TI HO INCONTRATO IN INGHILTERRA, di Marjorie Leet Ford

pubblicato da: admin - 1 Giugno, 2010 @ 7:58 pm

scansione0001Mi sembra obbligatorio citare questo libro dopo essere stata questi  due giorni  dalla mia amica Giuliana conosciuta proprio in Inghilterra nel lontano 1967. Entrambe ventiduenni eravamo  a Londra alla pari per imparare l’inglese, come la protagonista di questo libro.

Melissa, una ragazza americana anch’essa di ventidue anni,  si ritrova in una famiglia molto snob e alle prese con tre terribili bambini. cover[1]Tiene un diario, un quaderno azzurro,  dove racconta tutto ciò che avviene intorno a lei.  La sua ospite è  un po’ ostile nei suoi confronti, ma lei riesce a resistere, così riesce  a vivere  esperienze interessanti in seno a questa famiglia molto  ricca  che la porta in deliziose country- houses dai prati ricoperti di giunchiglie e addirittura in castelli scozzesi. Melissa può così conoscere il vero British style e assaporare anche gustosi piatti di cui è ghiotta. Le piace annotare le ricette, parla di un piatto scozzese, il Kedgeree, deliziosa aringa affumicata stufata dentro una pentola di riso. Descrive  il cottage pie, carne tritata ricoperta sopra e sotto da patate schiacciate. Insomma, scrive, le patate si mangiano in tutte le forme.

Le sue avventure sono deliziose e divertenti, ad un certo punto c’è anche un flirt con un inglese…ma la sua “americanità” avrà il sopravvento e alla fine  si farà venire a prelevare dal suo solido fidanzato statunitense.

Giuliana ed io invece eravamo ospiti di  famiglie ebree che vivevano a nord di Londra, io in Edgware, lei a Burnt Oak. Ci siamo trovate antrambe benissimo. Avevamo  parecchio tempo libero per cui, oltre alle lezioni di inglese, potevamo prendere l’Underground e girare per Londra, andare al British Council, vedere mostre… Io speravo sempre di incontrare e sposare un Lord inglese…ma abbiamo conosciuto ragazzi di tutte le razze, tranne che inglesi. Italiani, spagnoli, indiani, cambogiani, turchi, afghanistani… Ci siamo però divertite moltissimo e l’anno trascorso in England è da entrambe ritenuto l’anno più spensierato della nostra vita. Per me era magia passeggiare per Hyde Park, sederci a Chelsea, andare a teatro e vedere “The mouse Trap” o “The importance of being Earnest”, per Giuliana anche la speranza  di incontrare i Beatles!

Credo che la condivisione di un periodo così  significativo rafforzi per sempre un’amicizia. Con Giuliana sono poi andata in Germania, a Muenchen,  per un anno per tentare di imparare il tedesco;  ed insieme abbiamo viaggiato tantissimo in autostop quando ancora si poteva, con un po’ di incoscienza e fortuna, essere “on the road “.

Che dire di lei se non che adora gatti e cani e che ha un sense of humour  speciale e contagioso? Ritrovarmi con lei, e riesco  a farlo una o due volte all’anno, è fare una riserva di risate. Anche questa volta…soprattutto per la sua vaghezza e approssimazione…non aveva neppure un ombrello, ma questo è niente.

Quante volte nei nostri viaggi ha perso o dimenticato i documenti o altre cose importanti…Mentre tornavamo da Parigi, dove ci eravamo fermate dopo l’anno in Ingilterra, non trovava più il  passaporto. In treno, mentre io  ero alla toilette,  lei ha fatto vedere al controllore il…mio…prelevato dalla mia borsetta! Io l’ho saputo alla fine del viaggio!

Un’altra volta mentre eravamo in Belgio progettando di arrivare a Londra, era il 1970, , sempre in autostop, non dimentica  la borsetta nella macchina dell’ultimo automobilista? Era dicembre ed eravamo a Ostenda,  davanti al mare del nord con un freddo cane. Io facevo ingenuamente  foto ed ancora non avevo capito il dramma…mentre  lei con nonchalance borbottava  che non sapeva come avremmo potuto risolvere …Siamo state un’ora al gelo sperando che l’automobilista si accorgesse e pensasse che noi saremmo state lì dove ci aveva sbarcato….e così è stato!

Di quel viaggio avventurosissimo dovrei raccontare tanto…lo farò un’altra volta. Sappiate solo che mia madre quando voleva divertirsi  mi chiedeva “Dai, raccontami del viaggio invernale  con Giuliana.”

 E poi rideva , rideva fino alle lacrime…

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5 commenti
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  1. Che bello leggere di queste esperienze di Mirna a dell’amica in giro per l’Europa anni ’60! A me è mancato questo genere di cose e poche, pochissime volte ho fatto l’autostop. Però ricordo con infinito godimento certe brevi vacanze che i miei mi concedevano di fare con le mie amiche (ho avuto genitori piuttosto severi) quando ero ragazza.
    Essendomi trasferita da Torino a Genova, città di mio padre, nell’ultimo anno di liceo, avevo molto sofferto per lo sradicamento e allora i miei acconsentivano ogni tanto a che io mi ritrovassi con le amiche torinesi per una settimana sugli sci o, una volta, per un viaggetto sul Garda. Sugli sci le mie compagne di avventure erano “le due Giovanne”. Queste due ragazze di nome Giovanna, una bionda e una rossa di capelli, erano tra loro molto amiche ed erano state per anni compagne di banco, ma avevano “esteso” anche a me il loro sodalizio, per cui prendevamo sempre la camera a tre letti e facevamo notte fonda a cicalare su tutti i ragazzi che ci interessavano. Sul Garda ho passato alcuni giorni bellissimi con altre amiche di Torino: la mia ex compagna di banco Silvia, una sua sorella e una cugina. Anche di questo viaggetto ho ricordi di risate e grande eccitazione, perchè era la prima volta che andavamo in giro in macchina da sole!
    Mi piace molto il fatto che con queste amiche ho poi mantenuto contatti e, anche se oggi questi si sono diradati, basta che ci si senta e ci fa subito un gran festa. Silvia è già plurinonna e io sto per diventarlo!
    W le amiche, lo stare insieme e il farsi un sacco di sane risate!

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