I consigli di lettura di Maria Grazia – Estate 2021

pubblicato da: Mirna - 8 Settembre, 2021 @ 3:10 pm

“ Come si può gioire del mondo se non quando ci si rifugia in esso?” così si domanda Kafka a Zuerau, villaggio boemo minuscolo in un paesaggio ondulato di boschi e prati.

Ne “ Il Vesuvio universale” M. P. Ottiero presenta il Vesuvio con un senso di declino e di appartenenza ad una cintura di 25 comuni abitati da 800.000 abitanti che si trovano a convivere con la morte biologica e con quella dettata dalla natura più impenetrabile di un vulcano. Ne scaturisce una narrazione empatica ove il senso di abbandono è supportato dall’ autotrofismo grazie al valore impresso dalla cultura a quella terra.

Ma come ricorda un altro aforisma kafkiano “C’è’ una meta, ma non una via ,ciò che chiamiamo via è un indugiare”come e’ ben intuibile nel libro” Butcher’s crossing” di J. Williams, ambientato nel 1873 tra le montagne del Colorado. Uno dei quattro protagonisti, Andrews comprende che la battuta di caccia per ottenere le pelli di bisonte non e’ che uno stratagemma, un trucco per ingannare se stesso e per blandire le abitudini piu’ radicate .Egli parti’ in completa libertà verso quell’ orizzonte che sembrava estendersi senza interruzione fino al sole al tramonto affrontando pericoli,incertezze ed un duro lavoro. Ma la natura viene concepita come qualcosa di puro e incontaminato dalla civilizzazione urbanizzata, come un mondo da conquistare o nel quale recuperare le proprie radici perdute come ebbe a comparare il pensatore americano,R. W. Emerson che espresse il“ bisogno più nobile dell’uomo a lui offerto dalla natura, cioè l’amore per la bellezza.”

“ Un cuore cosi’ bianco” di J. Marai e’ invece un viaggio introspettivo dominato da inganni,dubbi e sospetti in cui la mente giocando con il prisma del segreto e della colpa conferisce un andamento a spirale al racconto che presenta numerose storie incastonate tra scene del passato ricordate ed immaginate e scene di un presente sempre sospeso da una atmosfera teatrale in continuo cambiamento.

Ma sempre citando uno dei tanti aforismi di Zuerau, Kafka scrive ” In questo luogo il respiro e’ diverso, piu’ abbagliante del sole e gli splende accanto una stella”. E mentre riporto queste parole il pensiero corre al nostro amico lettore,Roberto….

Nell’ oasi silenziosa e meditativa che mi son creata nelle calde giornate di agosto, la lettura ha fatto brillare la luce del pensiero. Il romanzo di E. Carrere, Yoga mi ha regalato densissime pagine di meditazione,alla radice della quale la letteratura si presenta come un luogo in cui non si mente e in cui il protagonista aspira a leggere in fondo dell’ anima un coacervo di riflessioni, ben consapevole del rischio di confondere i limiti del suo campo visivo con i confini del mondo.

Anche i due romanzi di R. Calasso,Bobi e Meme Sciancia mi han donato momenti di contemplazione e scrittura fluida che han reso godibile la narrazione nel primo libro su Roberto Bazlen,ideatore di Adelphi e quella del padre che racconta ai figli il polverio che sale dalle macerie di Por Santa Maria a Firenze nel secondo testo.

Ma il gusto per la lettura ha trovato stimolanti pagine in un romanzo classico: Il carteggio di Aspern di H. James: nella Venezia intorno al 1880 incontriamo il poeta Aspern che ha intessuto una preziosa corrispondenza con una donna che vive ancora rinchiusa da anni in un palazzo veneziano ove il protagonista viene ammesso e conosce la nipote della donna.

A coronare le letture agostane si e’ affacciato un western di fine Ottocento dal titolo Le strade di Laredo di L. McMurthy incentrato sulla caccia ad un bandito messicano in un gelido inverno lungo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Qui i momenti lirici e riflessivi e il ritmo narrativo mettono in risalto la profondità dell’ animo umano levigando quegli aspetti violenti nella relazione tra uomini e donne.

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