CRONACHE DI BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 19 Luglio, 2023 @ 4:38 pm

IL TEMPO SI FERMA A BORZONASCA …E NON SOLO

Qui il tempo è stato sempre da me percepito come immobile.

Il paese sempre uguale, stesse persone sedute sotto l’albero, o al bar. Le stesse massaie che gironzolano con la borsa della spesa per “catta” (comprare) negli unici due negozietti di alimentari.

Il profumo dei dolci sfornati sotto la pasticceria del mio carruggio. La focaccia che vedo ogni mattina tra le mani di quasi tutti, comprese le mie.

La mia stessa casa, il mio giardino mi traghettano da un’estate all’altra come se fossero incollate tra loro.

Stessi rituali: le chiacchiere con i vicini, le passeggiate al Taglio o nel Villetto, lo scambio di libri con Grazia, poi con l’auto shopping e caffè a Chiavari, bagni di mare a Cavi. Qualche scappata a Santo Stefano d’Aveto.

Anno dopo anno, estate dopo estate.

Fortunatamente, a mane e a sera qui arriva l’aria fresca della vallata.

Perciò in questo luglio canicolare possiamo avere un po’ di tregua assaporando il venticello serale con i profumi dei tigli, degli orti, del basilico che tutti coltivano.

Borzonasca è stata recentemente definita da un giornalista un luogo che respira magia, dovuta senz’altro all’antica abbazia di Borzone o a certe pietre megalitiche raffiguranti misteriosi personaggi o al suono di campane che si rincorrono da vicolo a vicolo. O dalle stesse persone che sembrano non invecchiare?

O sarà la focaccia del nostro forno premiato dal Gambero rosso?

Beh, da questa settimana il tempo sembra ancor più statico… perchè siamo…prigionieri del paese.

Dopo un violento temporale è caduta qualche pietra dall”antico Volt di Borgonovo a due chilometri da Borzonasca, verso la costa. E’ un antico palazzetto eretto non si sa quando, forse iniziato nel 1200, poi arricchito nell’Ottocento ? è collegato ad un altro edificio con un alto portico a volta sotto il quale si poteva passare liberamente con automobili e pullman.

Anticamente si doveva forse pagare un pedaggio?

Ebbene l’Anas ha chiuso il passaggio.

Il paese in rivolta già dal giorno dopo…gli esercenti perdono clienti, gli abitanti non possono muoversi con le auto. I sindaci sono in apprensione, cercano di fare arrivare i bus prima e dopo il famigerato Volt e i passeggeri devono attraversare a piedi uno stretto pertugio dopo essere scesi da un bus e prendere l’altro.

Io non mi muovo dal paese, rimango in questa enclave esercitando la mia capacità di adattamento.

Naturalmente questo è l’argomento principale, forse l’unico in questi giorni di attesa , se ne sente parlare per la strada quasi deserta, dalle vicine alle finestre, nei due bar, nei negozi, in farmacia. Uno dei soliti anziani seduti in panchina ha detto che ci vorrebbe una rivoluzione ma quella vera…cioè come quella dei francesi!

Aggiungendo con ammiccante allusione che qualche giorno fa era l’anniversario della presa della Bastiglia!

Ci suggerisce di andare tutti al Volt per abbatterlo con i picconi?

Non ce ne sarà bisogno, il vigile gentile mi ha detto che venerdì dovrebbero riaprirlo.

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