UN INCANTEVOLE APRILE di Elizabeth von Arnim
pubblicato da: Mirna - 6 Aprile, 2015 @ 7:14 amAprile è un mese particolare, un po’ ambiguo, un mese che ti può stremare o far rinascere. Eliot scriveva che April is the cruellest  month, il mese più crudele perchè genera fiori da una terra morta e confonde memory and desire. Si risvegliano tristi radici in questo mese trasparente e impietoso. Winter kept us  warm, l’inverno ci tiene caldi e protetti e vagamente inconsapevoli. La primavera ti incita a mostrarti, a rinnovarti, a rinascere.

Per Robert Browning all’estero Aprile coincideva con una grande nostalgia per la sua patria dolce e verde “Oh, to be in England, now that April’s there”. Per me amante della sua terra  condividevo e recitavo  i suoi  versi e poi – finalmente – per ben due volte mi sono trovata là sotto il suo cielo variabile, i fiorellini timidi, il verde dei prati e il giallo dei narcisi.
Anche ora vorrei esserci ben diversamente dalle quattro protagoniste del delizioso romanzo di Elizabeth von Arnim che consiglio di leggere proprio in questo mese, tanto più se si incappa in qualche giornata di pioggia.
Londra è spesso piovosa e può esserci un mese freddo e grigio e può essere che Lottie Wilkins  e la sua amica Rose  desiderino ardentemente rispondere a un annuncio che offre un castello in Italia, circondato da glicine e mare. L’affitto è un po’ costoso ma le spese si possono dividere con altre due signore.
Ed ecco che dopo vari ripensamenti non si può fare a meno di partire. Il marito di Lottie è arcigno e noioso, quello di Rose assente. Serpeggia in loro una depressione dovuta sicuramente al tempo, ma soprattutto alla noia e alla incapacità di rinnovarsi e cercare in se stesse motivazioni per essere liete.
La promessa di glicine e  di sole le porta dunque in un angolo ligure che rappresenta la voglia di vivere, l’abbandonarsi alla natura in fioritura.
La storia è indubbiamente semplice: siamo alle prese con due  annoiate signore della borghesia britannica più  un’anziana e rigida vedova e una giovane aristocratica viziata alla ricerca di un po’ di pace e di senso da dare alla sua vita frivola..
Le descrizioni dell’ambiente sono accattivanti.  Elizabeth von Arnim che aveva curato un suo bellissimo giardino scrivendone un delizioso libro, ci porta in un tripudio di fiori e piante.  Come resistere ai gigli in cui tuffare i piedi, alle rose, ai lillà profumati e in fondo allo scintillìo del mare?  Ecco che la natura diventa la metafora dello schiudersi di nuovi pensieri,  una nuova visione del mondo, più tollerante.
E’ Lottie il motore di questa nuova affettività e capacità di abbandono al fluire del tempo . E’ lei che si trasforma per
prima avendo capito che la primavera può essere sempre dentro di te a prescindere dal tempo metereologico. Ed ecco che lentamente la vecchia signora si addolcisce, l’aristocratica viziata comincia a ridere, Rose soffre meno e in un crescendo di probabili e improbabili avvenimenti il cerchio si chiude con l’arrivo dei mariti di Lottie e Rose.
Una lettura primaverile, gradevolissima.
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IL PAPPAGALLO DI FLAUBERT di Julian Barnes
pubblicato da: Mirna - 1 Aprile, 2015 @ 6:23 am
Una briosa e diversa biografia su Gustave Flaubert, non pedissequa ma articolata in gruppi  tematici: famiglia, amori, idiosincrasie. Il tutto raccontatoci da un altro protagonista, alter-ego dell’autore: Geoffrey Braithwaite un medico, sensibile amante delle lettere che  viaggia tra Inghilterra e Francia per scrivere un saggio sull’amore di Flaubert e la poetessa Louise Colet.
Una biografia inusuale perchè ci si sofferma a lungo sul significato che può aver avuto un pappagallo sulla creatività dell’autore francese.  Partendo dall’analisi del racconto Un cuore semplice (Un coeur simple) in cui la protagonista Felicité possiede un pappagallo chiamato Loulou, Barnes-Braithwaite ci spiega il grottesco flaubertiano. Ci sono analogie, spiegano i critici, tra lui e Felicité: la solitudine, tante perdite e l’importanza per il linguaggio del quale il  pappagallo è portatore! Nel racconto Felicité non riesce ad esprimersi, al suo posto lo fa Loulou. Interessante pensare che Flaubert abbia il carattere della donna e la voce del pappagallo.!
Mi piace questo biogrago-filosofo che disserta sulle visioni delle cose, sul passato, sulle convenzioni specialmente durante le molte traversate della Manica.
Naturalmente ci addentriamo con lui nella vita e nel mondo di Gustave, nella sua amicizia con George Sand che diceva dell’amico che se lei era la consolazione dei lettori lui ne era soprattutto la desolazione perchè diceva la verità .
Senza la sottile noia delle biografie cronologiche rimaniamo intrigati da tutti gli elementi e le citazioni  che ci fanno intravvedere quasi completamente la figura particolare di questo grande scrittore. Senza mai dimenticare la sua Madame Bovary.
Ci è stato consigliato da Raffaella perciò  spero voglia aggiungere le sue impressioni a proposito.
LIBRI OVUNQUE da sfogliare, da leggere, di cui parlare insieme
pubblicato da: Mirna - 28 Marzo, 2015 @ 7:54 amSubito dopo ogni nostro LibrIncontro noi amici lettori cerchiamo i titoli che più ci hanno interessato.  Io naturalmente desidero leggere “”Una stanza tutta per gli altri“e la cerco nella libreria Disertori.
Una rassicurante libreria nel cuore della città gestita da Francesca e Mirko che amano ciò che propongono: libri di storia e tradizioni locali, narratori e poeti trentini e tanti libri sulla montagna.
Ma non solo ovviamente. Vi possiamo trovare tutti i libri appena pubblicati.
Ciò che attira è l’atmosfera raccolta, gli scaffali naturalmente ricolmi, i bei dipinti di Boato, un ritratto di Cecco Beppe e tanti titoli della nostra storia trentina che diventano punti saldi e confortanti. Sapere chi siamo, che cosa abbiamo fatto, che cosa scriviamo e leggiamo.
Salire le scalette, osservare le belle immagini delle copertine, sembra quasi di salire su un piccolo monte che tanto rappresenta la nostra comunità .
Ciò che colpisce  è che Mirko e Francesca sono giovani e che la loro scelta  sia di proseguire la filosofia di questa libreria conosciutissima in città . Tanto spazio dunque ai testi di scrittori trentini e di storie della nostra regione.
E’ qui che potremmo trovare anche il libro di Luigi Oss Papot presentatoci dallo stesso autore al Cafè de la Paix. Per ora occorre ordinarlo direttamente alla Parrocchia.
Luigi ci ha intrattenuto lunedì scorso con simpatica affabilità , spiegazioni chiare sulle motivazioni della sua ricerca e con la lettura in dialetto di alcune pagine del suo libro. “Masetti, storia, chiesa, comunità “.
La bella chiesetta di Masetti è conosciuta anche da Riccardo che da ciclista curioso e instancabile si era già aggirato , come ha scritto nel suo commento, per quei sentieri perginesi.  Abbiamo dunque ascoltato tutti con interesse ciò che Luigi ci ha raccontato su quel microcosmo colmo di piccole e grandi storie, ricco di personaggi particolari.
Come già ho detto spesso,  riunirsi per parlare di libri ci dà gioia, allegria, condivisione, convivialità . Ogni incontro è dinamico, pieno di suggerimenti e suggestioni. Ora che anche Nadia Ioriatti fa parte del gruppo-lettura ci sentiamo sempre più ricchi e non vorremmo mai andar via perchè i libri sono come le ciliegie…uno tira l’altro. Quindi i titoli  e gli autori preferiti si
susseguono incalzanti.
“Hai letto Jezabel della Némirovsky?”
“Avete visto il film tratto dal suo Suite francese?” “E di Modiano, cosa ne pensate?”
“Ho visto in vetrina un libro su Il giardino di Virginia Woolf” concludo “e non ho resistito”. E spiego a Nadia e a Maria Teresa poco prima di salutarci che poter sfogliare le foto del giardino di Monk House curato da Virginia e suo marito Leonard mi porta in Inghilterra, nella mia vita parallela che in parte cercherò di ricreare nel mio giardinetto ligure in estate. Almeno cercherò di piantare qualche dalia e qualche rosa. Ma ve ne parlerò.
Quello che voglio dire ancora una volta è che i libri sono amici potenti, affettuosi che riescono ad unirci ancor più in consonanze.
Il prossimo incontro potrebbe essere mercoledì 8 aprile 2014.
Che ne dite?
Poi forse qualcosa cambierà …ma non certo i libri e il nostro desiderio di ritrovarci.
L’ERBA DELLE NOTTI di Patrick Modiano, Einaudi
pubblicato da: Mirna - 23 Marzo, 2015 @ 9:11 pm
E finalmente incontro Patrick Modiano, premio Nobel per la Letteratura 2014. Non lo avevo mai letto, lo confesso. Ed
ora che so che cosa scrive e come scrive mi sembra di essere restata “orfana” di pensieri e storie che sento vicinissimi al mio sentire. Sono subito corsa in biblioteca a cercarne altri, per ora soltanto due. Credo che leggerò tutta la sua opera. La motivazione dell’Accademia svedese per il premio è stata “Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i più inafferrabili destini umani e svelato la vita reale durante l’Occupazione”. Lo scoprirò cammin leggendo, per ora voglio scrivere di questo romanzo che mi ha avvinto e trasportato in universi paralleli  di percezioni.
Uno scrittore anziano vuole interpretare gli appunti presi tanti anni fa su un taccuino nero per sciogliere e capire una storia d’amore. Appunti che sono il suo punto di riferimento e che volontariamente sono sempre stati ambigui probabilmente per non conoscere a fondo la verità su se stesso e sulla donna amata.
E a vent’anni si può vivere un breve periodo di ebbrezza e incoscienza e lasciare che il tempo non ti fermi e non cataloghi nè ciò che sei o  fai nè ciò che sono o fanno gli altri.
Se poi intorno c’è Parigi tutto assume un’atmosfera di vacanza e di infinito.
Chi  è , chi era la giovane Dannie che lui amava e che poi è scomparsa dopo appena un anno di amore?
Tutto viene ripercorso dopo trent’anni rileggendo le frasi, i nomi, gli indirizzi del taccuino nero, unico punto saldo del passato, di quel breve periodo ormai cristalizzato e mai risolto.  Quasi segnali di un alfabeto Morse che giungono dai luoghi perlopiù notturni di Montparnasse e  di quartieri sconosciuti, limitrofi alla Parigi classica.
E’ la porta per entrare nelle brecce del Tempo, per ritrovare dimenticanze e perdite come il manoscritto del suo romanzo sulla giovane nobildonna ghigliottinata nel 1794. E’ un caso che Dannie abbia abitato per un certo periodo in una via intitolata al suo nome?
Ma Dannie era imprendibile, sfuggente e aspettarla lo faceva precipitare in un Tempo palpitante, dilatato. Dannie che fugge, come la giovinezza,  misteriosa e contradditoria , che riemerge in immagini-ricordi onirici come è il passato che plasmiamo noi. La nostra Memoria non è soggettiva, ma ha una vita propria, quasi arborea, mai fissa ma mutabile.
Modiano e il suo alter-ego, Jean ,  ci accompagnano nei meandri del passato, nel mistero del Tempo che è sempre lo stesso, ma che noi percepiamo malleabile, oscuro, sempre portatore di ciò che può e non può essere. Vogliamo la verità che sembra sempre vicina eppure è irraggiungibile.
Da leggere per provare la sensazione che il nostro Io è qui e ora, ma è anche là in un altro Tempo nostro.  Bellissimo.
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MASETTI, storia, chiesa, comunità di Luigi Oss Papot
pubblicato da: Mirna - 19 Marzo, 2015 @ 8:02 amConoscete tutti il mio ex- alunno Luigi? Ottimo allievo alle medie ha ora conseguito la laurea indirizzo beni culturali e archivistica presso l’Università di Trento. E’ un ragazzo che ama stare tra i documenti, i reperti storici, le biblioteche, gli archivi per dare un senso di continuità a se stesso e agli altri. E per conoscere la nostra storia. Per arricchire il suo “bagaglio culturale” come scrive e che io ricordo ripetevo spesso in classe.
Ma Luigi non sta soltanto in archivio, passeggia, viaggia, fa la sua vita di giovane ragazzo e soprattutto ha un delizioso senso dell’umorismo. E’ per questo che quando ho iniziato a sfogliare, leggere, guardare questo suo libro sentivo piacevoli aspettative. Sono entrata in un microcosmo, paradigma di un macrocosmo, che è la comunità di Masetti, situata a pochi chilometri da Pergine.
E’ una storia di carta dice Luigi basata su documenti, lettere, fotografie ma è pur sempre una narrazione che intriga. Vogliamo sapere chi hpqscan0002sono e da chi discendono gli attuali duecento abitanti, siamo interessati alla storia della costruzione della chiesetta di sassi e di legno. Ci piace osservare le tante foto che ritraggono matrimoni, comunioni, gite sempre all’ombra della parrocchia o della mitica osteria Carlo Vitti. Leggiamo sui volti, nei gesti, negli abiti dei personaggi fotografati dall’inizio del Novecento ai giorni nostri anche un po’ della nostra storia.
Una comunità , come ancora succede nei piccoli paesi, incentrata sulla vita della Parrocchia. La chiesa dunque ha il ruolo maggiore in questo racconto di vita comunitaria. Occorreva una chiesetta tutta per sè, si dicevano i pochi abitanti di Masetti così nel 1863 iniziano una costruzione che durerà più di cinquant’anni fino alla consacrazione del 1929. Cercano aiuti, offerte, lavoro volontario. C’è un’interruzione durante gli anni della Grande Guerra tanto che la erigenda chiesa diventa sede di ospedaletto per i feriti e cimitero per i caduti.
Ma il progetto dovrà continuare, un insegnante di lettere addirittura girerà per la zona in cerca di offerte.
Ed oggi la chiesa di Masetti, come dicevo, è il centro della vita sociale dei suoi abitanti. Sull’altare campeggia una bella pala raffigurante Sant’Antonio abate protettore degli animali. Sembra che raffigurazioni di Sant’Antonio fossero appese anche nelle stalle.
Leggendo mi sono sentita rassicurata e avvolta in immagini e nomi di persone che mi sembrava di conoscere. Non siamo sempre noi, esseri umani, seppur con fisionomia diversa?
Sono stata attratta dai coniugi Domenico e Domenica Anderle nati nella seconda metà dell’Ottocento che ebbero 18 figli, solo uno nato morto. Molti sono rimasti nubili o celibi, ma Luigi – con il suo senso dell’umorismo – ci rivela che Rosele sposò un albergatore di Settequerce che aveva un figlio di cui ignorava l’esistenza. Sembra che il ragazzo si sia presentato al matrimonio con un mazzo di fiori dicendo “Ha detto la mamma di venire anch’io al matrimonio del mio papà ”
E gli elenchi degli scolari e degli insegnanti? Non sono noiosi, ve lo assicuro, ma diventano documenti importanti per ricordare come eravamo. Classi numerosissime, insegnanti eccezionali.
Ma credo che dovremo chiedere altre informazioni a Luigi che con il suo esaustivo e impegnativo studio (due anni di ricerca) ci regala una base per proseguire, anche se non siamo di Masetti …perchè come sappiamo tutto il mondo è paese.
Ottimo lavoro Luigi: hai anche inserito pagine divertenti come i ricordi in bianc e nero di Giorgio Oss Papot (tuo padre, I suppose) scritto in dialetto, i ricordi del discendente dell’oste Vitti che ci regalano uno spaccato della vita contadina dell’epoca. E dulcis in fundo una poesia in dialetto composta da un simpatico parroco, don Paolo Holshauer nel 1971.
E concordo con la conclusione del tuo lavoro quando scrivi “ogni scoperta, ogni ri-scoperta, ogni ricordo che vi abbiamo portato alla mente è per noi motivo di gioia, perchè solamente così il bagaglio di tutti sarà un po’ più carico (ma non appesantito!) e tutto quello che “è stato” non sarà destinato a rimanere in polverose carte d’archivio o in foto dimenticate…ma diventerà base solida su cui costruire il nostro futuro.!
Memoria viva, dunque, dinamica.
Bravo Luigi.
Ci leggerai la poesia di don Holzhauser al Cafè de la Paix?
Lunedì 23 marzo, ore 17.00
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jane Austen…riletto in altro modo
pubblicato da: Mirna - 14 Marzo, 2015 @ 8:30 amLeggere Jane Austen in  e- book? Può sembrare anacronistico.
A me è capitato. Ho ricevuto in regalo questo particolare oggetto che mi fa leggere in un modo diverso. Molta resistenza ad iniziare, un po’ per capire il meccanismo, un po’ perchè io adoro sfogliare i libri, annusarli, accarezzarli, sentirli morbidi nelle mani . Ma io voglio provare.
Non si tratta di …o…o… bensì di … e…e..
E comincio in albergo a Montegrotto  proprio con un romanzo scritto nel 1813. Il mio adorato Orgoglio e pregiudizio che so quasi a memoria avendo anche visto recentemente la bellissima serie della BBC interpretata da Colin Firth, affascinante Mr. Darcy.
Ebbene anche sul piccolo schermo piatto i dialoghi della nostra scrittrice inglese appaiono freschi , moderni, diretti e ti fanno entrare in quella deliziosa comunità fatta di ladies, lords, parroci, ma soprattutto rappresentanti della  middle class. Un mondo dove importante è il ceto sociale e soprattutto la rendita annuale. Per questo le 5.000 sterline annue di Mr. Bingley sono sulla bocca di tutti:  è un buon partito e Mrs. Bennett con cinque figlie da maritare trova che sia lo scapolo più adatto a Jane, la più bella delle sue figlie.
La sua preferita è comunque la quindicenne Lydia perchè le assomiglia, allegra, scioccherella, propensa alla risata; sappiamo poi come finirà tra una risata e un ufficiale!
Ma è Elizabeth la protagonista di questo romanzo, l’alter ego di Jane Austen, la ragazza di buon senso, dal pensiero indipendente. Una donna moderna perchè pur accettando le regole imposte dal classismo del primo ottocento inglese non si piega ai conformismi aridi e alla consolidata sottomissione femminile. Ha le sue idee e le esplicita chiaramente non solo a Mr. Darcy orgoglioso e poco socievole, ma anche alla zia di lui quando le ribatterà senza timori che lo scopo della sua vita è quello di perseguire la sua felicità . Modernissima, aveva già saputo dell’articolo della neo Costituzione Americana?
Tutti conosciamo la trama di questa storia, una storia che accompagna noi donne lettrici da sempre e che si può rileggere di tanto in tanto
proprio per questo pensiero femminile così attuale e, per i tempi in cui è stato esplicitato quasi con nonchalance,  rivoluzionario.
Ho scoperto poi una cosa per me magica. L’e.book ha il piccolo schermo luminoso quindi si può leggere al buio. Per me che soffro di insonnia è sentirmi protetta dalle morbide tenebre della mia camera da letto, Mimilla  corfortata e non disturbata dalla luce dell’abat-jour  si stacca da me addormentandosi in fondo ai miei piedi, io entro  -come avessi  con me una piccola lampada  – nel mondo di cui si sta scrivendo.
Sono dunque nell’Inghilterra campestre e londinese, ascolto i fitti dialoghi intriganti di Lizzy e Mr. Darcy, visito Pemberley e il Derbyshire e la parole che si staccano luminose mi vengono incontro come vive, sembrano staccarsi dal piccolo schermo  e giungere direttamente ai miei occhi e ai miei pensieri. E, miracolo, mi calmano e mi fanno addormentare prima.
E poi se mi addormentassi all’improvviso e mi cadesse sul viso forse mi farebbe meno male de Il Cardellino (900 pagine)
LIBRINCONTRI e consigli di lettura
pubblicato da: Mirna - 11 Marzo, 2015 @ 8:10 amRitratti di lettori in un interno, nella fattispecie nel  piacevole Cafè de la Paix. Alfonso Masi ci legge due poesie di Roberto Piumini. Dedicate alle donne.
“Poteva un’altra donna innamorarmi” “Quando, come vorrei, ancora uniti“. Molto belle.
Questo autore per ragazzi conosciuto per lo più da noi insegnanti è da scoprire e apprezzare e questi due sonetti letti magistralmente hanno aperto il nostro solito incontro quindicinale.
Restando in tema poetico Lucia Conte ci legge due sue poesie, una in onore del futuro nipotino in arrivo, un’altra dedicata alla Madonna di Medjugorje.
Tra un caffè e un altro si susseguono i titoli.
Sonia Laredo “E alla fine successe qualcosa di meraviglioso.“Un intreccio tra vita e letteratura vissuta dalla protagonista.
Anche ” Una piccola libreria a Parigi“di Nina George, consigliato da Santo ci parla di libri e della loro forza.”Jean Perdu ha cinquant’anni e una libreria galleggiante ormeggiata sulla Senna, la “Farmacia letteraria”: per lui, infatti, ogni libro è una medicina dell’anima. Da ventun anni vive nel ricordo dell’amata Manon, arrivata a Parigi dalla Provenza e sparita all’improvviso lasciandogli soltanto una lettera, che Jean non ha mai avuto il coraggio di aprire. Ora vive solo in un palazzo abitato dai personaggi più vari: la pianista solitaria che improvvisa concerti al balcone per tutto il vicinato, il giovanissimo scrittore in crisi creativa, la bella signora malinconica tradita e abbandonata dal marito fedifrago. Per ciascuno Jean Perdu trova la cura in un libro: per tutti, salvo se stesso. Finché decide di mettersi in viaggio per cercare la donna della sua vita. Verso la Provenza e una nuova felicità .”!
Carla, Nadia  ed io abbiamo la stessa passione per Etty Hillesum che ammiriamo come una donna, una persona eccezionale.
Mi viene consigliato assolutamente di leggere  Pessoa “Libro dell’inquietudine”. Lo farò senz’altro, come pure cercherò il libro suggerito da Cinzia “La vita perfetta di William Sidis” di Morten Brask![cop[1] (3)](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2015/03/cop1-3-150x150.jpg)
Mi incuriosisce anche il nuovo romanzo della giallista Alice Giménez  Bartlett che ha scritto “Una stanza tutta per gli altri”  Sellerio editoreÂ
Attraverso gli occhi della domestica che servì in casa dell’enigmatica Virginia Woolf, un racconto sul gruppo di Bloomsbury. Una stanza tutta per gli altri è un romanzo sottile, anticonvenzionale, attraversato da una vena antiretorica. Da comprare e leggere subito!!!
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COORDINATE DI PRIMAVERA
pubblicato da: Mirna - 8 Marzo, 2015 @ 5:48 pmNon amo pensare che esista solo una data per “festeggiare” la donna.  Ciò vuol dire che siamo diverse dagli uomini? E che gli altri giorni son dedicati a loro? No, siamo tutti esseri umani ed ogni  giorno della vita deve essere una festa. Se si è stati fortunati di nascere in un determinato luogo, in un determinato tempo.
E se si ha la capacità di apprezzare i momenti belli nonostante le possibili traversie e dolori.
Donna, primavera, nascita e rinascita, farfalle, acqua.
E i nostri tre giorni alle Terme di Montegrotto hanno seguito queste coordinate primaverili.
Il sole ci è stato amico e noi ci siamo abbandonati al benessere caldo delle piscine, del buon cibo e delle passeggiate. Ma soprattutto al piacere della compagnia, sia per l’amabile conversazione durante i pasti sia per i giochi in acqua. Sì, perchè le risate hanno accompagnato le nuotate con i rotoli-salvagente…usati come i cavalli delle giostre di Mary
Poppins!
Idea questa dell’eminente psicologo facente parte della compagnia.
Essere ancora un po’ bambini pronti per nuove scoperte e nuove meraviglie.
Visitare la casa delle farfalle che stanno aprendo le loro ali colorate proprio in questi giorni.
Salire ad Arquà Petrarca e godere il dolce panorama dei colli Euganei soffusi dei primi fiori chiari.
Recitare i versi del poeta e sorridere al mondo intorno.
Così mi piace assaporare Marzo che arriva con “l‘aria serena come l’occhio di una bambina” perchè la com-passione si annida sempre nei cuori che battono con i ritmi sacri della natura.
CARNE E SANGUE di Patricia Cornwell, ed. Mondadori
pubblicato da: Mirna - 1 Marzo, 2015 @ 5:59 pm
Come può una storia di anatomopatologi, balistica, supertecnologia e inquietanti omicidi essere per me rilassante? Forse perchè non capisco a fondo gli studi accurati su proiettili, strumenti modernissimi, meccanismi della Cia e del Cft e il mio pensiero si riposa, ma…con un libro in mano!
Però  Patricia Cornwell è un’esperta, è tra i fondatori del Virginia Institute of Forensic Science ecc., sostenitrice della ricerca psichiatrica per cui spiega sempre in modo preciso sia le operazioni poliziesche sia i meccanismi più oscuri della mente. E questo mi piace molto. Perciò  ad un certo punto ecco che mi “sveglio”: avvengono fatti inquietanti che prendono di mira la dottoressa Kay Scarpetta, suo marito Benton del FBI e la nipote Lucy. Personaggi che conosco e che mi piacciono.
Kay e Benton, sono ormai di mezza età ,  ma sono sempre innamorati e stanno per partire finalmente per una meritata vacanza, ma qualcosa di strano viene visto nel loro giardino. Una serie di monetine di rame (sette per la precisione)  da 1 cent lucidissime e disposte in fila. Ecco allora che a  Kay ritorna in mente una poesia inviatale tempo fa in cui con frasi velatamente minacciose si parla di Testa di rame. Si scopre delitto, dopo delitto che questo personaggio ha intenzione di uccidere ancora dopo i primi quattro omicidi  per giungere al numero sette.  Si capisce  che sicuramente l’assassino è qualcuno che odia da sempre i Benton e Lucy stessa. E che sono (come al solito) in pericolo di vita.
Tra rari momenti di vita casalinga ed effusioni sentimentali serpeggia sempre un’atmosfera di precarietà e di morte. Non per niente la bravissima Kay Scarpetta per il suo lavoro di anatomopatologa viene soprannominata  Dottoressa Death,
E pensare che Kay è di animo dolce, adora cucinare all’italiana –  è infatti originaria di Verona – è sensibilissima, ma il suo lavoro l’ha resa forte e determinata. Riesce spesso a difendersi fisicamente nonostante sia una delicata e piccola signora bionda.
Forse è  la stessa autrice questa  bella biondina? O forse Patricia Cornwell è un po’ anche Lucy, la nipote di Kay, una modernissima James Bond, che guida elicotteri, ha un poligono di tiro, è un eccezionale hacker che si  infischia di regole e costrizioni?
I suoi romanzi  sono scritti bene e a me servono come lettura di evasione, sospensione e come ho detto….di relax. Anche mia madre per tranquillizzarsi leggeva thriller limitandosi a quelli di Agatha Christie, Ellery Queen, Mickey Spilllane, Nero Wolf.
Altri tempi.
Patricia Cornwell (Miami, Florida, 1956) ha lavorato come cronista di nera e presso l’Ufficio di medicina legale della Virginia. Ha esordito
nella narrativa nel 1990 con Postmortem, con cui ha vinto l’Edgar Award americano e il premio per l’opera prima della British Crime Writers Association. Il successo, raggiunto a livello mondiale, è andato crescendo con tutti i romanzi e il personaggio di Kay Scarpetta ha vinto nel 1999 il prestigioso Sherlock Award per il miglior detective creato da uno scrittore americano.
A MILANO cercando l’Orto Botanico di Brera
pubblicato da: Mirna - 26 Febbraio, 2015 @ 7:29 am
Giro un po’ in tondo per il centro di Milano in una ancor fresca ma soleggiata giornata di febbraio. Sono contenta. Sono ospite dai cari amici di sempre, alle 20.00 andrò alla Scala, nel pomeriggio avrò  qualche altro piacevole impegno con Maristella.
Ma come sempre ho bisogno di stare sola per  qualche oretta per scoprire  nuove coordinate, spazi, immagini.
Certamente dopo tante mostre visitate in questi ultimi mesi ora ho voglia di vedere piante, fiori, il risvegliarsi della primavera.
E soprattutto  sedermi al sole e pensare per risistemare gli avvenimenti del mio breve soggiorno milanese.  Mi perdo un po’, come Alice, ma chiedo a tante persone gentili  dov’è questo Orto Botanico. E’ vicino, ma occorre fare percorsi particolari per via di alcuni lavori in corso. Entro in Pinacoteca, ma non ho voglia di dipinti, voglio l’Orto!!!
E finalmente lo conquisto. Ma è un orto alla prima impressione ancora dormiente, con pochi fiori. Chiedo al botanico-giardiniere che assorto fuma la pipa guardando il cielo “Ma dove sono i fiori?”
“Mia cara signora” risponde con occhio divertito  ” Che mese è?“.
” Ma non ci sono neppure i calicantus?“.
“Venga con me”e mi mostra teneri amenti che scendono dagli alberi, i primi daffodils,  alcuni fiorellini gialli rasenti il suolo , piante esotiche dal nome ormai dimenticato
e poi mi lascia sola  a godermi l’impatto con ciò che sta fremendo per nascere.
Scopro panchine e seggioline ed allora mi siedo felice sotto il sole tiepido e ammiro stormi di uccelli che volano su di me, scopro una parte di piante esotiche con una statua di un Olmeco…mi fotografo con lui , poi mi risiedo. Sono felice, sono me stessa.  Insomma ho trovato per un po’ un centro di gravità permanente. Uno spazio che faccio tutto mio e un tempo
senza tempo.
Io e l’Orto aspettiamo la primavera e ne sentiamo i brividi.
Necessario fermarsi qualche volta nel nostro “Orto” interiore!
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