LIBRI, PENSIERI ed Elena Ferrante

pubblicato da: Mirna - 15 Aprile, 2021 @ 11:55 am

“I libri sono come i fiori e i frutti di un albero che affonda le sue radici nel suolo della nostra prima infanzia, delle nostre prime esperienze” questo scriveva Virginia Woolf.

Come sarebbe stata la mia vita senza i libri? Saggi, storia, ma soprattutto narrativa. Perchè nei romanzi un’altra vita ti affianca. Vite grandi, dolorose, liete, ma sempre con un paragone da affiancare alla propria, con un insegnamento, con un segnale di pericolo, con mille consonanze.

Dai grandi come Dostojevskij ai piccoli come il racconto dell’ “Omino del sonno” che io invocavo già da giovinetta perchè cominciava la mia difficoltà nell’addormentarmi. E ciò lo trovo anche in questo splendido saggio di Elena Ferrante, autrice dell’ Amica geniale.

“L’invenzione occasionale,” una composizione di frammenti di esperienze e di poetica, di intuizioni e di autobiografia. Edito nel 2019 dalle edizioni e/o.

Un libro da proporre al mio – semmai lo ricomporremo – gruppo di lettura. Perchè in queste pagine ci siamo anche noi ….lettori, scrittori di diari, di poesie, di racconti e di osservatori della vita nostra e altrui.

Quanti libri avremo letto in questo periodo di pandemia? Tantissimi. Ne potrei elencare i titoli, ma grazie a Internet tutti troviamo ovunque titoli e sinossi appetibili.

Da Borgo Sud finalista al Premio Strega, a qualche giallo di Carofiglio o Elda Lanza, a Frieda, moglie di Lawrence, biografia intensa scritta da Annabel Abbs, a Perdersi di E.J. Howard, ecc.

Ma voglio soffermarmi su questi pensieri di Elena Ferrante perchè ognuno di essi può appartenerci.

Da “Il piacere di apprendere” (pag. 47) al “Malessere” che lei ci spiega come un permanente malcontento sempre cacciato indietro “da un’abitudine alle buone maniere, ai toni cordiali”; talvolta si prova quando non si riesce ad essere sinceri del tutto o quando non vuoi far rimanere male una persona.

E a proposito di diari? La Ferrante lo teneva da ragazzina, poi le sembrava stretto e ha provato un respiro più ampio con i racconti .

Io lo tengo ancora, diverso da quello dei miei anni adolescenziali naturalmente, ma sempre un punto fermo per ancorarmi alla realtà che potrebbe scivolare spesso nell’immaginazione. Un’immaginazione che rimane salvifica comunque, come ci spiega Ethel S. Person in un bellissimo saggio “Sogni ad occchi aperti“, legittimando il mio modo di essere anche “Alice”.

Perchè “giocando in questo modo potevo essere chiunque e andare dappertutto.”

Quindi la Lettura, sempre.

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