MIMILLA

pubblicato da: Mirna - 11 Ottobre, 2023 @ 12:14 pm

Il dolore

Il dolore non ha cornice. L’assenza di una parte di te può essere umano, animale, metafisico o perdita di parti importanti del tuo “credo”.

Per me in questo momento il dolore è la morte di Mimilla, il mio alter ego.

Non era un gatto.

Era un’essenza. Intrecciata al mio sentire da sedici anni, mi capiva e si faceva capire quasi fino in fondo, perchè, sapete i gatti non si svelano mai interamente a chi non è degno .

Io lo ero diventata per lei perchè si affidava quasi completamente a me. Par contre io mi affidavo completamente a lei perchè aveva assorbito il mio dolore per le assenze in un globo ermetico che lei sapeva conservare strenuamente per non farmi sentire che la mia vita stava affievolendosi.

Credo , lo spero, di avele evitato sofferenze umilianti che lei non avrebbe sopportato.

Era molto dignitosa e orgogliosa, ma il suo andare ha rotto quel globo dei miei dolori che lei teneva per sé per difendermi (i gatti sono magici e possono farlo senza soffrire come noi umani sfilacciati e impreparati), ma ora tutto è deflagrato ed io, senza di lei, mi sento meno protetta. Perchè, sapete, i gatti o anche altri esseri umani o no, ma soprattutto i gatti sanno protreggerti in modo a noi , forse, sconosciuto. La loro capacità di essere in contatto con il Cosmo e il Respiro del mondo li fa sentire nel giusto. E loro non sbagliano.

Ci siamo amate molto con rispetto e consapevolezza delle nostra differenze, soprattutto rendendomi conto della sua superiorità verso questa passeggiata terrena che noi umani sbrindelliamo, scarabocchiamo e modifichiamo a seconda del nostro ego ego ego egocentrista.

Solo noi…al mondo!

Ci sopravvalutiamo e pensiamo di essere al centro dell’universo.

Sedici anni con una gattina speciale sono stati ricchi per me e per Stefania. Ci ha donato quelle meraviglie che i gatti posseggono e non donano a chicchessia. Noi, forse, ce le siamo meritate.

La scrittura che sto abbandonando mi aiuta un po’, ma ormai mi sembra che scrivere troppo sia sopravvalutato: Mimilla mi ha insegnato, da vera Zen a fermarmi e meditare e guardare il mondo senza bisogno di descriverlo in continuazione. Tutto è, c’è, si siamo, respiriamo e il nostro sguardo attento agli altri è il nostro libro.

Sto rileggendo alcuni miei vecchi diari, ma credo che li brucerò, come ha fatto Taino, il maestro Zen di Stefania.

Tutto ciò che è stato è dentro di noi, ciò che ricordiamo, ciò che siamo è ora.

Mimilla sul divano mi aspettava e mi guardava e mi faceva capire di stare.

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Le Letture di Maria Grazia

pubblicato da: Mirna - 19 Agosto, 2023 @ 11:34 am

Nell’oasi di silenzio che ogni estate cerco di creare intorno e dentro di me per interrogare la mia coscienza e scavare nel groviglio dei sentimenti ho trovato qualche lettura che ha fatto da smeriglio ad alcuni pensieri…

Leggendo le prime pagine de “I violini di Saint- Jacques” di Fermor ho pensato all’avvio delle “Elegie duinesi” di Rilke in cui si afferma che “ il bello è solo l’inizio del tremendo”. Durante il ballo di carnevale del Martedì Grasso sull’isola di Saint-Jacques nelle Antille francesi, da un’esplosione di colori, di sfarzo e allegria verranno pian piano a galla tanti imminenti disastriavvolti da una minaccia di proporzioni bibliche che nessuno riesce a prevedere e che porterà all’inabissamento dell’isola nell’oceano. Il finale della novella è un vortice di grande pathos e tragedia, raccontato sempre con una dovizia di particolari; sembra di essere davvero in quel ballo di carnevale, di danzare con gli ospiti, di assistere alla frenesia delle percussioni, di provare reale timore per il destino dell’isola e di tutti i suoi abitanti.

Un libro che ha ulteriormente elargito bellezza è stato “ Il cercatore di luce”di C.Abate in cui lo scrittore indaga la vita del pittore arcense G. Segantini con una prosa lieve e luminosa ove l’eleganza interiore cerca pienezza di fonti e testimonianze per levare lo sguardo verso la natura e da lassù planare con una apertura panoramica sugli oggetti e le situazioni descritte nel testo.

“La nipote” di B. Schlink mi ha offerto invece pagini sferzanti di intrighi e segreti tra i due giovani protagonisti, Kaspar e Birgit nella Berlino degli anni Sessanta. L’aura di mistero in realtà è già palpabile dalle prime pagine che aprono la storia, in quanto troviamo Kaspar in lutto per la moglie, Birgit, alle prese con la causa della sua misteriosa morte. Per trovare una risposta, Kaspar inizia ad indagare sul passato e sul presente di Birgit, e pagina dopo pagina Kaspar scopre i segreti della vita della moglie, che tra la dipendenza dall’alcool e la figlia avuta da un altro uomo, lasciata nella Berlino Est al momento della fuga, lo portano a rifugiarsi nuovamente nel passato andando alla ricerca di Svenja, la figlia abbandonata. In questa ricerca Kaspar incontra anche Sigrun, la nipote. Da questo incontro Kaspar scopre che Svenja e Sigrun sono rinchiuse in una bolla politicamente estremista, dal quale vuole salvarle. I temi del riconoscimento, della colpa, della negazione del passato nazista della Germania son qui declinati nella ricerca ossessiva di una verità attraverso la lenta conoscenza della nipote ritrovata.

Un romanzo che esalta il primato dell’attesa sulla conquista, del futuro sul presente, della speranza sul possesso è proprio “Leggere Lolita a Teheran”di Azar Nafisi. Attraverso questo libro l’autrice descrive come da una serie di incontri semiclandestini tenutisi a casa della stessa (dal 1995 al 1997) con sette delle sue migliori studentesse emerga una visione personale della storia dell’Iran post rivoluzione. Gli incontri rappresentano un’ occasione di fuga e tutto il libro è un susseguirsi di descrizioni su come queste donne analizzando e discutendo di testi letterari abbiamo cercato di comprendere ed in un certo senso accettare la realtà del presente. Questo avviene leggendo e riportando passi letterari di quattro autori (Nabokov, Austen, James, Fitzgerald) che lasciano intravedere somiglianze ed elementi in comune proprio con le donne.

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 26 Luglio, 2023 @ 2:53 pm

Vi scrivo dalla mia cucina odorosa di sedano,basilico, salvia e… profumo di gelsomino e lavanda che riesce ad intrufolarsi tra le verdure di stagione che aspettano impavide di essere cucinate.

Questa stanza è luminosa e fresca . Ha il pavimento rosa (da pulire spesso perchè erbe e foglie entrano con noi dalla terrazza e dai giardini pensili), è arredata con i mobili dei miei genitori. Tavolo grande con inserito un inutilizzato tagliere, pensili, armadietti di colore biondo. La macchina da cucire Singer che funge da tavolino per posacenere e tazzine con accanto due poltroncine di vimini. Un elegante paralume, un altro tavolino a tre piedi su cui c’è sempre un vasetto di dalie (nostre) o fiori delle passeggiate. Non ha uno stile preciso …ci sono anche i nostri cappelli di paglia appoggiati sul termosifone…ma tutto ciò ci dà una sensazione avvolgente di intimità, di amore sempiterno, di estati lontane, di lavanda, di sorrisi, di progetti.

Su questo tavolo scrivo, disegno, Piero faceva il solitario, Stefania scarica le sue mille e-mail, ma soprattutto ci mangiamo. Da sole, con mio fratello o con gli ospiti.

Sebbene ora nel colmo di questa lunga estate calda Stefania ed io ceniamo sulla terrazzina ammirando le rondini e gli aironi.

Torniamo però alle VERDURE. Come Neruda potrei fare un’ode alla melanzana, al pomodoro, allo zucchino fiorito. Perchè ci arrivano colorate e fragranti dai cari vicini prelibatezze dell’orto. Che però dobbiamo cucinare.

Capponata siciliana, polpettoni, stufato di verdure, fiori di zucchine fritti, frittate…

Per cui la mia cucina è un’apoteosi di colori violetto, verde, rosso, giallo…ah perchè ci sono anche peperoni in attesa, più cipolle fresche, aglio appena colto, mescolato a mazzetti di lavanda, alloro e origano.

Qualcuno dovrà cucinarle.

Manca il grande chef che sarebbe felice ed appagato. Piero è sempre in questa casa in cui di lui mi innamoro ogni volta.

Esco sulla terrazza e finalmente l’estate limpida, senza afa, ma colma di silenzio di battiti di farfalle e di colori di glicine, oleandri, lavande e rose mi abbraccia.

Ed io rimango per un attimo “assorta e pallida nel meriggiare”…accantonando il pensiero delle lucide verdure che aspettano…

Foglie di alloro: 30 pulite e messe sotto alcool e nell’oscurità per il mio liquore Allorino, che faccio ogni anno.

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 19 Luglio, 2023 @ 4:38 pm

IL TEMPO SI FERMA A BORZONASCA …E NON SOLO

Qui il tempo è stato sempre da me percepito come immobile.

Il paese sempre uguale, stesse persone sedute sotto l’albero, o al bar. Le stesse massaie che gironzolano con la borsa della spesa per “catta” (comprare) negli unici due negozietti di alimentari.

Il profumo dei dolci sfornati sotto la pasticceria del mio carruggio. La focaccia che vedo ogni mattina tra le mani di quasi tutti, comprese le mie.

La mia stessa casa, il mio giardino mi traghettano da un’estate all’altra come se fossero incollate tra loro.

Stessi rituali: le chiacchiere con i vicini, le passeggiate al Taglio o nel Villetto, lo scambio di libri con Grazia, poi con l’auto shopping e caffè a Chiavari, bagni di mare a Cavi. Qualche scappata a Santo Stefano d’Aveto.

Anno dopo anno, estate dopo estate.

Fortunatamente, a mane e a sera qui arriva l’aria fresca della vallata.

Perciò in questo luglio canicolare possiamo avere un po’ di tregua assaporando il venticello serale con i profumi dei tigli, degli orti, del basilico che tutti coltivano.

Borzonasca è stata recentemente definita da un giornalista un luogo che respira magia, dovuta senz’altro all’antica abbazia di Borzone o a certe pietre megalitiche raffiguranti misteriosi personaggi o al suono di campane che si rincorrono da vicolo a vicolo. O dalle stesse persone che sembrano non invecchiare?

O sarà la focaccia del nostro forno premiato dal Gambero rosso?

Beh, da questa settimana il tempo sembra ancor più statico… perchè siamo…prigionieri del paese.

Dopo un violento temporale è caduta qualche pietra dall”antico Volt di Borgonovo a due chilometri da Borzonasca, verso la costa. E’ un antico palazzetto eretto non si sa quando, forse iniziato nel 1200, poi arricchito nell’Ottocento ? è collegato ad un altro edificio con un alto portico a volta sotto il quale si poteva passare liberamente con automobili e pullman.

Anticamente si doveva forse pagare un pedaggio?

Ebbene l’Anas ha chiuso il passaggio.

Il paese in rivolta già dal giorno dopo…gli esercenti perdono clienti, gli abitanti non possono muoversi con le auto. I sindaci sono in apprensione, cercano di fare arrivare i bus prima e dopo il famigerato Volt e i passeggeri devono attraversare a piedi uno stretto pertugio dopo essere scesi da un bus e prendere l’altro.

Io non mi muovo dal paese, rimango in questa enclave esercitando la mia capacità di adattamento.

Naturalmente questo è l’argomento principale, forse l’unico in questi giorni di attesa , se ne sente parlare per la strada quasi deserta, dalle vicine alle finestre, nei due bar, nei negozi, in farmacia. Uno dei soliti anziani seduti in panchina ha detto che ci vorrebbe una rivoluzione ma quella vera…cioè come quella dei francesi!

Aggiungendo con ammiccante allusione che qualche giorno fa era l’anniversario della presa della Bastiglia!

Ci suggerisce di andare tutti al Volt per abbatterlo con i picconi?

Non ce ne sarà bisogno, il vigile gentile mi ha detto che venerdì dovrebbero riaprirlo.

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 12 Luglio, 2023 @ 9:59 am

…DURANTE IL SOLLEONE 2023

Horror vacui

Ma esiste? E molti lo sentono? Sarebbe un peccato perchè prima e dopo il nostro viaggio terreno ci sarà probabilmente un vuoto noioso.

Conviene approfittare di questi anni di vita.

Stamani, comunque, dopo una notte faticosa per combattere il caldo ho deciso di non andare al mare, sebbene sapessi che oggi era calmo e trasparente. L’idea però di salire nella macchina infuocata al ritorno, circa verso le 13.00, mi ha fatto “traballare “psicologicamente”.

E’ a questo punto che l’idea di una giornata chiusa quasi ermeticamente nella casa fresca mi ha fatto chiedere…e l’horror vacui?

Subito riempito dal pensiero di quella strana e piccola protuberanza grigia che vedevo in mansarda sotto un velux.

Siccome Stefania, che è diventata l’Ammiraglia della casa borzonaschina, non si era accorta di niente…pensavo a un’improbabile… decorazione.?!

Poi analizzando più a fondo con il principio di realtà mi sono venuti in mente i nidi di vespa…ma la mia vicina ha detto che probabilmente era un nido di gechi. Così armata di coltello e sacchetto l’ho debellato.

Poi dovevo cambiare la sabbietta a Mimilla che protestava…e infine presa da un raptus di casalinghitudine ho spazzato e lavato.

Però alle 9.00 ero al bar ancora in ombra per caffè e focaccia.

Ora mi preparo al combattimento di Cerbero. Mangerò poi mi sdraierò con un libro.

Ma prima di mezzogiorno il mio moment of being : sulla terrazza ad ammirare le rondini e le farfalle ebbre di lavanda.

E poi improvvisamente è il giorno,dopo, anzi il giorno ancora più avanti.

Ma andiamo con ordine:

Ieri mattina immersa nell’azzurrità del mar ligure dalle 9.00 alle 12.00 mi sono sentita smemorata e pacificata. Acqua calma e trasparente, fratello di buon umore -però non esageriamo – soltanto ben disposto. (Lui è sempre alla ricerca di qualcos’altro) mentre bevevamo il caffè al bar dagli ombrelloni a frange azzurre. Pomeriggio siesta coatta.

Stamattina decido di andare all’Ipercoop di Carasco.

Mi mancano alcune cose e così riempirò le poche ore fresche di qualcosa che non sia il letto+libro. Bisogna sempre avere uno scopo, anche UNO scopetto.

Io guido malvolentieri, non sono Nicky Lauda, a Trento non esco mai con la macchina, qui obtorto collo devo farlo se voglio spaziare.

Ma la strada che collega sia Carasco che la costa, pur breve per i veri autisti che la possono percorrere in 25 mm., è tutta curve.

Ma quando posso mettere la quarta?, e la seconda?, e se si ferma il motore? Vado a 40 /50 all’ora e talvolta anche a molto meno tanto da far formare una fila impaziente dietro di me. Questo mi mette ansia e se posso mi fermo in qualche slargo e lascio passare i frettolosi!!! E poi il parcheggio a Borzonasca. Difficilissimo.

Insomma oggi un autista puntiglioso che si vede mi aveva seguito mi ha lanciato parole, che fortunatamente non ho capito, con un’espressione minacciosa.

Ora sono salva nella casa che spero risulterà tollerabile come temperatura.

Intanto ho finito il romanzo La signora in tweed di Charles Exbrayat, gradevole e leggera storia di un’antesignana della signora in giallo e di Agatha Raisin. Un’improbabile cinquantenne dai capelli rossi, fiera figlia delle Highlands scozzesi ne combina di tutti i colori, prendendo a padellate i cattivi, eliminando le spie del Regno Unito con grande gioia del coroner del villaggio che può ordinare molte assi di legno per le bare. Alla fine sarà premiata anche con un futuro marito. Tutto questo tra una sorsata di Whisky e l’altro.

Il tè non è bevanda per lei, la fiera Imogene.

Qualche risata e curiosità per i piatti di quella zona che devono essere pesantissimi. Ma interessanti!

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 9 Luglio, 2023 @ 8:51 am

Domenica 9 luglio

Una domenica di solleone, da Cerbero come ci spaventano i meteorologi.

E persino nella frescumida Borzonasca si sente.

Benvenuto questo caldo che l’altra sera ho dovuto cercare accendendo il…riscaldamento.

L’umidità è deleteria per chi soffre di doloretti vari.

Ma in compenso abbiamo tanto verde e due allegri fiumi che percorrono la Valle Sturla.

Ieri mattina a Chiavari, pur munita di cappello, pensavo di soccombere, mentre con le due amiche mi aggiravo tra le bancarelle del Mercatino dell’Antiquariato. In realtà più che a cercare oggettini particolari cercavamo l’ombra dei portici. E un caffè con focaccia in un bar ombroso e ventilato.

Per fortuna la mia casa è fresca (muri vecchi e grossi ) …anche troppo!!!

Ma contro Cerbero si difende bene.

Così la mia camera da letto diventa un’oasi in cui poltrire, leggere e meditare fino alle 18.00 .

Poi mi azzardo ad uscire in terrazza dove il muro cocente mi fa traballare un po’, ma l’ombra comincia ad inserirsi nel panorama, come il mio vicino che lentamente esce titubante sul suo balconcino attiguo al mio proprio a quell’ora e con il quale disquisisco a lungo sulle temperature.

Mimilla non ha voce e sta dentro sul pavimento fresco.

Dopo le campane delle 19.00 mi azzardo a salire al giardinetto”volante” dove palma, nespolo, spadoni creano un po’ d’ombra e lassù…dopo essermi arrampicata per i 30 scalini di pietra (antica)mi ritrovo in paradiso.

Sì, perchè lassù c’è un venticello leggero e stormire di fiori di glicine e allori e perchè gli uccellini canterini volteggiano felici.

Finalmente un moment of being quando non si deve combattere per il caldo o per il freddo e ci si può abbandonare al battito del cosmo. Quando ci si può sentire parte del respiro della terra e della letizia della bellezza. Perchè in certi momenti la Terra sembra felice,almeno comunque è spensierata, aliena e indifferente a ciò che noi Umani possiamo provare .

Oggi dunque , la domenica caliente…cosa penso di fare ? Devo assolutamente cucinare il polpettone di fagiolini e patate con le verdure dei miei adorabili vicini. Così accendo il forno e la temperatura della cucina si eleva a più che…Cerbero. Però il profumo è delizioso. Mi rintano nella camera da letto dove Mimilla è stesa inerte.

E rifletto a come possiamo descrivere la nostra vita in modo dicotomico: sta a noi metterci e alternarci le lenti rosa o grigie.

Naturalmente in questo periodo meglio lenti scure da occhiali da sole.!

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Cronache di Borzonasca

pubblicato da: Mirna - 30 Giugno, 2023 @ 10:43 am

30 giugno 2023

Io da sola non mi annoio mai” così scriveva Oriana Fallaci.

Ed io mi ritrovo spesso d’accordo con lei.

Talvolta ci si annoia maggiormente in compagnia.

Ma vale in una giornata di pioggia a Borzonasca? Quando il paese è deserto e non si può uscire in giardino?

Occorre lavorarci un po’, tanto più che certi doloretti aumentano con l’umidità e si ha difficoltà a scendere e salire le scale.

E poi se si ha una gattina anziana che sembra annoiarsi veramente allora bisogna trovare delle strategie per lei e per me.

Per lei apro le ante dell’armadio per farle scegliere eventuali angoli-relax, le faccio un po’ di SPA (cioè la spazzolo sul davanzale della finestra del bagno e le passo un asciugamanino caldo sul pelo…), le do’ una leccornia speciale.

Ma io?

Lascio le letture per il pomeriggio, la TV per la sera e nel mattino grigio e rumoroso di tuoni lontani salgo e poi scendo per il silenzioso carruggio dove abito.

C’è solo un gatto.

Io mi vedo vestita come se fossi a Saint Malo (Pantaloni e maglia a righe bianche e blu)

Ma vale anche l’immaginazione per non ANNOIARSI?

Direi che è basilare. Mi fermo su una panchina, mentre la pioggia è sospesa, e progetto di aprire un bar alla francese nella piazzetta dei Carlin (si chiama così ), un po’ come quelli che vidi con Piero a St;Paul del Vence.

Mi tuffo nei ricordi piacevoli e nella eventuale “progettazione” ma la realtà del luogo mi fa pensare che pochissimi abitanti del villaggio si toglierebbero dai due unici bar esistenti che danno sulla strada per resstre davanti alle casette antiche e ai gatti di passaggio.

Importantissimo per loro vedere il fluire del traffico e l’andirivieni dei compaesani. Che cosa c’è di più interessante?

Entro nell’unica macelleria del paese dove il giovane proprietario fa salotto con un anziano seduto su una sedia. Mi unisco alla conversazione sul tempo. Sembra che stamattina qualche chilometro più in su…o in giù…non piovesse. Ma che razza di tempo è questo, ci domandiamo in coro?

I suoi hamburger sono favolosi e ne compro due per Stefania ( Naturalmente li metterò in freezer), pollo e braciole di maiale che mangerò con una ratatouille fatta grazie anche alle zucchine che mi arrivano dai vicini sempre più “santi”.

Il tempo, questo tempo che vogliamo sempre vivere appieno, riempirne in ogni minuscolo angolo di che cosa ? Questo tempo che sembra spaventare chi non riesce a stare da solo, è una cosa preziosa da non consumare lamentandoci perchè anch’esso avrà un termine.

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DA BORZONASCA …CON CALORE

pubblicato da: Mirna - 24 Giugno, 2023 @ 2:11 pm

Anche se al mattino ci sono 20 gradi in poco tempo anche qui, paesello tra due fiumi, arriva questo caldo africano. L’aria rimane però più limpida tanto che le farfalle sul leggero venticello odoroso di timo e basilico si lasciano trasportare immemori.

Mimilla sta davanti la scaletta che porta alla fascia più alta del giardino indecisa se affrontare qualche gatto di passaggio o aspettare che qualche lucertola le capiti…in bocca.

Questa temperatura estiva e la filosofia del villaggio portano chissà perchè alla pigrizia. Le poche panchine che ci sono nell Piazzetta accanto alla chiesa sono sempre occupate fin dall’alba (suppongo) dai soliti nulla facenti che quest’anno abbiamo ribattezzatto immoti perchè si muovono soltanto all’ora di pranzo e della cena. Ma non voglio malignare, in fondo stanno invecchiando anche loro e il fatto di sembrare parte dell’arredo urbano è quasi consolatorio.

E poi anch’io mi sento pigra più del solito. Come non esserlo verso sera quando le rondini cominciano a volteggiare, i tre aironi escono dal loro nido e una tortora viene a conversare con me. E s’alza sempre un’arietta sembra quasi al rintocco delle campane, e gli allori, la palma, il glicine e la lavanda ondeggiano.

Però occorre muoversi dal paese ipnotico e Chiavari è vicina. La strada per arrivarci è breve ma trafficata ed io “patentata di ritorno” dovrò destreggiarmi con impegno. Stefania è in Germania e il mio co-pilota,mio fratello, mi ripeterà “stai troppo a destra…” “vai ora” “metti la freccia”….ecc.

Così ricomincerà la routine della mia vita estiva, la mia casa da pulire a fondo, il giardino con le scalette, le amiche e le parenti (sembra che tutte abbiano deciso di venire a vivere qua), gli incontri con Grazia e le letture di cui parlerò molto presto. Stamattina sono proprio andata in Biblioteca (apre un’ora al sabato mattina).

Naturalmente il mare e tanto altro.

Le sensazioni sono diverse: ascolto l’estate e rimescolo i pensieri , i ricordi si attorcigliano e riemergono come in un caleidoscopio. Ogni frammento di vita passata può sembrare sempre nuovo.

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CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 22 Giugno, 2023 @ 4:13 pm

Estate 2023

Finalmente – pensa Mimilla – siamo arrivate.

Ogni volta che si apriva la porta dell’appartamento di Trento Mimilla voleva vedere un po’ di verde, ma c’erano solo scale e luce grigia.

Ma il viaggio Trento – Borzonasca non è una passeggiata: carichiamo valigie di vestiti:per il caldo, per il freddo, per il mare, i boschi e scarpe , sandali ecc. E per Lei lettiera, sabbietta, cibi di tutte le qualità e …farmaci eventuali per me e per lei. Un’altra valigetta, insomma. In borsetta pronto l’ansiolitico per me se comincia a miagolare…ma questa volta è andata bene.

Troviamo come sempre il giardino-giungla e la casa, pur fresca, da ripulire da cima a fondo. Non chiamiamo vacanze queste mie estati. E’ un cambiamento d’aria, la cosiddetta villeggiatura.

Ma sicuramente il cambio di prospettiva porterà nuovi pensieri e sensazioni. Per me l’estate è una cesura del mio anno – mi verrebbe da dire-scolastico. I giorni più lunghi mi portano ricordi lontani e voglia di maggior abbandono alla poesia, ai profumi , ai cinguettii.

In questa casa poi io sento forte l’abbraccio di Piero e le calde sensazioni del nostro amore.

“Nel futuro che s’apre le mattine / sono ancorate come barche in rada

Distesa estate…che sembra un mare di aspettative piccole e grandi, liete e faticose.

Ieri, la sera del Solstizio, sul balconcino di sopra abbiamo visto alcune lucciole mentre l’aria sospirava di tiglio e gelsomino.

Aironi e cinciallegre parlavano.

Mimilla tornata gatta dallo stato trentino di bebè si aggirava tra le rose, gli spadoni e l’erba appena tagliata. Gli occhi diventati di un verde brillante.

Ed io cauta e timorosa cerco gli antichi angoli sotto la palma, di fronte agli allori, accanto al muro montaliano per leggere , meditare e riattaccare dolcezze remote a questo mio presente sempre più gravoso.

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DOMANI A QUEST’ORA

pubblicato da: Mirna - 10 Giugno, 2023 @ 7:03 am

di Emma Straub

Non ho fatto in tempo a parlare di questo romanzo nel nostro ultimoLibrIncontri perchè la…saison è terminata. Riprenderemo sempre più entusiasti il prossimo anno.

Si parla del Tempo e questo per me è un argomento che mi cattura e che mi fa fare tante domande.

Stiamo vivendo il nostro presente nel passato, o è già il nostro futuro? Quanti romanzi e film ci sono: quelli che ci riportano avanti e indietro nello spazio e nel tempo.

Pensavo fosse un leggero romanzo di evasione.

Si parla di Alice, una quarantenne non molto ambiziosa, che vive un lavoro piacevole e monotono, che sta per lasciare un compagno non appassionato, che soffre nel veder il padre morente in ospedale. Ha una carissima amica Sam che la capisce e con cui condivide la strana avventura che le accade la sera del suo quarantesimo compleanno.

Come nelle migliori storie di fantascienza , o forse potrebbe accadere?, dopo essersi ubriacata e rintanata in un angolo del giardino con il suo dolore per il padre, con una nostalgia di vita forse non vissuta, si risveglia il giorno del suo sedicesimo compleanno nella sua casa paterna. La mamma se n’è andata da tanto tempo.

Alice accetta con stupore e gioia di rivedere il padre allegro e vitale, ma sa che cosa le è successo. E ha capito come fare per vaggiare nel suo personale spazio temporale. Vive così la vita che forse avrebbe desiderato a sedici anni: sposare il bel Tommy. Così si ritrova in una casa lussuosa con Tommy e due adorabili bambini che a lei sembrano estranei. Ma a quel punto il papà è sempre morente.

La vita, il fato proseguono forse in un moto circolare ma non si può fermare o afferrarne i momenti epifanici. Ci sono, ci saranno e se ne andranno. Più che cercare in questo suo viaggio la possibilità di una vita diversa, Alice cerca tenacemente di vedere il padre sempre giovane . Ed è questa la parte più accorata di questo libro scritto e tradotto molto bene.

A noi lettori le solite domande: come sarebbe stata la mia vita se…

.avrei potuto comportarmi diversamente …

.o far fare nuovi percorsi agli accadimenti..

.bisogna combattere o abbandonarsi con fiducia al destino che forse è già scritto?

Si è sempre noi stessi e la vita tende ad attacarsi a noi come siamo.

Beh, l’ho letto volentieri soffermandomi su riflessioni intense.

E poi Emma Straub è la figlia di Peter Straub celebre scrittore di fantascienza.

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