DOPPIO SOGNO, di Arthur Schnitzler

pubblicato da: admin - 24 Agosto, 2010 @ 3:34 pm

Il mistero, la maschera, le allusività. In questo racconto una giovane  coppia chiusa in un'”ovattata felicità domestica” cerca in una sera particolare di festa, un pericoloso respiro di avventura e libertà entrando, senza saperlo, in uno spericolato intreccio speculare.

Per il marito, l’affascinante medico, sarà un avvenimento  surreale quanto violento che si dilata in una Vienna di porte segrete, inquietanti personaggi, giudici feroci e un cadavere di una sconosciuta a farlo infine cadere stremato e in lacrime accanto al letto. “…il corpo che giaceva alle sue spalle ” si rende conto “non poteva rappresentare ormai, che il cadavere pallido della notte passata, destinato irrevocabilmente alla decomposizione.”

Anche per Albertine, la bella moglie, la notte riserva incontri ed emozioni tanto inverosimili da sembrare onirici, ma di una fascinazione  voluttuosamente cercata.

Si può usare l’ossimoro oscura lucidità per questo incantato e psicoanalitico scritto di Schnitzler. Già abbozzato nel 1907, ma pubblicato nel 1931 “Doppio sogno” attrae il lettore per la tematica onirico-reale-surreale.

Ho già scritto precedentemente che Freud vedeva nello scrittore austriaco “il suo sosia” per la finezza e profondità di analisi dell’animo umano e dei suoi più inconfessabili desideri e sensazioni.

Occorre leggere questo libretto con lentezza perchè la struttura compositiva scandisce le alterne e tormentate fasi di una coppia in crisi, una coppia, due individui che con sgomento scoprono l’instabilità enigmatica della realtà accettata e vissuta con un sentimento di  pseudofelicità. I turbamenti di Fridolin e Albertine vanno di pari passo, tanto da giustificare il titolo apposto da Schnitzler “Doppelnovelle”.

L’ondeggiare angoscioso della comprensione-incomprensione dei due personaggi ci fanno partecipare con tensione al loro trauma interiore. Il loro progressivo allontanarsi affettivo e il successivo ricongiungersi dopo la crisi ci sottolinea quella condizione psicologica così cara a Schnitzler “quella specie di territorio intermedio fluttuante fra conscio e inconscio”.

Come i sogni del mattino che stanno in equilibrio tra l’abbandono notturno e il rapido avvicinarsi della realtà.

E’ così sorprendente la nostra vita psichica che non si finisce mai di scoprire ciò che siamo. E gli altri, poi, prima di capirli o di essere capiti, che dico, conosciuti…troppe maschere …

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  1. Io penso che la vita psichica sia ben altro dalla vita reale. E’ una miniera insauribile di possibilità, può essere la nostra vera ricchezza. Dove mai la forza per accettare la vita reale troverebbe la sua linfa se non in quell’aggrovigliato altroveche è in ognuno? Il DUENDE, che evocato ,se mai risponde, riesce a trasformarci, e non si ripete mai a comando, e è raro che risponda, ma se mai risponde, riesce a tramutarci in …semidei, o semplicemente, quel che chiamano creatività, che , pescando nell’inconscio, ci fa superare ore buie, sentimenti dolenti, noia, paura, senso di inutillità. E tutta questa ricchezza la troviamo nella miniera dell’inconscio, dei sogni doppi, che sidilatano infinitamente. Basta solo distinguere, non confondere reale e immaginario. Quella è la follia. Dopo aver blaterato , tautologia pura, vorrei dirti, cara Mirna, quanto amo Schnitzler .
    Storileggendo (altra fonte di vita:la lettura, assai meno incasinata del mio inconscio e assai più ricca)”Memento mori” Di Muriel Sparck, non quella di miss Brodie, cioè certo che è quella, ma , in quasi tutti i suoi grandi libri, è …satanicamente stupenda.

  2. La maschera…. quanti volti coperti vediamo tutti i giorni? Troppi. Ormai non mi meraviglio più, ma quando osservo certi comportamenti legati dal nodo scorsoio dell’apparire, ripenso alla bellezza di un viso “nudo”, semplice e sincero.
    A questo proposito vorrei scriverti questa poesia, composta in un momento “no” nel quale avevo scambiato un sorriso per amicizia. Invece era opportunismo. E questo succede spesso.
    I nostri sogni del mattino? Tante volte sono i più belli, però destinati a scomparire come per incanto dall’avvicinarsi dell’aurora. Ci trasportano in bilico continuo tra la realtà e l’impossibile, facendoci per un momento credere di avverarsi. Ma così non è, perchè appunto, sono soltanto sogni…
    Mille abbracci e buona giornata mia carissima Mirna e grazie per tutto ciò che il tuo blog per me rappresenta, compagnia, affetto, condivisione e amicizia.

    LA MASCHERA

    Come ogni mattino / anche oggi le ore notturne
    hanno finalmente concluso / il loro buio rotolare
    fermandosi esauste / solo allo svanire dell’ultima stella.
    La maschera / è pronta per essere indossata.
    Sperando nel quotidiano miracolo / con mano tremante
    timorosa la tocco / la prendo
    e, con estrema delicatezza, / l’avvicino al viso.
    Oggi però è dispettosa / quando raggiunge il volto
    appare solo lo stupore degli occhi / perchè la mia bocca
    con i suoi angoli tragici / mal si adatta
    a quelli ridenti della maschera.

  3. Gentile e bravissima poeta Cristina, quella maschera lì, quella del mattino, forse è meglio non indossarla. Se la bocca ha gli angoli in giù, lasciamoglieli. E’ durissimo tenere la maschera. con questo caldo….poi.

  4. Ancora con Morfeo che mi sollecita a non abbandonarlo, leggo questo post, così azzeccato alla momentanea situazione. Camilla e Cristina, bravissime, già con i loro commenti profondi, letterari e poetici. Ho appena sognato, almeno mi sembra di ricordare, infatti tutto sta svanendo anche se il sole ancora non splende. Ricordo solo colori e una leggera sensazione di paura, svanita con il faticoso risveglio.
    Mi sento proprio in “quella specie di territorio intermedio fluttuante fra conscio e inconscio” e non è per niente male!

  5. Ha ragione Camilla naturalmente, però quante volte dobbiamo sorridere per affrontare la quotidianità che talvolta ci pesa come un macigno? Ed ecco allora che ritornano le famose parole “Vesti la giubba, la faccia infarina….” In questo modo sembra quasi di scacciare le paturnie. Naturalmente non sono sempre oppressa da questi pensieri bigi. No, io sono ottimista per natura, però talvolta la vita ci mette il suo zampino che, come quello dei gatti, è morbidissimo, ma contiene unghie che graffiano.
    Pure io adoro Morfeo e certe volte lasciarlo al mattino presto mi pesa. Fortunatamente lui mi sveglia in compagnia dell’aurora “di bianco vestita” e allora una specie di smania mi prende, il mio dolce fluttuare cessa e io mi ritrovo morbida e appagata. I sogni che non sempre ricordo però, come d’incanto, lasciano il posto ai miei pensieri mattutini. Pure quelli non sono niente male.
    E’ pura gioia per me conoscere e leggere di Enza e Camilla. Siete speciali
    A presto Cris

  6. Low self-esteem is like driving through life with your hand-break on. -Maxwell Maltz