I CONSIGLI DI MARIA GRAZIA

pubblicato da: Mirna - 17 Marzo, 2022 @ 8:19 am

Rientrata dalla citta’ letteraria per eccellenza, polo di attrazione per artisti, scrittori e filosofi, ho ripreso in mano il romanzo incompiuto di G. Flaubert, Bouvard et Pécuchetche avevo riletto nel tempo di Natale e pensato a questi due impiegati che grazie ad una improvvisa eredità lasciano il loro lavoro e si trasformano in aspiranti intellettuali fino a sviluppare cio’ che si legge nelle ultime pagine “ una capacità imbarazzante, la capacità di vedere la stupidità umana e di non tollerarla piu’”. Anche se Balzac riteneva che a Parigi “nessun sentimento resiste al corso delle cose e la corrente delle novità obbliga ad un cambiamento repentino” , i due personaggi per amore della scienza son disposti a qualsiasi sacrificio.

La stessa forza narrativa per le immagini e per gli spunti filosofici offerti pur in un contesto bellico la ho percepita nella lettura del libro di Gino Strada, Buskashì ove a seguito dell’attentato dell’11 Settembre al World Trade Center e al Pentagono, Gino e Kate, due medici al servizio di Emergency, decidono di recarsi in Afganistan per dare inizio alle trattative per l’apertura del centro di cura situato a Kabul, che si concluderanno solo il 6 Novembre 2001. Gino e Kate possono operare attivamente per soccorrere i prigionieri di guerra e i feriti dei bombardamenti e delle mine antiuomo, rischiando ogni giorno di cadere vittime delle “bombe intelligenti” made in USA che sfrecciano sui cieli della città.
Qui l’Afganistan rappresenta“Buskashì” il simbolo della carcassa animale inerme contesa dai giocatori, in questo caso americani e sovietici, mujaheddin e talebani.

Un altro libro che mi è rimasto nel cuore per l’intensità narrativa è il romanzo di Oleg Mandić, L’ultimo bambino di Auschwitz. Nel ruolo di protagonista, internato all’età di 11 anni, lo scrittore narra la profonda e angosciante esperienza umana vissuta nel lager, un trauma che si è rifiutato per ben dieci anni di affrontare e raccontare, fino al 1955 quando comprese, scrivendo il suo primo articolo, che era un trauma che non apparteneva solamente alla sua vita ma all’intera umanità e che raccontare il Male era un obbligo morale. In occasione della Giornata della Memoria ho ascoltato a scuola il suo intervento ed ancora una volta ha ricordato ai ragazzi la missione di opporsi al negazionismo dell’Olocausto e ad abbattere il muro dell’indifferenza.

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