venerdì , 26 Aprile 2024

LE PARI OPPORTUNITA’ NON PASSANO DALLA PUBBLICITA’
Anche a Trento la campagna contestata…

dscn0076Ea�� arrivato anche a Trento la tanto discussa campagna pubblicitaria che in questi giorni ha sollevato un gran polverone attorno alla��Azienda di abbigliamento Relish.

La��immagine incriminata raffigura due macho-poliziotti brasiliani che con assoluta padronanza della situazione e del loro ruolo perquisiscono nel dettaglio due belle ragazze. Sguardi seri ed impegnati quelli degli agenti, bocche socchiuse e teste rovesciate per le sensuali donzelle. Per non parlare delle posizioni e delle gestualitA�: dominanti i signori che si muovono con decisione e precisione (logicamentea��ricordiamo che A? pur sempre una perquisizione) e passive/piegate quelle delle signorine che non possono far altro che subire la procedura perquisitoria.

Ca��A? da dire che la��abbigliamento pubblicizzato sembra essere ben fatto e alla��ultima moda ma, purtroppo, A? la��elemento che per ultimo, solo dopo un paio di minuti, colpisce la mia retina ed il mio incredulo cervello. Io, piccola e minuta sovrastata da quel grande cartellone mi interrogo sul senso del suo messaggioa��sicuramente ambiguoa��

Diverse cittA� italiane si sono attivate contro tale pubblicitA�. La prima a ribellarsi A? stata Napdscn0074oli dove si A? addirittura mosso il sindaco Rosa Russo Iervolino che, su sollecitazione degli assessori alle Pari OpportunitA� della Provincia e del Comune, ne ha ordinato la��immediata rimozione. Il sindaco ha poi dichiarato a�?a��mi auguro che anche nelle altre cittA�, analoghe reazioni degli amministratori comunali di tutti i partiti politici, facciano cessare questa scandalosa strumentalizzazione della dignitA� della donna che, fra l’altro, ha generato una controversia diplomatica con il Brasile dove il manifesto A? ambientato“.

E giA�, perchA� a movimentare la��ormai irritata situazione con il Brasile, per non parlare degli ultimi episodi di stupro che echeggiano a�� anche troppo spesso a�� nelle pagine dei giornali e dei tg, ora ci si mette anche la pubblicitA�.

Mi chiedo quindi quali siano le libertA� comunicative concesse ai pubblicitari: A? veramente possibile raffigurare qualsiasi cosa si voglia? Certamente no, dei limiti etici ci sono e per fortuna vengono rispettati. Il problema A? un altro, piA? sottile e sicuramente piA? complicato nella sua soluzione: A? veramente facile arginare la��ostacolo etico-burocratico facendo leva sul non esplicito. Non A? possibile raffigurare in modo diretto un uomo che mette una mano nei posti piA? intimi di una bella ragazza, ma se svestiamo lo stesso concetto del suo a�?abito comunea�? e lo vestiamo a carnevale, allora il messaggio puA? passare. Non prendo un uomo, una donna ed un gesto pseudo erotico, ma piuttosto un poliziotto, una presunta criminale ed una perquisizione. Il gioco A? fatto! Non A? che a forza di cartelloni, spot, colori, scene, teatrini e doppi sensi non siamo piA? capaci di distinguere il provocatorio dalla��offensivo?

Rimane il fatto che ca��A? ancora chi si scandalizza davanti a tali messaggi pubblicitari e chi invece, a quanto pare, non li considera offensivi o quantomeno, diseducativi. E a Trento? Solo io sono rimasta colpita dalla pubblicitA� in questione?

Jessica Ceotto

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21 commenti

  1. Io credo che le cose per cui indignarsi siano altre, la Iervolino dovrebbe avere cose un pò piu serie e concrete di cui occuparsi… io non ci vedo nulla di offensivo, ma capisco che una donna potrebbe esserne un po infastidita.. quello che si vede a me sembra una semplice perquisizione… Dispiace per l’ambientazione, il Brasile, dove hanno già un sacco di problemi e polemiche per la violenza e il modo di operare della polizia….

  2. Cara Jessica, ho inviato poco fa il mio commento ma un errore del server ne ha impedito la pubblicazione, parrebbe, dunque ora riprovo..

    Credo non occorra essere piccole e minute per rimanere quanto meno infastidite, in quanto donne, dal messaggio di quel cartellone pubblicitario, dunque non credo tu sia la sola a porti qualche domanda in proposito. Più che altro ciò che mi sconcerta di più non è in sé il messaggio, discutibile a dir poco, ma il fatto che sia un messaggio di questo tipo a essere ritenuto utile per vendere “meglio” un prodotto commerciale. E su questo sì che credo dovremmo interrogarci bene bene..

    Buon lavoro! Ilenia

  3. la cosa grave è che oramai siamo così abituati a vedere queste scene che non colpiscono nessuno. e la donna diventa sempre più solo un semplice oggetto di richiamo al sesso. poi ci si lamenta per quello che succede in giro.
    quanto al non vederci nulla di offensivo, non penso proprio che i poliziotti perquisiscano in quel modo…

  4. Il mondo si sta imbestialendo… o è sempre stato bestiale?..

  5. giusta la domanda: perchè questo tipo di messaggio dovrebbe aiutare a vendere?

  6. …schifosi sessisti…

  7. la stupidità non a limiti… e purtroppo no si riesce a fermarla, anzi neppure a frenarla!

  8. Ormai siamo circondati da quelle che io stessa considero immagini diseducative… Se immagini come questa vengono usate per pubblicizzare un prodotto, cos’ha fatto diventare reale la convinzione che “tette, culi” e posizioni provocanti possano a oggi vendere piu’ di qualsiasi altra cosa?
    Questo continuo essere permissivi alimenta la corsa a chi osa di piu’! Senza pensare che sono anche gli occhi dei bambini a guardare.
    Fefe

  9. Congratulazioni al primo intellligentissimo commento!!!!!
    …che strano…è un uomo….

  10. …Ragazze non andate indietro di 40 anni please!!!
    La pubblicità in oggetto è forte, è vero, ma non vedo tutto questo scandalo… se fosse violenta come dite che sia le spressioni sarebbero ben altre e soprattutto non avrebbero mai dato autorizzazione a pubblicarla!!!!
    Alla fine se non fosse per la mano del poliziotto nessuno avrebbe avuto nulla da dire… ma quante pubblicità, se analizzate, danno chiari indizi sessulali… vedi A-STYLE o la pubblicità della TIM dell’estate scorsa che vedeva una tipa in costume per pubblicizzare un telefonino, o il silicone Saratoga che mette sotto vetro una donna bellissima nuda…. dai non è colpa nostra se siamo BELLE!!!!
    Impariamo un pò a sdrammatizzare o qui non si vive più… gia la quotidianeità ci regala incubi..

  11. @sandra
    il mondo è sempre stato bestiale e sempre lo sarà…

  12. Non posso che essere d’accordo con Lalla. Il caso in questione è solo un prodotto, e nemmeno dei più volgari, di un mondo pubblicitario che utilizza spesso e volentieri l’allusione alla sessualità. Io, però, mi trovo molto più a disagio di fronte a quei pugni nello stomaco che sono ogni mattina le locandine dei giornali; un sensazionalismo di miserie e drammi che deve far leva sul nostro voyeurismo (perchè di questo si tratta) al fine di farci comprare un giornale. Così si creano mostri quando le indagini sono ancora all’inizio perchè le assoluzioni non fanno notizia, si creano casi quando non è successo nulla e si alimentano fobie che portano la gente ad avere sempre più paura. Se notate, ci sono pure le mode mediatiche del mese: il mese dei pedofili, il mese dei pirati della strada, il mese degli incidenti sul lavoro… Questo è il mese degli stupri. Un caso che questa pubblicità abbia fatto parlare di sé solo ora?

  13. In questi giorni, per dormire e ripararmi dal gelo, mi rifugio spesso nel caldo della stazione ferroviaria di Trento. Per coprirmi uso i quotidiani lasciati da qualche viaggiatore. Proprio su uno di questi giornali, Giovedì scorso ho letto e visto la pubblicità di una marca di jeans, fino ad allora sconosciuta.

    Si tratta di un affissione in cui ci sono due belle ragazze che vengono accerchiate ad un posto di blocco e sono vittime di una perquisizione “pop porno” accurata ad opera di due agenti brasiliani .
    Come Vagabondo girando per le vie della città di Trento ho sempre notato che
    la pubblicità ha sempre giocherellato con la seduzione e la donna è sempre stata complice o vittima di questo gioco. Ci sono tante pubblicità che giocano su questi temi.
    Non sono un conoscitore di marketing ma solo esperto dell’ animo umano in particolare di quello femminile .
    E a questo punto mi sorgono alcuni dubbi:

    Il primo e che la campagna pubblicitaria di questo jeans recita che è “leader in europa” come dice la descrizioni del sito internet su google, ma io, forse perché Vagabondo non l’ ho mai vista alle donne che vengono a passare qualche ora con me.

    Il secondo è quanti compreranno? Quanti hanno visto la collezione? Non si vede in giro. Ci sono solo 3 punti di distribuzione. Rischia di diventare uno di quei prodotti di fast fashion che scompaiono in poco tempo.

    Il terzo è chi siano gli interlocutori di queste campagne. Cioè… non credo che le ragazze che io frequento la sera, si sentano coinvolte o immedesimate da questa pubblicità. Forse questa campagna intercetta di più fantasie maschili. Se così è, con quale risultato? Resto dubbioso…

    Quarto punto .Senza dubbio la campagna parla da se. Hanno ottenuto l’effetto di essere conosciuti. In buona sostanza questa marca fino a qualche mese fa semplicemente non esisteva. Ora la conoscono tutti. Questa pubblicità dei jeans voleva ricreare gli effetti che producevano le campagne pubblicitarie di Oliviero Toscani ai tempi dei famosi maglioni?

    L’a azienda che ha ideato questa campagna sembra piuttosto piccata per l’accaduto, anche se sonoo certi che, sotto sotto, Alessandro Esposito Amministratore Delegato della ditta che produce questa linea di abbigliamento, si stia fregando le mani per il tanto clamore.

    Pochi lo sanno ma Alessandro Esposito guarda caso è membro della famiglia fondatrice del Gruppo Phard, uno dei marchi storici dell’ abbigliamento italiano che in 10 anni è passato da 7 a 500 addetti. E’ questa la storia di Gruppo Phard, che dopo il debutto datato 1986 su idea di Roberto Esposito, attuale amministratore delegato e di suo fratello Alessandro ora direttore creativo della recente linea di jeans, è diventato oggi uno dei gruppi di riferimento del panorama italiano nel fashion system. Focus dell’azienda, che dopo un 2007 chiuso a 100 milioni di euro stima un 2008 a 120 milioni con un utile di 5 milioni.

    Credetemi, sono troppo smaliziati i due per far credere di essere indignati per la reazione della loro campagna.
    Alla prossima.

    Il vagabondo

  14. Jessica Ceotto

    Il fatto che la marca sia pressochè sconosciuta e che quindi il cartellone pubblicitario sia un’ottima startegia per favorirne la discussione e quindi la conseguente conosceza, è piuttosto ovvvio. Sono sicura infatti che i pubblicitari tutto sono, meno che persone sprovvedute o incapaci di fare 2+2,anzi…

    Il problema non è tanto il fatto che si usi un messaggio forte per gridare in faccia alla gente l’esistenza di un nuovo prodotto, quanto piuttosto, che le nuove strategie di comunicazione, per avere successo, debbano continuare a perpetuare vecchi messaggi, in questo caso, quello sessista.

    Ma dai…che belle e belle, non è che la bellezza femminile si esalti solo nel modo in cui qui è stata evidenziata e tantomeno c’è bisogno di ricordare che se non ci fosse stata la mano curiosa di quel polizziotto, non ci sarebbero stati scandali. E’ Logico che non ci sarebbero stati, è prioprio questo il punto! siamo abituati a vedere allusioni sessuali sulla pubblictà e di fatto, non è che la Iervolino o chi come lei si è in questo caso indigato, lo abbia fatto anche per tutti gli altri i casi…il fatto è che, proprio perchè abituati a qusto tipo di comunicazione, la semplice allusione già non è sufficiente per far notare la pubblicyà stessa! Non basta mettere una bella ragazza avvinghiata ad un uomo bellissimo per fare recepire l’effetto magico del profumo reclamizzato, ma ora, visto che tutti usano gli stessi messaggi, devo per forza di cose iniziare a metterci un pizzico di malizia in puù…la mano curiosa, per l’appunto….

    Mi chiedo quale sarebbe stata la reazione se l’immagine in questione avesse rappresentato un adone sensuale i cui slip fossero stati rovistati dalla mano curata di una giovane donna…chissà perchè, questo tipo di messaggio non l’ho ancora mai visto….o mio sbaglio?

  15. Stiamo parlando di vestiti?? Di oggetti?? No perché allora questa pubblicità è vergognosa. Per tutti, uomini e donne.

    Stiamo parlando di un’azienda di vestiti che vende un prodotto. Che pubblicità è questa?? Ma mettete dei ragazzi vestiti a farla la pubblicità, uno in fila all’altro no?? Se siete un’azienda di lingerie prendete pure una bella ragazza o un bell’uomo che così la gente vede anche una bella immagine. Ma stiamo parlando di vestiti, jeans, reggiseni o slip. Nient’altro. Questo teniamo ben presente. Qui invece prima di capire che si tratta di una pubblicità di vestiti bisogna soffermarsi un bel pò. Ma quello che è vergognoso è il messaggio che passa attraverso queste pubblicità. Ossia il messaggio di una moda che usa le donne, che sono dei veri e propri oggetti. E questo è inaccettabile in un mondo come questo, in un periodo in cui sembra che tutti possono fare quello che vogliono e tutti usano gli altri come meglio vogliono. E in un periodo in cui le donne sono al centro dei riflettori, per le violenze quotidiane che subiscono, per i soprusi, noi mettiamo in piazza questo genere di pubblicità?? Ma io mi domando se un bambino lo vede che deve pensare. Penserà che è così che si fa. Non possiamo dire ‘è ma è moda’, ‘è sempre stato così’, perché allora sacrifichiamo i nostri ideali e i nostri valori di rispetto verso donne e uomini che dovrebbero esserci sempre. Se noi lasciamo che per moda, che un vestito passi un messaggi di violenza, sottomissione e strumentalizzazione della figura femminile, che qui è un oggetto, allora non domandiamoci perché i giovani sempre più diventano dei teppisti, fanno bravate contro persone e cose e sono ogni giorno sempre più sbandati e meno rispettosi degli altri. Perché la colpa è di chi permette che questi messaggi passino nella nostra società, e di tutti quelli che non trovano assurda questa pubblicità.

    Permettendo queste pubblicità noi insultiamo la nostra intelligenza, per diventare un mondo di persone che subiscono le leggi di mercato, sacrificando i nostri valori più importanti. E allora se permettiamo questo la domanda di Jessica è legittima: perché non ci sono delle poliziotte che sottomettono degli uomini??

    Stanno sempre più creando un divario tra ciò che siamo, ciò che sono i nostri valori, e ciò che vogliono loro, come vogliono che siamo. E tutto questo per dei vestiti, molto più importanti di una donna. Come la pubblicità insegna.

  16. Sono d’accordo con te, Bluesky.
    Ma cosa centra il tuo intervento con la pubblicità di cui stiamo parlando?!?!?!?
    E’ come se io adesso mi mettessi a dire che questo non è un vero problema e che quello che mi fa star male è la fame del mondo.
    Il fatto che i giornali siano allarmisti e sensazionalisti, non significa che allora qualsiasi tipo di pubblicità vada bene.
    Che stufa essere donna e dovermi sempre confrontare con donne mezze nude in tv che si atteggiano da oche. Dove sono gli uomini mezzi nudi in tv che si atteggiano da oche? A uomini e donne?
    Questa pubblicità è solo il culmine di tutta una serie di atteggiamenti maschilisti nei confronti delle donne, di tutte le donne. Basta giustificarli, per favore.

  17. Ambra, la risposta l’hai già data. La tv è piena di uomini mezzi divi, o divi mezzi uomini, che si atteggiano a fare i playboy tutto muscoli e niente cervello (guarda il GF per averne vari esempi). Pensi che a me, da uomo, siano simpatici? Suvvia, non credo che il maschilismo sia IL problema. Certo, può essere ravvisato in alcune dinamiche pubblicitarie o sociali, ma da qui a dire che le “donne-oggetto” sono il prodotto di questa cultura ce ne passa…

    Uno perchè nessuno ha obbligato quelle modelle (ma non solo) a posare; due perchè così come ci sono i fighetti playboy così ci sono le oche che si fanno “rimorchiare” da loro. Chiedi a queste signorine se proverebbero mai interesse sessuale o di altro genere nei confronti di quelli che chiamano “nerd”. Oppure chiedi loro cosa ne pensano del maschilismo quando si mettono minigonne ad altezza slip prima di andare in discoteca. Libere di farlo, o no? In fondo penso che ognuno col suo corpo ci faccia un po’ ciò che vuole…

    Riguardo al cosa centri il mio intervento con la pubblicità basta che rileggi l’ultima riga di ciò che ho scritto; sono convinto che il caso sia di moda perchè la stampa, per prima, ha alimentato la discussione riguardo a questa pubblicità (magari mi sbaglio, eh). Per tutto il resto ognuno la pensi come vuole, io la prossima volta che la vedrò forse manco mi verrà in mente che era quella oggetto di discussione. E se invertissimo i ruoli quale penseresti che sia il commento dei più? “Magari trovassimo poliziotte così…” Triste o meno non sta a me giudicarlo.

    Come ho già detto sono d’accordo completamente con lalla… Sdrammatizziamo un po’ perchè sennò qui davvero creiamo bufere per tutto. Sono felice che ci siano ragazze che reclamano il loro ruolo facendo leva sulle loro capacità e sulla loro intelligenza. Altre invece fanno leva sul loro corpo mettendosi in mostra e diventando volontariamente “oggetti”. Per fortuna nessuno può obbligare le prime a prestarsi al ruolo delle seconde, così come nessuno può impedire alle seconde di seguire uno schema che, evidentemente, a loro non dispiace. Oppure creiamo una sorta di censura se è quello che preferite. Ma su questo terreno, mi spiace, io non vi seguo di certo. Apprezziamo almeno il fatto che questa pubblicità ci ha fatto “pensare”; in un mondo come quello del marketing da cartelloni e riviste, è una cosa più unica che rara.

  18. In ogni caso il clamore suscitato dalla “censura” ora sta dando ancora più notorietà alla pubblicità stessa.. e chiaramente si tratta di “spot” gratuiti che fanno familiarizzare con il nome della marca.. prima sconosciuta..

  19. IL CASO SUSCITTO DALLA “CENSURA”, COME QUALCUNO AFFERMA, HA COMUNQUE DATO I SUOI FRUTTI VISTO CHE GRAZIE SICURAMENTE ANCHE AI VOSTRI COMMENTI, LA PUBBLICITA’ INCRIMINATA E’ STATA OSCURATA! AVETE VISTO I CARTELLONI IN CITTA’?????? SOPRA LE IMMAGINI DEI POLIZIOTTI E DELLE MODELLE SONO STATI AFFISSI DEI CARTELLONI BINACHI CHE LASCIANO INTRAVVEDERE LA SCENA MA NON L’GETTO DI DISCUSSIONE!!! URAAAAAAAAAAAAA…..

    Io sono felicissima di questo risulatato!

  20. Personalmente credo abbia fatto più notizia l’oscuramento che la pubblicità in sé. In tanti ne hanno parlato ma mi pare che, in quanto donna, le battaglie da affrontare ogni giorno siano ben altre e più importanti.. che i cartelloni sparsi in modesta quantità per la città.

  21. ma scusate qui o ti sta bene la pubblicità o no.. a questo si doveva risp.. non era sui problemi che ci sono nel mondo.. e poi sì ho capito che ci sono problemi più grandi da affrontare.. di dire una cosa così sono capaci tutti ed è una cosa conosciuta ai più.. c’è sempre qualcosa di più importante da fare.. ma credo anche che sia dalle piccole cose che si iniziano a cambiare quelle grandi.. e che cmq se ognuno si impegna nelle sue possibilità a cambiare in meglio una cosa allora sta facendo del bene per tutti.. e questa è la convinzione che ci può far lottare anche contro questi insulti di pubblicità che insultano me, le donne e tutte persone dotate di un pizzico di senno.. l’importante è raggiungere un risultato e forse questo sarà stato anche un inutile problema, ma questa resta una vittoria per chi sosteneva inaccettabili queste scene.. e poi qui di questo si parlava.. dei problemi più grandi ci saranno altri post su cui confrontarci..
    poi faccia pure più clamore l’oscuramento della pubblicità stessa, nessun problema, ma almeno così si può ragionare perché si è fatto questo tipo di censura e spiegheremo a tutti i nostri più che validi motivi..

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