giovedì , 25 Aprile 2024

Tra Facebook e WhatsAPP: cosa A? cambiato tra ieri e oggi.

I mezzi di comunicazione mettono sempre al centro della cronaca qualsiasi episodio negativo che avviene attorno al mondo delle tecnologie: dalla ragazza che viene picchiata mentre i suoi compagni la filmano, agli adescamenti online da parte di pedofili. Ecco che allora sempre piA? genitori, educatori e inseganti vanno in allarme e vengono organizzate serate formative sul tema, trattando la tecnologia come si tratta il tema delle droghe o della��alcool. In realtA� non ci si rende conto che stiamo vivendo la piA? grande rivoluzione che la��Uomo abbia mai generato nella sua storia. Una rivoluzione che ha coinvolto molti popoli, quasi tutto il mondo e quasi contemporaneamente, e che ha sconvolto, rivoluzionato e riformato la vita di ognuno di noi: la rivoluzione digitale. Non si tratta di un fenomeno di poco conto per cui A? bene aggiornarsi con qualche serata informativa, ma si tratta invece di avere la consapevolezza che viviamo in una��epoca di enormi cambiamenti nello stile di vita umano: dalla��apprendimento alla comunicazione, dalla socializzazione alla sessualitA�, tutti ambiti fortemente rivoluzionati dalle tecnologie digitali.

In questo mare di cambiamenti la generazione di genitori e insegnanti si A? trovata spiazzata, ma non come ai tempi di Gutenberg quando ci vollero decenni prima che il sapere stampato fosse apprezzato mentre si bruciavano colonne di libri in nome del rispetto delle tradizioni. I libri non si sono diffusi con la rapiditA� e la pervasivitA� che hanno avuto le tecnologie: non ca��A? stato tempo per adattarsi, per comprendere la��innovazione, per accettarla. O ci sei non ci sei, o sei connesso o non lo sei, e se non sei connesso, probabilmente hai meno servizi e/o diritti di chi lo A?. Un cittadino digitale puA? prenotare una visita medica, una��udienza, un volo o un hotel via web, puA? restare informato gratuitamente, puA? consultare esperti, comprare o vendere qualsiasi cosa e via dicendo. Un cittadino non digitale dovrA� spendere piA? soldi, anche solo per ricevere ancora le bollette cartacee a casa, e avrA� meno servizi. Ecco quindi che Prensky introduce il concetto di nativo digitale, come colui che A? nato e cresciuto nella��era digitale, in contrasto alla��immigrato digitale, colui che invece in qualche modo prova ad imparare gli strumenti propri della��era digitale. GiA�, prova, perchA� anche chi ci riesce, non avrA� mai la dimestichezza tecnica che hanno i nostri giovani. AvrA� perA? a�� si spera a�� il senso critico, il valore delle relazioni, la capacitA� di attendere e di capire che non tutto bianco e nero, tutto e subito, copia-incolla. Che la��amicizia si crea in un percorso di reciproca conoscenza, non si chiede semplicemente con un clic, che il sesso non A? il video pornografico che si trova in rete, che per litigare A? meglio una scazzottata di un insulto dietro uno schermo. In sintesi, parrebbe che se riuscissimo a unire il senso critico e la saggezza della generazione degli educatori, alla capacitA� e alla dimestichezza tecnica dei giovani, potremmo davvero vivere nel mondo digitale virtuosamente e goderne le potenzialitA� fugandone i rischi.

Nasce allora questo blog, per riflettere su fatti di cronaca, approfondire aspetti psicologici, cognitivi ed educativi in merito al crescere bambini e adolescenti nella��era digitale. Un canale per dare le risposte che i genitori chiedono e gli insegnanti invocano.

Tra Facebook e WhatsAPP: cosa A? cambiato tra ieri e oggi, sarA� un poa�� il filo conduttore del nostro blog, una continua riflessione sulla��epoca in cui viviamo, in cui i social sono ormai la forma di comunicazione indispensabile e prevalente, una��epoca in cui siamo tutti connessi siamo tutti globalizzati digitalmente, ma alziamo i muri tra uno stato e la��altro, ci sono sempre piA? divorzi e, forse, siamo sempre meno capaci di guardarci negli occhi, di stare in silenzio e apprezzare anche una semplice carezza.

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