Una nuova Età dei Comuni, ad iniziare da Trento e da Riva del Garda
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2025 @ 2:45 pmMia lettera odierna al Direttore del quotidiano ilT del trentino, Simone Casalini.
Egregio Direttore, mi riferisco all’articolo su Riva del Garda a pagina 25 del Suo giornale di sabato 23 dicembre dal titolo “Dal Comune alla Provincia: dateci gli strumenti” in merito al rapporto overturismo/territorio ed in particolare all’intervento del Sindaco di Riva Alessio Zanoni, che condivido in toto. Io intervengo in quanto, pur abitando a Trento sono “mezzo rivano” per molti motivi: “ligure” di nascita, il lago di Garda è il mio mare locale; a Riva ho la seconda casa; a Riva ho realizzato un’importante opera pubblica; da Riva per decenni ho regatato da “fragliotto” ed ho fatto parte del direttivo di sodalizi locali, sportivi e musicali.
Ciò premesso, credo che si possa sintetizzare il pensiero del Sindaco Zanoni con queste parole: occorre riunire sempre il potere alla responsabilità, ovvero riunire i ruoli e la disponibilità del denaro necessari ad affrontare e risolvere ogni problema in capo ad un unico soggetto, ovvero in capo a chi ha la responsabilità diretta del territorio e cioè in capo ai Comuni, Enti territoriali originari (gli altri, ad iniziare dalla provincia, sono solo Enti Successivi).
Già in precedenza, più volte e anche su questo giornale, ho invocato la necessità di dare vita ad una nuova Età dei Comuni, attraverso una riforma del Rapporto di Autonomia fra la Provincia e tutti i suoi comuni. Per Trento avevo preso le mosse – per citare uno solo dei tanti casi – dalla separazione del potere di disporre la collocazione degli immigrati (in capo alla Provincia) rispetto alla responsabilità della sicurezza cittadina che la gente erroneamente è portata ad imputare al Comune.
L’esigenza della stessa ricongiunzione potere-responsabilità avverto adesso per quanto riguarda il governo di Riva del Garda, per una ragione diversa: il rapporto overturismo-gestione del territorio.
La possibilità di raggiungere questo obiettivo è un’utopia ovvero un” traguardo ambizioso semplicemente non ancora raggiunto”, in merito al cui conseguimento non si può essere né ottimisti né pessimisti, perché in entrambi i casi si resterebbe inerti nell’errata convinzione che tanto le cose andrebbero comunque bene/male. Al contrario, occorre nutrire una “speranza attiva” e cioè adoperarsi, ognuno, a che di questa prospettiva si parli e si discuta in ogni sede. E poi, nella vita, guai a non nutrire utopie!
Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di lavoro Finanza ed Economia mista Italia Viva Trento.


















