LA COSCIENZA DI ZENO, e l'uomo di poca qualità

pubblicato da: admin - 22 Aprile, 2010 @ 6:56 pm

scansione0028Ci sono anche personaggi imperfetti che affascinano , è il caso del simpatico Zeno Cosini ( una cosuccia da zero?) diventato il rappresentante di un’epoca di incertezze, timori e profondi cambiamenti.  Tutti abbiamo letto “La coscienza di Zeno“, quasi certamente a scuola, poi forse riletto per  nostro piacere. Italo Svevo con questo capolavoro ha segnato l’inizio della letteratura moderna italiana, quella introspettiva che inizia a interessarsi delle teorie psicoanalitiche.

Sappiamo che Italo Svevo è lo pseudonimo  di Ettore Schmitz,  nome scelto  per ribadire la propria formazione letteraria italo-tedesca.  Svevo nasce infatti nella  Trieste  asburgica, nel 1861, da padre tedesco e madre italiana. Scrive  importanti romanzi come “Una vita”, “Senilità“, ecc. i quali  non sono accolti positivamente. C’è  infatti chi dice che Svevo “scrive male”,  in un italiano “dove si avvertono le cadenze triestine  e le tracce della sintassi tedesca”.

Invece Joyce, che Svevo incontra nel 1906,  giudica “Senilità“  un testo di valore. Joyce si trova a Trieste come insegnante di inglese alla Berlitz School e Svevo , già inserito nel lavoro commerciale familiare, vuole imparare l’inglese. Nasce un’amicizia e una complicità fra scrittori intensa e particolare. Svevo legge pagine di “Gente di Dublino” e  assiste alla stesura dell'”Ulisse”, Joyce da parte sua capisce che Svevo è un grande narratore e lo farà conoscere a livello internazionale.

Intanto Svevo, pur lavorando nella ditta di famiglia, legge  anche tutte le opere di Sigmund Freud, in tedesco ovviamente. La conoscenza delle teorie psicoanalitiche fa da struttura a questo romanzo che ha forma di confessione autobiografica. Zeno Cosini, per consiglio del medico psicoanalitista che intende liberarlo dalle manie che lo affliggono, non ultimo il vizio del fumo, deve scrivere di sè: gli eventi più importanti della sua vita, episodi irrilevanti e tutto ciò che gli passa per la testa.

Emerge il ritratto di un uomo “inetto”, insoddisfatto, vittima di malattie psicosomatiche, insomma il borghese nevrotico che non guarisce alla fine, ma che verifica la sua “pochezza” col lume della ragione. Consapevolezza dunque di essere un uomo di poca qualità.

Ho scelto di accennare a Svevo perchè mi sono accorta che scrivo soprattutto di autrici donne. Ma Italo Svevo con questo romanzo eccezionale, ha aiutato tantissimi lettori a entrare nell’oscurità della propria psiche. Il suo viaggio nella memoria, descritto talvolta in modo leggero e ironico, è esemplare.  Si parla di scrittura autogenerativa attraverso la quale si può diventare anche più tolleranti verso i nostri difetti. Chi non ricorda le pagine dedicate al vizio del fumo? All’ultima sigaretta, che non sarà mai l’ultima? O alla scelta come moglie  della sorella sbagliata?

Occorrono anche questi personaggi “mediocri”, normali per poterci sentire un po’ meglio nelle nostre piccole vite intrise di contraddizioni, dubbi, domande.

Si torna quindi sempre alla scrittura di sè “Scriva! Scriva! Vedrà come arriverà a vedersi intero“.  lo incita lo psicoanalista. E’ quello che io faccio da una vita ed è quello che, sto notando, molte di voi fanno o stanno iniziando a fare

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5 commenti
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  1. Ho finalmente “incontrato” il tuo blog, cara Mirna (avevo un indirizzo detto per telefono e tu sai quanto sia complicato farsi capire dal pc)!Ti incontro propro con italo svevo, forse il mio preferito tra gli scrittori del ‘900 italiano. Sei veramente ….non trovo l’aggettivo adatto a tanta dolcezza, tranquilla saggezza, qualcosa di soave , che traspare dalle tue riflessioni sui libri e sulla vita. spero di incontrarti presto, un poco più in carne, per chiederti tantissime cose. Sei davvero speciale. Camilla

  2. Felice che una grande lettrice come Camilla sia intervenuta con un commento! Spero anzi che possa visitare spesso il mio blog per arricchirlo di preziosi spunti, idee, riflessioni. Contenta anche delle consonanze che, durante gli incontri “in carne”, abbiamo scoperto di avere parlando appassionatamente di libri.

  3. Che piacere, cara Mirna, ogni mattina darò un’occhietto al tuo libro del giorno, che “goduria”. Dopo il il caffè e la colazione, e prima del resto, conoscerò il tuo Titolo del giorno. come una fetta di torta austriaca (di quelle stupende e piene di creme), che farà solo bene, 0 calorie e tantissimo piacere. ciao.

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