TUTTO SARA’ PERFETTO DI LORENZO MARONE

pubblicato da: Mirna - 14 Gennaio, 2021 @ 3:23 pm

i Chi ha amato L’sola di Arturo sicuramente troverà analoghe atmosfere e suggestioni in questo bel romanzo di Marrone.

Perchè siamo a Procida, isola “incantata” non solo per la sua bellezza ma per la capacità di ogni isola-casa di rimescolare vita presente e passata.

Una storia che spesso fa sorridere per l’amaro senso dell’umorismo del protagonista che sta ancora cercando il suo posto nella vita e soprattutto nella considerazione del padre ormai malato.

L’occasione giunge qunado la sorella che assiste il padre deve assentarsi urgentemente per alcuni giorni.

Chiede al fratello , quarantenne fotografo di moda, di recarsi a casa sua,a Napoli , per stare vicino al padre, ex comandante marittimo, gli rimangono pochi mesi di vita ormai, perciò regole ferree : mangiare poco e sano, riposarsi tanto, assumere pillole.

E sorvegliare anche il bassotto Augusto.

Andrea, single, sensibile, ostinatamente immaturo, si sente oberato di una enorme responsabilità. Tanto più che il rapporto con il padre non è mai stato facile: non si è mai sentito apprezzato, ma piuttosto tiranneggiato in quanto , unico maschio della famigliola, quando il padre salpava per i lunghi viaggi in mare gli veniva chiesto di “badare” alla mamma fragile di nervi e alla sorellina minore.

Andrea confonde le regole , non sa che fare con il bassotto prepotente, il padre inizia la sua “tirannia”. Vuole essere portato a Procida nella loro vecchia casa.

Andrea ubbidisce in modo maldestro. Dimentica persino le medicine del padre.

Procida è un mondo profumato di mare, azzurro e rosa, di sole caldo, di ricordi importanti. Sono tanti anni che Andrea non ci ritorna. Lì è morta prematuramente la bella mamma bionda. Lì ha incontrato il primo amore importante, Ondina, mediterranea creatura che sembra vivere nell’acqua.

Lì l’infelicità, i rancori, le paure non sono riusciti ad amalgamarsi con evocative immagini di gioia, di epifanie: istanti di felicità che però Andrea riusciva a cogliere e a fermare soltanto con la sua macchina fotografica.

Sia con rullino che senza.

Perchè è proprio ciò che il padre gli disse una volta: l’importante è fermare l’atttimo e viverlo. Rendersi consapevole del momento magico. Con obiettivo o senza.

Due giorni intensi in cui il vecchio padre ormai stanco cerca una fine consolatoria alla sua vita. Due giorni in cui Andrea è costretto a rivedere il suo passato e le sue convinzioni. Dove incontra anche Ondina con la quale finalmente riesce ad avere una notte d’amore.

Tutto sembra precipitare quando il Comandante scompare. Ma tutto era in armonia con il suo sentire.

E forse il suo ultimo atto è stato anche un amorevole abbraccio al figlio che comincerà a conoscersi nel profondo.

Bel romanzo.

Da leggere

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2021: l’anno che verrà

pubblicato da: Mirna - 3 Gennaio, 2021 @ 11:39 am

Intanto nevica a fiocchi larghi e protettivi che ci danno l’illusione di antichi inverni.

Non è così e lo sappiamo tutti.

Siamo in trincea seppur vogliamo continuare a credere che la vita sia sempre quella a cui eravamo abituati: case calde, amici cari, serenità talvolta abitudinaria e quasi monotona.

Siano cambiati e forse non vogliamo accorgercene. E’ quasi un anno che fingiamo che sia tutto come prima.

E’ la nostra difesa.

Allora scherziamo, stiamo vicini in modo telematico, qualche volta de visus ma con distanze e mascherine. Ci agganciamo alla Spagnola, alla Peste del 1700, al colera di Napoli, ecc. ecc.
Ma non siamo abituati a questa Pandemia, noi figli del dopoguerra ormai alle spalle, e del Boom economico, del consumismo, dei Beatles, dei viaggi, delle vacanze, del tutto facile. E chissà, del tutto dovuto?

Allora, che facciano grazie ALLA TECNOLOGIA?

Pensiamo di cavarcela dalle nostre case confortevoli, dai nostri frigoriferi zeppi, dalla nostra abitudine alla serenità piacevole.

Ci scambiamo foto di ricche cenette , di barzellette, di canzoncine (io in primis) di foto allegre nel parco con ombrellini rossi e azzurri.

Poichè la vita corre avanti e abbiamo il dovere, visto che ci “siamo” a renderla sempre il dono che io sono convinta che sia.

DONO: perchè ciò che la Natura ci dona in Bellezza è un regalo spontaneo. Nel limitato spazio di un Parco trentino un’apoteosi di bianco, verde, azzurro, rosso, sospiri di fiocchi, parole di anatre, risate di madre e figlia, tende gialle di contadini intrepidi, voglia di buttare alle spalle mesi di ansie e timori.

E allora scrivere questo Blog di lettura nato nel 2010 ha ancora valore? Chissà! Ci leggiamo, ci ascoltiamo ancora? O la fretta superficiale ci ha fermato in momenti sospesi?

Blog di lettura. Libri come accompagnamento della propria vita. Con altre vite. Altri pensieri. Altre riflessioni. Per distaccarci dal nostro Ego incapsulato e aprirci all’Altro, agli Altri. Alle altre Vite.

Giorni di quasi clausura in cui i libri mi hanno accompagnato per molte ore durante il giorno. Romanzi per lo più, perchè io amo ascoltare la vita degli altri che chissà come mai fa sempre parte della nostra perchè l’animo umano è simile e fratello.

Dovrei darvi consigli di lettura, ma siano sommersi di informazioni di tutti i generi.

Forse siamo noi stessi i “libri” da leggere.

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I consigli di Maria Grazia

pubblicato da: Mirna - 29 Dicembre, 2020 @ 7:46 am

“ La vita non e’ che un’ombra in cammino ”cosi” il Macbeth shakespeariano ha ispirato i miei pensieri a conclusione di un annus horribilis da cui molti ce ne separeremo tra qualche giorno senza rimpianti…
Ho immaginato ombre susseguirsi in una nube incrostata dal tempo che inesorabilmente modella le nostre vite trasformando sovente in abitudini anche le nostre piu’intime speranze…
Proprio su questa tonalità mi si è presentato il libro scritto nel 1932 dall’ungherese L. Perutz, La neve di S. Pietro e il libro del madrileno J. Marias, Berta Isla.
Friedrich Amberg, protagonista de “La neve di S. Pietro”si sveglia in un letto di ospedale incapace di discernere tra passato e futuro. L’incontro con il barone von Malchin e il progetto di somministrare una droga chiamata “neve di S. Pietro”per riportare gli uomini al vaticinio della fede par salvifica, come evidenzia l’autore al termine del romanzo “ la neve iniziava a sciogliersi, fra le nuvole era spuntato il sole, l’acqua gocciolava dai tetti, l’aria era mite e sembrava che la primavera volesse arrivare quel giorno”.
Il protagonista ci fa vivere con il barone von Malchin una avvolgente dimensione onirica in un visionario progetto in grado di stravolgere ma salvare il mondo. “Cio’ che si possiede in sogno, nessun nemico al mondo può sottrarlo. Soltanto il risveglio avrebbe questo potere ma chi sarebbe mai così crudele da ridestare qualcuno dal suo sogno?” chiede Friedrich Amberg.
Un assolo di due anime in ombra che unisce liberta’ a sofferenza in un microcosmo particolare quello delineato da Marias in Berta Isla: il mondo dei Servizi Segreti a cui appartiene Tom ove un Dirigente spiega “ Siam qualcuno e non siam nessuno, ci siamo ma non esistiamo, esistiamo però non ci siamo, accadiamo semplicemente”. Due anime, Tom e Berta vivono nell’assenza e nell’attesa in quanto come si legge in conclusione del libro “ Questo è cio’ che avviene alle vite che, come la mia e come la sua, in realtà come tante e tante, stanno solo in attesa”.
Due letture avvolgenti che inducono a pensare alla riflessione di C. Chaplin “ Canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi”

Consiglio anch’io vivamente BERTA ISLA, un romanzo avvincente, intenso e ben strutturato. La mia precedente recensione:

Un romanzo ampio, ben congegnato e ben strutturato. La storia d’ amore fra Berta e Tòmas destinati da sempre a vivere insieme. Belli , giovani , e attraenti. Simili ma non simbiotici.

Il destino bloccherà il loro progetto di vita serena con bambini.

Tomàs è risucchiato nel mondo dello spionaggio a difesa del Regno. Adattissimo, lui metà spagnolo e metà inglese, ottimo conoscitore di lingue e dialetti a ricoprire quel ruolo.

Intrigante ed avvincente, ma intellettuale ed analitico questo romanzo si legge con attenzione e passione. Oltre all’intreccio delle vite di Tòmas e Isla costretti a non vederi per molti anni c’è lo sguardo sulla vita di ognuno di  noi, su chi siamo il tutto  suffragato dalle riflessioni dei grandi autori Shakespeare in primis, poi Eliot e tanti altri.

Berta Isla sa che Tòmas è meno introspettivo di lei, sempre stato restio a un’autoanalisi profonda e forse per questo così abile a trasformarsi in uno, nessuno, centomila. Lo sente diventare estraneo in questa lunga assenza come Ulisse che per appagare le sue avventure dimentica la sua Penelope e il figlio.

Ma lo stesso Tòmas che sente di esistere e non esistere, di agire e non agire si sente schiacciato dalle vite parallele che conduce<. quella che è costretto a fare e quella che sarebbe dovuta essre nei suoi progetti.

E’ un romanzo pluripremiato, un gran romanzo.

Da leggere.

E poi cercare le recensioni di Claudio Magris e altri scrittori che l’hanno apprezzato. Ma prima leggetelo voi per farvi la vostra opinione, come faccio sempre io.

Javier Maraìs è nato a Madrid nel 1951. Autore di numerosi romanzi di successo

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Inverno di libri

pubblicato da: Mirna - 27 Novembre, 2020 @ 11:50 am

UN INVERNO DI LIBRI

Succede ancora. Che i libri sostengano mesi difficili. E l’inverno che verrà. “L’inverno del nostro scontento

Io non amo il pieno inverno, non amo la piena estate. Sono una creatura di mezze stagioni, di non eccessi.. Di toni acquarellati da campagna inglese.

Ma sembra che il Fato mi voglia sempre destabilizzare: mi offre amori appassionati e difficili, prove di forza e coraggio, stravolgimenti del mio essere tendenzialmente da divano e libri, da tazzè di tè e di scones.

Il mio habitat sarebbe stato la provincia inglese verde e sonnolenta: passeggiate piane, raccolta di ranuncoli e daffodils, una vita a metà tra le Bronte e la Austen.

Ma, sempre il Fato, mi fa nascere a Merano, città tra due culture, mi catapulta nella sanguigna Emilia forte di profumi e sentimenti.

Non mi fa vivere l’ordine rodato che il mio essere credeva di volere: non scuole al tempo giusto – ma dopo aver provato a scrivere a macchina per qualche anno in uffici istituzionali (Pretura, Ospedale, Avvocati) – non un amore tranquillo con le visite del giovedì e del week end o con il classico anello di fidanzamento e tanti oh!oh!oh! Delle amiche.

No.

Io , potenziale lady inglese, magari di Pemberly, ho avuto tutto stravolto.

Incontro sul mare con la mia vera metà. O meglio, come diceva mia madre “L’unico che poteva trattenermi “senza farti tornare a casa con la valigia!”

Ma non facile. Distanze, impedimenti.

Eppure anni prima un medico che aveva auscultato la mia tachicardia aveva sentenziato

“Lei deve stare tranquilla, niente stress, niente viaggi o emozioni troppo forti, insomma una vita placida, tutta casa” e forse…chiesa?

Ma proprio alcuni mesi dopo io mi fiondai a Londra divertendomi e vivendo a più non posso e dimenticandomi della tachicardia e di un amore passeggero emiliano, troppo banale per ricordarlo fino in fondo.

E poi sulla nave. The Love Boat. Dove improvvisamente c’era Lui che mi ha amata, incoraggiata, stimata.

E che abbiamo curato una casa insieme. Sempre quella, questa dove c’è ancora lui anche esoltanto con i ricordi e il sospiro.

Allora , sempre improvvisamente, ma dopo nove mesi, nasce una deliziosa bambina.

Poi mi laureo. Poi viaggiamo per lavoro, progettiamo, costruiamo, ci amiamo.

Il tempo passa.

Gioie e dolori.

Ed ora siamo dentro una pandemia.

E timori.

E ….che dire…. angoscia?

Ma ecco i libri.. Le storie, le riflessioni, i viaggi dell’immaginazione e del cuore e del pensiero alto.

Quelli che durante l’adolescenza, mentre mi stancavo le spalle a forza di battere a macchina e vedevo le coetanee con i libri sotto il braccio andare al liceo, mi hannoi salvato con le vite altre.

Vite dove mi immergevo e condividevo.

E così faccio oggigiorno.

Mi tuffo nella bellissima biografia di Virginia Woolf giovinetta.

VIRGINIA

DI EMANUELLE FAVIER

E proseguo con qualche thriller di Mary Higgings Clarke, poi mi imbatto in un delizioso romanzo del prolifico Roddy Doyle.

LOVE

Un serrato dialogo di amici irlandesi nei pubs di Dublino: sessantenni alle prese con la vita che cambia uno di loro perchè ritrova un antico amore che, secondo lui, è quello che avrebbe dovuto stargli accanto. Anzi è come se avesse vissuto sempre con lei. Una vita in parallelo, quella reale, quella ideale e chisssà perchè più consona al suo essere.

Meno male che prima che le biblioteche chiudessero ho fatto incetta di libri.

Beh, insomma la vita talvolta colpisce a tradimento.

Dovrò rileggere

Diario di campagna di una signora inglese del primo Novecento.

Lo sfoglio spesso.

L’autrice Edith Holden, un po’solitaria se ne va spesso in bicicletta o a piedi per viottoli e boschetti in cerca di fiori e uccellini da ritrarre.

Come vorrei essere lei.

Però ….forse no…. sembra che sia morta cadendo in un fossato per raccogliere fiorellini.

Meno male che mi salva il senso dell’umorismo.

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I CONSIGLI DI MARIA GRAZIA

pubblicato da: Mirna - 9 Novembre, 2020 @ 10:49 am

LETTURE DI INIZIO AUTUNNO

In questo tempo in cui il distanziamento sociale impone di riformattare i cinque sensi, le voci e la musica restano gli strumenti più importanti per restare in contatto. I sensi son infatti i mezzi per conoscere il mondo; per esercitare il senso dello spazio nelle prime settimane di autunno ho deciso di affidarmi alla lettura.

Pochi intellettuali hanno saputo, come Antonio Gramsci ,mettere al centro del loro impegno la difesa della liberta’ e la dignità dell’uomo nella lotta perpetua della storia. Tra le “Lettere dal carcere”in quella del 1935 al figlio Delio, egli scrive” Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi non può non piacerti più di ogni altra cosa. Ma è così?”

Un altro libro che ha suscitato tutto il mio interesse è stato il testo di E. Morin, Cambiamo strada- 15 lezioni sul Coronavirus in cui la domanda “ Come vivi?” rappresenta il quesito fondamentale che tenta di alimentare in ciascuno una nuova autocoscienza anche perché nessun cambiamento è mai nato se non da una consapevolezza dei presupposti e delle conseguenze del nostro modo di vivere.

Pagine sospese in una atmosfera rarefatta di arte e musica son state invece quelle incentrate sul dialogo tra Riccardo Muti e Massimo Cacciari in “ Le sette parole di Cristo”: nella Crocifissione di Masaccio la pittura tende la mano alle sette sonate di Haydn, composte nel 1786: uno scambio di vedute tra i due interlocutori che dimostra come le immagini producano pensieri e la musica sia un crogiuolo di emozioni.

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DIETRO LA MASCHERINA…NIENTE ?

pubblicato da: Mirna - 19 Ottobre, 2020 @ 9:12 am

Dietro la mascherina non sorrido…soltanto qualche rapido incontro al sole con amiche per una pausa caffè mi fa IMG-20200220-WA0037riprendere  la letizia. E naturalmente in casa, zona franca e sana.

In tre esseri viventi che si confidano, mangiano, talvolta ridono.

Credo lo facccia anche Mimilla.IMG_20161012_154640

Dico sempre: meno male che ci sono i libri. Altre vite, altre riflessioni. E in questi tempi ho trovato romanzi avvincenti ed interessanti. Sempre nella super Biblioteca di Trento.

QUELLO CHE MANCA  di Michael Frank che parla del desiderio frustrato di maternità e si addentra nell’odissea delle fecondazioni assistite. Intreccio corposo che avvince. Piacere di ritrovarsi nella  bellezza di Firenze ad ammirare le Annunciazioni di San Marco, poi a New York in autunno tra agganci liguri mangerecci.

Oppure in un giallo avvincente della brava Charlotte Link, LA PALUDE.

Chissà se l’avrò letto due anni fa, data dell’edizione italiana? Ma non lo ricordo, così mi passo alcune ore pomeridiane pensando ad altro intrecciata ai isteri inglesi di rapoimenti e assassinii.

Non penso a questa seconda impennata di Covid che minaccia gli anziani, i malati, i più fragili e molti altri. E penso che se tutti avessimo buon senso e rispetto per gli altri riusciremmo a superarlo in modo non traumatico.

Rifletto a quante cose non vogliamo rinunciare e a quanto siamo diventati individualisti. Sembra che solo glia “altri” debbano cautelarsi , ma non l’Io suprematista.

Guardo ai giovani, proclamati da tutti “untori” e che in realtà un po’ lo sono. Perchè non si può evitare gli aperitivi? Perchè?

Ma noi parliamo con essi, li coinvolgiamo? O li riteniuamo una parte della popolazione viziata e incosciente? Se sì, corriamo ai ripari.

Mamme, papà, insegnanti, ecc. Ricordate loro  dei ragazzi del ’99…

Un po’ di sacrificio evitando il superfluo può fare la differenza.

Ora si può non essere isolati grazie alla tecnologIa, e poi ci sono i LIBRI…grandi compagni di viaggi anche nei tempi bui.

Leggete Eterno amore di Igor Sibaldi, filosofo, teologo, regista e riflettert su quanto è forte la nostra vita un-angelo-sibaldi-librointeriore e di quante dimensioni ci possono essere nello spazio e nel tempo.

Romanzo di formazione che si trasforma in una junghiana ricerca delle possibilità della nostra mente e della vita.

Bellissimo, da assaporare.  Un aiuto per aprire nuove finestre in noi.

E Amore, un motore potente.

 

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LA MEMORIA DELL’ALBERO di Tina Vallès

pubblicato da: Mirna - 2 Ottobre, 2020 @ 10:00 am

“Joan e Jan, nonno e nipote, sono legati da un filo indissolubile. Per questo Jan fa salti di gioia quando viene a la memoria dell'alnberosapere che i nonni lasceranno Vilaverd per trasferirsi a Barcellona, a casa sua. Ma, con i sensi acuti tipici dell’infanzia, non tarda a capire che qualcosa non va. Il nonno non è più lo stesso. ..”

Questa in breve la trama.

Ma è troppo semplicistico scrivere  ciò per un racconto che alla fine è come se  mi avesse… lavato il cuore.

L’ho letto d’un fiato : caratteri grandi, capitoletti brevi per descrivere sentimenti semplici e profondi. L’amore per gli altri e per la natura.

L’Io narrante è un bambino di 10 anni che si chiama Jon e che ama la sua famiglia, particolarmente il  nonno che si chiama Joan, con una o in più, dettaglio importante perchè il nonno glielo vuole regalare.

Una O che rappresenta anche il suo lavoro, infatti è un orologiaio, ma certamente anche la circolarità del tempo e della vita. Una O che circonda e che dovrebbe trattenere anche la memoria. Ma la memoria del nonno se ne sta lentamente andando. Come fare per trattenerla circoscritta in questa magica O?

Facendogli raccontare del suo amore per gli alberi, per  le loro ombre che sempre ti possono salvare, per il salice piangente della  minuscola piazzetta di Vilaverd che fu colpito a morte da un fulmine, ma che riuscì con gli ultimi rami, battendo alla finestra del nonno bambino ammalato, a salvargli la vita.

E’ una storia “piccola” ma che ti fa fermare un po’ in questa corsa esacerbata di paure e aggressività che stiamo  vivendo.

E’ una storia che ci fa riflettere su ciò che eravamo “prima”, prima di che? prima di ciò che ci mette in ansia e che ci fa correre forse senza meta.

IMG_20180603_145815Fermiamoci sotto un albero, accarezziamolo, ascoltiamolo, assaporiamo il tempo lento che ci mette per crescere ed osserviamo  ciò che accade.

Ripassiamo il rispetto e l’attenzione. E l’amore.

Mi fa piacere riprendere a scrivere il blog dopo tanto tempo –  questi tempi difficili – parlando soprattutto di alberi. Perchè il breve mese  trascorso a Borzonasca in questo anno anomalo mi ha fatto osservare a lungo gli alberi del mio giardinetto.  Gli amareni e il nespolo e il pruno senza ormai più frutti. Chi li avrà mangiati? Spero i vicini, ma penso soprattutto quegli uccellini canterini  qui soprannominati “ballerine”. Che siano le cinciallegre?

Ma il caco invece ha continuato a fruttificare. Alcuni cachi  arancione li abbiamo portati a Trento. Almeno IMG_20160624_201907assaggiamo il sole dell’esatate ligure dimezzata.

Piero diceva sempre che l’ombra del nostro caco era particolare.  Che intendeva? Troppo fresca? Per questo mi aveva fatto costruire  un sedile e un tavolino d’ardesia proprio sotto la sua ombra  circolare. Ed io l’avevo abbracciato riconoscente.

Amavamo  entrambi gli alberi.

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ANCHE NOI L’AMERICA di Cristina Henriquez

pubblicato da: Mirna - 25 Agosto, 2020 @ 4:05 pm

Bellissimo romanzo pubblicato nel 2016 da NNE.anche noi l america

Io l’ho trovato in Biblioteca, ma sono certa che si potrà reperire ovunque.

cristina enriquezCristina Henriquez è un’autrice conosciutissima negli USA e non solo.

Già il titolo originale  The Book of  Unknowen Americans ci introduce in una comunità di persone “non importanti”, di persone semplici, povere che cercano di migliorare la propria condizione inseguendo il famigerato “sogno americano” e nuove possibilità.

La scrittrice ci racconta la vita di alcuni latino-americani che si incontrano in un condominio di una cittadina del Delaware .

Ognuno di essi fugge da una realtà di povertà,  di violenza e  di guerre  dal Panama, dal Guatemala, dal Nicaragua  e dal Messico.

Ma soprattuto conosciamo la storia dei Rivera che sono arrivati negli USA  dopo un lungo viaggio dal Messico per poter far frequentare una scuola speciale alla loro figlia adolescente, la bellissima Maribel, vittima di un incidente che l’ha cambiata.

Le pagine raccontate in prima persona da Alma, la madre, ci commuovono e ci fanno partecipare al suo sogno di dare nuove possibilità alla figlia.

Un’altra famiglia si intreccia con la loro storia: quella dei Toro e  del loro figlio  Mayor, un  timido adolescente che si innamora immediatamente della bella e particolare Maribel. Ed è proprio lui che riuscirà ad  entrare in sintonia con lei  e a farle tornare il sorriso.

Indimenticabile il  pomeriggio della prima neve quando lui “ruba” l’auto al padre per andare a prendere   Maribel a scuola  e portarla sull’oceano.

Le voci di Mayor e Alma si alternano con quelle dei vicini : uomini e donne alle prese con la  lotta  per conquistare un nuovo presente.

Un romanzo di speranze e sogni, di possibilità e desideri racccontato con dolcezza e straordinaria empatia.

Anche noi l’America è una narrazione potente, ammaliante, devastante e, per tutti questi motivi, incredibilmente vera. L’autrice riesce, in poco più di 300 pagine, a far percepire al lettore le gioie e i dolori che una famiglia si trova, inevitabilmente, a provare, analizzando alcuni personaggi in maniera dettagliata, rendendo il celebre verso di Walt Whitman … [we are] large, [we] contain multitudes … Assolutamente calzante e concreto.

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Quanti libri!

pubblicato da: Mirna - 18 Agosto, 2020 @ 10:37 am

Non saprei dire i libri che ho letto tra lockdown trentina e afa in questa estate anomala per me che non ho ancora assaggiato la magia del mio  giardinetto ligure.

Grazie all’e-book durante la chiusura della Biblioteca ho scoperto un eccezionale scrittore di gialli: Hakan Nesser

è uno scrittore svedese di romanzi polizieschi.hakan nesser

Ha insegnato lettere in un liceo e dopo il successo ottenuto dai suoi primi romanzi si è dedicato interamente alla letteratura. Molti dei suoi gialli hanno come protagonista il commissario Van Veeteren che vive nell’immaginaria città di Maardam, ubicata in un paese del nord Europa, verosimilmente la Svezia anche se il gulden, la valuta locale, e alcuni nomi potrebbero far pensare ai Paesi Bassi. L’altra sua serie di successo vede come protagonista l’ispettore svedese di origini italiane Gunnar Barbarotti che lavora nell’immaginaria cittadina di Kymlinge, in Svezia. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue, tra cui l’italiano, e da alcuni di essi sono stati tratti film o serie televisive.

Nel 2000 ha vinto con Carambole il premio Glasnyckeln (“Chiave di vetro”) per il miglior romanzo poliziesco scandinavo.

I suoi romanzi dall’impianto narrativo e stilistico solido  arricchiscono con profonde riflessioni filosofiche e psicologiche.

Li  consiglieri  tutti.

il circolo delle invincibili sognatriciUn  romanzo di altro genere ma assai bello è Il circolo delle invincibili sognatrici di Ana B.Nieto. Immaginifico, scorrevole, onirico.

Un club del libro clandestino, un gruppo di donne speciali che il giovane protagonista riveste di magia come le Nereidi.

Il raccondo di una vita leggendaria tra realtà e fantasia. Da leggere . Romanzo salani

 

Forsese ci sentiremo presto da Borzonasca e le sue cronache

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Consigli di Grazia -letture ferragostane

pubblicato da: Mirna - 18 Agosto, 2020 @ 10:17 am

“Scrivere è un atto di amore, se non lo è non è che calligrafia”, così afferma J. Cocteau nelle pagine de “La difficoltà di essere “ dedicate a “I buoni costumi”.
Leggendo questo florilegio di temi universali e di racconti autobiografici ho pensato all’autore che con capacità di intus legere dona occhi per scorgere potenzialità e crea ponti in grado di tenere uniti, con l’aura della delicatezza ed arguzia, tutte le parti che compongono il libro.
E proprio quella sete talora sopita di guardare con curiosita’ alle scoperte della vita e quella voglia talora affievolita di documentarsi in un viaggio onirico nella Parigi dei primi decenni del Novecento, sono state le sorgenti da cui ha preso abbrivio la lettura di un altro libro curato da M. Mari dal titolo “Tutto il ferro della torre Eiffel “ ove il filosofo W. Benjamin e lo storico M. Bloch son alla ricerca di feticci letterari su un piano che intreccia il reale e l’immaginario. La loro ossessione metafisica esaltata dalla magia della scrittura vibra ad un ritmo diverso da quello del ferro della torre Eiffel che come forza positiva dissolve le tenebre e domina i toni delle divagazioni letterarie e del viaggio onirico cadenzando i brani di vita immaginaria di grandi scrittori.
E come J. Cocteau afferma che “ogni uomo è una notte e il compito dell’artista è di mettere questa notte in piena luce” , così M. Mari invita a cogliere in ogni viaggio metafisico un silenzio “bianco” che è sintesi di tutti i colori delle parole.

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