sabato , 27 Aprile 2024

VIVIAN MAIER a�� la fotografa dal A�a�?talento nascostoa�?

600 vivian maier

 

a�? Sono una specie di spia a�?

 

Si A? conclusa il 18 giugno a Roma la��attesissima mostra retrospettiva a�?Una fotografa ritrovataa�?, ospitata fino al 18 giugno dal Museo in Trastevere in via Santa��Egidio; una��esposizione A�che riscostruisce il lavoro fotografico della grande e, fino a poco tempo fa, sconosciuta Vivian Maier.

Ma chi era Vivian Maier? Gli uffici della��anagrafe di Chicago la individuano come una tata, o meglio una baby sitter di Rogers Park, grazioso sobborgo di Chicago; una bambinaia dal volto austero, dai capelli raccolti dietro la nuca sotto la��immancabile cappello, con i colletti chiusi fino alla��ultimo bottone e con le scarpe dallo stile maschile. Una a�?zitellaa�? priva di amicizie e di ambizioni, con la passione per la fotografia e per la sua fotocamera Rolleiflex, la��unica da lei posseduta. Una vita quindi tutto sommato scialba, monotona e condizionata da difficoltA� economiche, ma circondata da una fin troppo evidente normalitA� che ha contribuito a creare prima intorno a lei, e in seguito intorno alle sue opere, un alone di mistero ricco di fascino. A�Con la sua macchina fotografica sempre al collo, Vivian Maier scattava compulsivamente ritraendo le cittA� dove aveva vissuto, New York e Chicago, cogliendo con il suo occhio attento la��attimo fuggente della��umiliazione di relitti umani abbandonati a se stessi tra i vapori della��alcol e del traffico, e di belle donne eleganti come indossatrici, collezionando con una assiduitA� quasi maniacale istanti di vita. Trascinava il suo bagaglio di duecento scatoloni di fotografie, rullini ancora da sviluppare e pile di giornali da una famiglia alla��altra riempiendo cantine e ovviamente anche la sua stanza. Ma per quale motivo e per fare cosa? Niente, assolutamente niente, se non accumulare ricordi solo per se stessa. Il suo sguardo era curioso, attratto dai piccoli dettagli, dai particolari della vita che scorreva per strada davanti ai suoi occhi.

Le 120 fotografie in b/n selezionate fra migliaia ed esposte a Roma al Museo in Trastevere, sono immagini potenti, di una bellezza che affascina e che solo una grande fotografa poteva fare. Non sono mai state esposte nA� pubblicate mentre lei era in vita e quasi tutti i suoi rullini sviluppati. Furono perA? da lei conservati gelosamente come il bene piA? prezioso senza che questo enorme numero di immagini fosse mai stato mostrato e condiviso o utilizzato per comunicare con il prossimo. Questo forse anche per mancanza di fiducia nelle proprie capacitA� fotografiche. Nel 2007 perA? Vivian Maier passA? da baby sitter per mestiere a fotografa per vocazione: fotografa tanto grande quanto enigmatica. Avvenne quando un certo John Maloof, agente immobiliare, acquistA? durante una��asta una parte della��archivio della Maier confiscato per mancati pagamenti dovuti alle ristrettezze economiche in cui visse negli ultimi anni. Maloof fu ignaro del valore delle fotografie e dei rullini ancora da esaminare, e con una punta di delusione, accantonA? temporaneamente il suo ingombrante acquisto, dopo aver trovato su delle buste il nome della proprietaria, senza perA? trovare riscontro della sua esistenza. In quella��anno Vivian, ormai anziana e priva di luciditA�, scivola sul ghiaccio e dopo poco, il 21 aprile del 2009, muore per le conseguenze di quella�� incidente.

Nel frattempo John Maloof, visto il necrologio e individuata la��autrice di quella��immenso materiale, sviluppA? e scannerizzA? le migliaia di quelle sorprendenti immagini della��America e della��Europa degli anni a��50 e a��60. Scorci di New York e soprattutto di Chicago. Niente paesaggi, ma quasi sempre personaggi: tanti bambini, tanti anziani, operai, mendicanti e ubriaconi; uno straordinario quadro della societA� americana ritratta nella quotidianitA� del dopoguerra. A�E tra le migliaia di immagini, spesso anche il volto di una donna riflessa in uno specchio o vetrina che non sorride mai, con una Rolleiflex al collo: A? lei, Vivian Maier, la fotografa misteriosa, la fotografa ritrovata che non A? mai venuta a conoscenza del suo talento nascosto. A�A�A�A�A�A�A�A�A�A�A�

Enrico Fuochi

 

per visualizzare le foto clicca qui

 

 

Vedi anche

HERBERT LIST – il fotografo a�?metafisicoa�?

a�?Come un buon pittore non tenta di ricreare sulla tela con il suo pennello una riproduzione fotografica, alla stessa stregua il buon fotografo non deve dipingere con la propria macchina".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *