PIOVE INVERNO

pubblicato da: Mirna - 23 Gennaio, 2023 @ 1:28 pm

Lo scrivere un diario, un blog è sempre una sfida. Diremo la verità a noi stessi? O scriviamo perchè speriano che qulacuno ci legga? Ed allora edulcoriamo, variamo, arricchiamo i nostri pensieri e i nostri accadimenti? O è un diario “terapeutico” allora usciranno solo sofferenze, dubbi, sconfitte o è un diario da “polvere negli occhi” dove noi appariamo solari, combattenti, felici, superficiali…insomma quello che vorremmo essere.

Queste mie riflessioni emergono dopo la rilettura, dopo decenni , dei miei diari di adolescente…ora posso capire finalmente ciò che provavo veramente e ciò che invece volevo travisare per sentirmi più sicura.

Può succedere anche da “grandi”? Chissà.

Forse succederà sempre: il nostro dialogo intimo è diverso da quello con gli altri. La nostra fragilità umana ci spinge a mostrarci agli altri – per difenderci certamente – …più… più forti, più contenti, più soddisfatti, ecc.

Dolce il guardar dalla riva il grande affannarsi degli uomini sul mare agitato dai venti. Non perchè il veder soffrire gli altri sia piacevole, ma perchè dolce è constatare di quali mali siamo immuni noi” Ovidio

Ed ora nell’inverno della mia vita ripercorro percorsi ardui, felici, difficili, ma pur sempre percorsi.

E mi chiedo, che fare per colorare questo inverno e ciò che resta?

Riflettere, leggere, condividere.

I miei romanzi di vita vera da terminare:

La promessa dell’alba di Roman Gary, autobiografia in chiave amara ironica

Respira di Joyce Carol Oates, la disperazione di una neo vedova.

Molto belli.

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TRA UN ANNO E L’ALTRO

pubblicato da: Mirna - 30 Dicembre, 2022 @ 1:49 pm

Fine 2022.

Dicembre.

Bilanci? Di che cosa e perchè? Di tutto, e perchè le parole, soprattutto scritte, sono importanti e si fanno ascoltare il doppio, anche da se stessi.

Ma che cosa ci diciamo? Quello che vogliamo appaia agli altri o quello, più segreto e spesso misconosciuto, che è la nostra essenza e che dolorosamente ci fa intendere che il tempo passa e la vita si accorcia?

Quest’ultima cosa mi spiace molto( anzi mi scoccia ), vorrei vivere per sempre e leggere, sentire il cambio delle stagioni, parlare con le persone, ecc.ecc. Ma sulle spalle c’è una vita quasi intera e si fa…sentire!

E pensare che in confronto all’eternità i nostri anni sono solo l’ombra di attimi. Però…è bello rifletterci sopra. E se poi incontriamo libri coinvolgenti allora il piacere è grande come bersi una coppa di champagne.

In questo scorcio di anno ho incontrato due scrittori giovani: un inglese, Benjamin Myers e un’rlandese Sally Rooney.

Mi arricchiscono di poesia e considerazioni sul mondo attuale.

Sono i cosiddetti “millenium” la generazione sui 30/40 anni.

E se Benjamin Myers è più nostalgico e quasi classico nel suo Bildungsroman, Sally Rooney appena trentenne ci dà un appproccio alla contemporaneità che lentamente noi agées stiamo fossilizzando.

All’orizzonte di Myers, libro di formazione. Incantevole.

Appena terminata la seconda guerra mondiale un adolescente figlio di minatori vuole conoscere il mondo e si avvia a piedi verso lo Yorkshire pensando di andare in un altrove qualsiasi.

Paesaggi di libertà e conoscenza, incontro con Dulcie, una signora di mezza età che gli farà conoscere l’altrove dentro di sè grazie a letture e consapevolezza .

Si avvicinerà quindi a “essere se stesso e non alla persona che fino ad allora aveva interpretato”

Da leggere.

Come è da leggere Dove sei, mondo bello di SallyRooney.

Protagoniste principali due ragazze che si sentono infelici non soloperchè non trovano il partner ideale , ma per tanto altro: per una società dissociata dal loro sentire, per una mancanza di “centratura” perchè questo terzo millennio cambia vertiginosamente ed è pieno di tremende contraddizioni e ingiustizie. Non si riesce a rincorrere il rapporto con gli altri se non soltanto sui social e c’è la sensazione di “trovarsi nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre, testimoni di qualcosa”

Lo sto ancora leggendo e il fatto che fra poco, miagolii della mia Mimilla permettendo, potrò entrare nelle sue parole mi consola del male alle spalle e del tempo…questo tempo che corre senza aspettare un attimo per farsi gustare.

Ma non gliela darò vinta: mi farò a cup of tea ,accenderò una candela verde e rischiarerò il buio dicembrino.

In fondo, domani, pur se l’ultimo dell’anno, è un altro giorno.

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Gelo e paste mignon

pubblicato da: Mirna - 16 Dicembre, 2022 @ 8:38 am

Inverno freddissimo ed anche anticipato. Ci voleva con questi tempi di guerra e di mancanza di combustibili? In Ucraina come faranno? Non si può non pensare a loro, come ieri empaticamente ha sottolineato Riccardo, mentre ascoltavamo (intirizziti) il bel concerto di Cristina Endrizzi , Giovanna e Luciano.

Canti di Natale, operette e la certezza di tornare più rallegrati in una casa abbastanza calda con un pasto abbondante. Ci riteniamo ovviamente fortunati, siamo liberi e non come in Iran dove succedono fatti del più becero medioevo.

Ciononstante la nostra vita è cambiata un po’ in peggio, complice anche la pandemia che per due anni ci ha tenuti distanti.

Benvengano dunque questi incontri musicali di Cristina e i nostri LibrIncontri che teniamo stretti come qualcosa di prezioso e, ahimè, non sicuri come un tempo.

Perchè questo mutamento dei tempi, questo sgretolarsi dell’età – forse – dell’oro, per noi agés, va di pari passo con il cambiamento fisico e psicologico del nostro Essere.

Ancor più faticoso, dunque, tenerci insieme, ma categorico farlo!

Le nostra risate, le nostre commedie, i sorrisi e le risa, i libri e le idee condivise dovranno essere il sale e lo zucchero del futuro.

Dobbiamo ritrovarci spesso e allietarci con ciò che la Vita- dono, può offrire. Forse in formato mignon?

Ma le pastine piccole non son altrettanto buone e farcite di dolcezze e sorprese?

Coninuiamo a vederci, a raccontarci del nosgtro andare avanti, delle nostre letture.

Ci rivedremo al bar di via Galilei soltanto il 21 dicembre per sentirci ancora vivi e propositi nella breve giornata del solstizio d’inverno.

I libri letti e consigliati sono stati tanti. Tutti concordi sulla bellezza del romanzo di Roman Gary La vita davanti a sè“e sul compito di leggerne un altro dello stesso autore “La promessa dell’alba

Intanto io entro ed esco dalla Biblioteca fornitissima e trovo spesso delle chicche , come questo romanzo breve di Rebecca West

“Il ritorno del soldato“.

Dopo la prima guerra mondiale un soldato torna a casa con quindici anni di memoria cancellati. Non riconosce la moglie Kitty ma pensa e spasima per il suo primo amore ormai sposata e diversa. Scrittura chiara, scorrevole, poetica. Un piacere per l’animo.

“Ammaliante…probabilmente il suo romanzo migliore” scrive The Sunday Times

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I LIBRINCONTRI

pubblicato da: Mirna - 7 Dicembre, 2022 @ 12:16 pm

Anche oggi, 7 dicembre 2022, ci incontreremo al solito bar dalle poltroncine rosse e tra un orzo, una cioccolata, una tisana e forse un prosecco parleremo di libri. E soprattutto staremo insieme per confrontarci, condividere e a sentirci… complici di lettura.

C’è sempre un libro accanto a noi sia di narrativa che saggistica.

Maria Rosa Tomasi che è tornata dopo anni di assenze al nostro ritrovo ci ha detto che i suoi gusti sono cambiati: meno narrativa, più saggistica per conoscere meglio questa realtà schizofrenica che stiamo vivendo.

Ci consiglia Oriente e Occidente di Rampini.

Riccardo ci mette in guardia contro i Bitcoin e poi ci illustra “L’uomo del Rinascimento” a cura di Garin.

Da leggere anche l’ultimo libro di Aldo Cazzullo : Mussolini . Il capobanda

Quante domande ci poniamo in quest’epoca di transizione, difficile, impervia.

Leggere e confrontarci sono una piccola strategia per affrontare tempi vorticosi e nuovi in una parte della nostra vita che vorrebbe essere leggera, piana, tranquilla.

Maria Teresa sta leggendo Il Club del libro e della torta delle bucce di patata, che io lessi tempo fa.

Nel mio blog ultradecennale si potranno trovare le mie impressioni a proposito.

Certo che è l’apoteosi della lettura! Per vivere meglio, di più e con meno pesantezza.

Leggere di tutto …pur se scritto bene, of course!

Che delizia il romanzo di Roman Gary La vita davanti a sè.

Ce l’ha consigliato Emma come lettura da fare in collettività!

Pubblicato nel 1975 con lo pseudonimo di Emile Ajar La vita davanti a sè vince il Prix Goncourt!

Divertente e profondo: siamo nella banlieu parigina crogiolo di razze arabe, ebree, africane dove un ragazzino algerino, Momo, racconta ciò che si snoda nel suo pezzo di mondo. Dal suo amico immaginario Artur, un ombrello travestito, a madame Rosa, che lui sente come la sua vera madre. Brutta e grassa, con solo 35 capelli ma con occhi di un nocciola stupendo e luminoso.

Non vuole morire in ospedale, madame Rosa, perchè sa che si accanirebbero su di lei quando invece vorrebbe terminare i suoi giorni in pace nel suo appartamento al sesto piano assistita da una fauna eterogenea: da madame Lola, ex boxer ed ora travestita, e un protettore di puttane, o dal signor Hamil che parla con le parole di Vicotor Hugo ecc,ecc

Ma chi può rappresentare Madame Rosa, ex prostituta fino… alla menopausa… poi accogliente vice mamma per i figli di puttane che altrimenti sarebbero stati mandati in Brefotrofio?

Una madre amorevole e bugiarda. La Francia? L’Occidente?

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PARLANDO DI LIBRI

pubblicato da: Mirna - 21 Novembre, 2022 @ 11:55 am

LIBRINCONTRI

E finalmente ci siamo rivisti dopo questi periodi altalenanti di Covid, non Covid, operazioni alle anche, alle spalle, alle ginocchia e noi che diventiamo sempre più “grandi” e …maturi?

Certo si cambia e io voglio sperare in meglio, come il vino che invecchia spiritosamente nei tini.

Riccardo ci ha scritto nel suo Blog il resoconto delo scorso incontro con titioli e impressioni dei nostri libri letti durante l’estate.

E’ stato piacevolissimo incontrarci perciò credo che un segreto dell’andare avanti insieme in un futuro incerto e sempre più precario sia proprio quello di riverderci spesso e fare il punto della situazione.

E cosa meglio di letture che ci arricchiscono e che ci possono anche sorprendere?

Naturalmente io sto leggendo moltissimo, i pomeriggi sempre più corti mi spingono a sdraiarmi sul divano – come su una scialuppa di salvataggio – ed anche se spesso la lettura in siffatto modo mi causa doloretti alla cervicale io mi affido alla storia del libro, alle riflessioni dei personaggi e mi ci ritrovo .

Come dicevo la scorsa volta al bar Città, davanti alla tazza di cioccolata calda, uno dei libri più belli letti nell’ultimo periodo è stato quello di

Cara Wall “Amatissimi” dove la vita di due ragazzi che diventano pastori protestanti si intreccia naturalmente con quella delle loro mogli e con quella di una società che vuole migliorare nel nome della fede dogmatica ma soprattutto nella fede della Bontà dell’essere umano.

So che ai tempi nostri ciò può sembrare fallace ma io credo ancora, come scriveva Anna Frank nel suo diario

“nonostante tutto io credo che l’uomo sia buono”.

E qui , nel romanzo di Cara Wall un personaggio femminile è sicura “che ogni azione retta ne genera un’altra; ogni mano tesa forma una fune, e poi una scala”

Sono del parere che essere buoni faccia bene alla salute e alla pelle!!!

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I consigli di Maria Grazia. Quando a primavera contempliamo la chioma fiorita di un ciliegio o in autunno i grappoli pesanti di una vite o la tavolozza di colori delle arance e dei cachi spesso si tende a dimenticare che lo splendore è reso possibile dalle radici invisibili e nascoste nel terreno.E così il romanzo di José Saramago dal titolo La zattera di pietra, pubblicato nel 1986 ha radici profonde nella questione colonizzatori/colonizzati, sfruttatori/sfruttati insomma nella dicotomia Nord/Sud con tutte le implicazioni connesse all’imperialismo, a preconcetti razziali, domini economici ma lo splendore delle sue pagine risiede nella creazione di una zattera di pietra e nella navigazione verso l’Africa e il sud America,finalizzata alla creazione di una nuova area culturale che nasca dalla separazione della penisola iberica dall’Europa.Nel romanzo Il mondo estremo dell’austriaco Christoph Ransmayr pubblicato nel 1989 le radici son ancora piu’ invisibili e si prestano a continui processi di trasformazione e creatività: Tomi appare la città dell’esilio e della morte di Ovidio, una città chiusa tra un mare livido e una montagna aspra: un mondo estremo dove ogni persona, ogni cosa è segnata dall’eccesso, un mondo che si colloca fuori della civiltà e fuori del tempo.Convivono, con continue intersezioni, il presente (un presente con le tracce di tragici ricordi della storia recente) e il passato, il tempo dell’esilio di Ovidio e insieme il tempo remoto in cui si svolgono i miti delle Metamorfosi. È un romanzo tutto costruito sulla suggestione delle Metamorfosi: c’è la vicenda, romanzata, della stesura e della distruzione, da parte di Ovidio, del poema incompiuto (e Cotta – un oppositore del regime augusteo venuto a Tomi sulle tracce di Ovidio – spera di ritrovare l’intero poema e intanto rintraccia solo brandelli di episodi metamorfici a lui riferiti da Eco, la serva e prostituta di Tomi, che ha udito quei racconti della viva voce di Ovidio); ci sono personaggi reali del passato (Ovidio stesso che, sempre evocato,sembra scomparso nel nulla; Cotta; Pitagora, il filosofo di Samo che ora, con la mente ottenebrata, fa il servo nella casa di Ovidio), personaggi che si mescolano, nelle vicende di quel mondo allucinato, con i personaggi dei miti narrati nel poema ovidiano (Licàone, Aracne, Eco, Tereo con Procne e Filomela, Fama,Batto, e altri ancora).Anche nel romanzo di Carlo Sgorlon dal titolo La foiba grande pubblicato nel 1992 invenzione e storia danno vita a pagine pregne di tutto il dolore e lo sgomento di una comunità che viene sradicata, incredula fino alla fine rispetto a quanto stava accadendo, anche davanti i suoi morti. Costretta ad arrendersi all’evidenza: il mondo che conoscevano era scomparso per sempre e non sarebbe risorto mai più. Quell’Istria in cui la gente conviveva in pace – sotto l’egida della stessa religione cattolica, che univa e facilitava i rapporti – era stata annientata dalla brutalità dei nazionalismi. E gli istriani, orgogliosamente portatori di tante identità, dovettero scegliere per sopravvivere: o slavi, o italiani. Mai più istriani.
Nelle pagine di un altro romanzo letto recentemente, pubblicato da Serena Penni dal titolo Silenzio,
pubblicato nel 2013 terra e cielo paiono confondersi su una tela di avvenimenti nella vita di Chiara in cui nel presente incombono le ombre inquietanti di un passato. Cio’ che l’albero ha però di fiorito vive di cio’ che tiene sepolto e la luce par brillare ancor piu’quando sboccia dalle tenebre.

pubblicato da: Mirna - 29 Giugno, 2022 @ 8:25 am

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Si torna a scrivere di letture

pubblicato da: Mirna - 23 Maggio, 2022 @ 9:57 am

Troppo tempo che non mi affaccio a questo mio Blog che tanto mi ha fatto compagnia in qusto ultimo decennio! E durante il Covid.

Dopo il mio remake dell’anca ho però latitato …troppo imegnata con stampelle e Affini.

MA FINALMENTE POSSO ACCANTONARLE.

Se posso però rimanere senza scrivere di ciò che ho letto, mai potrò stare senza leggere. Avere libri sempre accanto di tutti i generi sebbene preferisca la narrativa buona, quella che ti fa evadere e che ti apre altri orizzonti, è, questa sì, una “stampella” necessaria per la Vita.

Credo di aver letto un libro al giorno o quasi. Molti acquistati, altri presi nella nostra efficientissima Biblioteca.

E alcuni molto belli.

Ho trovato una nuova voce potente e disinibita in Giulia Baldelli.

L’estate che resta, ed,Guanda

Avvincente come può essere la storia di tre ragazzi intrecciati da una passione a tre. Senza pruderie, ma con una grande empatia delle fragilità dell’animo umano. Un triangolo fra Giulia, Mattia e Cristi la bionda creatura selvaggia e triste. Una storia d’amore totalizzante.

Raccontata in uno stile chiaro e impeccabile.

La piccola conformista

di Ingrid Seyman, Sellerio, ed.20121

Divertentemente tragico come spesso è la vita. Una ragazzina che cerca di dissociarsi dalla bella mamma figlia dei fiori che ama un marito con problemi psicologici. Esther vuole diventare cattolica e rifiuta l’ebraismo del padre che è sempre opprimente con le sue liste di cose da fare. Lei vuole diventare di “destra” in questa famiglia sgangherata degli anni Settanta dove ci si aggira in casa sempre nudi.

Tra le estreme contraddizioni della bella mamma sessantottina e il padre che esorcizza l’ansia di un prossimo olocausto, Esther, nella scuola cattolica, cerca di capire e di riflettere.

La comicità può raccontare anche gli aspetti più oscuri degli individui, l’ironia e la lucidità possono sondare il mistero della felicità e del dolore.

Ed ora imnersa in un mondo cosmico grazie al romanzo straordinario di Richard Power, premio Pulitzer e tanti altri.

Smarrimento ed. La nave diu Teseo

Rapporto del giovane astrobiologo rimasto vedovo troppo presto e il suo geniale figlioletto “diverso” affetto forse da autismo. Non si può raccontare, si deve leggere, come si deve leggere il nostro percorso nella vita di un pianeta che non è l’unico nel Cosmo e che stiamo disruggendo con noncuranza.

I dialoghi tra padre e figlio sono paradigmi di domande esistenziali che esulano la quotidianità.

Richard Powers ci conduce verso l’immaginazione infinita e verso le questioni più urgenti del nostro tempo.

Leggere queste pagine è come entrare in un’altra dimensione che sappiamo esistere ma che non sappiamo vedere.

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I CONSIGLI DI MARIA GRAZIA

pubblicato da: Mirna - 17 Marzo, 2022 @ 8:19 am

Rientrata dalla citta’ letteraria per eccellenza, polo di attrazione per artisti, scrittori e filosofi, ho ripreso in mano il romanzo incompiuto di G. Flaubert, Bouvard et Pécuchetche avevo riletto nel tempo di Natale e pensato a questi due impiegati che grazie ad una improvvisa eredità lasciano il loro lavoro e si trasformano in aspiranti intellettuali fino a sviluppare cio’ che si legge nelle ultime pagine “ una capacità imbarazzante, la capacità di vedere la stupidità umana e di non tollerarla piu’”. Anche se Balzac riteneva che a Parigi “nessun sentimento resiste al corso delle cose e la corrente delle novità obbliga ad un cambiamento repentino” , i due personaggi per amore della scienza son disposti a qualsiasi sacrificio.

La stessa forza narrativa per le immagini e per gli spunti filosofici offerti pur in un contesto bellico la ho percepita nella lettura del libro di Gino Strada, Buskashì ove a seguito dell’attentato dell’11 Settembre al World Trade Center e al Pentagono, Gino e Kate, due medici al servizio di Emergency, decidono di recarsi in Afganistan per dare inizio alle trattative per l’apertura del centro di cura situato a Kabul, che si concluderanno solo il 6 Novembre 2001. Gino e Kate possono operare attivamente per soccorrere i prigionieri di guerra e i feriti dei bombardamenti e delle mine antiuomo, rischiando ogni giorno di cadere vittime delle “bombe intelligenti” made in USA che sfrecciano sui cieli della città.
Qui l’Afganistan rappresenta“Buskashì” il simbolo della carcassa animale inerme contesa dai giocatori, in questo caso americani e sovietici, mujaheddin e talebani.

Un altro libro che mi è rimasto nel cuore per l’intensità narrativa è il romanzo di Oleg Mandić, L’ultimo bambino di Auschwitz. Nel ruolo di protagonista, internato all’età di 11 anni, lo scrittore narra la profonda e angosciante esperienza umana vissuta nel lager, un trauma che si è rifiutato per ben dieci anni di affrontare e raccontare, fino al 1955 quando comprese, scrivendo il suo primo articolo, che era un trauma che non apparteneva solamente alla sua vita ma all’intera umanità e che raccontare il Male era un obbligo morale. In occasione della Giornata della Memoria ho ascoltato a scuola il suo intervento ed ancora una volta ha ricordato ai ragazzi la missione di opporsi al negazionismo dell’Olocausto e ad abbattere il muro dell’indifferenza.

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LA CARTELLA

pubblicato da: Mirna - 7 Marzo, 2022 @ 9:26 am

di Ferruccio Danieli

Una bella e intensa autobiografia che l’autore ha scritto per il nipotino partendo da un oggetto simbolo della propria vita di studio, lavoro e valori consolidati.

Tutto racchiuso in una cartella ricevuta all’inizio delle scuole medie e che l’accompagnerà fino ad oggi.

Una cartella solida di cuoio chiusa con fibbie e cintura, ma che si apre per far entrare esperienze, desideri, speranze.

Il perimetro delimitato serve per conservare tutto ciò che nella propria vita è accaduto, ma l’apertura è per poter cercare la libertà.

Mi ha molto colpito il momento in cui durante un viaggio in Mongolia Ferruccio Danieli si è sdraiato sul prato deserto per catturare il battito del cosmo infinito. Scrive

Sono al centro dell’infinito, dell’orizzonte che ti fa guardare anche oltre quello che vedi, che ti prende l’anima e ti porta in una dimensione che non è più tua, dei tuoi pensieri, del tuo subconscio, ma è, forse la tua insaziabile curiosità, nell’andare, scoprire e conoscere”

E nella sua vita fino ad oggi l’autore ne ha fatte di esperienze come tanti “ragazzi” nati nel 1944.

La povertà della fine della guerra, la difficoltà di vivere in Alto Adige ( il mio bellissimo luogo natìo) dove però essere italiani non suscitava molte simpatie da chi si era sentito conquistato.

Una carrellata di ricordi che mette in scena per il nipotino Elia Cesare e per noi lettori, nonni e nonne forti, genitori attenti e giusti, personaggi speciali, avvenimenti e viaggi.

Un mondo di bambini, maschietti, che giocavano con le biglie, che facevano marachelle, che cercavano di divertirsi con il poco che c’era.

E’ difficile vivere in Alto Adige nel periodo di italianizzazione e questo ci viene raccontato e spiegato dall’autore che ricorda (come ricordo anch’io in vacanza a Merano) il periodo dell’irredentismo dinamitardo del 1961.

C’è quindi nel suo racconto anche la nostra storia. Ciò che avveniva: dal boom economico, all’Autostrada del Sole, dalle canzoni dell’epoca alle nostre abitudini di “bravi ragazzi” nel complesso.

Sebbene Ferruccio Danieli si sia fatto espellere dal collegio! Divertente sapere il perchè.

Intanto il nostro autore studia per diventare geometra. E vivrà con passione il suo lavoro.

Interessante leggere dei cantieri per i quali ha lavorato, dei suoi progetti, di tutto ciò che è riuscito a conquistare.

Perchè possiamo dire che per lui ci sono state e continuano ad esserci molte soddisfazioni ; ha scritto trattati, tenuto seminari ed ora questo suo racconto che giunge come un desiderio di passare il testimone e sdraiarsi metaforicamente ancora sul prato mongolo sotto il cielo stellato e farsi domande.

Ed avere un dialogo con chi ci sta intorno, la Natura, gli altri, se stesso.

Fuggire dal silenzio sterile.

Sappiamo che anche il Cosmo ha la sua voce, la sua musica.

Persona poliedrica, ricca e colorata Ferruccio Danieli, dalle mille esperienze,dai mille pensieri, dal grande desiderio di raccontare pezzi di vita della nostra società come era appena “ieri”.

”Ragazzo” dalla voglia matta di non perdere i ricordi, le persone del passato, i sentimenti, le sensazioni, le sofferenze ed i sorrisi, e proprio per questo da “racchiudere” come un vero geometra, nello spazio limitato della sua cartella compagna di vita.

Sebbene io come oggetto simbolo sceglierei per lui una bella Harley Davidson.

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LE NOSTRE SPERANZE di Anna Hope

pubblicato da: Mirna - 16 Febbraio, 2022 @ 8:31 am

Il 15 febbraio 2022, sei di noi del LibrIncontri si sono incontrati quasi per una prova per riprendere la vita che ci è stata sfilata dalle mani due anni fa. E’ stata Maria Grazia la più giovane fra noi ad insistere per ritrovarci. Una saletta nel bar-panetteria di piazza Lodron. Aperitivi e la voglia di riprendere un filo che ci teneva legati per consonanze e letture. L’ultimo nostro incontro al bar Città fu nel 18.12.19.

Ma l’ultimissimo virtuale ce lo scrisse Roberto Menestrina il 27.02.20.

“Buona Apocalisse a tutti” il titolo del libro che ci consigliava.

Poi lui se ne andò per sempre poco dopo. E mesi fa ci ha lasciato anche Carla Corradi che adorava le nostre riunioni .

Ieri pomeriggio dunque abbiamo cercato una “zattera” per proseguire. E lo faremo, tornando al bar Città, se ce lo consentiranno e se voi vorrete.

Siamo cambiati in questi due anni e più di pandemia? Certamente, seppure spesso si cerchi di minimizzare, di fingere, di abbarbicarci alle nostre piccole abitudini salvatrici.

La verità è che moriamo ogni giorno un poco e questo momento storico ce lo ha ricordato in modo subdolamente aggressivo .

Proprio la lettura, il convivio, il parlarne insieme ci aiuterà.

Come mai il romanzo di cui voglio scrivere l’ho letto due volte?

Normalmente ho una discreta memoria. Questo evidentemente l’ho letto nel 2021, come conferma la prima edizione italiana. Ed è una bella storia, di tre ragazze che vivono a Londra e che cercano la propria strada. Gli argomenti preferiti da me.

Perchè non l’ho ricordato se non a tratti? Letto troppo velocemente? Accadimenti intorno a noi troppo coinvolgenti. Forse.

Accettiamo ciò che succede? Per forza. Non supinamente ma consapevolmente.

La storia di queste tre ragazze gira introno alla maternità. Chi la desidera ardentemente, chi la accetta come dovere e chi si chiede perchè mai si deve sentire in colpa perchè proprio non le è congeniale al 100% (non tiriamo in ballo Margherita Hack che diceva che c’è troppa retorica intorno alla maternità e che lei preferiva un gatto).

Quanto se ne può discutere attorno al nostro tavolo dei futuri LibrIncontri. E di tanto altro.

Ragazze e ragazzi, ci sarete?

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