NUVOLOSITA' VARIABILE, e i fili dell'amicizia

pubblicato da: admin - 17 Aprile, 2010 @ 7:21 pm

DSC00264scansione0022Amiche per sempre, ritrovate, nuove o amiche che  lentamente si perdono in altri percorsi. Riflettevo stamattina dopo il caffè con le care Terry ed Enza, come si allarga o si sfalda l’arazzo amicale. Grazie al blog  poi sono entrata  in contatto con altre persone con le quali sento consonanze ed affinità.

Come con Miki che oggi compie 31 anni! Auguri!  E’ giovane come  Raffaella e  Maria Letizia .

Nel romanzo della spagnola Carmen Martìn Gaite si parla di  un’amicizia al femminile, nata sui banchi di scuola, alimentata dalle stesse passioni dell’adolescenza e  ritrovata dopo quasi trent’anni di lontananza.  Mariana Leon, una brillante psicoanalista e Sofia Montalvo, moglie di un ambizioso uomo d’affari e madre di tre figli ormai grandi,  si reincontrano, con profonda emozione, a un vernissage. Sdrammatizzato il motivo per cui si erano allontanate (un ragazzo che piaceva a entrambe), comprendono che quello è il momento giusto per confrontarsi, aiutarsi reciprocamente dato che la loro vita si trova in un momento critico. La loro antica intesa viene rinnovata con il patto di scriversi e riaprire lentamente il loro dialogo .

“Nuvolosità variabile” è un racconto scritto a due voci, un po’ diario, un po’ epistolario. Una scrive lettere e le invia, l’altra scrive ma non è ancora pronta  a spedirle all’amica. Di che cosa scrivono? Di sè, della vita, dei rimpianti, delusioni, speranze: una sincera autoanalisi e revisione critica della propria esistenza.

Sofia  ritrova la sua innata creatività e riesce a trasformare  in materia narrativa anche gli episodi più banali della sue giornate di moglie-madre  stanca di un marito disattento e  di una figlia contestatrice. Mariana è più metodica, razionale, riesce a confidare il fallimento sentimentale, amaro risvolto della sua brillante carriera .

Conosciamo completamente, anche grazie a flash back, la vita di queste due donne che alla fine si daranno un appuntamento al mare, vicino a Cadice finalmente consapevoli di ciò che sono e di che cosa vogliono. “Eppure le due donne sedute una di fronte all’altra, rivolte verso il mare, vicino all’estremità della balaustra, non sembravano accorgersi dell’imminente arrivo della pioggia nè della notte…Se una delle due se ne stava silenziosa a guardare il mare con un’aria meditabonda, ben presto l’altra spezzava il suo silenzio gesticolando espressivamente…Avevano le guance arrossate e ciascuna di loro brandiva nella mano destra una penna stilografica…”

 Attraverso la scrittura  destinata a  chi può capire, la “nuvolosità variabile” dei sentimenti viene raccolta in un insieme più comprensibile e accettabile. I vari frammenti  sono resi omogenei nel loro sincero  raccontarsi .  La figlia di Sofia, Encarna, si preoccupa di non poter ordinare nella mente i vari frammenti della realtà : “Tutti pezzettini! Sono tutti pezzettini! ” Quando non si comprendono nel loro insieme le cose sembrano avvolte da una nuvola.

E qui devo citare mia figlia Stefania che talvolta, da ragazzina , diceva che “aveva la nube”…

Insomma un altro libro di esplorazione dell’anima, un altro invito alla scrittura, e un grande piacere di leggere storie di donne come noi. Autoritratti delineati in spazi vitali che noi possiamo conoscere attraverso la  descrizione della casa, come rifugio,  come specchio di sentimenti e pensieri. Penso quindi alla mia nuova amica di Varese,  che sta curando le sue orchidee (non so ancora se posso scrivere il suo nome) e che descrive in modo poetico  le sue giornate di nuvolosità variabile.

E naturalmente penso a Renata che nel 1999 mi consigliò questo libro. Amica che mi legge quotidianamente, ma che non riesce a scrivere con il PC  (è tecnologicamente “arretrata”, come lo ero io tempo fa! ), ma che legge tanto e mi dà consigli preziosi. Lei e tante altre sono le amiche per sempre, adesso ne scopro di nuove e  importanti, alcune  invece si stanno perdendo come petali leggeri di primavera, per usare una figura retorica!

La riflessione del mio 89 esimo giorno di blog è d’uopo: amiche eterne, nuove, che si perdono…

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9 commenti
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  1. Grazie per gli auguri signora Mirna! Meraviglioso vedersi, incontrarsi e sintonizzarsi ad altri, amiche ed amici, preparati all’ascolto ed alla condivisione. Cammini che si intrecciano, si percepiscono e talvolta si allontanano, per ritrovarsi anche solo nei pensieri.

  2. Beh, la nube appare ancora anche se ora i “frammenti” sembrano un po’ piu’ ordinati e coerenti.
    Mi viene in mente una bella metafora zen che ho imparato al Centro Sattva per definire l’indefinibile, l’immediatezza del continuo divenire del tutto:
    “La’, dove nascono le nuvole.”

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