo carattere compendiario: la consapevolezza storica dello sguardo di un maestro indiscusso su un vocabolario della comicitA� ormai appartenente al passato raggiunge talvolta esiti prossimi alla parodia, alla citazione, alla��autoimprestito, grazie anche a un linguaggio musicale estremamente scaltrito e capace di ogni sfumatura espressiva. I ‘topoi’ consunti della��opera buffa vengono dunque rivisitati in chiave meta-teatrale, offrendo al regista di oggi a�� meta-teatrale per necessitA� o per vocazione a�� una��ampia gamma di possibilitA� interpretative.A�

Nel corso dell’incontro che precederA� la a�?prima assolutaa�? dell’opera, il professor Uvietta punterA� a sollecitare il regista Maurizio Nichetti a esplicitare le sue personali scelte interpretative, al fine di comprenderne meglio le specificitA� e la��originalitA�.

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