LEOPARDI di Pietro Citati,ed. Mondadori

pubblicato da: Mirna - 3 Novembre, 2014 @ 8:15 am

cop[1]Piacere immenso tuffarsi nella vita de “Il giovane favoloso” (titolo del film di Martone) , questo nostro  eccezionale poeta e pensatore conosciuto e studiato all’estero come un filosofo importantissimo. Non apparteneva a nessuna epoca, nè a quella presente, nè a quella passata. Era “a casa” dappertutto e da nessuna parte. L’Infinito il suo desiderio e l’abbandonarvisi il suo sollievo.

La sua radicale estraneità al suo tempo a cavallo di due secoli  “gli permise di comprendere come nessun altro la società borghese e quella di massa. Nello Zibaldone troviamo lampi che ci riportano a Nietzsche, Adorno, Spengler. E ci parla già , senza saperlo, di Flaubert, di Kafka, di Musil, Gadda, tutti quegli scrittori del Novecento votati alla “disperazione placida“, all’incompiutezza, all’analisi ininterrotta, alla condizione di stranieri.”

Pietro Citati ci racconta tutto questo partendo dai primi anni della vita del picolo Giacomo quando  era ancora felice e spensierato e  sentiva in sè ancora “allegrezza images[3]pazza” . Conosciamo il padre Monaldo, passivo, pigro, ma possessore di una ricchissima e splendida biblioteca, quel luogo che diviene il santuario e prigione di Giacomo e dei suoi fratelli.

Monaldo però lo ama moltissimo, vede in lui il genio chre spera possa riscattare la sua mediocrità. E’ lui  in ogni caso la vera madre di Giacomo, lo ama con estremo affetto. La tetra  Adelaide è bigotta e fredda.

Pietro Citati ci offre un’altra splendida biografia accurata, emozionante, chiara, esaustiva.

E le immagini del film  di  Mario Martone ,che 455905[1] consiglio a tutti di vedere, arricchiscono visivamente la nostra lettura. (Il titolo è estrapolato da uno scritto di Anna Maria Ortese dal suo “Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi”)

Possiamo capire e penetrare maggiormente nel mondo di Recanati, di Roma, di  Napoli … Possiamo immaginare meglio il giovane Giacomo che comincia a curvarsi già all’età di 18 anni affetto dalla sua terribile malattia. Età in cui ha già letto più di 17.000 libri.

Un personaggio multiforme, ci spiega Citati, un vorace lettore che è l’atto fondamentale della sua  vita che genera o sostituisce l’esistenza. Lettura che lo spinge a scrivere.

Perchè leggere e scrivere per Leopardi erano uno stesso gesto.  Assorbe e addenta il mondo,  “dalla vita desidera l’intensità: non la noiosa esistenza quotidiana, nella quale i minuti si susseguono ordinatamente ai minuti; ma un tempo più rapido, più intenso, vertiginoso, in cui ogni istante fosse vivo e infinito. ”

E proprio per questo riflette che i giovani soffrono più dei vecchi, appunto perchè sono più vitali.

Grande poeta e grande filosofo “egli  forma, segue e possiede  un sistema, che è il segno distintivo e indispensabile della vera filosofia. Ha lo sguardo totale sul mondo e sull’esistenza umana.

Citati ci invita  così a leggere o rileggere lo Zibaldone,  le Operette Morali e naturalmente  a recitare i suoi Canti e “naufragare” anche noi nella luce della luna, delle stelle sui deserti, nel rimpianto, nello sconforto, ma anche nella dolcezza  metafisica della conquista  per pochi istanti  di “interminati spazi, sovrumani silenzi e profondissima quiete”

 

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4 commenti
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  1. Amando da sempre Leopardi ed avendo ora visto IL GIOVANE FAVOLOSO, mi sono subito procurata sia questo libro di Pietrio Citati sia quello segnalatomi da Rina (grazie, Rina!) di Rolando Damiani “All’apparir del vero”. Pensavo di portare avanti la lettura di entrambi un po’ parallelamente, ma i miei tempi mi inducono a limitarmi per ora a Citati. Mi piace una certa brillantezza, una certa indulgenza a momenti narrativi distensivi pur nella grande serietà della documentazione.
    Penso, da quello che ho “assaggiato” di entrambi, che il registro narrativo sia diverso. Entrambi miniere di notizie e curiosità sul grande Giacomo. Questo di Citati, ripeto, è anche accattivante per il soffermarsi su momenti persino umoristici, come quello che tu, Mirna, hai letto a noi amiche sulla ricerca di una moglie da parte dello zio Carlo Antici!
    Anch’io consiglio senz’altro il film, da vedere e rivedere per le atmosfere in cui avvolge e per l’interpretazione meravigliosa di Elio Germano, capace di tante sfumature compresa una certa ironia che confesso di non aver conosciuto prima in Leopardi e che mi invita ancor più a leggere libri che mi parlino di lui.

  2. Mirna, il film, il libro e tu stessa mii conducete alla ri-scoperta di Leopardi. Infatti, e chi lo aveva più ripreso in mano, dopo la scuola? Io no, lo confesso e me ne rammarico. La tua analisi, gli spunti che ci offri … ci attraggono come tanti ami stimolanti. Ami, si’ perché oltre al cibo (dello spirito, in questo caso) hanno anche la punta, l’uncino doloroso che ci riporta al “dolore del poeta”. Mi chiedo (ma la domanda è retorica): come mai di certe “antiche materie”, ad esempio il greco, io ricordo a memoria passi che non ho mai studiato a memoria, e invece di altre materie il ricordo è molto, molto più sbiadito? Poiché io ero e sono sempre lo stesso, la risposta è: è dipeso dall’insegnante, il quale – per dirla con Don Milani – non deve riversare su di te le sue nozioni, ma innanzi tutto capire chi sei, chi lui ha davanti a se’ … Ecco, io avrei voluto avere come insegnante di letterature (italiana e straniere) una persona come te, Mirna, una persona che sa toccare le corde giuste di ognuno, che alimenta l’ “allievo” (tale io letterariamente sono nei tuoi confronti) con spunti che generano in lui l’ “amore” per la lettura, per la cultura. Una cultura che non è finalizzata alla nostra crescita individuale, bensì alla crescita del nostro modo di rapportarci con le gioie e con i dolori degli altri. Brava, Mirna! Grazie, Mirna.

  3. Come Mirna che con grande gusto ce lo propone, ho molto ammirato Citati autore di “La mente colorata” e quasi altrettanto ho gradito – sentendomi inadeguata per conoscenze e ricordi parziali – il saggio su Leopardi. Mi è piaciuto soprattutto nella prima parte in cui descrive la casa, l’ambiente familiare, i rapporti con i genitori ed i fratelli, la malattia e tutti i particolari della biografia; e nella seconda parte con l’inquietudine dei sentimenti, la depressione, l’odio per Recanati.
    Più complesse le pagine riguardanti la poetica e le idee filosofiche, in particolare le “Operette morali”, qui ho sentito più grande la distanza tra quello che leggevo e le mie ridotte e ormai remote conoscenze. “Leopardi” dovrebbe essere stimolo a rileggere e ad approfondire.
    Bellissime le parti in cui l’autore descrive ed analizza le grandi ed indimenticabili poesie, gli “Idilli” e, naturalmente, le pagine dedicate all’”Infinito”.

  4. Leopardi? Cara Mirna, leggendo in internet il commento di Roberto Saviano sulla “particolarità” della sentenza che ha condannato l’avvocato “lettore “ delle minacce e non i suoi mandanti, sono incappato nell’elencazione dei suoi libri preferiti:
    Esteri
    1. I racconti di Kolima, di Varian Salomon
    2. Il vagabondo delle stelle, di Jack London
    3. Vita e destino, di V. Grossman (letto!)
    4. Buio a mezzogiorno, di A. Koestler
    5. La vita davanti a sé, di Gary Romain
    6. L’uomo in rivolta, di Camus
    7. Nelle tempeste d’acciaio, di Jurgen
    8. Auto da fè, di Elias Canetti
    9. Sozaboy, di Ken Saro Wiwa
    Italiani
    1 Se questo è un uomo, di Primo Levi (letto!)
    2 Le due zittelle (zittelle), di Landolfi
    3 Al caffè, di Malatesta
    4 Retablo, di Consolo
    5 Sulla democrazia, di Gaetano Salvemini
    6 Eroici furori, di Giordano Bruno
    7 Creatura di creature, di D. Dolci
    8 Gente di Aspromonte, di G. Alvaro
    9 Operette morali, di G. Leopardi

    Come vedi, Leopardi c’è! Saviano conclude: “E i vostri?”