Un pomeriggio al Controvento tra poeti e libri

pubblicato da: Mirna - 12 Febbraio, 2014 @ 5:38 pm

Fuori comincia nevicare. Ci prendiamo una cioccolata calda e come d’accordo andiamo “Sopra le nuvole” con Nadia Nicolodi, la poetessa trentina che ci parla  della sua necessità di scrivere Poesia.

Un’esigenza che ha percorso la sua vita fin da adolescente quando lo stupore di affacciarsi alla vita si mescola “nella notte buia” con “l’angoscia che mi copre la faccia e mi tiene la mano”. Ma l’ansia della prima giovinezza in attesa dopo aver acceso “una candela blu alla finestra” matura e si stempera  in versi di contemplazione della natura e dell’animo umano.

Nadia Nicolodi è laureata in filosofia e ci parla di come le sue poesie nascano all’improvviso, spontaneamente senza forzature,  talvolta negli attimi fra sogno e realtà.

Franco Varano nelle prefazioni al volumetto edito da  Ibiskos Ulivieri scrive che “il suo linguaggio a volte ellittico, autonomo e essenziale si pone la responsabilità di comunicare esperienze indicibili, perchè di esse si parla per cenni, al di là di ogni retorica e a voce bassa”

Sappiamo tutti che le poesie andrebbero lette in solitudine per capirle, carpirle, gustarle…ma accanto a me c’è Alfonso Masi, il nostro “fine dicitore”. Lo preghiamo di leggerne alcune con la sua voce suadente…ma è senza occhiali. Accetta però quelli di Enza, colorati di azzurro e ci incanta  con

Stupore/ nella notte buia / due occhi neri/ buoni/ e scanzonati/ mi seguono. / La notte /nera e sola/ è la sola / amica nostra/”.

Quando con nostra grande gioia arriva anche Giovanni Soncini lo mettiamo a capo”tavolino” e gli diciamo  che stiamo parlando di poesia. Lui è un fisico, legge soprattutto saggi e storia, ma prende in mano “Sopra le nuvole” e comincia a leggere una poesia dietro l’altra (come le ciliegie!)  assai  incuriosito e interessato.

Allora a questo punto sorge la solita discussione sul tipo di letture femminili e maschili. Sembra proprio che gli uomini non leggano letteratura femminile, tranne Santo che sta provando a farsi piacere  l’ Alice Munro di   “Troppa felicità“, ma non ci riesce , però non smette  -come consiglierebbe Pennac –  per lui è una sfida finirlo.  Mentre è entusiasta dell’ultimo libro di Umbero EcoStoria delle terre e dei luoghi leggendari” “ è un saggio in cui Umberto Eco esplora e racconta i mondi fantastici nati dalla fantasia di scrittori ed artisti. Sono centinaia i mondi che, nel corso dei secoli, sono stati inventati dall’uomo. Partendo dai poemi di Omero e arrivando alla fantascienza dei nostri giorni, Umberto Eco racconta questi favolosi mondi, ricchi di mistero e magia, sui quali sono stati proiettati tutti i desideri e i sogni, ma anche gli incubi e le paure, che non riuscivano a trovare un loro spazio nel mondo del reale. In questo volume Umberto Eco sfoglia le pagine dei grandi classici della letteratura, alla ricerca dei significati nascosti in quei mondi immaginari. ..”

Altre letture ci vengono consigliate “Felici i felici” di Yasmine Reza, ed. Adelphi, “

“Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell’amore. Felici i felici»: le due ultime «beatitudini» di Borges, che Yasmina Reza inscrive sulla soglia di questo romanzo, ci indicano la via per penetrare nel fitto intreccio delle vite che lo popolano. Perché la felicità – nell’a­more o nell’assenza di a­more, all’inter­no di una coppia o al di fuori di ogni legame – è un talento: e di tutti i personaggi che a turno consegnano al lettore confessioni a volte patetiche, a volte grottesche,atrocemente comiche…”

“Via XX Settembre” di Simonetta Agnello Hornby, autobiografico, “La traduttrice ” di Alameddine, una sorta di Mille e una notte ambientato in Libano, che Enza legge con entusiasmo e piacere.

Sangue della Terra” di un ragazzo senegalese che Daria ha comprato per strada.

Raffaella ci consiglia  Lionel Asbo di Martin Amis, una satira brutale e divertente e - purtroppo –all’altezza dei tempi che viviamo.

Come sempre il pomeriggio è ricco, stuimolante, delizioso. Rimaniamo incantati sempre da Emma quando ci racconta dei suoi incontri con personaggi celebri legati alla letteratura.

A Trieste , più di una ventina d’anni fa, ha cercato e trovato la figlia di Italo Svevo!

Letizia Svevo Fonda Savio, quasi centenaria, l’accoglie con un abito lungo, una spontanea gentilezza e il dialetto triestino: Le parla del padre, delle sue disgrazie  – ha perso tre figli in guerra - ma anche  del suo attaccamento alla vita, ai ricordi, ai libri.

Felicità di Emma, ma anche timore di perdere il treno …

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5 commenti
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  1. Bello rtrovarsi in un caldo ambiente, mentre fuori nevica, magari davanti ad una bevanda calda ed in compagnia, come racconta Mirna. Ho apprezzato le brevi ed intense poesie di Nadia, dette da Alfonso Masi e ascoltato, sempre con interesse, le letture degli altri partecipanti, ma vorrei correggere quello che Mirna dice sulla mia lettura.
    Non sto leggendo “La traduttrice” di Rabih Alameddine, che comunque conto di prendere presto in mano, ma “Il cantore di storie Hakawati”, sempre dello stesso autore, ma questo sì una sorta di mille e una notte di questo secolo!

  2. Pomeriggio piovoso…ma rasserena leggere dell’incontro di lettori al Controvento…
    Di Peter Cameron avevo amato “Un giorno questo dolore ti sarà utile” (anche se il titolo, magari sarà bello, mi indispone parecchio), e poi gli altri tre romanzi; e la postfazione a “Stoner”, ringraziandolo mentalmente per aver esposto così bene quello che in modo confuso pensavo anch’io. E così mi sono precipitata a comprare “Andorra”, un suo romanzo giovanile, scritto nel 1997. L’ho letto in pochissimo tempo, gustando le descrizioni dei luoghi: la stanza circolare dell’albergo, il paesaggio (sconcerta un po’ il fatto che ad Andorra ci sia il mare), l’appartamento in cui il protagonista va a vivere…Protagonista abbastanza misterioso, che svela man mano qualcosa di sé alle persone con cui viene in contatto. Si capisce che non tutto è come sembra e si ha (io l’avevo) una gran voglia di scoprire come stanno le cose. E, proprio alla fine, si sa persino perché ad Andorra c’è il mare. Insomma, una lettura che non mi ha deluso. Penso che presto di Cameron leggerò anche i racconti di “Paura della matematica”; e se mai lo troverò tradotto in italiano, leggerò “Crewe Train” di Rose Macaulay (è il libro che aveva spinto il protagonista a trasferirsi ad Andorra).
    Buone letture.

  3. Cara Maria Rosa, sono contenta che riesca a partecipare virtulamente al nostro gruppo-lettura con i tuoi graditi e interessanti consigli. A presto, spero

  4. Gentili del Controvento. Felici i felici , viene da dire pensandovi riuniti a raccontar di libri. Felici i felici, di Jazmina Reza è un libro …importante. diverso e straordinario. Da leggere con concentrazione e spirito libero.
    E che dire del libro scritto quasi vent’anni fa’ da quello scrittore elegante e gentile, prezioso e unico che è Peter Cameron?ANDORRA, come luogo atopico , dove tutto ci sta ( qualcuno ricorda per es. Setaphità di Balzac?) mare compreso e tutto quanto ci racconta la fantasia sul Paese che non c’è, in Andorra sono perfetti e credibili. si sentono le sensazioni fisiche, l’aria più fresca, più calda, il buio e la luce, le avventure fantasmagoriche e i percorsi tortuosi delle anime e gli interni incantati. E come molti bei romanzi, e Andorra è bellissimo, la vicenda finisce “male” per i personaggi ma bene per il lettore. Ecco due libri perfetti per lettori attivi, indipendentemente dal genere e dall’età. Ciao a tutti.Ciao Mirna, spero di rivederti presto.

  5. Anche se in ritardo commento il post dell’incontro al Controvento… Incontro arricchito dalle poesie scritte da Nadia,un’amica ed ex collega che nella loro semplicità toccano corde profonde e fanno volare ” sopra le nuvole”. Ho comprato Felici i felici. Ogni volta torno a casa con degli spunti di lettura nuovi arricchiti poi anche da chi non ha partecipato come Camilla con i suoi consigli così azzeccati e descritti in maniera vibrante… Un abbraccio a tutti, Nadia ( che non ha dimestichezza con il PC ) vi saluta e ringrazia!!