venerdì , 26 Aprile 2024

The Wolf of Wall Street: benvenuti nel branco

600Prima o poi lo prenderA� la��Oscar, Leonardo di Caprio?

ChissA� che la volta buona per questa��attore che, piA? di altri, piA? invecchia piA? migliora, sarA� grazie alla spietatamente divertente corsa -perchA� nel film si corre sempre nella frenesia di soldi, sesso e droghe-The Wolf of Wall Street.

Candidato a miglior regia, miglior film e migliore attore protagonista sembrerebbe avere tutte le carte in regola per almeno una delle tanto ambite statuette dorate, che verrebbe a consolidare ufficialmente la��accoppiata Scorsese-Di Caprio, al quinto film insieme, come vincente.

Le 3 ore di film non si sentono neppure, volano letteralmente sulla poltroncina, senza lasciare mai a chi guarda il tempo di rilassarsi, ma lasciano in uno stato di divertito coinvolgimento soprattutto nella prima parte, che si trascina, mantenendo alta la curiositA�, fino al finale che non delude. PerchA� il film A? caricaturale, eccessivo. Una giostra che travolge in un turbinio di sensi che sostengono una realtA�, lontana da noi, che esiste davvero, celata dietro una serie di cifre mobili sui tabelloni di tutto il mondo. Ogni pasticca, ogni tiro, ogni festino, ogni ennesima parolaccia, risultano necessari per a�?starci dentroa�?, per difendere il senso di appartenenza a quella��impalcatura di pazzia che fabbrica denaro. Anzi, la volgaritA�, o meglio il sesso, cosA� presente nelle immagini e nei dialoghi, diventa veramente necessario al denaro, fino a costituirne una componente inscindibile. Come far lavorare di piA? i propri collaboratori? Motivandoli. Con festini, prostitute, alcool e droga. Quale motivazione puA? essere piA? efficace? E cosa puA? suggellare metaforicamente al meglio quella��orgasmica, eccessiva corsa al denaro?

SA�, A? eccessiva, ripeto, e forse a qualcuno darA� fastidio questo a�?piede pesantea�? sul tasto volgare, assolutamente necessario perA? alla descrizione del meccanismo di un mondo. La volgaritA� A? il codice e la combinazione e il giovane Jordan Belfort, (il broker realmente esistito interpretato da Leo Di Caprio, autore della biografia da cui A? tratto il film) se ne accorge subito, fin dalla sua prima giornata come broker, e ne A? immediatamente attratto. PerchA� significa varcare un limite oltre il quale non ca��A? piA? nessun limite, e il sapore degli scrupoli non esiste. Non per niente Jordan in quella giungla cosA� ben rappresentata nelle primissime scene del film, in breve diventa il lupo, colui che ha un insaziabile appetito (continua sul blog di Silvia Tarter)

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