martedì , 8 Ottobre 2024

TRENTO FILM FESTIVAL e le atmosfere brumose del Sentiero Luminoso di Wu Ming 2

Wu ming e il tour luminoso della��ultimo libro del collettivo di scrittori piA? famoso in Italia A? arrivato anche alla��ombra del Bondone.

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In occasione del Trento Film Festival Andrea Bonetti di MountainBlog li ha incrociati alla presentazione del loro ultimo libro, uscito nelle librerie il 28 aprile che narra di un viaggio avventuroso nel triangolo rosso della��Emilia e li ha intervistati per noi.

 

Partiamo dal titolo del libro: che cosa��A? il a�?sentiero luminosoa�??

Il sentiero luminoso A? un sentiero che porta da piazza Maggiore a Bologna fino a piazza Duomo a Milano: ma perchA� luminoso? Un motivo per cui lo abbiamo chiamato cosA� A? perchA� quando cammini in pianura non A? come in montagna, dove il cammino viene nascosto dalla��ombra di un crinale: in pianura non vi sono ombre, e la��effetto perA� vi fa un poa�� di attenzione A? proprio quello di camminare sempre in piena luce. La��altro motivo A? che lo abbiamo portato alla luce noi. Questo sentiero, infatti, in realtA� non esiste: non A? un sentiero segnato su qualche mappa ufficiale, o meglio, non esisteva finchA� A�non la��abbiamo percorso e tutta��ora non ca��A? ufficialmente.

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Non abbiamo voluto tracciarlo perchA� chi vuole andare a piedi da Bologna a Milano come ho fatto io, A? costretto a compiere numerosi reati: invasione di terreno, violazione di domicilio e quanta��altroa�� e poi la��invito A? quello di tracciare il proprio sentiero. La��invito offerto da questo libro A? proprio quello di scoprire individualmente il proprio percorso. Soprattutto per chi abita in una grande cittA� dovrebbe porsi il problema di uscire dalla propria cittA� a piedi e magari raggiungere una��altra cittA� attraverso il proprio percorso, tracciato secondo le proprie disponibilitA� di tempo e esigenze, andando a piedi anche laddove il territorio non sembrerebbe adatto a percorrerlo camminando. Questo perchA� dove non vi sono sentieri tracciati, a tutta��oggi sono disponibili strumenti digitali che permettono anche a neofiti di sperimentare il mondo della sentieristica, nella tracciatura di sentieri e nella lettura della cartografia.

Quando pensiamo alla montagna, si pensa subito al senso di scoperta, alla voglia di essere i primi a raggiungere la vetta, oppure per mettersi alla prova: perchA� una persona dovrebbe invece camminare da una cittA� a un’altra?

Diciamo che ca��A? una componente di prova anche qui: ca��A? la sorpresa di vedere se il sentiero esiste realmente, e che cosa effettivamente si incontrerA�. Nel tracciamento del sentiero ci si mette molti mesi, soprattutto perchA� ca��A? un grande lavoro di ricerca sul web e di persona, interrogando di abitanti del luogo anche solo per chiedere indicazioni sui sentieri da percorrere unicamente a piedi. La possibilitA� di percorrere sentieri giA� tracciati A? legato al tema di sorpresa, fiducia e sA�, una certa sfida con chi il sentiero lo ha tracciato. A�Le foto aeree e gli altri strumenti che si hanno a disposizione, danno la falsa percezione di controllo totale del territorio. Quando poi perA? si va a sperimentare il territorio stesso, spesso le cose cambiano sensibilmente: una rete che non vedevi, un canale piA? ampio di quello che sembrava e che ti mette alla prova per superarlo. In realtA� gli imprevisti ci sono anche li e la sfida di andare da bologna a milano senza farsi schiacciare da un autotreno, A? una domanda lecita che uno si pone.

Poi secondo me la spinta principale che penso possa muovere altre persone A? di scoprire un territorio che di solito attraversi in un altro modo, facendosene una��immagine differente.

Noi abbiamo quasi tutti la��idea che la pianura padana sia un deposito ininterrotto di capannoni e infrastrutture ormai inevitabile e devastato. Questo perchA� la vediamo sempre dal finestrino di un treno o dalle strade principali che sono costeggiate da capannoni, fabbriche. Ma se usciamo da questi tragitti e soprattutto ci inoltriamo a piedi in mezzo a campi scopriamo che ovviamente in parte A? cosA�, e tra la��altro scopriamo quanto sono terribili certe strutture quando vai a piedi: la��autostrada finchA? la fai in macchina A? un conto, ma quando ti trovi a piedi da una parte e devi andare dalla��altra scopri che A? una barriera invalicabile, un confine di quelli che davvero sono difficili da superare, quasi come una parete di roccia. Dalla��altra parte ti rendi conto invece che ci sono anche tanti altri spazi dove A? piacevole camminare, dove ancora puA? aver senso fare un discorso di salvaguardia del territorio, del paesaggio, dove puA? aver senso cercare di leggere cosa ca��A? scritto nel paesaggio prima di cancellare del tutta questa scrittura. Nel caso in cui vi sia una��ulteriore proposta di creare infrastrutture nella pianura, puoi alzare la mano e dire a�?beh, non ca��A? un alternativa?a�? PerchA� in realtA� non A? che A? tutta capannoni e infrastrutture, non A? giA� distrutta.

Una volta intervistando un trail runner rimasi colpito da una considerazione: mi disse a�?ho fatto 6 o 7 volte il trail sul monte bianco ma non ho mai alzato lo sguardo, e solo alla nona volta quando finalmente lo feci, mi accorsi di quanto era belloa�? anche perchA� se ci si pensa anche negli sport di montagna la velocitA� A? divenuta un must: si cerca di essere i piA? veloci a , i piA? resistenti in spazi lunghi. Di contro invece immagino che un percorso come il tuo sia basato sul vedere anche tutto ciA? che anche la lentezza ci puA? regalare.

SA� io sono convinto che in parte noi non riusciamo piA? a leggere il a�?libro del paesaggioa�? che A? appunto un libro scritto a 4 mani dalla��uomo e dalla natura, che ha un suono, un alfabeto e una grammatica. Questo perchA� in parte non ne conosciamo proprio le regole, in parte anche perchA� sfogliamo quel libro come quando prendi le pagine col pollice e le fai scorrere troppo velocemente, e non riesci a coglierne nulla.

In parte effettivamente A? legato alla velocitA� con cui attraversiamo il territorio. Dalla��altra parte penso anche che sempre di piA? sia necessario cercare di sperimentare dei momenti in cui ci prendiamo un tempo diverso rispetto a quello che ci viene normalmente imposto. Anche se non riusciamo a darcelo per tutta la vita, perchA� molti di noi comunque sono costretti ad andare ai ritmi che vengono richiesti dal lavoro e le relazioni oggi, sperimentare momenti in cui invece questo tempo lo rompi e capisci quello che A? possibile farne, beh in qualche modo te lo fa desiderare anche quando torni a casa. Penso che questo sia un aspetto che va sottolineato.

Molto spesso si chiedono spazi per fare esperienze alternative: chi ha idee, un altro modo di stare assieme, di produrre, di coltivare un terreno, chiede uno spazio per farlo. Ovviamente lo spazio ci vuole, ma secondo me dobbiamo ricordarci che abbiamo bisogno anche di un altro tempo, e che soltanto noi alla fine ce lo possiamo dare e rivendicare.

Prima del a�?Sentiero Luminosoa�? ho fatto il a�?Sentiero degli deia�?, da Bologna a Firenze, e siamo stati sempre vicini alla��alta velocitA�: io cerco sempre di contrapporre quel modo di viaggiare che pure ogni tanto sono costretto a sposare anche io, anche perchA? non ti danno molte alternative se vuoi andare da Bologna a Milano, con un modo di viaggiare diverso che secondo me permette di capire altre cose.

Parlando proprio di percorsi di tempistiche, di avventure, a che punto A? la vostra esperienza letteraria?

Siamo a un punto di svolta direi: nel senso che con la��uscita del nostro ultimo romanzo storico, intitolato la��armata dei sonnambuli, scritto a 8 mani, sentiamo il bisogno di provare a fare qualcosa��altro. Riteniamo che quel tipo di romanzo storico, esplorato ormai dalla metA� degli anni 90, sia stato frequestato da noi a sufficienza.

In qualche modo sentiamo di aver raggiunto il nostro massimo. E di non aver almeno noi altri margini di miglioramento in quel campo specifico. Ci piacerebbe provare a cambiare genere, tipo di narrazione e stiamo un poa�� pensando a questo. Nel frattempo sicuramente abbiamo scritto un poa�� di libri giA� diversi, che forse non sono la strada che definitivamente prenderemo

Da un lato a�?la��invisibile ovunquea�?, che A? un libro che comunque ha a che fare con la storia perchA� riguarda la prima guerra mondiale, ma A? raccontato in una maniera piuttosto diversa rispetto ai romanzi storici che di solito scriviamo, sia questa antologia di racconti per bambini, che si chiama a�?Canta la mappaa�?, dove si racconta anche di montagne, perchA� la��idea A? quella di far raccontare i luoghi, e i luoghi raccontano le storie che se ne possono estrarre. Sono sicuramente qualcosa di piuttosto diverso da quello fatto fino adesso, ma siamo ancora in cammino.

Per rimanere in contatto con Wu Ming, visita http://www.wumingfoundation.com/

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