martedì , 16 Aprile 2024

COMPAGNIA ATIR: Il Ritratto della Salute

600Tocca alla compagnia ATIR di Milano affrontare il palco del Teatro Portland di Trento. Lo farA� con Il Ritratto della Salute, uno spettacolo sui temi della malattia e il senso della vita. L’attrice Chiara Stoppa guidata da Mattia Fabris sarA� in scena venerdA� 28 febbraio alle 21.00.

Chiara Stoppa racconta una storia, la sua storia e basta. Niente fronzoli, solo una punta da��ironia qua e lA�. Ironia catartica, ben guidata dalla regia di Mattia Fabris. Una��ottima attrice alle prese con la messa in scena di sA� stessa, con una��energia percepibile in ogni momento del testo, da quelli piA? leggeri a quelli nudi, impietosi, che affrontano senza riserve il tema della malattia, di una malattia a�� il cancro a�� su cui in mondo ha posto un tabA?.

Anche la grande attrice Franca Valeri ha avuto a che fare con questo spettacolo e scrive: a�?Un giorno Chiara A? venuta a trovarmi. Si A? seduta sul mio letto e mi ha recitato il suo a�?ritratto della salutea�?. Una tragica esperienza personale in un monologo che, con una comicitA� disarmante, ci infligge una profonda e sobria commozione. Questa ragazza coraggiosa A? un autore di teatro.a�?

Dalle note di regia di Chiara Stoppa:

ChissA� coma��A? essere malati? Malati di tumore? Un giorno me lo chiesi. E poi…
Quando i medici mi dissero che avevo pochi mesi di vita, iniziai a pensare a cosa dire ai miei amici, alle persone a me care, per un degno saluto. Poi decisi che era meglio alzarsi dal letto, era meglio stare meglio, era meglio vivere no? E… ad ogni modo, ora, dopo molto piA? che pochi mesi, sono qui. In piedi, con una storia da raccontare.

E sono qui per questo. Dopo la mia guarigione, la gente mi cercava. Amici e sconosciuti. Mi chiamavano. Volevano sapere. Conoscere la mia storia. Che non A? molto diversa da quella di altri. Ma unica in quanto personale.

Ho incontrato molte persone. Ho parlato con loro. Ai tavolini di un bar. Per strada. Al parco. Parlavo. Raccontavo. Di me. Con la difficoltA� di ripetere ogni volta la mia storia. Ma intravvedendo negli occhi degli altri la luce della speranza. Si sentivano capiti, protetti, ascoltati.

E cosA� ogni volta che mi cercavano, ripetevo, parlavo, raccontavo. Ma non A? poi questo il mio lavoro? Faccio l’attrice. Racconto e faccio vivere ogni volta una storia. Questa volta A? semplicemente la mia storia. Il problema di scriverla A? stato superato aspettando la persona giusta. Mattia Fabris, amico e compagno della compagnia ATIR mi lesse alcune cose scritte da lui. Belle. Divertenti. Mi accendevano la fantasia. Gli parlai e accettA? questa sfida. Darmi una voce scritta. Capire come raccontare e cosa raccontare della mia storia. Che vuole parlare a tutti. Scriverla per portarla in giro con me. Incontrare le persone. Tramite il teatro, che A? il tempio della��incontro. Nessun elisir di lunga vita, nessuna formula magica. Solo una ragazza di 25 anni che affronta una malattia. E quando le dicono che sta per morire decide di affrontare sA� stessa.

La malattia come passaggio. Come un viaggio in una terra lontana. Un viaggio dal quale a volte si torna indietro. Almeno per me A? stato cosA� e, come scrive Carver in una sua poesia: a�?…e che te ne sono grata, capisci? E te lo volevo dire.

A fine serata degustazione di vini offerta dalla Cantina Vivallis. Lo spettacolo si terrA� presso il Teatro Portland in Via Papiria, 8 a Trento VenerdA� 28 febbraio alle ore 21.00. Intero Euro 12, ridotto per chi A? iscritto alla newsletter del Portland o per chi possiede la Carta in Cooperazione Euro 10. Ridotto studenti Euro 8. I soci del Portland (quota associativa Euro 20) possono entrare a tutti gli eventi a Euro 6.

Per informazioni e prenotazioni
Teatro Portland
via Papiria 8 a�� 38122 a�� Trento
tel. 0461 924470 – email info@teatroportland.it – web www.teatroportland.it

Vedi anche

A Rovereto l’Urban Festival Summer Edition 2019

Venerdì 28 giugno 2019 a partire dalle 18.00 nel centro storico della città di Rovereto, …

Un commento

  1. Per Chiara: un premio non solo al coraggio di parlarne, ma, prima ancora, per la pratica di un pensiero libero e indipendente.
    con affetto
    Crem

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *