QUESTI FANTASMI

pubblicato da: Mirna - 19 Febbraio, 2024 @ 11:55 am

Soprattutto durante le mie notti seminsonni, quindi tra veglia e sonno, ritornano i miei amati.

La scorsa notte quella che strema la domenica per immettersi in un nuovo lunedì, verso le 4.00 sento Mimilla impaziente di svegliarmi.

Il suo miagolio, la sua voce, le sue inflessioni. Mi sveglio o ero già sveglia? La chiamo ma so che lei non c’è. Mi riaddormento piangendo,ma alle sei nuovamente Mimilla mi sveglia con il miagolio più accondiscendente perchè sa che quella è l’ora del mio caffè e del suo latte. Quindi mi alzo con le lacrime agli occhi. Bevo il caffè e ripenso a quando Mimilla all’improvviso si fermava e osservava o ascoltava qualcosa o qualcuno, sempre in un punto preciso dove Piero si siedeva .

Sono troppo razionale per credere ma non abbastanza per negare.

E i tuffi al cuore continuano quando vorrei dire a mio fratello qualcosa di Carpi o un commento su un film o ciò che fa Stefania. Mi sentirà ancora?

Questo vuoto che si amplia intorno a me, intorno a noi è soltanto un deserto o quell’oasi piena di fiori e verde dove l’anima sta in pace? Ma l’amore ci tiene legati per sempre? L’amore, l’amicizia, la stima , l’empatia.

Ho sempre pensato a Nadia Ioriatti, mancata da poco, pensavo al suo calvario, alla sua intelligenza fulgida come un diamante, pensavo al suo scivolare dalla vita terrena trattenendo le stelle che aveva conquistato con il suo pensiero.

E penso che il tempo terreno davanti a noi è poco ora, quindi sento la necessità di soffermarsi più a lungo sulle nostre sensazioni, sui nostri incontri arricchenti, sugli amici veri e attenti.

Sul cercare le sintonie e quella dolce accoglienza fra persone che portano alla serenità.

Il pranzo da Maria Teresa e Riccardo con Rosetta e ….don Farina. Spiragli di attenzione e tentazione di essere se stessi fino in fondo.

Sfoltire forse i fiori secchi, seppur utili anch’essi, ma predilezione per i germogli freschi che crescono.

Come il nostro ultimo incontro di lettura: poesie e sorrisi, gioia nel ritrovare amici , intenzione di continuare. Per poterci meravigliare ancora perchè come scriveva Nadia Ioriatti finchè c’è lo stupore si ha voglia di vivere.

E se non potremo vedere le balenottere del Maine, come le protagoniste quasi ottuagenarie dell’ultimo bel libro che sto leggendo “Fellowship Point” di Alice Elliot Dark potremo osservare un cardellino sull’albero che sta fiorendo, e persino alcuni corvi che a sera, nel rettangolo di cielo del mio condominio urlano neri e prepotenti. Ma a me piacciono anche loro!

Anche ciò che scrivo è un piccolo racconto: i miei fantasmi vivi, i miei amici, gli animali che vorrei. Stamani ho contattato un altro gattile.

E come intuivano Magris e LLosa in un libretto interessante “La letteratura è la mia vendetta”.

Scrivere anche per esorcizzare i nostri timori, per ricordare tutto ciò che la vita ci ha fatto attraversare, e poi leggere per riposarci, quietare. Bello sarebbe farlo accanto a un fiume calmo tra erba fresca e giunchiglie.

Per ora mi accontento del divano e del rettangolo di cielo perchè sarà la narrazione a portarmi nel Maine, o in Inghilterra o davanti alla siepe di Leopardi.

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LA CERIMONIA DELL’ADDIO

pubblicato da: Mirna - 7 Febbraio, 2024 @ 11:51 am

di Roberto Cotroneo

Mi piacciono molto i romanzi di Cotroneo, scrittore e lettore di vita.

Mi piace la sua esigenza di scrivere e vivere in modo intrecciato. Vita:letteratura. Letteratura:vita.

Da tempo ho abbandonato il mio fluire sulla carta, ma stamattina osservando i segni del carnevale sul pavè del piccolo parco: coriandoli multicolori disposti a strisce, mulinelli, ghirigori ho sentito l’esigenza di scrivere.

Sono corsa a casa e ho aperto questo diabolico PC.

Sono scissa nel buttarmi a capofitto tra gli amici, quindi nella vita fluente e lieta e nel rimanere in attesa malinconica di ciò che non tornerà.

Sono imbevuta di assenze. Mi sento “smarginata”.

I sogni del mattino di questi ultimi mesi sono o grigi e ansiogeni e chissà perchè ciò che vivo in sogno si svolge sempre a pianterreno dove prima del risveglio vedo il fantasma di Mimilla che scivola via e mi fa svegliare.

Così è scivolato via mio fratello il giorno dell’ultimo dell’anno nel suo modo elegante e solitario, come è sempre stato.

Un principe elegante e solo.

Eugenio se n’è andato, come se n’è andato il protagonista di questo romanzo che lascia la moglie in attesa per decenni.

Perchè lui era scomparso un giorno a Roma e non era più tornato. Ma la moglie decide ugualmente, al di là di ogni ragionevolezza, di aspettarlo. Perchè ci dice Cotroneo, in un capitolo avulso dalla narrazione in cui lo scrittore appare, la vita è sempre un’attesa.

L’attesa sembra un lento rito per prepararsi all’addio, è una negazione dell’assenza.

Questo romanzo mi ha fatto riflettere sul nostro dolore delle assenze che non possiamo negare, sul nostro afferrarci alle zattere della consolazione, su quella caparbietà occidentale di dover essere sempre lieti a costo di sentire in sordina mancarci il cuore.

Allora cantiamo con piacere e consolazione, come fossimo mille specchi di un caleidoscopio.

La protagonista del libro, Anna, fa durare il “lutto” tutta la vita. Perchè? E’ come se fosse imprigionata e protetta da questo abbandono di cui non conosce la causa. Sta assolvendo ad una cerimonia. La cerimonia degli addii. Che forse noi, figli ansiosi di decenni egocentrici, non riusciamo a superare.

Perchè chi ci lascia ci lede. Offende il nostro Io, ma non la Vita che indifferente gira e ci regala dolori, ma anche bellezze.

Ben venga dunque il film di Wim Wenders “Giorni Perfetti” che ci spiega un altro approccio alla nostra piccola esistenza.

Essere qui, ora.

Così la vostra book blogger è riapparsa con due consigli. Libro e film.

In attesa di rivederci mercoledì 14 febbraio 2024 per recitare poesie.

In un Bar.

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NICOLETTA , LA MIA AMICA ROMANA

pubblicato da: Mirna - 17 Gennaio, 2024 @ 1:21 pm

Posso dire che Roma, misconosciuta per me fino all’incontro con Nicoletta, ho imparato a vederla ed amarla , grazie a lei che mi ha accolto parecchie volte in quel suo appartamento magico nel cuore della città accanto al BRAMANTE, a PIAZZA NAVONA e con i suoi terrazzini alti e leggeri colmi i di limoni e fiori. Per me Roma era lei che con nonchalance mi trascinava a Trastevere, su per le scale dove avevano girato Vacanze Romane, all’Isola Tiberina, a mangiare nel ghetto ebraico (i famosi carciofi alla giudìa), alle mostre di Modigliani della Khalo, dell’Artemisia e tantissimo altro. Sempre alla ricerca del cuore pulsante della città che si mescolava al suo. Mi portava alla pizzeria accanto casa sua, dove ci servivavo quella con i fiori di zucca e mi parlava della nobildonna del palazzo accanto….quella di 500 anni fa come di una sua conoscente.

Parlavamo d’arte, della vita, di sua sorella Giuliana che amava e stimava moltissino.

Poi nel suo salotto ci sedevamo a sera, ah, quei tramonti romani, con un gin tonic a ricordare i suoi begli abiti firmarti quando bellissima giovinetta rideva della vita. Ed io me la immagino perchè è sempre stata bella e alta e altera e ilare. La vedevo a Filicudi insieme a Giuliana tra fichì d’India e mare e sole. E primavera,

Perchè in Nicoletta io ho sempre intravvisto un’eterna primavera scorrerle dentro.

Abbiamo riso parecchio, il suo modo di guidare era al limite dell’operetta, beh, si girava sempre in tondo, ma prima o poi si arrivava a destinazione. A Tivoli. A villa Adriana. Un ricordo per me unIco, speciale, irripetibile perchè vissuto con lei. Lei e Adriano, due vecchi amici!!!

Noi due e il sole caldo di giugno. Lei si toglie i collant. Io rido e penso che soltanto con lei avrei gioito quell’atmosfera di abbandono alla vita così spensieratamente giovane.

Mi manca.

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31 dicembre 2023 Come un principe in esilio

pubblicato da: Mirna - 13 Gennaio, 2024 @ 1:19 pm

Tua sorella, una “vecchia” Jo March che deve scrivere per salvarsi ti ha visto così nel tuo ultimo giorno di vita.

Elegante , sul tuo letto bianco e lindo, misurato persino nei tuoi ultimi respiri, attento alle luci ed alle ombre, alla musica del vento e del freddo. Impeccabile nel tuo voler rimanere solo nel tuo mondo ma , crediamo, addolcito dalle nostre carezze di vicinanza, amore ed accompagnamento..

Fratelli ritrovati dopo anni di peripezie e viaggi, di difficoltà e

ed epifanie.

Stessi desideri, stesse illusioni, stesso sangue.

Le future estati senza di te saranno vuote perchè te ne sei voluto andare a modo tuo, senza compromessi, senza pseudo rimedi, senza palliativi.

Hai deciso così.

Ci hai accompagnato con la tua chitarra negli ultimi giorni, ci hai guardato con quegli occhi malinconici che nascondevano i segreti, come faceva nostra madre, i segreti di ciò che avresti voluto, ma forse non sapevi neppure che cosa desiderare, perchè la vita è spesso matrigna e non ti lascia essere ciò che sei.

Ed ora il vuoto di pietra intorno a me, neppure Mimilla che tu hai onorato con i fiori sulla sua piccola tomba in giardino c’è a consolarmi.

Morte contro vita?

Assenza immensa, Geny.

Piccolo principe da sempre.

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NOVEMBER, SWEET NOVEMBER

pubblicato da: Mirna - 16 Novembre, 2023 @ 1:43 pm

Ma non questa volta per me. Un mese che tutto sommato amavo perchè pur bistrattato in parte da molti come il mese delle nebbie, dei defunti, della malinconia a me sembrava il mese della sospensione, dell’ultima accensione di colori delle foglie, del desiderio di Venezia e della laguna. Insomma un mese quieto e avvolgente.

Invece è un mese di dolore, malinconia, nostalgia per quella creaturina che mi ha fatto compagnia per 16 anni. “A tutto c’è rimedio, tranne che alla morte” diceva la nonna Bianca che riusciva a risolvere e dipanare problemi e problemini.

Certo lo sappiamo tutti. I lutti ci sono e ci saranno sempre.

Le assenze.

Piero se n’è andato da 20 anni quasi. Ed io ricordo il “pugnale” che mi trafiggeva il cuore.

Poi il Tempo seda ma non fa dimenticare. E i nostri amori diventeranno parte essenziale di noi.

La mia gattina nera si era proposta – e ci era riuscita – di consolarmi dell’assenza di mio marito. Di amarmi appassionatamente nonostante la sua “gattità”. E questo non lo dimenticherò mai. Mi ha “avvolto” in dolcezze d’amore per tanti anni.

Ora devo nuovamente reinventarmni in Quel che resta del giorno.

Non è un caso che io stia leggendo proprio il romanzo di Kazuo Ishiguro mentre faccio gli aerosol per sconfiggere questa lunga influenza.

Certamente le riflessiioni di un maggiordomo inglese della metà del Novecento sono diverse dalle mie: Lui ingabbiato nel suo ruolo confortante e “prestigioso” del suo lavoro non si lascia tangere dai sentimenti o dal semplice corso della storia che corre drammaticamente senza curarsi di chiccchessia.

Io, noi, i famosi Boomer, figli del progresso del dopoguerra siamo più liberi e proprio per questo più trafitti.

Mentre scrivo – e lo faccio come atto di consolazione come suggeritomi da un altro libro iniziato da poco (Teoria e pratica di ogni cosa di Marisha Pessl) sento e partecipo a queste guerre cruente, alla disperazione di migliaia di persone che fuggono, ai lutti e tragedie di tanti.

Il dolore è dolore. E stamattina tra le amiche al bar – benedette amiche – una mi diceva del dolore alla morte del suo canarino. Si può pesare il dolore, come si pesava il cuore nell’al di là dell”antico Egitto?

Ha una forma il dolore, un colore, una essenza’?

Ma fa parte della vita come la morte. Laudata sia Sorella Morte diceva San Francesco e lui sapeva che occorre accettarla. Io, pur agnostica, sono una gran fan di San Francesco sia perchè amava la vita, gli animali e pochissimo, anzi niente il possesso .

Novembre, dicevo, mese difficile quest’anno: la casa vuota, l’assenza, gli acciacchi dell’età che tendo ad accantonare, ma forse sarebbe meglio di no!?

Parlare ed anche piangere un po’ con gli amici cari, stare vicine anche se ,lontane con la diletta figlia, e naturalmente…LEGGERE.

Leggere di Paolo Nori e della sua poetessa Anna Achmatova “Vi avverto che vivo per l’ultima volta”

La poesia che salva.

E della quale vorrei parlare presto nel nostro LibrIncontri anche con nuovi Lettori. Ivana Casetti, sarà dei nostri, visto che il mi ha consigliato lei il libro di Nori? Ma non so ancora quando. Il Tempo del recupero Vitalità è soggettivo e ambiguo.

Nel frattempo ho letto un delizioso libro Clara legge Proust. Lo riporterò presto in Biblioteca.,

Una ragazza giovane che vive nella provincia francese dove fa la pettinatrice e scopre per caso quanto può darle la Recherche di Proust.

Stéphane Carlier firma un’ode incantevole alla letteratura e alle “vite minuscole.”

Vita minuscola come la mia ma che si amplia e si consola con la lettura.

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Maria Grazia consiglia

pubblicato da: Mirna - 11 Novembre, 2023 @ 4:07 pm

La scoperta della verità e della bellezza richiedono un lungo apprendistato di studio e ricerca che spesse
volte recandomi in libreria o in biblioteca mi piace perseguire, scossa dal ricciolo del punto interrogativo e
dalle parole di Balzac che affermava che la chiave di tutte le scienze è indiscutibilmente il punto di
domanda.
Un grande libro che mi ha permesso di decifrare la profondità della scrittura quasi come un pittogramma di
grande valore è stato “Un artista in fuga” di F. Freedland , un’ammirevole ricostruzione della vita intera di
due giovani slovacchi Rudolf e Fred che nel 1944 riuscirono con grande perspicacia a scappare da
Auschwitz con l’obiettivo di non salvare solo se stessi ma di mettere in guardia il mondo dell’orrore ed in
particolare fare capire agli ebrei d’Europa cosa significasse finire in quel campo di concentramento. Una
biografia appassionante che ho letto con partecipazione crescente pagina dopo pagina e che fa di Rudi un
uomo in eterna fuga, incapace di sfuggire le ombre di Auschwitz. Secondo il loro rapporto, i due giovani
salvarono ben duecentomila ebrei di Budapest dall’immediata deportazione ad Auschwitz.
Un’altra opera di sublime bellezza è stato “ Requiem” di K.A. Lὂser, ambientato in Vestfalia negli anni
Trenta che mette al centro della narrazione un violoncellista eccezionale, ben consapevole che le conquiste
civili costituiscano l’essenza della condizione umana difronte alla barbaria. Proprio l’odio razziale verso il
musicista ebreo spinge Eberle a prenderne in qualità di musicista dilettante il suo posto e di scaraventare il
violoncellista Krakau nel vortice delle nefandezze naziste.
A destare in me interesse e curiosità è stata anche una raccolta di saggi scritta da S. Drakulic dal titolo “
Ritorno al Caffè Europa”, un vero affresco dell’ Europa centro-orientale che presenta spicchi di vita sotto il
Comunismo e toccanti esempi di civiltà. Un frutto di amore per lo studio e per la ricerca della verità
condotto dalla scrittrice con passione ed acume che io ho apprezzato come splendida testimonianza della
grandezza autentica di una persona in grado di conservare l’animo di un bambino, capace sempre di
cercare e di stupirsi.

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MIMILLA

pubblicato da: Mirna - 11 Ottobre, 2023 @ 12:14 pm

Il dolore

Il dolore non ha cornice. L’assenza di una parte di te può essere umano, animale, metafisico o perdita di parti importanti del tuo “credo”.

Per me in questo momento il dolore è la morte di Mimilla, il mio alter ego.

Non era un gatto.

Era un’essenza. Intrecciata al mio sentire da sedici anni, mi capiva e si faceva capire quasi fino in fondo, perchè, sapete i gatti non si svelano mai interamente a chi non è degno .

Io lo ero diventata per lei perchè si affidava quasi completamente a me. Par contre io mi affidavo completamente a lei perchè aveva assorbito il mio dolore per le assenze in un globo ermetico che lei sapeva conservare strenuamente per non farmi sentire che la mia vita stava affievolendosi.

Credo , lo spero, di avele evitato sofferenze umilianti che lei non avrebbe sopportato.

Era molto dignitosa e orgogliosa, ma il suo andare ha rotto quel globo dei miei dolori che lei teneva per sé per difendermi (i gatti sono magici e possono farlo senza soffrire come noi umani sfilacciati e impreparati), ma ora tutto è deflagrato ed io, senza di lei, mi sento meno protetta. Perchè, sapete, i gatti o anche altri esseri umani o no, ma soprattutto i gatti sanno protreggerti in modo a noi , forse, sconosciuto. La loro capacità di essere in contatto con il Cosmo e il Respiro del mondo li fa sentire nel giusto. E loro non sbagliano.

Ci siamo amate molto con rispetto e consapevolezza delle nostra differenze, soprattutto rendendomi conto della sua superiorità verso questa passeggiata terrena che noi umani sbrindelliamo, scarabocchiamo e modifichiamo a seconda del nostro ego ego ego egocentrista.

Solo noi…al mondo!

Ci sopravvalutiamo e pensiamo di essere al centro dell’universo.

Sedici anni con una gattina speciale sono stati ricchi per me e per Stefania. Ci ha donato quelle meraviglie che i gatti posseggono e non donano a chicchessia. Noi, forse, ce le siamo meritate.

La scrittura che sto abbandonando mi aiuta un po’, ma ormai mi sembra che scrivere troppo sia sopravvalutato: Mimilla mi ha insegnato, da vera Zen a fermarmi e meditare e guardare il mondo senza bisogno di descriverlo in continuazione. Tutto è, c’è, si siamo, respiriamo e il nostro sguardo attento agli altri è il nostro libro.

Sto rileggendo alcuni miei vecchi diari, ma credo che li brucerò, come ha fatto Taino, il maestro Zen di Stefania.

Tutto ciò che è stato è dentro di noi, ciò che ricordiamo, ciò che siamo è ora.

Mimilla sul divano mi aspettava e mi guardava e mi faceva capire di stare.

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Le Letture di Maria Grazia

pubblicato da: Mirna - 19 Agosto, 2023 @ 11:34 am

Nell’oasi di silenzio che ogni estate cerco di creare intorno e dentro di me per interrogare la mia coscienza e scavare nel groviglio dei sentimenti ho trovato qualche lettura che ha fatto da smeriglio ad alcuni pensieri…

Leggendo le prime pagine de “I violini di Saint- Jacques” di Fermor ho pensato all’avvio delle “Elegie duinesi” di Rilke in cui si afferma che “ il bello è solo l’inizio del tremendo”. Durante il ballo di carnevale del Martedì Grasso sull’isola di Saint-Jacques nelle Antille francesi, da un’esplosione di colori, di sfarzo e allegria verranno pian piano a galla tanti imminenti disastriavvolti da una minaccia di proporzioni bibliche che nessuno riesce a prevedere e che porterà all’inabissamento dell’isola nell’oceano. Il finale della novella è un vortice di grande pathos e tragedia, raccontato sempre con una dovizia di particolari; sembra di essere davvero in quel ballo di carnevale, di danzare con gli ospiti, di assistere alla frenesia delle percussioni, di provare reale timore per il destino dell’isola e di tutti i suoi abitanti.

Un libro che ha ulteriormente elargito bellezza è stato “ Il cercatore di luce”di C.Abate in cui lo scrittore indaga la vita del pittore arcense G. Segantini con una prosa lieve e luminosa ove l’eleganza interiore cerca pienezza di fonti e testimonianze per levare lo sguardo verso la natura e da lassù planare con una apertura panoramica sugli oggetti e le situazioni descritte nel testo.

“La nipote” di B. Schlink mi ha offerto invece pagini sferzanti di intrighi e segreti tra i due giovani protagonisti, Kaspar e Birgit nella Berlino degli anni Sessanta. L’aura di mistero in realtà è già palpabile dalle prime pagine che aprono la storia, in quanto troviamo Kaspar in lutto per la moglie, Birgit, alle prese con la causa della sua misteriosa morte. Per trovare una risposta, Kaspar inizia ad indagare sul passato e sul presente di Birgit, e pagina dopo pagina Kaspar scopre i segreti della vita della moglie, che tra la dipendenza dall’alcool e la figlia avuta da un altro uomo, lasciata nella Berlino Est al momento della fuga, lo portano a rifugiarsi nuovamente nel passato andando alla ricerca di Svenja, la figlia abbandonata. In questa ricerca Kaspar incontra anche Sigrun, la nipote. Da questo incontro Kaspar scopre che Svenja e Sigrun sono rinchiuse in una bolla politicamente estremista, dal quale vuole salvarle. I temi del riconoscimento, della colpa, della negazione del passato nazista della Germania son qui declinati nella ricerca ossessiva di una verità attraverso la lenta conoscenza della nipote ritrovata.

Un romanzo che esalta il primato dell’attesa sulla conquista, del futuro sul presente, della speranza sul possesso è proprio “Leggere Lolita a Teheran”di Azar Nafisi. Attraverso questo libro l’autrice descrive come da una serie di incontri semiclandestini tenutisi a casa della stessa (dal 1995 al 1997) con sette delle sue migliori studentesse emerga una visione personale della storia dell’Iran post rivoluzione. Gli incontri rappresentano un’ occasione di fuga e tutto il libro è un susseguirsi di descrizioni su come queste donne analizzando e discutendo di testi letterari abbiamo cercato di comprendere ed in un certo senso accettare la realtà del presente. Questo avviene leggendo e riportando passi letterari di quattro autori (Nabokov, Austen, James, Fitzgerald) che lasciano intravedere somiglianze ed elementi in comune proprio con le donne.

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 26 Luglio, 2023 @ 2:53 pm

Vi scrivo dalla mia cucina odorosa di sedano,basilico, salvia e… profumo di gelsomino e lavanda che riesce ad intrufolarsi tra le verdure di stagione che aspettano impavide di essere cucinate.

Questa stanza è luminosa e fresca . Ha il pavimento rosa (da pulire spesso perchè erbe e foglie entrano con noi dalla terrazza e dai giardini pensili), è arredata con i mobili dei miei genitori. Tavolo grande con inserito un inutilizzato tagliere, pensili, armadietti di colore biondo. La macchina da cucire Singer che funge da tavolino per posacenere e tazzine con accanto due poltroncine di vimini. Un elegante paralume, un altro tavolino a tre piedi su cui c’è sempre un vasetto di dalie (nostre) o fiori delle passeggiate. Non ha uno stile preciso …ci sono anche i nostri cappelli di paglia appoggiati sul termosifone…ma tutto ciò ci dà una sensazione avvolgente di intimità, di amore sempiterno, di estati lontane, di lavanda, di sorrisi, di progetti.

Su questo tavolo scrivo, disegno, Piero faceva il solitario, Stefania scarica le sue mille e-mail, ma soprattutto ci mangiamo. Da sole, con mio fratello o con gli ospiti.

Sebbene ora nel colmo di questa lunga estate calda Stefania ed io ceniamo sulla terrazzina ammirando le rondini e gli aironi.

Torniamo però alle VERDURE. Come Neruda potrei fare un’ode alla melanzana, al pomodoro, allo zucchino fiorito. Perchè ci arrivano colorate e fragranti dai cari vicini prelibatezze dell’orto. Che però dobbiamo cucinare.

Capponata siciliana, polpettoni, stufato di verdure, fiori di zucchine fritti, frittate…

Per cui la mia cucina è un’apoteosi di colori violetto, verde, rosso, giallo…ah perchè ci sono anche peperoni in attesa, più cipolle fresche, aglio appena colto, mescolato a mazzetti di lavanda, alloro e origano.

Qualcuno dovrà cucinarle.

Manca il grande chef che sarebbe felice ed appagato. Piero è sempre in questa casa in cui di lui mi innamoro ogni volta.

Esco sulla terrazza e finalmente l’estate limpida, senza afa, ma colma di silenzio di battiti di farfalle e di colori di glicine, oleandri, lavande e rose mi abbraccia.

Ed io rimango per un attimo “assorta e pallida nel meriggiare”…accantonando il pensiero delle lucide verdure che aspettano…

Foglie di alloro: 30 pulite e messe sotto alcool e nell’oscurità per il mio liquore Allorino, che faccio ogni anno.

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 19 Luglio, 2023 @ 4:38 pm

IL TEMPO SI FERMA A BORZONASCA …E NON SOLO

Qui il tempo è stato sempre da me percepito come immobile.

Il paese sempre uguale, stesse persone sedute sotto l’albero, o al bar. Le stesse massaie che gironzolano con la borsa della spesa per “catta” (comprare) negli unici due negozietti di alimentari.

Il profumo dei dolci sfornati sotto la pasticceria del mio carruggio. La focaccia che vedo ogni mattina tra le mani di quasi tutti, comprese le mie.

La mia stessa casa, il mio giardino mi traghettano da un’estate all’altra come se fossero incollate tra loro.

Stessi rituali: le chiacchiere con i vicini, le passeggiate al Taglio o nel Villetto, lo scambio di libri con Grazia, poi con l’auto shopping e caffè a Chiavari, bagni di mare a Cavi. Qualche scappata a Santo Stefano d’Aveto.

Anno dopo anno, estate dopo estate.

Fortunatamente, a mane e a sera qui arriva l’aria fresca della vallata.

Perciò in questo luglio canicolare possiamo avere un po’ di tregua assaporando il venticello serale con i profumi dei tigli, degli orti, del basilico che tutti coltivano.

Borzonasca è stata recentemente definita da un giornalista un luogo che respira magia, dovuta senz’altro all’antica abbazia di Borzone o a certe pietre megalitiche raffiguranti misteriosi personaggi o al suono di campane che si rincorrono da vicolo a vicolo. O dalle stesse persone che sembrano non invecchiare?

O sarà la focaccia del nostro forno premiato dal Gambero rosso?

Beh, da questa settimana il tempo sembra ancor più statico… perchè siamo…prigionieri del paese.

Dopo un violento temporale è caduta qualche pietra dall”antico Volt di Borgonovo a due chilometri da Borzonasca, verso la costa. E’ un antico palazzetto eretto non si sa quando, forse iniziato nel 1200, poi arricchito nell’Ottocento ? è collegato ad un altro edificio con un alto portico a volta sotto il quale si poteva passare liberamente con automobili e pullman.

Anticamente si doveva forse pagare un pedaggio?

Ebbene l’Anas ha chiuso il passaggio.

Il paese in rivolta già dal giorno dopo…gli esercenti perdono clienti, gli abitanti non possono muoversi con le auto. I sindaci sono in apprensione, cercano di fare arrivare i bus prima e dopo il famigerato Volt e i passeggeri devono attraversare a piedi uno stretto pertugio dopo essere scesi da un bus e prendere l’altro.

Io non mi muovo dal paese, rimango in questa enclave esercitando la mia capacità di adattamento.

Naturalmente questo è l’argomento principale, forse l’unico in questi giorni di attesa , se ne sente parlare per la strada quasi deserta, dalle vicine alle finestre, nei due bar, nei negozi, in farmacia. Uno dei soliti anziani seduti in panchina ha detto che ci vorrebbe una rivoluzione ma quella vera…cioè come quella dei francesi!

Aggiungendo con ammiccante allusione che qualche giorno fa era l’anniversario della presa della Bastiglia!

Ci suggerisce di andare tutti al Volt per abbatterlo con i picconi?

Non ce ne sarà bisogno, il vigile gentile mi ha detto che venerdì dovrebbero riaprirlo.

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