L’UROBORO DI CORALLO di ROSALBA PERROTTA, ed.Salani

pubblicato da: Mirna - 30 Luglio, 2017 @ 9:51 am

L’UROBORO DI CORALLO di Rosalba Perrotta, ed.SalaniP1000850

Ecco un romanzo godibilissimo pubblicato da poco dalla Salani dove una Rosalba Perrotta in stato di grazia ci fa sorridere della vita.

Una scrittura chiara, scorrevole e avvolgente che ci porta in spazi e tempi che fanno interagire tra loro personaggi indimenticabili.

Tutto nasce da una spilla di corallo a forma di uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo di rinascita.

Siamo in Sicilia…ma non solo, perché una certa eredità arriva a quattro cugine non più giovanissime  dalla Lituania.

Anastasia è però il personaggio principale, una “settantina”  come direbbe Camilleri, malinconica e” spenta” dopo l’abbandono del marito avvenuto qualche anno prima.

Meno male che ha due figlie e un nipote simpaticissimo.

In realtà tutti sono  un po’ oppressivi con lei: non vorrebbero mai che si muovesse per timore che si rompa il femore e il nipotino  le scrive  e-mail  con le  raccomandazioni  di fare le parole crociate così non le viene l’Alzheimer.

Anastasia soprannominata dall’ormai ex-marito Ingridbergman è ancora soggiogata dagli altri come lo era dalla mamma.

Così quando grazie all’eredità della parente acquisita lituana, incontrerà le coetanee  cugine “continentali” sembra risvegliarsi.

Alida, Claretta e Myrna (chiamata anche lei come meper l’ammirazione della genitrice per l’attrice Myrna Loy) sono eleganti e vivaci.

Ereditano un palazzetto nel quartiere malfamato San Berillo (  costì vi abitò pure Goliarda Sapienza) e qualche gioiello .

Ad Anastasia tocca proprio l’uroboro. Da quando lo indosserà la sua vita sembra mettere una marcia in più. Tanto che riprende a guidare nonostante il veto assoluto della figlia maggiore Doriana. Sempre per non rompere il famigerato femore.

Ma questo uroboro è bramato anche da uno spiritista a suo dire famoso. Ne possiede già sei, deve avere anche questo. Ma non ci riuscirà e grazie ad esilaranti situazioni noi parteciperemo a  momenti deliziosi.

Sì, perché all’interno del palazzetto ereditato capitano fatti strani. Che ci siano veramente i fantasmi? La lituana faceva anche sedute spiritiche!

Rosalba Perrotta con leggerezza affronta le problematiche della vita: la solitudine, l’insicurezza, il desiderio di un’altra realtà, il rapporto con l’altro da sé e soprattutto la speranza di ricominciare nel cambiamento.

Umorismo alla Woodhouse , ma in chiave italiana-sicula con una realtà quotidiana   che mi ricorda  Lessico familiare.  Famiglia e circondario.

La giovane figlia Nuvola alla ricerca dell’amore ci rimarrà impressa con i suoi capelli viola e il look anni ’30, il colonnello improvviso spasimante di Anastasia ci farà ridere con la sua “difesa del territorio”e i canti patriottici e la colf religiosissima di Doriana che si licenzia per non stare in casa di una fedigrafa nonostante la promessa di gigantografie di Papa Francesco e rosari di ulivo benedetto.

E poi, brava Rosalba Perrotta, che ci dà un happy end delizioso e frizzante.

Ma vi devo raccontare dell’incontro di Anastasia e Igor (un personaggio quest’ultimo che appare e scompare nella trama del romanzo?)  bambini vestiti lei da angioletto e lui da pastore?

Un ricordo indelebile per entrambi , indelebile come deve essere sempre  la speranza di ritrovare la letizia e la voglia di vivere.

Con uroboro o senza.

Da leggere…e per me sicuramente da rileggere.  Mi piace sorridere.

 

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2 commenti
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  1. Dovrei leggere questo romanzo che ci presenti così bene carissima. Ho proprio bisogno di sorridere in questo periodo. Ma mi piacerebbe sentire ancora qualcosa di Borzonasca.Come sta Mimilla? E Stefy? UN saluto e buon proseguimento di estate! Raf

  2. Ciao Raffa. Proprio oggi, con un po’ di fresco in arrivo – finalmente – mi metterò a riflettere sulla mia ennesima estate a Borzonasca!Mimilla è felice! Stefy si sta preparando per il concerto di Genova. A te, Andrea e Saraswathy un abbraccio.