martedì , 23 Aprile 2024

STERILIZZAZIONI, ABORTI FORZATI, TORTURE, SUICIDI, TRATTA DI ESSERI UMANI: Cosa vuol dire essere donne e bambini in Cina.
Intervista a Francesca Romana

strage-di-innocenti_copertinaLa politica del figlio unico in Cina non significa esclusivamente controllo demografico ma, una serie di conseguenze socio-culturali che anno dopo anno stanno profondamente segnando la psicologia della popolazione, il suo sviluppo socio-economico e, soprattutto, sta drasticamente calpestando qualsiasi tipo di Diritto Umano.

Nel corso dell’audiointervista Francesca Romana (curatrice del volume Strage di Innocenti. La politica del figlio unico in Cina, un’indagine promossa da Laogai Research Foundation) racconta le brutali procedure di sterilizzazione e di aborto forzato a cui le donne cinesi vengono sottoposte, i monitoraggi della loro attivitA� sessuale, le torture, le modalitA� di uccisione dei bimbi nati ‘senza autorizzazione‘, il controllo del genere dei nascituri e le conseguenze che questi fenomeni generano a livello macrosociale. Suicidi, depressioni, crescita zero della popolazione, difficoltA� economiche, di creazione di un nucleo famigliare, tratta di esseri umani.
Un’intervista dura, da ascoltare fino in fondo.

Ascolta l’intervista a Francesca Romana sulla TrentoBlog.TV.

Intervista di Jessica Ceotto

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8 commenti

  1. Testimonianze tremende… grazie a chi lavora per diffonderle, per non lasciare le coscienze indifferenti.

  2. … Continuate nel migliore dei modi…

  3. Quello che non capisco è: se la popolazione cinese vive continuamente sotto la pressione psicologica non solo del controllo delle nascite ma anche per via delle diverse ed insulse motivazioni per le quali possono finire in un laogai, come è possibile che gli stessi cittadini siano poi così disponiobili a vendere all’estero, grazie agli innumerevoli negozietti, i prodotti che sono stati confezionati anche col sangue dei propri parenti che vivono nei campi di concentramento???
    E’ ovvio che tutti devono trovare il modo con cui andare avanti e avere di che mangiare, ma comunque se veramente tutti soffrono di queste condizioni, direttamente o non, non riesco proprio a concepire con quale coscienza possano alimentarne la riproduzione. Perchè non boicottando il sistema evitando di aprire continuamente negozi e negozietti??? soldi? sempre e solo per soldi? Se mio padre, zio, nonno, parente, conoscente fosse prigioniero in un laogai, diffcilmente riuscirei a venderne i prodotti…anzi….
    Forse mi manca qualche elemento…non vorrei giudicare, ma solo capire…grazie.

  4. Grazie per il suo commento Beatrice. Vi sono alcune considerazioni da tenere presente. In Cina, cca 20% della popolazione è composta da ricchi, burocrati del partito e imprenditori mentre l’80% è povero, soprattutto nelle campagne. Chi fa affari ed esporta sono la minoranza che lavora con le multinazionali a svantaggio delle centinaia di milioni di lavoratori e contadini cinesi sfruttati nei laogai e nelle imprese lager ed a svantaggio delle decine di milioni di disoccupati occidentali. In occidente, i cinesi che aprono negozi e negozietti generalmente non fanno commercio al dettaglio ma lavorano come grossisti in traffici spesso “strani” se non totalmente illegali. I Cinesi all’estero sono generalmente – non sempre – collegati al partito. In breve chi fa gli affari è una minoranza che sfrutta il resto del popolo. Per sua informazione vi sono, secondo fonti governative, piu’ di 80,000 casi di rivolte popolari all’anno in Cina, ossia da 200 a 300 al giorno contro la corruzione, la politica del figlio unico, l’esproprio delle terre e lo sfruttamento dell’ambiente e del popolo a scopo di profitto. Il regime cinese si regge principalmente grazie al sostegno dell’occidente. Lo stesso disse ripetutamente Solzenicyn, il famoso dissidente russo, riguardo al sistema sovietico. Resto a sua disposizione. Toni Brandi-Laogai Foundation

  5. la ringrazio per l’esaustiva risposta….non ci rimane che sperare che la gente si renda conto di cosa c’è dietro l’economicità dei commerci cinesi…basterebbe iniziare a boicottare i negozi cinesi e quelli italiani che pur dietro una facciata apparentemente “migliore” vendono in realtà gli stessi identici prodotti….

  6. Esattamente ! Ma sono le autorità politiche che devono (e possono !) subordinare gli accordi commerciali con la Cina al rispetto da parte della stessa di tutte le convenzioni internazionali firmate ma mai rispettate. Le invio un articolo che è apparso recentemente su un quotidiano dove si parla ancora di dumping mentre dumping non è … è lo sfruttamento umano ed il lavoro forzato che da competitività alla Cina. Veda http://www.laogai.it/?p=12121

    Cordialmente e buona serata

    Toni Brandi

  7. Posizione molto farisaica.
    E le multinazionali con base in occidente e produzione in Cina e capitali nei paradisi fiscali?

  8. La stessa identica situazione. Sono principalmente le grandi imprese, le multinazionali, che investono o producono in Cina, con base in occidente o nel paese asiatico, che sono i beneficiari, insieme al partito Comunista Cinese, di questo traffico che è immorale ed anche molto dannoso alla ns economia, particolarmente nel contesto dell’attuale crisi economica. Lo ha anche spiegato questi giorni al Meeting di Rimini Harry Wu, che ha trascorso ben 19 anni nei Laogai. Cordialmente. Toni Brandi

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