martedì , 30 Aprile 2024

Maurizio Scaparro presenta
la tragica quotidianitA� de La coscienza di Zeno

600Proseguono al Teatro Auditorium gli appuntamenti con la Stagione di Prosa 2013-2014 organizzata a Trento dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. GiovedA� 6 febbraio la Compagnia del Teatro Carcano di Milano proporrA� LA COSCIENZA DI ZENO, una scrittura scenica di Tullio Kezich tratta dal romanzo omonimo di Italo Svevo. Nella parte del protagonista, Zeno Cosini, sarA� Giuseppe Pambieri. La regia A? di Maurizio Scaparro. Si replica venerdA� 7 (ore 20,30), sabato 8 (ore 21,00) e domenica 9 febbraio (ore 16,00).

Italo Svevo, Tullio Kezich, Maurizio Scaparro, Giuseppe Pambieri: A? firmato da un poker di nomi davvero di grande prestigio lo spettacolo che andrA� in scena a Trento da giovedA� 6 a domenica 9 febbraio al Teatro Auditorium. Inserito nel cartellone della Stagione di Prosa organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, LA COSCIENZA DI ZENO A? una produzione del Teatro Carcano di Milano che giA� nel corso della passata stagione ha ottenuto favori unanimi da parte di pubblico e critica.

Pubblicato a Trieste nel 1923 e ritenuto il romanzo piA? maturo e originale di Italo Svevo, La coscienza di Zeno abbandona il modulo romantico ottocentesco e, come nel caso di Musil o del pirandelliano Mattia Pascal, di Joyce o di Proust, ai quali pure A? stato accostato, introduce la��aspetto tutto novecentesco della��introspezione. Dal romanzo narrato da una voce anonima ed estranea al piano della vicenda, si passa a una narrazione in prima persona che non presenta gli avvenimenti nella loro successione cronologica lineare, ma inseriti in un tempo tutto soggettivo che mescola piani e distanze.

Nella sua opera piA? conosciuta, Svevo affronta un viaggio nella mente umana, un percorso nella malattia e nella cura; ci parla della��insoddisfazione e della��inquietudine della��uomo che si percepisce come corpo estraneo della societA�, fornendo il ritratto di una��epoca e, insieme, quello di una��umanitA� senza tempo.

Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile, ma anche crogiolo culturale della Mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la prima guerra mondiale, il romanzo si apre con la Prefazione: lo psicanalista dottor S. induce il paziente Zeno Cosini, vecchio commerciante, a scrivere una��autobiografia come contributo al lavoro psicanalitico. E poichA� il paziente si A? sottratto alle cure prima del previsto, il dottore pubblica, per vendicarsi, il manoscritto, articolato in sei episodi.

A�Il fumoA� racconta dei vari tentativi attuati dal protagonista per guarire dal vizio del tabagismo, che rappresenta la debolezza della sua volontA�, senza perA? essere mai riuscito ad accendere a�?l’ultima sigarettaa�?. Ne A�La morte di mio padreA� A? raccontato il difficile rapporto di Zeno con il padre, che culmina nello schiaffo dato al figlio dal genitore morente. In A�Storia del mio matrimonioA� Zeno A? alla ricerca di una moglie. Frequenta casa Malfenti e si innamora di una delle quattro figlie del padrone di casa, Ada, la piA? bella. Viene perA? respinto e, dopo essere stato rifiutato da una��altra sorella, viene accettato dalla materna e comprensiva Augusta.

Nel capitolo A�La moglie e la��amanteA� Zeno rievoca invece la relazione con Carla; egli non sa decidersi fra la��amore per la moglie e quello per la��amante, finchA� non sarA� questa��ultima a troncare il rapporto. Il capitolo A�Storia di una��associazione commercialeA� A? incentrato sulla��impresa economica avviata con il cognato Guido, a cui Zeno non riesce a perdonare di aver sposato Ada, di cui era innamorato. Qui terminano i capitoli del memoriale. Zeno, abbandonato lo psicanalista, scrive poi un altro capitolo, intitolato A�PsicoanalisiA�, in cui spiega i motivi della��abbandono della cura e proclama la propria guarigione. In quanto a�� spiega a�� a�?La vita attuale A? inquinata alle radici e la��unico mezzo per essere sani A? la��auto-convicimento di esserloa�?. Chiude il romanzo l’apocalittica previsione di una catastrofe, prodotta dagli ordigni di una guerra e che travolgerA� l’Europa.

Alla��interno di una��autobiografia che appare come il gigantesco tentativo di auto-giustificazione da parte di un uomo inetto che vuole dimostrarsi innocente da ogni colpa nei rapporti con gli altri, Zeno si racconta in modo cosA� ironicamente disincantato e distaccato da far apparire la��esistenza tragica e comica insieme.

Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della societA�, pieno di tic e di nevrosi, sempre alla ricerca di un modo di essere plausibile in un mondo che sembra sfuggirgli, Zeno si dichiara a�?malatoa�?, ma la sua malattia A? tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita egli riesce perA? sempre a mantenere un atteggiamento distaccato (a�?La vita non A? nA� brutta nA� bella, ma A? originalea�?) che gli permetterA� di capirla meglio e, quindi, di crescere.

Maurizio Scaparro fa proprio lo storico adattamento realizzato nel 1964 da Tullio Kezich che, rimanendo fedele al romanzo, riuscA� a valorizzarne lo spirito e a trasferirne le strutture teatrali in una commedia che scorre, divertente e malinconica, fino al bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l’inutilitA� di quella guerra che, di lA� a poco, avrebbe rivoluzionato tutto. Nella sua nitida ed elegante regia, Scaparro (presente nella Stagione teatrale di Trento fin dal 1971 quando diresse il Teatro Stabile di Bolzano ne a�?L’ultima analisia�? di Saul Bellow) vince in scioltezza la non facile scommessa di portare sulla scena il capolavoro di Svevo, non catalogabile come romanzo da��azione o da��intreccio, bensA� come libro da��iniziazione e introspezione.

Tratteggia con tocchi insieme ironici e meditativi il personaggio di Zeno Cosini, Giuseppe Pambieri, attore tra i piA? versatili del nostro teatro che gli appassionati trentini della prosa hanno iniziato ad applaudire giA� nel 1981 quando interpretA? sul palcoscenico del vecchio a�?Socialea�? il ruolo di Petruccio ne La bisbetica domata di Shakespeare in un allestimento di Marco Parodi che vedeva impegnata anche la moglie, Lia Tanzi, nel ruolo di Caterina.

Accanto a Pambieri, sono in scena ne LA COSCIENZA DI ZENO Nino Bignamini (il dott. S./Giovanni Malfenti); Giancarlo CondA� (il dott. Coprosich/Enrico Copler); Francesco Wolf (Guido Speier); Raffaele Sincovich (Luciano); Anna Paola Vellaccio (La signora Malfenti); Antonia Renzella (Augusta Malfenti); Guenda Goria (Ada Malfenti); Margherita Mannino (Alberta Malfenti); Silvia Altrui (Anna Malfenti) e Marta Ossoli (Carla Gerco).

Le scene sono di Lorenzo CutA?li e i costumi di Carla Ricotti. Le musiche originali portano la forma prestigiosa di Giancarlo Chiaramello, compositore e direttore d’orchestra che, oltre ad aver curato durante gli anni ’60 e ’70 gli arrangiamenti per cantanti e gruppi musicali di successo quali Milva, Claudio Villa, Sergio Endrigo, i Delirium e i New Trolls, ha collaborato al cinema e in teatro con alcuni fra i maggiori registi italiani e stranieri.

GiovedA� 6 e venerdA� 7 febbraio il sipario del Teatro Auditorium si alzerA� alle 20,30. Sabato 8 l’inizio dello spettacolo A? previsto invece per le ore 21, mentre domenica 9 A? in programma alle ore 16,00 la recita pomeridiana. (F. L.)

VenerdA� 7 febbraio appuntamento con A�FOYER DELLA PROSAA�

Proseguono presso la Sala Medievale di Palazzo Festi (Teatro Sociale) i A�FOYER DELLA PROSAA�, incontri di approfondimento, discussione e dibattito curati, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara, dalla professoressa Sandra Pietrini e dal dott. Michele Flaim del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’UniversitA� di Trento e rivolti, oltre che agli studenti, a tutte le persone interessate al teatro e alla comunicazione culturale.

VenerdA� 7 febbraio alle 16.30, a margine della rappresentazione de LA COSCIENZA DI ZENO, A? previsto un incontro/dibattito con gli interpreti dello spettacolo che sarA� coordinato dalla Prof.ssa Sandra Pietrini dell’UniversitA� degli Studi di Trento.

Trento, 3 febbraio 2014

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