60 minuti per un’esperienza adrenalinica, ben costruita e immersiva. Una caccia al tesoro originale vi porterA� alla scoperta dei segreti di un agente segreto: da oggi in via S.Pietro A? aperta FUGA – la prima Escape Room di Trento.
di Stefania Povolo
Trovarsi in pochi minuti dal passeggiare placidamente tra le vie di una Trento piovosa, A�al rovistare in un ufficio messo a soqquadro, con un timer che brilla su uno schermo, alla ricerca di un documento costato la vita a un agente segreto: ha dei contorni surreali l’esperienza che abbiamo fatto in anteprima di FUGA Escape Room, nuovo gioco immersivo nato dalla mente di Eva Turk, Paul Sergentu e Emanuele Lise, inaugurato oggi in via S.Pietro 29 a Trento.
I tre ragazzi, ex studenti all’UniversitA� di Trento, innamoratisi delle sfide delle escape room europee hanno voluto portare in anteprima anche all’ombra del Buonconsiglio uno degli intrattenimenti per gruppi e coppie che sta realmente spopolando in italia.
Il perchA� A? presto detto: 60 minuti di tempo per risolvere una serie indefinita di enigmi, intrecciati in una caccia al tesoro al chiuso e in tutta sicurezza, ma ambientata in un contesto credibile, appassionante e veramente divertente.
Noi di Trentoblog durante la prova in anteprima per la stampa, non siamo riusciti a raggiungere il documento ricercato anche dagli assassini dell’agente Tips, e riuscire a completare tutta la missione nel tempo stabilito.
BenchA� sia un’esperienza adatta anche a “deboli di cuore” A? necessario lavoro di squadra, raziocinio, ottime capacitA� di problem solving e una considerevole inventiva. Nei locali che si vanno ad esplorare (sempre se si ha la capacitA� di trovare le chiavi delle porte che li separano) nulla A? lasciato al caso e, anche grazie agli aiuti dati attraverso un provvidenziale walkie talkie, A? impossibile non far salire i battiti nella ricerca degli indizi.
Il costo di 60 euro A? ben giustificato dalla necessitA� di giocare in un gruppo minimo di due fino a sei persone e la percentuale di riuscita molto bassa dei partecipanti ne fa una reale sfida mentale.
Abbiamo chiesto un parere a Eva, titolare di Fuga – Escape Room e tra gli ideatori dei rebus:
In cosa consiste esattamente la tua escape room?
Alla��inizio le escape rooms erano dei videogiochi, poi sono diventate reali portando le persone adA�essere protagoniste del gioco live e non piA? online. I giocatori sono a�?rinchiusia�? dentro una stanza eA�hanno sessanta minuti di tempo per evadere. Per uscire dalla stanza il team (massimo di 6 persone)A�deve risolvere delle prove: prove da��abilitA�, enigmi, trovare oggetti misteriosi e soprattuttoA�collaborare tra loro. Arrivano alla fine solo i gruppi affiatati che usano logica, cultura e intuito.
Oltre una sfida per i partecipanti, Fuga – Escape Room A? anche un’ardita sfida imprenditoriale, nata da zero da 3 laureati che vogliono sperimentare una nuova modalitA� di intrattenimento sano e con grande forza di coesione.
Per ulteriori informazioni e per prenotare i vostri 60 minuti di mistero, non resta che visitareA�fuga-escaperoom.com
Stefania Povolo – Trentoblog.it
Qui forse dimenticate qualcosa… Ma dopo aver speso 60 euro per “provare” solo ad uscire da una stanza entro un ora, cosa accade se si riesce nell’impresa? mi auguro che non si vinca solo una meritata libertà ma una ricompensa da un valore superiore rispetto a quello speso altrimenti non vedo quale sia il divertimento, pagare per giocare a fare “sherlock Langdon” e tentare di uscire da una stanza senza riuscire con molta probabilità a risolvere tutti gli enigmi? Come nei videogiochi, attrazione ludica a cui si ispira l’iniziativa imprenditoriale, in mancanza di un premio finale, non credo valga la pena tentare di fuggire da una stanza dove si può anche non entrare.
… Dopo aver speso 60 euro, che significa 10 euro a cranio per un gruppo di 6 persone (e credimi, è il numero ideale), si passa assieme a un gruppo di conoscenti una piacevole ora. Tutto qui. Non vi sono premi per la riuscita della partita, come non ci sono per le partite a tennis, o a minigolf, o per un happy hour con due drink al bar. Si fa parte della Hall of Fame pubblicata sul sito web della escape room, ma tutto qui. Il premio finale è il tempo piacevole passato assieme, a essere puntigliosi anche un valido allenamento di problem solving e lavoro di gruppo, e il lavoro intellettuale e imprenditoriale di uno staff. Non si tratta di un gioco a premi o di un concorso, ma di un intrattenimento.
Ciao Simone, il bello è proprio giocare, divertirsi, mettersi alla prova sfidando se stessi. Proprio come dici tu, fai lo “Sherlock” e porti l’esperienza del videogioco nella realtà . Da videogiocatore ti assicuro che le persone che giocano lo fanno per il gioco e la soddisfazione personale non per il premio e sicuramente non per i soldi. Anzi quando nel gioco entrano i soldi si perde parte della bellezza e del divertimento. Quello è gioco d’azzardo o professionismo. Ti invitiamo a venirci a trovare e speriamo di riuscirti a far cambiare idea 😀