Le letture tardo-autunnali di Maria Grazia

pubblicato da: Mirna - 29 Novembre, 2021 @ 3:42 pm

Una nostalgia gonfia di asciutte lacrime pare velare questo tempo di fine autunno segnato da pioggia e dallo spegnersi graduale delle tonalità autunnali. Proprio il tempo e’uno dei veri protagonisti della raccolta de I racconti di Daniele Del Giudice che mi richiamano alla memoria il fraseggiare di un neuroscienziato statunitense J. Le- Doux “ Una mente senza emozioni non è affatto una mente, è solo una anima di ghiaccio: una creatura fredda, inerte, priva di desideri, di paure, di affanni, di dolori o di piaceri”

Ho provato grande emozione nel leggere i singoli racconti di questa raccolta. Ne Il Museo di Reims Barnaba, ex ufficiale di Marina è ossessionato dall’idea di dover imprimere nella memoria, prima che sia troppo tardi, le immagini di alcuni quadri significativi per lui. L’opera d’arte diventa l’oggetto che resiste al tempo e alla malattia, che veicola immagini e sensazioni al punto tale che egli afferma. “ Ma poi alla fine che importanza ha sapere se c’erano veramente? Che importanza può avere se questi quadri li ricorderò come sono o come ho cercato di vederli o come Anne me li ha descritti? a dimostrazione che uno scrittore vede veramente quando scrive.

E come nel Museo di Reims l’autore spiega di aver provato a tirar l’ombra dentro allo spazio per rendere piu’ misteriosa la narrazione , cosi’ L. Fermor nel romanzo Rumelia dedica pagine di profondità sapenziale unendo la sua esperienza personale di gran viaggiatore e di soldato dell’esercito britannico alla storia millenaria della Grecia. Il libro offre emozioni solo aprendolo e vedendo una mappa disegnata da un pittore arcadico inglese della Rumelia, quella parte di Grecia del nord che va dal Bosforo al mar Adriatico, dalla Macedonia al golfo di Corinto nonché considerando la rappresentazione in copertina delle rovine di Delfi negli anni Cinquanta. Il movimento ramingo senza bussola, il tempo infinito puo’ accomunare questo romanzo ad un libro di W. Herzog, Il crepuscolo del mondo la cui scrittura scarna ed essenziale offre una splendida narrazione. Il soldato giapponese Onoda nel febbraio 1974 sorprende nella notte un giovane viaggiatore che scambia per un agente americano. Egli è rimasto per quasi trenta anni a difendere una remota isola dell’arcipelago delle Filippine dopo la resa del Giappone agli Stati Uniti chiedendosi “ Ma la guerra sogna se stessa? Puo’essere che io stia solo sognando questa guerra?

Ma il suo dovere è resistere difronte ad un nemico tanto invisibile, mimetizzarsi nella natura in attesa del momento giusto per attaccare. La guerra di Onada par irrilevante per l’universo ma per il protagonista acquisisce l’importanza di un evento travolgente in quanto come afferma l’autore “ la nostra civiltà è un sottile strato di ghiaccio sopra un oceano profondo di caos e tenebre”.

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La vasca del Fuhrer

pubblicato da: Mirna - 22 Novembre, 2021 @ 8:33 am

LA VASCA DEL FUHRER di Serena Dandini

Interessantissima la vita della fotografa, modella, scrittrice Lee Miller Penrose.

Da ragazza bellissima musa di Man Ray e tanti altri fotografi e pittori, tra i quali Picasso, vuole presto stare dietro la macchina fotografica. Vuole viaggiare, vivere intensamente la stagione artistica parigina e molto altro. Golosa di vita , d’amore, di avventura.

Diventerà reporter di guerra. Le sue foto hanno dipinto con un occhio particolare l’orrore dei campi di concentramento. Veramente unica nell’approccio della distanza da se stessa e ciò che vede e vuole testimoniare.

Famosa la sua foto nella vasca dell’appartamento di Hitler quando ormai i Nazisti sono sconfitti. Vuole lavare tutti gli orrori che il Fuhrer ha sparso nel mondo.

Serena Dandini ripercorre con rispetto e ammirazione i capitoli più importanti di questa Donna forte e libera racccontandoci anche le sue contraddizioni umane.

Un bel romanzo che ci porta tra i fasti e le tragedie del secolo scorso.

Da leggere.

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ACQUA SALATA di Jessica Andrews

pubblicato da: Mirna - 8 Novembre, 2021 @ 9:30 am

Tra tutti i libri più o meno avvincenti che ho letto in questo autunno difficile Acqua salata ha per me un posto importante.

Una voce giovane, nuova, appassionata quella della sua autrice Jessica Andrews una trentenne che insegna letteratura e scrittura creativa.

Un romanzo di formazione questo della venticinquenne Lucy che deve capire chi è e che cosa vuole districandosi in una famiglia viscerale e difficile. Un padre alcolizzato, ma amato, la madre con la quale sembra vivere in simbiosi e dalla quale non riesce a staccarsi per il troppo amore. Un fratellino sordo che cresce in un modo diverso. Cercare se stessi quando non ci si sente liberi è impresa ardua. Conflittuale voler rimanere attaccati alle radici familiari e nello stesso tempo desiderare una vita anzi molte vite diverse.

Ci aggiriamo per un Donegal selvaggio e affascinante per ricucire i pezzi di una vita “slabbrata” e una Londra fine millennio di glitter, lurex, strass e vuoto interiore.

Lucy prova da adolescente liceale ad allinenarsi alla moda e alla musica di quegli anni. Vuole unire i suoi pensieri alle richieste del suo giovane corpo. Come nell’arte . Un amico le dice ” Credo che l’arte sia il collegamento tra le cose della mente e le cose del corpo” E lei pensa, come il sesso.

“Un libro disarmante, che tratta con onestà temi come la gioventù, la pubertà, le relazioni madre-figlia, i conflitti di classe, la disabilità e l’alcolismo”

Per chi sa soprattutto ciò che non vuole, come diceva Montale

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Alfredo, Alfredino

pubblicato da: Mirna - 28 Ottobre, 2021 @ 5:05 pm

Biondo era, e di gentile aspetto. Il mio cugino amato. Nato poco dopo che la sorellina Heidy era annegata nella roggia di via Winkel, con me presente. Lui arrivò subito dopo come un raggio di sole per tutti. Trascinava nella soffitta un giocattolo a forma di farfalla.E sorrideva. E rideva. E giocavamo nella fontana della piazza. E chi passava rimaneva incantato da questo ragazzino vitale con le stelle intorno .

E prendevamo la vita a grandi sorsi nella nostra Merano di birrerie e dancing club.

I suoi amici diventavano i miei come Gianni, Marco, Bepi , Corrado e i mei diventavano i suoi come Giuliana, Guerrina e Verlyn, l’amica americana.

Intelligente ed ironico avevi capito tutto di tutti.

Una mente colorata” lo eri. Come il libro di cui parlavamo e di cui parlavi con i tuoi amici. Ci bastavano poche telefonate per capirci. Poche parole per dirci tutto ciò che della vita avevamo condiviso. Genitori, zii, risate. Volevi riunirci noi cugini emiliani, lo volevi, con tutte le tue forze e con quell’animo che riconoscevo in te: la forza del sangue. Non ci siamo riusciti. Mi hai però lasciato, un mese fa, il tuo “testamento” amicale facendomi ricontattare i testimoni della nostra stagione dell’oro, quella di noi ragazzi dei Beatles, di Lucio Battisti, dellìAprès Club, degli happening nei castelli, quella dei ragazzi che pensavano di volare e di essere liberi come te.

Il vuoto è immenso Alfredino.

Però tu ci sei sempre.

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LA LEGGENDA DI ELENA FERRANTE

pubblicato da: Mirna - 20 Ottobre, 2021 @ 7:00 am

LA LEGGENDA DI ELENA FERRANTE di Annamaria Guadagni

Per chi ha amato la quadrilogia “L’Amica geniale” di Elena Ferrante , la vita di Elena e Lila nella Napoli povera del dopoguerra, deve assolutamente leggere questo bellissimo, esaustivo saggio che ci porta nella vera anima del romanzo che non è solo la storia personale di due ragazze vere, complicate, forti, ma che è la storia di Napoli e di una certa parte di essa.

Annamaria Guadagni ci convince dopo una grande ricerca e riflessione che è inutile voler sapere la vera identità di Elena Ferrrante scrittrice perchè la Ferrante è Napoli stessa.

E nelle vicissitudini di Elena e Lila abbiamo percorso quasi una vita intera di due donne che hanno assorbito le meraviglie e le nefandezze della città che nell’800 era una delle meraviglie d’Europa.

Non solo un pellegrinaggio nei rioni popolari della storia delle amiche geniali ma anche un percorso a 360 gradi per capire, intuire il perchè della scelta del nome da parte della scrittrice.

Anche Elena Croce, figlia del filosofo, studiò con cura la città e i rioni più poveri.

Ma tantissimo altro in queste pagine ricche e stupende che sottolineano che ormai Elena Ferrante è entrata nel Gotha dei grandi classici.

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I consigli di lettura di Maria Grazia – Estate 2021

pubblicato da: Mirna - 8 Settembre, 2021 @ 3:10 pm

“ Come si può gioire del mondo se non quando ci si rifugia in esso?” così si domanda Kafka a Zuerau, villaggio boemo minuscolo in un paesaggio ondulato di boschi e prati.

Ne “ Il Vesuvio universale” M. P. Ottiero presenta il Vesuvio con un senso di declino e di appartenenza ad una cintura di 25 comuni abitati da 800.000 abitanti che si trovano a convivere con la morte biologica e con quella dettata dalla natura più impenetrabile di un vulcano. Ne scaturisce una narrazione empatica ove il senso di abbandono è supportato dall’ autotrofismo grazie al valore impresso dalla cultura a quella terra.

Ma come ricorda un altro aforisma kafkiano “C’è’ una meta, ma non una via ,ciò che chiamiamo via è un indugiare”come e’ ben intuibile nel libro” Butcher’s crossing” di J. Williams, ambientato nel 1873 tra le montagne del Colorado. Uno dei quattro protagonisti, Andrews comprende che la battuta di caccia per ottenere le pelli di bisonte non e’ che uno stratagemma, un trucco per ingannare se stesso e per blandire le abitudini piu’ radicate .Egli parti’ in completa libertà verso quell’ orizzonte che sembrava estendersi senza interruzione fino al sole al tramonto affrontando pericoli,incertezze ed un duro lavoro. Ma la natura viene concepita come qualcosa di puro e incontaminato dalla civilizzazione urbanizzata, come un mondo da conquistare o nel quale recuperare le proprie radici perdute come ebbe a comparare il pensatore americano,R. W. Emerson che espresse il“ bisogno più nobile dell’uomo a lui offerto dalla natura, cioè l’amore per la bellezza.”

“ Un cuore cosi’ bianco” di J. Marai e’ invece un viaggio introspettivo dominato da inganni,dubbi e sospetti in cui la mente giocando con il prisma del segreto e della colpa conferisce un andamento a spirale al racconto che presenta numerose storie incastonate tra scene del passato ricordate ed immaginate e scene di un presente sempre sospeso da una atmosfera teatrale in continuo cambiamento.

Ma sempre citando uno dei tanti aforismi di Zuerau, Kafka scrive ” In questo luogo il respiro e’ diverso, piu’ abbagliante del sole e gli splende accanto una stella”. E mentre riporto queste parole il pensiero corre al nostro amico lettore,Roberto….

Nell’ oasi silenziosa e meditativa che mi son creata nelle calde giornate di agosto, la lettura ha fatto brillare la luce del pensiero. Il romanzo di E. Carrere, Yoga mi ha regalato densissime pagine di meditazione,alla radice della quale la letteratura si presenta come un luogo in cui non si mente e in cui il protagonista aspira a leggere in fondo dell’ anima un coacervo di riflessioni, ben consapevole del rischio di confondere i limiti del suo campo visivo con i confini del mondo.

Anche i due romanzi di R. Calasso,Bobi e Meme Sciancia mi han donato momenti di contemplazione e scrittura fluida che han reso godibile la narrazione nel primo libro su Roberto Bazlen,ideatore di Adelphi e quella del padre che racconta ai figli il polverio che sale dalle macerie di Por Santa Maria a Firenze nel secondo testo.

Ma il gusto per la lettura ha trovato stimolanti pagine in un romanzo classico: Il carteggio di Aspern di H. James: nella Venezia intorno al 1880 incontriamo il poeta Aspern che ha intessuto una preziosa corrispondenza con una donna che vive ancora rinchiusa da anni in un palazzo veneziano ove il protagonista viene ammesso e conosce la nipote della donna.

A coronare le letture agostane si e’ affacciato un western di fine Ottocento dal titolo Le strade di Laredo di L. McMurthy incentrato sulla caccia ad un bandito messicano in un gelido inverno lungo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Qui i momenti lirici e riflessivi e il ritmo narrativo mettono in risalto la profondità dell’ animo umano levigando quegli aspetti violenti nella relazione tra uomini e donne.

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SETTEMBRE A BORZONASCA 2

pubblicato da: Mirna - 6 Settembre, 2021 @ 10:35 am

I pensieri vagolanti di settembre mi sembrano intessuti di quelle luci ed ombre che in questo mese danzano sulle foglie, nelle nuvole leggere, nella frescura del mattino e della sera, nel caldo meriggio. Nelle farfalle stanche di un’estate torrida.

Borzonasca mi ha confortato durante le ore pesanti del solleone, ma è stata anche una prigione di passato passato, di pericolosa accidia, di stanchezza.

Quando si scrive per gli altri si cerca sempre di colorare di positività la nostra vita, tutto deve sembrare bello e allegro. Confortiamo più noi stessi che gli altri. Perchè la vita, lo sappiamo, è fatta proprio di luci ed ombre. Luci che splendono in certi momenti personali epifanici a contatto con la natura o con un bel libro o insieme con gli altri .

Sorvoliamo velocemente dunque sugli attimi di sconforto di queste sere che si abbuiano presto, sulla consapevolezza che il tempo fugge e ci ferisce, sulla caducità di noi e delle foglie che iniziano a stremarsi.

Cerchiamo di soffermarci sullla Bellezza del mare, delle colline, del giardino, delle rondini che sembrano riunirsi per la prossima migrazione. Rallentiamo le sensazioni di appagamento dopo una buona cena sul mare al tramonto o dopo una nuotata nelle acque verdi azzurre. O semplicemente su quei rari momenti di serenità che ti fanno sentire un tutt’uno con il Cosmo e il suo battito.

Dopo più di un anno di Covid, di timori, di isolamento occorre ritrovare forza e coraggio. Vorremmo ritornare alla vita di prima che scorreva placida come un fiune. Almeno per noi, per me.

Questo cambiamento mi ha tolto il “centro di gravità permanente” e non lo ritrovo qui . Forse ritornando nel mio guscio protettivo di Trento, nell’abbraccio dolce dell’autunno, nelle abitudini consolidate da decenni troverò il conforto.

E non pencolerò insicura come le foglioline gialle del susino. E’ questa sensazione di fragilità che mi fa tuffare nella lettura dalla quale acquisisco conforto.

Forse ho letto troppo qui a Borzonasca, nei lunghi pomeriggi caldi o nelle serate soilitarie. Il pericolo è di vivere la vita d’altri e non la propria.

In media stat virtus, ma qui gli ingranaggi del mio tempo e del mio sentire non si agganciano sovente con il ritmo particolare di questo paese abbastanza particolare.

Devo ritrovare vibrazioni positive, come dice un nuovo personaggio che staziona ogni giorno accanto al nostro solito bar del mattino. Sembra un cantautore, un poeta infelice, da me è soprannominato l’Arcano.

Trova tutto negativo, dice che non dorme, e come può dormire nonostante il bosco vicino? Il clima tropicale ha modificato anche l’essenza della natura. E dice che non mangia…assolutamente niente carne? E’ vegetariano?, chiedo io. Nooo. Vegano…NO (però mia cugina lo ha visto abbuffarsi nell’unica trattoria Rocchin) forse è un “respiriano”. Si interessa di numerologia. Il suo numero è naturalmente nefasto. Non ricordo quale. Ma anche lui è diventato un punto fermo in questo aggrovigliato piccolo agglomerato che è Borzonasca.

Punto fermo è diventato anche il secondo bar del paese, il Pub, che ormai ha soppiantato la pasticceria Macera, dove ci riuniamo per il motivo che si sta più liberi senza troppe costrizioni Covid e – volendo – c’è il quotidiano, il Secolo XIX.

Incontro Grazia, Anna, Rina , Elda e la simpatica Maura sempre dopo le 11… (ognuna un caffè diverso!) quando il caldo è soffocante e la domenica quando le campane gioiose annunciano solennità religiose che quasi nessuno segue.

.I tavolini sono praticamente sulla strada, due tendoni ci fanno l’effetto serra, e davanti a noi moto, automobili e gas di scarico. Questo è ciò che passa il convento.

E ridiamo pure.

A‘ da passa’ sta estate!

E i libri, direte voi? Ho letto con l’acceleratore, tanto che ormai li confondo. Ma quella che sono – nel bene e nel male – tanto è merito/colpa dei libri.

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SETTEMBRE A BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 2 Settembre, 2021 @ 10:29 am

Incredibile riprendere le Cronache di Borzonasca ora che sto per andarmene. Ma prima non ero collegata.

Quindi raccontare di tre mesi liguri, di lettura indefessa, di avventure di Mimilla sarà arduo.

Iniziamo dalla focaccia ligure che ci ha accompagnato quasi ogni mattina, intinta nel caffè sulla spiaggia o sul lungomare, assaporata lungo i portici di Chiavari o sulla mia terrazza.Unta, saporita, goduriosa. Soltanto costì questo immenso piacere.

Il mare di CAVI sempre riconcilia con la vita. Chiaro, azzurro, talvolta verde, turchese, calmo o mosso. Spiaggia di ciottoli che mi fanno imprecare, è difficoltoso risalire se c’è il dislivello, ma io spesso sono stata “raccattata” dai mei bagnini personali: Stefy e mio fratello. Anzi un giorno sono stata salvata da probabuile annegamento (?): due onde minacciose mi hanno travolta e incappellata e se non fosse stato per Stefy avrei bevuto tutto il mare. In spiaggia siamo sempre sereni. Ridiamo, passegggiamo obliqui sui ciottoli, poi ci rifocilliamo al bar dagli ombrelloni dalla frange azzurre. Focaccia, caffè, la vista su Portofino e Sestri Levante. Però noi chiamiamo questo punto Cap d’Antibes.

Boschi e passeggiate appenniniche. Sappiamo che da Borzonasca possiamno ragiungere in 30 minuti sia la costa che il monte.

Santo Stefano con Grazia e Stefy ci è piaciuta moltissimo. Ci ritorneremo per raccogliere erica. Erica stupenda anche verso la Malga Zanoni, domenica scorsa, e non solo, elicrisio, felci, profumi e colori sia di brughiera alla Emily Dickinson che di mediterraneo. Un incanto, e in fondo il mare celestino.

Un altro bosco magico pieno di luci acqua e rumori gorgoglianti di ruscelli quello verso la dimenticata e semidistrutta chiesa di Licciorno. Momenti intensi che si dovevano bilanciare con pranzi agritur: ravioli di tutti i tipi, salumi,carni, specialità, dolci, ecc.

Caroso, Caregli, Sestri, Lavagna altre passeggiate. Di bosco e di Riviera.

E poi la mia casa, i miei giardinetti pensili riordinati con fatica e piacere da Stefy.

Mimilla nonostante l’artrosi curata talvolta con goccine ci sta sempre bene, è meno impavida delle altre estati, ma riesce a far fuggire i gatti che si avvicinano al nostro territorio. L’aria buona, le farfalle, il serpentello che ci ha portato un giorno, tutto la distrae e la fa felice.Tranne il giorno e la notte trascorsi lontano da me.

Dov’è Mimilla? per un pomrirggio e una notte intera non la trovavo. Disperata. E’ vecchia, grassa e artrosica. La mattina successiva la vicina la vede in un giardino diverso , prigioniera. Non riesce più ad uscire nonostante io provassi a sollevare la rete metallica. E’ grossa e spaventata. (Chissà come ha fatto ad entrare?) In quella casa non c’è nessuno. Studio la situazione: con coperta spessa e una seggiola scavalco la rete , la prendo la “butto” fuori e lei va verso casa. Ed io ora? Sulla sedia metto un vaso capovolto e riscavalco. Tutto il paese ammira la mia impresa da Indiana Jones. Io non so come ho fatto. Potenza dell’amore.

E quanti libri letti, mentre aspettavo Stefania che tornasse da Stoccarda e poi dall’Ungheria. Ma c’è una bellissima novità per me: c’è la Biblioteca! Apre soltanto due ore il sababto, ma mi ci fiondo.

Ho scoperto una scrittrice chiavarese che scrive gialli ambientati proprio qui in zona con un sense of humour che mi piace. Si chiama Valeria Corciolani.

Divorare il cielo di Paolo Giordano, un bel romanzo impegnativo che tratta di ecologia. Ambientato nel Salento parla di adolescenza, di ideali, di amore.

Dimmi che non può finire di Simona Sparano, storia deliziosa agrodolce di una ragazza che teme la fine delle cose belle. Si appassiona ai numeri come talismani per capire la vita. Abbandona amori, lavoro perchè non può sopportare che fniscano come la lieta vita che aveva vissuto un tempo con il padre ora scomparso. Ma qualcosa e qualcuno la aiuteranno. Da leggere.

Mai stati così felici di Claire Lombardo, storia di David e Marilyn, del loro grande amore, della loro tre figlie avute in succesaione, poi a distanza la quarta. Quindi una storia familiare avvincente che ti fa compagnia e ti fa riflettere.

Tre piani di Eshkol Nevo, si svolge e Tel Aviv e vengono raccontate le storie degli abitanti dei tre piani di un caseggiato. Il regista Nanni Moretti ne ha tratto un film

e tanto altro ancora.

Se qualcuno mi legge ancora, buo inizio settembre

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Cronache di Borzonasca 2021

pubblicato da: Mirna - 12 Giugno, 2021 @ 7:53 pm

Siamo arrivate il 10 giugno . Giardino jungla. Mimilla felice. Casa da sistemare. Quanto ci metterò a riordinare? Intanto focacce e libri tra gigli, rose e gelsomini…per ora è sufficiebte. Aria fresca e lucciole serali.

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I PESCI NON ESISTONO di Lulu Miller

pubblicato da: Mirna - 24 Maggio, 2021 @ 8:50 am

Che lettura avvincente! Da non perdere. Che genere lo possiamo definire? Narrativa? Saggio? Biografia? Un po’ tutto questo. Ma proprio come alla fine l’autrice impara non si può etichettare lo slancio della Natura.

Un libro semplicemente perfetto. Lirico e colto, personale e politico, piccolo ed enorme, eccentico e profondo” così viene definito questo romanzo che inizia a raccontare in prima persona quanto una frase paterna avesse colpito la ragazzina che guardava le stelle

.La vita non ha senso. Tutto è Caos.

Desiderio allora di mettere in ordine per trovare un capo e una coda, un senso dunque.

E l’autrice che racconta di sè “incontra” un personaggio straordinario, il naturalista David Starr Jordan (1851-1931).

Golosamente legge tutto su di lui, sooprattutto della sua vocazione alla tassonomia, cioè alla etichettazione di tutti i pesci che può catturare. Per dare un ordine alla natura. Un esempio di caparbietà e coraggio.

Che lettura, ragazzi! Cercavo su Internet i vari pesci da lui scoperti, come il pesce drago, senza angoli, conservato nel museo Ittiologico a lui intestato.

Continuando nella ricerca della sua lunga vita però Lulu Miller si imbatte in una profonda crepa: Jordan appoggia la teoria eugenetica degli Stati Uniti. Devono sopravvivere soltanto le razze migliori…leggetelo e scoprirete che le idee naziste nacquero nella nostra amata democratica America.

Interessantissimo.

Tra tutti i libri presi in Biblioteca soltanto uno mi ha deluso e restituito immediatamente.

Gli altri mi sono piaciuti moltissimo.

LIDIA RAVERA Tempo con bambina.

Una nonna che parla della nipotina e della vita che sta allargandosi in essa. E del proprio percorso.

E un giallo divertente di Chiara Moscardelli “Lo scheletro nell’intercapedine”.

E stamani, in questo maggio piovoso, ne ho iniziato un altro che sento “nelle mie corde ” La seconda vita di Missy Carmichael di Beth Morrey

Una vedova agèè che si sente molto sola , i figli lontani …che raccontare loro della sua vita incolore?

Aprirsi agli altri, fidarsi. Delizioso. Tanto più che si svolge in England tra le solite tazze di tè.

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