Grandezza e limiti di Facebook

pubblicato da: Mirna - 15 Gennaio, 2014 @ 8:48 am

Parafrasando il saggio di Erich Fromm “Grandezza e limiti del pensiero di Freud” (sicuramente gli amanti della psicoanalisi l’avranno letto)  desidero fare alcune considerazioni su questo social network del quale anch’io faccio parte. Così, un po’ per caso, un po’ spinta da mia figlia , ma anche perchè fa parte ormai della nostra cultura. Almeno per curiosità.

Ebbene, pur condividendo le critiche sull’eccessivo e sconsiderato uso che moltissimi ne fanno, pur notando spesso la superficialità degli interventi, vi ho trovato spesso invece notizie interessanti, importanti. Non scordiamo il ruolo che Twitter e Facebook ebbero nella Primavera Araba e non solo.

Facebook è una finestra sul mondo al quale puoi affacciarti in tempo reale. Al mattino, dopo il caffè, vedo subito se Stefania ha scattato una foto dei suoi  viaggi o  dei suoi concerti ancor prima di telefonarci, leggo che la mia ritrovata cuginetta di Verona ha cucinato gnocchi di zucca, posso ammirare i suoi nipotini che ancora non conosco,  apprendo da Silvia Neonato i programmi della Società delle Letterate, conosco futuri impegni socio politici culturali.

Ho notato che non molti miei coetanei ne sono partecipi, molti sono diffidenti, o proprio non usano Internet. Perchè tralasciare una possibilità di interessi e scoperte?

Per me, socievole e con una discreta memoria del mio passato, è una grande gioia ritrovare vecchie amicizie. Ho ritrovato così le mie amiche irlandesi e scozzesi,  la mia collega giamaicana e alcuni altri, so almeno qualcosa della loro vita, ho visto le foto delle loro famiglie, apprendo di qualche loro viaggio, come sono diventati.

E l’altro giorno che emozione…ho ritrovato Vincenzo, l’amico dell’infanzia di Carpi.

Abitavamo entrambi in via Brennero, detta Cantarana, forse perchè a quel tempo c’erano vicini i campi di grano e si sentivano gracidare le rane?

Io al n.3, lui al n.5. Ricordo che nelle serate caldissime estive la nonna Bianca ci portava accanto ai campi a catturare le lucciole, ma ricordo anche che in quelle lunghe serate morbide si giocava a nascondino, proprio con Vincenzo, Brunella e Claudia.

Vincenzo mi ha risposto, ora abita a Milano,  ha scritto libri sull’aeromodellismo, sua grande passione; visitate il suo sito, finalmente ci sarebbe un consiglio di lettura per uomini, dato che il mio blog predilige la letteratura femminile

www.vincenzopedrielli.it

Ritrovare un lontano amico su Facebook è stato un regalo. Vincenzo, gli altri amici di quel tempo, la stessa Cantarana e la mia casa del n.3, ormai fatiscente, rimangono in un mondo un po’ onirico. Ho lasciato quella parte della mia vita tantissimi anni fa, ma i dieci anni trascorsi in quella casa misteriosa dalla loggia piena di aspidistre, dal pozzo nel cortiletto, dal muretto che divideva proprio i nostri  cortili sono sempre riapparsi nei miei sogni per tanto tempo. Quel muretto attraverso il quale Vincenzo ed io ci scambiavamo le figurine degli animali. O parlavamo di Coppi e Bartali. E rivedere quel muro  in questa sua vecchia foto mi ha intrigato moltissimo.

Ritornai  a Carpi alcuni anni fa, con il desiderio di entrare nella mia vecchia casa, ma non ho avuto il coraggio di bussare, anche perchè forse volevo che tutto rimanesse come lo ricordo e come lo rivedo  nei sogni.

Grandezza di Facebook che mi ha regalato una coloritura in più al mio trascorso.

Gentilissimo ragazzo Vincenzo, mi ha aiutato una volta a pitturare la cartina della Francia e un’altra volta  a casa sua , insieme al suo amico Gallesi, voleva insegnarmi a ballare il rock and roll.

E tu cosa ricordi, Vincenzo?

 

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3 commenti
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  1. Vincenzo:

    “Ho provato a scrivere qualcosa sul tuo blog, ma non ne vedo traccia. Non sono molto esperto di blog e FB giusto quel tanto. Dimmi se ti è giunto il mio messaggio. Uso molto la posta elettronica anche perchè mi trovo a mio agio ad aggiungere allegati. Anch’io ho una foto di Cantarana molto più vecchia della tua. Cantarana perchè era la contrada vicino alle mura di Carpi, quindi un fossato e nello stesso le rane. Purtroppo oggi è una via lasciata andare. Non più allegra come ai giorni nostri.”
    Allego al post anche questa foto!

  2. Bello come tutti i tuoi scritti, cara Mirna, il ricordo della tua casa in (o nella?) Cantarana.
    Appartengo alla schiera, ormai non più folta, degli assenti da facebook e non mi decido ad entrarvi, anche se mi piacerebbe eccome ritrovare persone di cui non so più niente da tanto tempo. Ho infatti cambiato molte volte città e conosciuto tante persone! Ma esito perchè ho l’impressione che poi non avrei il tempo di star dietro a tutti i contatti. Anche col semplice telefono non ho un rapporto facile… E mi spaventa l’idea di sentirmi impegnata a scrivere ogni giorno qualcosa. Eppure, lo ripeto, mi piacerebbe sapere come sono ora i miei compagni di scuola di Torino negli anni ’50 e primi ’60, o quelli di università a Genova alla fine degli anni ’60 stessi, o i colleghi delle mie prime scuole in Liguria, poi a Torino, poi a Monza. Per non parlare degli ex alunni!
    Ma con alcuni ho mantenuto rapporti per le vie tradizionali, antiche, e quelle sono sicuramente le amicizie vere. Per il futuro… chissà? Niente è mai definitivo.
    Intanto, un evviva per il tuo ritrovato amico Vincenzo!

  3. Domani 20 gennaio Gruppo Lettura al Controvento. Scrive Grazia a proposito: “Io e Maria Rosa siamo preoccupate, non ti abbiamo più sentita scrivere dall’angolo Papiro, che sia dovuto al mal di schiena? Aspettiamo resoconti sulle letture, soprattutto quelle degli altri frequentatori del blog che da un po’ di tempo sembrano latitanti, che il clima bigio e piovoso influisca sugli umori di tutti? Eppure un bel pomeriggio o una serata di pioggia invitano ad aprire un libro e a viaggiare con la mente verso altri tempi, luoghi, persone, stati d’animo…

    Un disincantato Isherwood in “Un uomo solo” fa dire al suo personaggio – interpretato nel film dall’eccellente Colin Firth – “i libri non hanno reso George né più nobile, né migliore, né più saggio. Ma gli piace ascoltarne le voci, una o l’altra secondo l’umore”. Così, a seconda dell’umore, legge l’uno o l’altro autore, sollievo per l’anima, “compagni ideali”.”