CRONACA DI UNA QUARANTENA ANNUNCIATA

pubblicato da: Mirna - 16 Marzo, 2020 @ 10:00 am

Lunedì 16 marzo 2020.

Il quinto giorno che tutti o quasi tutti restiamo a casa. Con timore, speranze, dolore, e ancora tanta voglia di vivere. Mentre fuori gli uccellini inconsapevoli cinguettano.

Ma il mio piccione Annibale non si vede più sul davanzale. Come mai?IMG_20191117_132847(1)

IMG_20191213_170628Primavera avanza, ma anche il virus.

Ci aspettavamo inconsciamente qualcosa di travolgente quando vedevamo le cartine della Cina e sentivamo parlare di epidemie e  pandemie. Ma lo pensavamo lontano lontano.

Invece è arrivato qualcosa di estremo persino per noi agées (che Boris Johnson vorrebbe lasciare alla mercè degli eventi) che della guerra abbuamo  visto poco o niente, ma che  ci eravamo abituati a una vita piena di progetti, di buona volontà riconosciuta, di passi avanti nel raggiungimento di quieto vivere e benessere.

Ed improvvisamente siamo chiusi in casa ad ascoltare notizie ferali ogni giorno.

Siamo ancora rivestiti del bien etre, della vita soft, dei picccoli agi conquistati in questi decenni di pace. Tanto che forse non riusciamo ancora a renderci conto del pericolo.

Ma proprio noi agèes per conquistare la dolcezza della vita abbiamo fatti sacrifici, abbiamo donato, condiviso ed ora possiamo dare esempio di resilienza.

Affrontare, resistere senza soccombere.

Ascoltiamo le raccomandazioni ed obbediamo.

Siamo d’accordo perchè nessuno è immune da questo virus molto contagioso. Ci mettiamo guanti per fare la spesa non tutti i giorni, usciamo soltanto per strettissima necessità.Cazalet (2)

Svuotare i rifiuti è un evento. Ieri con guanti di lattice mi sono anche permessa un giretto dell’isolato deserto. Pronti i moduli dell’autocertificazione.

E a casa, fortunatamente con mia figlia e la micetta, il tempo è da inventare, piegare a nostro piacimento, e grazie alla tecnologia avanzata comunicare con tantissine persone. I cari soliti amici , ma tanti altri che sentono il bisogno di comunicare.  E il fatto di non poter vederci per tanti giorni sarà una bella prova, che vinceremo.

Passo dopo passo:  leggere, scrivere, riordinare, telefonarci, tenerci informati, fare ginnastica, ballare, cucinare (ahimè) , ma soprattutto riflettere che nulla è scontato, che la vita è preziosa e che dovremo prenderci cura di essa ancor di più anche se ci dovesse rimanere poco tempo. Non  lo sappiamo. Un giorno, come una piccola vita.

Oggi c’è il sole. IMG_20181114_111450

Ripeto: quinto giorno di quarantena, forse perderemo  il conto, ma apriamo le finestre al nuovo sole.

Presto sarà Primavera.

 

Share

2 commenti
Lascia un commento »

  1. Care amiche, cari amici, il vedere cambiati i propri ritmi e le proprie abitudini e’, come da piu’ parti sottolineato, uno stress. Allo stesso modo, si puo’ vedere come un’opportunita’, un’ opportunita’ per la nostra mente di cambiare i suoi assi di stabilita’, si vedono cose che non osservavo da quando ero bambina (come ieri in cortile) e si percepiscono cose nuove di se’ e degli altri. Siamo tutti improvvisamente de-costruiti, verso di noi e verso gli altri, lasciamo uscire cose che non ci concediamo spesso di manifestare, belle e brutte che siano. Diverse. Il nostro prisma acquista piu’ colori, il nostro caleidoscopio piu’ combinazioni. E’ un tempo fertile, anche se non lo sembra affatto. Il rinnovato silenzio e’ la cosa che mi colpisce di piu’…lo agognavo internamente ma non riuscivo piu’ neanche a formularne il desiderio, tanto il rumore e i suoni mi avvolgevano. E’ un regalo. Nella difficolta’ del momento, ci vengono fatti molti doni, a noi che siamo fortunati ad avere casa, famiglie unite, amici, possiblita’ di coltivare le nostre passioni, la nostra felicita’ terrena, uno stato che ci tutela. In questi giorni di shut-down, sono tornata a leggere con piacere, il tempo si e’ dilatato e libri che avevo sul comodino da tanto, da troppo, sono tornati a vivere nei miei occhi.
    Ieri ho ultimato la lettura di un libro che mi ero regalata tempo fa, forse ancora per il mio compleanno in ottobre… un libro consigliato in uno dei LibrIncontri da Emma che ne e’ stata entusiasta: “Il Pianoforte di Chopin”, un libro che piu’ che un romanzo e’ un percorso di vita, di vite, attraverso un oggetto, un pianoforte appunto. Il pianoforte Bauza che Chopin si era procurato durante il suo soggiorno a Mallorca per poter continuare a suonare e soprattutto comporre. Attraverso questo pianoforte, che a tutt’oggi non e’ stato ritrovato, scopriamo Chopin, i suoi anni di rapporto con George Sand, i viaggi, i suoi rari concerti, la sua poetica. Per poi approdare alla vita di una grande musicista – Wanda Landowska – che di questo pianoforte ne era stata illustre acquirente. Percorriamo i suoi anni a Berlino, poi in Francia e poi in fuga negli anni del nazismo, a New York. Un strumento che ha incrociato silenziosamente molte vite, alcune illustri, che vengono illuminate qui, altre sconosciute. Dove e’ approdato questo pezzo unico, costruito da un artigiano del luogo, non sappiamo, e vorremmo approfondirne la storia ulteriormente, dopo questa lettura. L’autore, Paul Kildea, ci conduce molto piacevolmente nelle case e negli avvenimenti di questi artisti, lo fa con grazia ma anche con profonda erudizione. L’apparato bibliografico e’ molto ricco e dotto e lascia aperti ulteriori eventuali approfondimenti agli interessati. Un bell’Indice analitico e molte fotografie interessanti completano l’opera. Edizioni il Saggiatore. Con l’occasione vorrei ringraziare Emma, non solo per la raccomandazione che mi e’ arrivata indirettamente attraverso i resoconti di mamma dei LibrIncontri – incontri a cui non ho potuto partecipare spesso, ultimamente – ma anche per un altro bel regalo, il 33 giri del Libro I del Clavicembalo ben temperato di J.S.Bach interpretato da Wanda Landowska. Una registrazione preziosa che aspetta solo una cassa per essere riprodotta su un impianto dischi ancora funzionante ma a tutt’oggi – e in questi giorni me ne rammarico un bel po’ – incompleto. Grazie Emma e un caro saluto a tutti: buone giornate in compagnia di libri e musica. Stefania

  2. Il tempo così “diverso” che stiamo vivendo in queste settimane induce sicuramente a pensare e ripensare, almeno per me molto più del solito. Pensare e ripensare che cosa? Un po’ tutto, da quello che abbiamo vissuto a quello che speriamo di vivere ancora, ma soprattutto valutare ciò che abbiamo e considerare quanto ci costerebbe (parlo di privazione affettiva) non avere più certe occasioni e rapporti interpersonali. Mirna ha sottolineato bene la fortuna di noi agées, che godiamo del risultato di decenni di pace e lavoro. Ecco, questa consapevolezza del bello che è l’incontrarsi, il comunicare anche a distanza, l’avere comuni punti di riferimento, proprio questa consapevolezza è, da sola, una ricchezza che fa star bene. Forse lo sapevamo già, ma credo che queste giornate ce lo stiano evidenziando.
    E mi piace notare anche quanto sia bello avere più tempo per sè, ascoltare un po’ di silenzio, considerare il relax non un lusso di cui godere ogni tanto ma una componente importante delle nostre giornate, quella che ci permette di pensare e ripensare, appunto.
    P.S. Mentre penso mi piace molto cucinare: fa parte del mio relax!