COORDINATE DI PRIMAVERA

pubblicato da: Mirna - 8 Marzo, 2015 @ 5:48 pm

Casa delle farfalleSta finendo l’otto marzo.

Non amo pensare che esista solo una data per “festeggiare” la donna.  Ciò vuol dire che siamo diverse dagli uomini? E che gli altri giorni son dedicati a loro? No, siamo tutti esseri umani ed ogni  giorno della vita deve essere una festa. Se si è stati fortunati di nascere in un determinato luogo, in un determinato tempo.

E se si ha la capacità di apprezzare i momenti belli nonostante le possibili traversie e dolori.

Montegrotto 079Donna, primavera, nascita e rinascita, farfalle, acqua.

E i nostri tre giorni alle Terme di Montegrotto hanno seguito queste coordinate primaverili.

Il sole ci è stato amico e noi ci siamo abbandonati al benessere caldo delle piscine, del buon cibo e delle passeggiate. Ma soprattutto al piacere della compagnia, sia per l’amabile conversazione durante i pasti sia per i giochi in acqua. Sì, perchè le risate hanno accompagnato le nuotate con i rotoli-salvagente…usati come i cavalli delle giostre di Mary Montegrotto 035Poppins!

Idea questa dell’eminente psicologo facente parte della compagnia.

Essere ancora un po’ bambini pronti per nuove scoperte e nuove meraviglie.

Visitare la casa delle farfalle che stanno aprendo le loro ali colorate proprio in questi giorni.

Salire ad Arquà Petrarca e godere il dolce panorama dei colli Euganei soffusi dei primi fiori chiari.

Recitare i versi del poeta e sorridere al mondo intorno.

Montegrotto 029Così mi piace assaporare Marzo che arriva con “l‘aria serena come l’occhio di una bambina” perchè la com-passione si annida sempre nei cuori che battono con i ritmi sacri della natura.

 

 

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CARNE E SANGUE di Patricia Cornwell, ed. Mondadori

pubblicato da: Mirna - 1 Marzo, 2015 @ 5:59 pm

cop[1]Come può una storia di anatomopatologi, balistica, supertecnologia e inquietanti omicidi essere per me rilassante? Forse perchè non capisco a fondo gli studi accurati su proiettili, strumenti modernissimi, meccanismi della Cia e del Cft e il mio pensiero si riposa, ma…con un libro in mano!

Però  Patricia Cornwell è un’esperta, è tra i fondatori del Virginia Institute of Forensic Science ecc., sostenitrice della ricerca psichiatrica per cui spiega sempre in modo preciso sia le operazioni poliziesche sia i meccanismi più oscuri della mente. E questo mi piace molto. Perciò  ad un certo punto ecco che mi “sveglio”: avvengono fatti inquietanti che prendono di mira la dottoressa Kay Scarpetta, suo marito Benton del FBI e la nipote Lucy. Personaggi che conosco e che mi piacciono.

Kay e Benton, sono ormai di mezza età,  ma sono sempre innamorati e stanno per partire finalmente per una meritata vacanza, ma qualcosa di strano viene visto nel loro giardino. Una serie di monetine di rame (sette per la precisione)  da 1 cent lucidissime e disposte in fila. Ecco allora che a  Kay ritorna in mente una poesia inviatale tempo fa in cui con frasi velatamente minacciose si parla di Testa di rame. Si scopre delitto, dopo delitto che questo personaggio ha intenzione di uccidere ancora dopo i primi quattro omicidi   per giungere al numero sette.  Si capisce  che sicuramente l’assassino è qualcuno che odia da sempre i Benton e Lucy stessa. E che sono (come al solito) in pericolo di vita.

Tra rari momenti di vita casalinga ed effusioni sentimentali serpeggia sempre un’atmosfera di precarietà e di morte. Non per niente la bravissima Kay Scarpetta per il suo lavoro di anatomopatologa viene soprannominata  Dottoressa Death,

E pensare che Kay è di animo dolce, adora cucinare all’italiana –  è infatti originaria di Verona – è sensibilissima, ma il suo lavoro l’ha resa forte e determinata. Riesce spesso a difendersi fisicamente nonostante sia una delicata e piccola signora bionda.

Forse è  la stessa autrice questa  bella biondina? O forse Patricia Cornwell è un po’ anche Lucy, la nipote di Kay, una modernissima James Bond, che guida elicotteri, ha un poligono di tiro, è un eccezionale hacker che si  infischia di regole e costrizioni?

I suoi romanzi  sono scritti bene e a me servono come lettura di evasione, sospensione e come ho detto….di relax. Anche mia madre per tranquillizzarsi leggeva thriller limitandosi a quelli di Agatha Christie, Ellery Queen, Mickey Spilllane, Nero Wolf.

Altri tempi.

Patricia Cornwell (Miami, Florida, 1956) ha lavorato come cronista di nera e presso l’Ufficio di medicina legale della Virginia. Ha esordito th[7]nella narrativa nel 1990 con Postmortem, con cui ha vinto l’Edgar Award americano e il premio per l’opera prima della British Crime Writers Association. Il successo, raggiunto a livello mondiale, è andato crescendo con tutti i romanzi e il personaggio di Kay Scarpetta ha vinto nel 1999 il prestigioso Sherlock Award per il miglior detective creato da uno scrittore americano.

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A MILANO cercando l’Orto Botanico di Brera

pubblicato da: Mirna - 26 Febbraio, 2015 @ 7:29 am

Milano febbraio 2015 025Giro un po’ in tondo per il centro di Milano in una ancor fresca ma soleggiata giornata di febbraio. Sono contenta. Sono ospite dai cari amici di sempre, alle 20.00 andrò alla Scala, nel pomeriggio avrò  qualche altro piacevole impegno con Maristella.

Milano febbraio 2015 016Ma come sempre ho bisogno di stare sola per  qualche oretta per scoprire  nuove coordinate, spazi, immagini.

Certamente dopo tante mostre visitate in questi ultimi mesi ora ho voglia di vedere piante, fiori, il risvegliarsi della primavera.

E soprattutto  sedermi al sole e pensare per risistemare gli avvenimenti del mio breve soggiorno milanese.  Mi perdo un po’, come Alice, ma chiedo a tante persone gentili  dov’è questo Orto Botanico. E’ vicino, ma occorre fare percorsi particolari per via di alcuni lavori in corso. Entro in Pinacoteca, ma non ho voglia di dipinti, voglio l’Orto!!!Milano febbraio 2015 024

E finalmente lo conquisto. Ma è un orto alla prima impressione ancora dormiente, con pochi fiori. Chiedo al botanico-giardiniere che assorto fuma la pipa guardando il cielo “Ma dove sono i fiori?

Mia cara signora” risponde con occhio divertito  ” Che mese è?“.

” Ma non ci sono neppure i calicantus?“.

“Venga con me”e mi mostra teneri amenti che scendono dagli alberi, i primi daffodils,  alcuni fiorellini gialli rasenti il suolo , piante esotiche dal nome ormai dimenticato Milano febbraio 2015 032e poi mi lascia sola  a godermi l’impatto con ciò che sta fremendo per nascere.

Scopro panchine e seggioline ed allora mi siedo felice sotto il sole tiepido e ammiro stormi di uccelli che volano su di me, scopro una parte di piante esotiche con una statua di un Olmeco…mi fotografo con lui , poi mi risiedo. Sono felice, sono me stessa.  Insomma ho trovato per un po’ un centro di gravità permanente. Uno spazio che faccio tutto mio e un tempoMilano febbraio 2015 036 senza tempo.

Io e l’Orto aspettiamo la primavera e ne sentiamo i brividi.

Necessario fermarsi qualche volta nel nostro “Orto” interiore!

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LIBRINCONTRI al Cafè de la Paix

pubblicato da: Mirna - 24 Febbraio, 2015 @ 5:34 pm

LibrIncontri  23 febbraio 2015 016Incontri che diventano via via sempre più ampi e vivaci. Oggi c’era  la presentazione da parte di Santo Cerfeda del suo libro “Storia di Iomeneo e Altre Metamorfosi“. E’ sempre interessante ascoltare l’autore mentre ci spiega la genesi dei suoi scritti.  Qualcosa sollecita evidentemente pensieri o ricordi reconditi e basta una scintilla, una frase su cui riflettere per innescare sia la fantasia sopita sia tutto il nostro “bagaglio culturale” quasi in muta attesa  di  poter essere espressi anche in parole scritte.

LibrIncontri  23 febbraio 2015 024Si sa che in un gruppo lettura c’è desiderio di apprendere, raccontare, condividere. Trovo che  incontrarsi e parlare dei nostri libri preferiti ed eventualmente dei nostri scritti sia un  piacevolissimo  modo di incontrarsi. Le parole, gli sguardi e i sorrisi si intersecano dall’uno all’altra, le voci talvolta si sovrappongono: mio è il compito  – come “fondatrice” del gruppo –  di coordinare gli interventi!

Mi sento di nuovo a scuola, ma è così diverso e divertente aiutare tutti a  sentirsi proprio agio!  Ho “interrogato” Enrico  il giovane nipote di Maria Teresa e Riccardo che simpaticamente si è alzato in piedi per raccontarci i romanzi di Mauro Corona  quali “Storia di neve” aggiungendo  la sua positiva  impressione dell’autore: un personaggio originale e alla mano, ma efficace, chiaro, immaginifico.  Anche Giovanni si infervora parlando di “Nel legno e nella pietra” e non dimentichiamo certamente “Vajont, quelli del dopo”.  Devo leggere anch’io i libri di questo scrittore, scultore e  scalatore che vive in Trentino.

Devo assolutamente leggere  il libro che Maria Grazia ci presenta  La lingua salvata di Elias Canetti:  “storia di una giovinezza”. L’autore risaleLibrIncontri  23 febbraio 2015 013 ai suoi ricordi più remoti, cercando di ritrovare nella propria vita quella difficile verità che solo il racconto può dare.

Con questa asserzione  è  certamente d’accordo  anche Nadia Ioriatti –  a proposito sono così felice che faccia parte del nostro  gruppo-lettura – perchè proprio i  suoi bellissimi racconti di “Io tinta di aria” rivelano la verità di un’esistenza.

E’ tornata  Raffaella con consigli sempre “freschi” . Da leggere con calma vista la mole e la lunghezza del libro  Il Cardellino di Donna Tartt e “Luomo che cade” di De Lillo.

Annamaria ci suggerisce “Dante”  del critico letterario Marco Santagata (mi piacciono le biografie dei grandi !)  mentre Alfonso Masi in vista del suo prossimo recital su “Come è morto Giudasi addentra in questa tematica antica. C’è un libro di Amos Oz, suggerisce Emma,  che racconta proprio “Giuda”.

LibrIncontri  23 febbraio 2015 017Un gruppo-lettura così frizzante ha bisogno di bere qualcosa –  siamo in un delizioso Caffè culturale…Riccardo (che poi ci parlerà degli Argonauti di Apollonio Rodio consigliandoci scherzosamente, o forse no?  un viaggio turistico sulle loro orme) prende le ordinazioni, quasi un gentile  Maggiordomo sotto lo sguardo di Alda Merini che bonaria ci guarda dalle scale…

I consigli di lettura giungono a raffica e tutti interessanti. Da non perdere “Il pappagallo di Flaubert“,  da leggere  i libri del premio nobel Modiano ci suggerisce Ferruccio.

Insomma l’atmofera è cordiale, intensa, frizzante. Carla Corradi che si unisce a noi per la prima volta ci parla delle sue letture LibrIncontri  23 febbraio 2015 008sull’evoluzionismo che trova negli allegati della rivista “Scienze“. Sta anche scrivendo qualcosa che dovrebbe coinvolgere tutti noi ed infatti ci lascia facendoci la domanda – alla quale saremmo tenuti a rispondere . “Che cosa vale la pena?

D’acchito e reduce dal mio desiderio di Orti botanici rispondo : fiori, aprire una finestra sul verde, primavera. E poi ora vi aggiungo … il ritrovarsi fra amici dalle  comuni consonanze e desideri. Possibilmente in luogo accogliente come il Cafè de la Paix.

 

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STORIA DI IOMENEO e Altre Metamorfosi di Santo Cerfeda

pubblicato da: Mirna - 22 Febbraio, 2015 @ 7:40 am

product_thumbnail[1]Come ci dice espressamente l’autore  i racconti del  libro nascono dalla sua fantasia mescolata a ricordi letterari e  pensieri notturni. La fantasia che nell’adolescenza era stata meta di sogni, avventure, magie  ora, finalmente libero da impegni pressanti di lavoro, ritorna ad essere un  regno inesplorato e denso di promesse.

Dall’amico Santo, imponente, riservato, psichiatra in pensione non mi sarei aspettata questa ventata di gradevole LibrIncontri 9.2.15 008freschezza, una sorta di “romantico” idealista. Ho letto con interesse  i suoi racconti che vogliono farci evadere dalla realtà,  stupire e divertire. Certamente l’autore ha riaperto una porta chiusa da tempo  ed immagino il suo piacere nel rientarvi:  all’improvviso ecco che emergono personaggi mitologici, bellissime ragazze bionde dagli occhi azzurri, licantropi, uomini-ombrelli, il tutto sorretto dal Tempo che altro non è che mutamento e trasformazione.

E metamorfosi… come nello scorrevole e originale  “Ombrelli” dall’eco kafkiana, che mi è piaciuto particolarmente per quella sensazione che regala: tutto può essere e non essere. Tutto è reale o surreale?

Il pensiero di Santo Cerfeda si evince anche ne L’ultimo licantropo, una  fiaba, un noir dove  necessario è  il  desiderio di rimettere le cose a posto, di fare giustizia per ritrovare l’armonia e l’ordine.

Nel finale  Suoi figli diletti Santo Cerfeda ci racconta la nascita dell’umanità  secondo lui, ci spiega il progetto dell’Entità cosmica che avrebbe  dovuto condurre  gli uomini dalla primordiale ferinità al divenire parte dell’universo, conquistando lo spazio per condividerlo con gli altri esseri della Comunità Universale. Infine  ci saremmo persino liberati dall’illusione della morte. Ma può l’uomo con il suo egoismo e i suoi difetti  perseguire  e proseguire il percorso indicato di questa Entità‘?

Ora forse sta da qualche parte nello spazio, invisibile agli esseri umani, ci sta osservando con l’equivalente di un grande telescopio, sorridendo sotto  la sua barba bianca”

Santo ci spiega che “Benchè in questi racconti abbia messo parte delle mie convinzioni, essi non hanno alcuna pretesa di trasmettere messaggi o insegnamenti particolari: anche se possono costituire motivo di riflessione, queste storie le ho scritte principalmente per dare presentazione libro e prove 005a me e ai miei eventuali lettori una occasione di divertimento e di fuga dalla realtà.”

Ed anche una sorta di curiosità, di meraviglia . Per dirla come  G.B.Marino  “ è del poeta il fin la meraviglia”.

Dietro la sua barba e nello sguardo buono e gentile troviamo in Santo il “fanciullo” che tutti dovremmo conservare?

Lo chiederemo direttamente a lui, lunedì 23 febbraio , alle ore 17.00, al Cafè de la Paix.

 

 

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ESTATE ARTICA di Damon Galgut ed.e/o

pubblicato da: Mirna - 19 Febbraio, 2015 @ 3:36 pm

Una bellissima biografia romanzata di E.Morgan Forster l’autore di Camera con vista, Casa Howard, Maurice e  Passaggio in India.10409646_1569461056619372_937691129553449096_n[1]

E’  la storia della genesi del suo più interessante romanzo che nasce e prende corpo in India. Ma è anche la storia di  un infelice  trentenne affamato d’amore in un’Inghilterra inizio 900 dove l’omosessualità  è  uno scandalo indicibile.  La conoscenza con il giovane indiano Masud, studente di giurisprudenza a Cambridge lo spingerà a far chiarezza nei suoi desideri sessuali  e a spingerlo più tardi  ad intraprendere un viaggio in India , viaggio che diventerà  per lui il senso della sua vita.  Perchè l’India  non è solo un paese esotico , un paese pieno di contraddizioni (l’estrema povertà, la ricchezza dei nobili), un paese colonizzato dai bianchi , ma per Morgan Forster è una nuova percezione di sè, della vita, del cosmo. L’India lo sconvolge violentemente facendo chiarezza dentro di lui.

Già dal viaggio in piroscafo lo scrittore sembra penetrare in una “lontana alterità” quasi cominciasse a spostare il mondo dal suo asse.  Oltre che avvicinarsi a Masud cerca di ritrovare la vena creativa, da sempre i personaggi dei suoi romanzi hanno bisogno di sciogliersi  sotto un sole caldo. Spera di ritrovare il bandolo della sua scrittura.  Ma tutto è così velocemente accecante e nulla rimane fermo e costante. Troppo da conoscere, da scoprire, da vedere.

Quando finalmente incontra Masud è deluso, il suo amore non è corrisposto nel modo desiderato, inoltre viene lasciato spesso solo a visitare i luoghi più interessanti. Visita così moschee, grotte e tempio.

Come scriverà in seguito è in questi luoghi che comincia ad affiorare un senso accettabile, concreto di una percezione personale e di una storia.

Il romanzo è ampio e affronta vari temi soprattutto quello del colonialismo britannico e della conseguente rivalsa tra colonizzatori e dominati. Ci parla dei Tribunali indiani e del loro metro di giustizia e la storia di Passaggio in India si svolgerà per una parte in uno di essi.

Ci racconterà anche della  prima esperienza sessuale  di Morgan, a 37 anni,  con il giovane egiziano Mohamed. Ma soprattutto noi lettori entriamo  nel mondo tipicamente indiano, sotto un cielo intenso dove ci si può  sentire incerti e inadeguati perchè le cose non sembrano mai compiute e definite, ma si espandono verso l’esterno, forse all’infinito.

E qui sta la bravura di Damon Galgut che ci accompagna insieme con Morgan Forster in un viaggio dell’anima e dei sensi. verso quasi una perdita di sè dove nessuna risposta sembra bastare.

Punto clou è l’entrata nelle Grotte piene di eco. Forster lo fa in una caldissima giornata, entra da solo e l’esperienza provata lo scuote all’inverosimile. Prova una sorta di obnubilamento, sospensione, spaesamento…lo assalgono timori antichi, sente qualcosa di oscuro alle sue spalle che altri non sono che i propri desideri primordiali, la spinta all’abbandono alla natura, alla sensualità, al mistero.

Perchè l’India è mistero, intorno aleggia sempre una sorta di magia, un animismo mistico che la luce e i profumi enfatizzano e che  scuote l’essere umano tanto da farlo sentire  come un  minuscolo punto cieco al centro della percezione.

E finalmente arriverà l’ispirazione per il suo romanzo più famoso: il suo libro avrebbe espresso un frammento di quell’unione attraverso la propria struttura. La moschea, le grotte e il tempio. Tre tipi di spiritualità; tre sezioni del suo romanzo.

Quando il viaggio è la metafora della vita.

Da leggere.cop[2] (2)

Damon Galgut, nato a Pretoria nel 1963 è uno dei maggiori scrittori della generazione sudafricana post-apertheid.

 

 

 

 

 

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SIGNORINE GRANDI FIRME di Maria Teresa e Mirna

pubblicato da: Mirna - 15 Febbraio, 2015 @ 8:40 am

Le%20grandi%20Firme%201[1]“Le Grandi Firme è una rivista fondata nel 1924 da Pitigrilli (pseudonimo dell’ebreo Dino Segre), che pubblica romanzi umoristici e novelle erotiche e piccanti. Nonostante o forse proprio per merito dell’alone scandalistico che il genere piccante le procura, grazie alla capacità promozionale di Pitigrilli e all’accorta selezione degli autori, Le Grandi Firme diventa poi «la rivista alla moda della buona borghesia italiana».Via via il tono si fa sempre più leggero e ammiccante, anche grazie alle procaci ragazze in abiti succinti e attillati che animano le copertine disegnate da Gino Boccasile.La Signorina Grandi Firme ha uno stile, è “un fenomeno di costume, una creatura ingenua, romantica, maldestra, sognatrice, pasticciona, in grembiule nero e colletto bianco, in abito da sera o in costume da bagno”.

Possono cambiare il vestito, l’acconciatura, la situazione, ma alcune caratteristiche rimangono costanti e immutate nel tempo: il petto generoso, Signorine Grandi Firme 2015 027il vitino da vespa, la folta chioma bruna, le calze con la riga nera e le gambe lunghissime.”

(Ricerca di Maria Teresa- Ellen)

Potevamo Maria Teresa ed io, le famose Twin Sisters (ex-Kessler)  del Cabaret carnevalesco che si esibisce ogni anno  nel salotto di Cristina, non interpretarle? Non sia mai.

Decidiamo  all’ultimo momento : pochissime prove, colonna sonora delle sorelle Marinetti ed eccoci trasformate  nelle Signorine Grandi Firme 2015 035“ragazze” moderne, audaci e procaci.

Le risate sia durante la preparazione,  la “vestizione” con calze nere dalla riga per le nostre lunghissime gambe...e  sia durante l’esibizione accompagnata dalle  fugaci visioni di giarrettiere rosse e labbra protese al bacio,  sono state tante!

La serata delle Penelopi di Carnevale è sempre magica e allusiva: i tantissimi costumi che Cristina conserva e crea ogni anno ci aspettano nelle sue stanze al piano superiore. Ci trasformiamo con leggerezza e consapevolezza; ciò che ci riveste per un po’ è un’altra faccia della nostra personalità. Persino le Penelopi più vetuste non demordono e si agghindano con cappellini e mantelli cinesi, egiziani, da fatina o semplicemente da qualcosa altro da sè.

Tutto ciò ce lo regala la nostra ospite Cristina che da cinese si è via via trasformata in spagnola, suora , brasiliana…Musica, dolci e dolcettiSignorine Grandi Firme 2015 006, allegria . Momenti in cui ci si toglie il mantello del tran tran quotidiano per rivestire un’altra pelle. Sia essa Primavera, Araba, Tunisina, Jocker…siamo tutte dentro ciò che vogliamo essere in quel momento, avulse dal nostro vero io o forse no?

Certo le Twin Sisters amano follemente calarsi nei panni un po’ osè di Signorine d’altri tempi che amano cantare e danzare e mostrare…le loro lunghissime gambe inguainate in seta nera. Che vorrà mai dire ciò?

Non lo scopriremo mai? Oggi siamo nuovamente paludate con cappotti e foulard bon ton, ma il sogno delle gambe all’aria e della labbra Signorine Grandi Firme 2015 029tumide al peccato ci allieta nel ricordo e nel sogno… almeno per una volta all’anno!

Siamo forse donne da Tabarin? Ai posteri l’ardua sentenza.

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LibrIncontri al Cafè de la Paix

pubblicato da: Mirna - 12 Febbraio, 2015 @ 6:12 pm

LibrIncontri 9.2.15 007Che tavolata!

Di Libri e di Lettori! E di Scrittori: sì,  perchè oltre a Nadia Ioriatti si è unito anche  Fulvio Maiello, l’autore di Parlava con gli animali.

Subito un libro tira l’altro, un argomento si amplia e si  dilata, si arricchisce di suggestioni. Partiamo dalla Sicilia profumata di gelsomini e zagare per giungere a Venezia . “Se Venezia muore” di Salvatore  Settis.

“In tre modi muoiono le città: quando le distrugge un nemico spietato, quando un popolo straniero vi si insedia con la forza, o quando perdono la memoria di sé. Venezia può morire se perde la memoria, se non sapremo intenderne lo spirito e ricostruirne il destino. Fragile, antica, unica per il suo rapporto con l’ambiente, Venezia si svuota di abitanti, e intanto è bersaglio di innumerevoli progetti, che per “salvarla dall’isolamento” ne uccidono la diversità e la appiattiscono sulla monocultura di una “modernità” standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico-alberghiera. Il caso di Venezia, emblematico, permette a Salvatore Settis un ragionamento universale: dall’Aquila a Chongqing – città della Cina che è passata dai 600.000 abitanti del 1930 ai 32 milioni di oggi “

Dai saggi alla narrativa, ai nostri libri preferiti da sempre. “Ventimila leghe sotto i mari” che Santo ci consiglia di leggere insieme al secondocop[1] (5) romanzo  dell’australiano Markus ZusakIo sono il messaggero” ” L’esistenza di Ed Kennedy scorre tranquilla. Fino al giorno in cui diventa un eroe. Ed ha diciannove anni, una passione sfrenata per i libri, un lavoro da tassista piuttosto precario che gli permette di vivacchiare, e nessuna prospettiva per il futuro. Quando non legge, passa il tempo con gli amici giocando a carte davanti a un bicchiere di birra o porta a spasso il Portinaio, il suo cane, che beve troppo caffè e puzza anche quando è pulito. Con le donne non è particolarmente disinvolto, perché l’unica…”

Nadia ama John Fante. Ci parla de “La confraternita del Chianti” , pubblicato nel 1977; una delle più lucide ed appassionanti opere dell’autore italo-americano, , un romanzo intriso da forti tratti autobiografici, incentrato sulla figura del padre bersaglio di sentimenti forti e contrastanti.

cop[1] (4)E a proposito della figura del padre: ho letto recentemente Il posto di Annie Ernaux, una delle voci più autorevoli di Francia.  Un breve romanzo autobiografico raccontato con stile asciutto e chiaro dove si snoda il rapporto fra un  padre di  umili origini  e la  figlia che si affranca culturalmente e socialmente da quel milieu in cui suo padre sembra non poter uscire mai. Anzi il trovarsi ad un certo punto in due “categorie”  diverse fa nascere l’incomunicabilità.  Lucidamente  l’io narrante analizza il suo compiacimento verso il fascino discreto della borghesia che l’ha accolta grazie alla sua laurea, al suo lavoro, al matrimonio, ma sente impellente ad un certo punto riportare alla luce la realtà e l’eredità dimenticate della sua condizione originaria. Prix Renadout 1982, ediz. L’orma 2014

LibrIncontri 9.2.15 016Ma tanti altri titoli si susseguono, dai classici alla musica, fino  a Breaking News di Frank Schatzing consigliatoci daLibrIncontri 9.2.15 004 Riccardo, il quale  come un ammiraglio sul Ponte di comando sorvegliava l’andamento delle nostre onde…letterarie ed amicali

 

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PARLAVA AGLI ANIMALI di Fulvio Maiello

pubblicato da: Mirna - 8 Febbraio, 2015 @ 8:31 am

cop[1] (3)

E’ sempre interessante ascoltare chi ci racconta una storia perchè ci porta in altri luoghi e in altri da noi.

E mi soffermo anche sulla necessità di scrivere per molti di noi: vedere sulla pagina bianca i pensieri, i ricordi , le fantasie riprodotte in parole visive. Tutto sembra così più vero, più significativo, più valente.

Siamo in Sicilia, quella terra  profumata di zagare che Fulvio Maiello ci descrive con amore portandoci in notti tiepide e odorose di gelsomino : tre “le ombre, ricamate nel buio della notte dai ghirigori barocchi…” dove il giovane protagonista parla con gli amici del futuro. Siamo a Noto, la meravigliosa città del Barocco siciliano.

Ma siamo anche nella campagna di zio Gaspare, il vecchio contadino che parla con gli animali.

Tripudio di colori di aranceti, mandorli,peperoni, rose-sentinelle, fichi maturi. Un ambiente saturo di sole e colori.

La storia è semplice ma altamente significativa.

La saggezza del vecchio Gaspare che conosce il mondo e la natura e proprio per questo è traduttore di ciò che vedono e sentono gli animali diventa il punto cardine degli avvenimenti.

I due ragazzi senegalesi che sono venuti a cercare un po’ di benessere sull’isola vengono dapprima visti con diffidenza da molti, ma sia il mondo animale, sia Gaspare, loro portavoce, spiegheranno la semplice verità del tutt’uno dell’umanità con il creato.

Trovo questo racconto quasi una fiaba: proprio perché ci sono i protagonisti buoni, Enrico e la sua famiglia, le vittime dapprima perseguitate dai cattivi antagonisti e poi accettati in seno alla comunità, perché ci sono personaggi come il buon mago Gaspare e addirittura una fata, una vecchietta vestita di nero con i capelli bianchi, che appare nella casa dove sono ospiti i due giovani stranieri: “Portava sul braccio una piccola cesta di vimini ricoperta di foglie di vite: Bussò alla porta e consegnò la cesta dicendo” Sono alcuni fichi portati stasera dalla campagna. Sono per i ragazzi” e dopo un attimo scomparve come un refolo di fumo disperso dal vento.

Un happy end come nelle migliori fiabe

Fulvio Maiello è nato a Pachino (Siracusa), ma dagli anni sessanta si è trasferito a Trento. E’appassionato di letteratura e scienze della terra.. Collabora con una rivista edita dal locale Museo di Scienze Naturali ed è il presidente della locale Associazione Mineralogica Provinciale. Ha pubblicato altri romanzi.

Così domani pomeriggio nel nostro incontro  al Café de la Paix , ore 17.00, parleremo sì delle nostre letture, ma anche di scrittura. C’è unIncontro con Nadia Ioriatti 9.12.14 009 gran desiderio di scrivere e di stampare le nostre  storie, i nostri pensieri per poter comunicare e condividere parte del nostro essere. Per sentirci meno soli. Verba volant, scripta manent.

Ci sarà anche Nadia Ioriatti, avida lettrice oltre che scrittrice, così i libri, i romanzi, i saggi saranno gli ospiti d’onore.

 

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L’UNICO FIGLIO di Anne Holt , Einaudi

pubblicato da: Mirna - 4 Febbraio, 2015 @ 12:32 pm

cop[1]Un particolare giallo scandinavo che si svolge tra neve e freddo come ci si aspetta.

Siamo a Oslo e l’omicidio delle direttrice di un orfanotrofio pone seri problemi  a Hanna Wilhelmsen, appena nominata ispettore capo.  Anche perchè un particolare  alunno appena giunto in orfanotrofio è scomparso dopo aver creato infiniti problemi agli educatori. Si tratta di Olav, un dodicenne obeso disturbato psicologicamente e spesso aggressivo. Viene definito “un bambino a rovescio”

Tutto si complica con il suicidio  del vice direttore dell’orfanotrofio. Ma è un suicidio? Anne aiutata dal simpatico ispettore Billi T. non  ci pensa due volte a scendere tra le strade di Oslo tra il degrado, ma anche tra un’umanità dolorosamente viva. Anche la società norvegese non è perfetta  sembra suggerirsi questa storia dal finale enigmatico, ma coerente con certe priorità dell’anima.

Importante e descritto con una sorta di diario intimo il rapporto tra Olav e la madre che  ripercorre dolorosamente la vita del figlio del quale ha da tempo compreso le grandi difficoltà  che egli ha a rapportarsi con gli altri e con il mondo. Una sofferenza senza scampo che si innesca nella vita degli altri, orfani e educatori della casa famiglia.

Nel plumbeo febbraio norvegese scopriamo squarci di vita della direttrice assassinata, di Maren l’assistente sociale che fa per vocazione e con grande passione il suo lavoro. E’ soltanto a lei per esempio che il difficile Olav si rapporta.  Ci viene raccontato in modo elegante e sobrio  anche  un po’ di  vita privata dell’ispettrice  Hanne che convive con una donna.th[3]

Un thriller certamente interessante.

Anne Holt è nata nel 1958. Avvocato, giornalista e persino per un anno  Ministro della giustizia, è una delle più importanti scrittrici di gialli norvegesi.

 

 

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