giovedì , 25 Aprile 2024

SIMONE CRISTICCHI racconta gli esuli istriani al Teatro Sociale di Trento dal 3 al 5 dicembre

 

Simone Cristicchi sarA� in scena da giovedA� 3 a domenica 6 dicembre 2015 al Teatro Sociale di Trento A�MAGAZZINO 18A�, terzo appuntamento con la Stagione di Prosa 2015/2016 del Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

600 cristicchi

Si tratta di un a�?musical civilea�? scritto e interpretato da Simone Cristicchi. La regia A? di Antonio Calenda.

 

Il cartellone a�?Grande Prosaa�? del Centro Servizi Culturali S. Chiara porta a Trento, a partire da giovedA� 3 dicembre, uno spettacolo che, nel corso della passata stagione, ha ottenuto consensi unanimi nei maggiori teatri italiani. A partire da Trieste dove questa produzione di Promo Music e del Teatro Stabile A�del Friuli Venezia Giulia ha debuttato preceduta da roventi polemiche politiche, A�rimbalzate con clamore anche sui media nazionali. Questo perchA� A�MAGAZZINO 18A�, un monologo scritto e interpretato da Simone Cristicchi, affrontava per la prima volta in una cosA� esplicita forma teatrale, una pagina dolorosa del Novecento, quella della��esodo giuliano dalmata. Tema dunque ancora sensibile, che il cantautore romano a�� aiutato nella stesura del testo dal giornalista Jan Bernas a�� ha perA? affrontato superando gli schemi ideologici e mettendosi invece dalla parte di quegli italiani che nel 1947 furono cacciati dall’Istria e dalla Dalmazia. E cosA�, al termine dello spettacolo, non vi A? mai stata polemica alcuna: solo applausi e una��emozione positiva in cui si sono sciolti livori e pregiudizi.

Il Magazzino 18, da poco riaperto al pubblico al Porto Vecchio di Trieste, A? un luogo particolarmente straziante in quanto affida la a�?memoriaa�? di quanto A? successo a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianitA�. Una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta a�?Servizio Esodoa�?. Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi. Oggetti comuni che accompagnano lo scorrere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dalla��esodo.

Con il trattato di pace del 1947 la��Italia perdette, infatti, vasti territori della��Istria e della fascia costiera, e oltre 300.000 persone scelsero a�� davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni a�� di lasciare le loro terre natali, destinate a essere jugoslave, e di proseguire la loro esistenza in Italia. E cosA� intere famiglie impacchettarono le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le cittA�, le case, le radici affrontando un futuro fatto di difficoltA�, povertA�, insicurezza, e spesso di sospetto.

Simone Cristicchi ha deciso di ripercorre questa pagina scarsamente frequentata della nostra storia in un testo che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli a�� senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo a�� lasciavano le loro proprietA�, in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso.

Coadiuvato nella scrittura da Jan Bernas e diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, Cristicchi parte proprio da quegli oggetti privati, ancora conservati al Porto di Trieste, per riportare alla luce ogni vita che vi si nasconde. La narrazione passa da una storia all’altra cambiando registri vocali, costumi e atmosfere musicali, in una koinA�e di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una nuova forma.

A�Sono sempre partito da grandi silenzi a�� scrive Simone Cristicchi a�� quelli del manicomio, delle miniere, delle guerre mondiali. Dal giorno in cui attraversai il vecchio portone del Magazzino 18 sono stato ossessionato dal silenzio imbarazzante che respirai lA� dentro, tra le masserizie degli esuli in fuga dalla Jugoslavia dal 1947. La��esodo di italiani cancellati dalla storia. O la vicenda pressochA� sconosciuta dei cosiddetti a�?rimastia�?, che fecero la scelta opposta. La guerra di invasione voluta dal fascismo. Poi, le foibe e la strage di Vergarolla, la piA? grave mai accaduta in Italia. La piccola Marinella Filippaz, morta di freddo nel Campo Profughi di Padriciano nel 1956. Il sogno infranto dei 2000 monfalconesi che credevano in un sol della��avvenire che poi non A? mai sorto, ma si A? spento nel lager titino di Goli Otok. a�?Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani…a�? Con la��aiuto di Jan Bernas, mi sono immerso nella��umanitA� sconvolta da questo uragano della Storia, un esodo che le ideologie hanno strumentalizzato fin troppo, un dolore che non puA? avere un colore politico, ma solo rispetto; una storia che in qualche modo aspettava e meritava di essere narrata e cantata, dopo settanta��anni di oblio.A�

A�MAGAZZINO 18A� A? stato pensato come un’opera di a�?educazione alla memoriaa�? in cui Simone Cristicchi interpreta vari personaggi e canta i brani inediti scritti per lo spettacolo. Le musiche di scena, composte e arrangiate da Valter Sivilotti, sono state registrate dalla A�FVG Mitteleuropa Orchestra. SarA� in palcoscenico anche un coro di ragazzi: nelle quattro recite in calendario al a�?Socialea�? di Trento il cantautore romano sarA� affiancato dal Coro Notemagia di Lizzana diretto da A�Nazarena Raos e Eleonora Barozzi. Le scene sono di Paolo Giovanazzi e Nino Napoletano ha ideato il disegno delle luci.

Attraverso il doppio linguaggio della musica e della parola il pubblico potrA� seguire la��avventura di uno sprovveduto archivista romano, inviato dal Ministero al Magazzino 18 di Trieste per redigere un inventario; incontrerA� lo a�?spirito delle masseriziea�? e gli altri protagonisti nascosti tra gli oggetti. Video-proiezioni, musica, canzoni e fotografie lo accompagneranno verso un finale che A? un tributo alle vittime, e allo stesso tempo la visione di un futuro possibile. Uno spettacolo, che non fa sconti a nessuno e che proprio in virtA? di questo si prefigge una auspicabile pacificazione tra le parti.

A�MAGAZZINO 18A�, che ha ottenuto il Premio a�?Le Maschere del Teatroa�? quale spettacolo con le migliori musiche fra tutti quelli prodotti in Italia nella passata stagione, sarA� occasione per il pubblico trentino di scoprire la complessa personalitA� artistica di Simone Cristicchi, che molti conoscono soprattutto per la sua fortunata attivitA� di cantautore che lo ha portato a vincere nel 2007 il Festival di Sanremo con il brano Ti regalerA? una rosa e ad ottenere il successo discografico con molte altre canzoni quali Vorrei cantare come Biagio, Studentessa universitaria, La prima volta che sono morto.

GiovedA� 3 dicembre il sipario del Teatro a�?Socialea�? si alzerA� su A�MAGAZZINO 18A� alle 20,30. Sono previste repliche venerdA� 4 e sabato 5 dicembre, sempre alle 20.30, e domenica 6 dicembre con inizio alle ore 16.00. A�(F. L.)

 

VenerdA� 4 dicembre A�FOYER DELLA PROSAA�

 

La rappresentazione dello spettacolo sarA� accompagnata, nel pomeriggio di venerdA� 4 dicembre presso la Sala Medievale del Teatro Sociale, da A�FOYER DELLA PROSAA�, incontro di approfondimento critico che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia della��UniversitA� di Trento. La discussione sarA� introdotta dal prof. Gustavo Corni.

La partecipazione A? libera e aperta a tutti e l’appuntamento, al quale interverrA� Simone Cristicchi, A? fissato per le ore 17,30.

Vedi anche

A Rovereto l’Urban Festival Summer Edition 2019

Venerdì 28 giugno 2019 a partire dalle 18.00 nel centro storico della città di Rovereto, …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *