Le otto montagne

pubblicato da: Mirna - 2 Maggio, 2023 @ 10:43 am

di Paolo Cognetti

E’ tanto tempo che non scrivo il mio Blog e non mi capacito.

Ma credo che molto è da imputare, non solo alla mia età, ma ai cambiamenti vorticosi che avvengono nelle forme di comunicazione.

Certo continuo a scrivere il mio diario personale che ormai si limita a racconntare i piccoli accadimenti quotidiani ( soprattutto per non dimenticarli!).

Ma tutto si svolge su Facebook, Twitter, Instagram ecc. O meglio : le opinioni esagerate, i commenti per lo più cattivi e rancorosi si trovano su queste macchine che trent’anni fa non conoscevamo ancora.

E’ per questo che non mi metto a scrivere come i primi tempi della mia avventura di “Un libro al giorno” perchè sembra che ormai si conosca tutto di tutti. E la mia opinione si perde come ruscelletto nell’oceano.

Più importante, ( abbiamo capito ) e per la nevrosi virtuale e per il Covid, è incontrare le persone e comunicare guardandoci negli occhi.

Il nostro LibrIncontri sembra quasi una scialuppa salvata tra i flutti della comunicazione selvaggia. Alcune lettrici si sono unite a noi e l’atmosfera è sempre cordiale e interessante.

Talvolta arrivano ospiti a presentarci il libro sulla Fersina, altre volte decidiamo un romanzo da leggere tutti quanti e poi commentare.

Così’ abbiamo fatto con due libri di Roman Gary La promessa dell’alba” e “La vita che verrà“. Di quest’ultimo siamo andati ad assistere alla pièce teatrale, con grande gioia e condivisione.

Non è mancata la lettura de Le otto montagne di Paolo Cognetti che in una realtà come quella trentina è sentita e apprezzata. Soprattutto in questo periodo di Festival della Montagna duranbte il quale si proiettano tantissimi film lunghi e corti sulla vita e l’amore per i monti. Io ne scelgo uno ogni giorno e me ne sento appagata.

La montagna è natura , la più difficile da conquistare e contaminare. Farsi accogliere da essa è un cammino duro, impervio e scosceso che però se ti ostini a perseguire ti porterà alla vetta. E che cos’è la vetta se non la conoscenza del nostro vero essere così depauperato da secoli di cosiddetta “civilizzazione”?

Storia un po’ malinconica perchè la montagna si deve conquistare da soli, come fa il padre del protagonista o il suo carissimo amico Bruno.

Metafora di ciò che è la vita umana sempre alla ricerca dell’assoluto che però non è nelle nostre capacità raggiungerlo.

Ed allora apprezziamo i profumi, i colori dei monti, lo scricchiolio della neve, il silenzio, l’aria pura e facciamo, leggendo questo romanzo, una bellissima escursione nella natura ed in noi stessi.

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