AUTOSTOP CON BUDDAH di Will Ferguson

pubblicato da: admin - 23 Giugno, 2010 @ 5:01 pm

9788807721281[1]                                            Sono contenta di avere pronto un post di Riccardo Lucatti da spedire perchè oggi sono troppo stanca per scrivere a lungo. Ieri sera, appagati ed emozionati,  siamo tornati molto  tardi dal  magico concerto  di fortepiano e violoncello “Intorno a Bach”, tenuto al Museo degli Usi e Costumi  di San Michele.

 Dopo la bellezza della musica  propongo la bellezza di un viaggio attraverso il Giappone raccontato da Will Ferguson in questo volumetto della Feltrinelli Traveller.

In poche righe ho già nominato tre bellissime cose della vita: musica, lettura, viaggi…che cosa aggiungiamo?

 

Will Ferguson è nato in Canada ed ha studiato a Toronto. E’ autore di libri di viaggio. Feltrinelli ha già pubblicato “Felicità”  tradotto in 14 paesi.

 

Quanto è grande il Giappone? Più o meno dell’Italia? Vi siete mai posti questa domanda?

Quanto è sentito in  Giappone il pellegrinaggio ai templi buddisti?

Quanto è importante l’Avvenimento (è proprio il caso di dirlo!) della fioritura dei ciliegi, progressivamente dal sud al nord del paese?

Quanto il sentimento dell’ospitalità?

Quanto il senso del dovere sul lavoro?

Quanto la trasgressione?

 

Dicono che con i tassisti ci si confida volentieri, tanto, finita la corsa, scesi dal taxi, chi si è visto si è visto …

Ebbene, il nostro autore ha voluto percorrere il Giappone da sud a nord seguendo la progressiva fioritura dei ciliegi ed usando regolarmente l’autostop. E qui devo dire che non è stato il cliente bensì i numerosi “tassisti” ad aprirsi.

Un modo singolare ed efficace per conoscere un paese e la sua gente.

Perdonate un ricordo personale. Avevo lavorato per anni in una importante finanziaria torinese e mi recavo al lavoro in auto, garage-garage. Poi, improvvisamente, mi trasferii a Monza per lavorare a Milano ed iniziai ad usare il treno. Fu solo allora che “scoprii” il suono delle voci, i profumi dei deodoranti di chi si era alzato alle 5 a Sondrio per prendere il treno alla 6 ed essere (giornalmente) al lavoro a Milano alle 8,30! I contenuti dei discorsi, i problemi della gente, le loro speranze, i loro timori, le loro gioie, quasi una confessione collettiva, direte voi. Ebbene sì, un condividere i problemi, un confrontarsi, un conoscere se stessi e gli altri.

Sia chiaro: la mia esperienza è assolutamente inferiore rispetto a quella di Ferguson, ma il parallelo mi è venuto spontaneo.

Il libro si presta ad una lettura “ a rate”, a secondo del tempo di cui disponete, seguendo via via i “passaggi automobilistici” che Ferguson “rimedia” di volta in volta, della serie”questa sera me ne leggo due, anzi, tre!”.

Ho deciso: questo libro … lo rileggo anch’io.

Riccardo Lucatti

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10 commenti
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  1. Carissima Mirna, sono contenta che il concerto sia andato bene…La musica è davvero una delle cose belle delle vita… E grazie a Riccardo che ci ha presentato questo libro di viaggio… Non sono mai stata interessata al Giappone fino a quando non ho conosciuto Sonoko, venuta nel mio paesino per amore l’anno scorso direttamente da Kobe…Ho imparato tante cose sul Giappone che mi affascinano.. Purtroppo l’amore ( con il cugino di mio marito)è finito, quindi addio Calliano ( per lei) ma arrivederci a Sonoko, con la quale sono ancora in contatto…

  2. […] Per approfondire consulta la fonte:  AUTOSTOP CON BUDDAH di Will Ferguson | Un libro al giorno […]

  3. Gentile Riccardo, mi ha davvero incuriosita il libro di viaggio che propone. Sa perchè? Perchè proprio il Giappone, per conto mio, è un luogo la cui misteriosa attrazione , misteriosa ma irresistibile, può essere , vagamente, appena, appena non dico compresa ma , appena,appena avvicinata dal mio pensiero attraverso la letteratura. Sia raccontata da scrittori giapponesi , e ce ne sono di grandiosi tradotti in italiano, sia raccontata da grandi scrittori non giaponesi, questo Paese conserva un fascino, uno stile, una musicalità che, forse, il rumore delle città, l’assurdo ritmo del turismo che rende tutto omologato, tendono ad offuscare. Ogawa Yoko, ad esempio, con la soave autorevolezza della sua scrittura, mi si impone e mi stupisce senza che per questo io mi senta, poi, di aver “compreso” nulla di nulla, se non , ancora una volta, l’estremo, irraggiungibile di una cultura sospesa in un mondo fluttuante, prezioso e lontano . Cercherò il libro che ci ha proposto e le saprò dire.

  4. carissima Mirna, che bella cosa sa fare tua figlia. E che sotterranei interessanti riesce a illuminare e percorrere. Spero tanto che trovi il tempo per raccontare qualche cosa di speciale in questo blogghino , così attento. A me è sembrato di vederla , con gli strumenti e i suonatori. Le orchestre, che microcosmi mgnifici! Le luci che ci mostrano questi angeli musicanti, le luci che si attenuano per lascire spazio all’impeto dei suoni. che spettacoli importanti, eleganti, essenziali riesce a dare questo tipo di impegno. Tutta la mia ammirazione, Stefania, ammirazione.

  5. Io mi soffermerò sull’autostop in quanto modo di viaggiare sorprendente e completo. Non so se oggi lo si può fare tranquillamente come io sono riuscita a fare alla fine degli anni ’60, primi ’70. Posso soltanto dire che a volte la fortuna aiuta gli audaci o gli incoscienti? Essere “on the road” ha fatto vivere a me e alle mie amiche (si viaggiava generalmente in due o in tre) avventure simpatiche e interessanti, ci ha fatto conoscere persone di ogni tipo e vedere luoghi che altrimenti non avremmo visto seguendo itinerari prestabiliti. Ricordo quando un veterinario francese ci lasciò per un po’ vicino al fiume , tra le oche,( !) perchè doveva visitare una mucca. Estate mediterranea, felicità. O quando il giardiniere di una stupenda villa di Saint Tropez ci ha ospitato (si era fatto passare per il proprietario). Ma che foto, che allegria…poi ci siamo scritti per un anno…
    Immagino i ciliegi in fiore del Giappone…estasi…ma ormai non più autostop. Oder? come chiederebbero i tedeschi…

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