L'AUTUNNO DELLA SIGNORA WAAL, di Nico Orengo

pubblicato da: admin - 10 Settembre, 2010 @ 6:53 pm

waal[1]Oggi la parola scritta a Maria Teresa con una storia che è il prosieguo dei nostri  pensieri sull’Autunno.

 

 Libro che comincia e finisce con una foglia di eucalipto.

Qualche giorno fa il clima autunnale, la pioggia e il cielo così gonfio di nubi grigie mi hanno riportato alla mente il titolo del romanzo di Nico Orengo “L’autunno della signora Waal”, anche se tra gli uni e l’altro non c’è corrispondenza meteorologica, perché quello della signora Waal è l’autunno della vita.

Siamo in terra di Liguria, non quella di levante che accoglie la carissima Mirna in estate, ma quella di confine con la Provenza. Eppure, rileggendo proprio in piena estate questo libro, ho pensato molto a Mirna: certamente gli ulivi, gli eucalipti, gli oleandri, il basilico e mille altri aromi sono gli stessi che addolcivano l’aria respirata da lei e dalla sua Mimilla! 

Autunno della vita: voglio subito sgombrare da questa espressione ogni connotazione malinconica! Io ci sono dentro, e con me molte mie carissime amiche. È bellissimo esserci: è il pieno della vita, è poter fare affermazioni ed esprimere giudizi con una certa sicurezza, perché supportate ormai da tanta esperienza, è poter fare bilanci, è concedersi piccoli privilegi e dedicarsi di più a se stesse e a ciò che piace senza sentirsi in colpa, è non avere sempre orari da rispettare… è tante belle cose! È tutta da godere questa nostra età!

Anche le decisioni che a volte si devono prendere a questa età si affrontano con maggior calma, con trepidazione sì, ma mitigata dalla consapevolezza che comunque non casca il mondo, che una soluzione si trova sempre, che la vita continua e forse può persino migliorare anche dopo grandi cambiamenti. Almeno, per me è così. 

Questi ed altri pensieri mi sono venuti alla mente durante la lettura di questo breve e bellissimo libro. Lo consiglio a chi ama fiori, profumi e colori e a chi ama le piccole cose, come il caffè con l’amica, lo scambiare due chiacchiere in salotto o sul terrazzo, le coccole al gatto, un lavoro manuale …

Intendiamoci, “L’autunno della signora Waal” è anche molto altro (compreso un notevole mistero), ma al molto altro si viene condotti attraverso continue atmosfere fatte di freschi profumi, aromi, colori. A costo di ripetermi, devo dire che non c’è alcuna scena senza colori e/o profumi! 

È un libro di donne: molte, moltissime donne! C’è la matura signora Waal, olandese trapiantata in Liguria con i suoi pensieri, e ci sono le giovani locali (credo di averne contate più di quaranta) che costituiscono un gioioso, disordinato, vivace coro in cui nessuna ha una funzione precisa, ma tutte insieme sono un piacevole rifugio in cui l’anziana può sentirsi sollevata dai suoi affanni.

La signora Waal deve prendere una importante decisione e sa che il sospendere per qualche momento quel pensiero, rifugiandosi nelle piccole cose come gli argomenti che le portano le giovani amiche, può aiutarla. 

Sono convintissima anch’io che le piccole cose difendano dai grandi affanni, perché consentono quel distacco che poi permette una valutazione più ragionata. Per me rimandare un pensiero a domani non è fare lo struzzo. Se ci si distacca un po’, poi si vedono le cose diversamente, forse meglio. È una prassi che si può ripetere più volte, anche sullo stesso problema. A volte continuare ad arrovellarsi non serve. Il tempo che passa, il riprovare a pensare porterà in seguito una soluzione. Per me è ok mettere da parte un affanno e riprovare a pensarci in un secondo momento, e poi ancora un terzo se è necessario. Nel frattempo, la vita andrà avanti lo stesso. 

Dimenticavo una cosa carina: uno dei pochi maschi del libro è il gatto della signora Waal. Ma ha un nome femminile e aromatico: Fragola!

 

Maria Teresa L.

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  1. Ho letto con piacere e tenerezza questo romanzo. Vi ho ritrovato e assaporato i profumi e i colori liguri, il calore dell’amicizia, l’amore per la vita….in qualsiasi stagione. Apprezzare con gusto le piccole cose, come fa e ci consiglia Maria Teresa, è senz’altro un grande aiuto nell’affrontare ogni giorno.
    L’autunno, ripeto, mi piace, quindi perchè non amare questo nostro tempo…di vendemmia?
    Aggiungo una mia poesia intitolata “Settembre”.
    Verrà settembre
    e la luce obliqua
    dei pomeriggi viola
    scivolerà nella mia stanza
    e placherà
    quella cocente ansia di felicità
    che l’estate riaccende.
    Mi chiuderò
    entro sicure cornici
    di pagine scritte
    e tazze di tè,
    e sarò compagna di me stessa.
    Abiterò dentro la mia vita
    e lievemente la possiederò.

  2. Questo libro mi ha sollecitato un certo interesse perché anch’io appartengo alla categoria di cui parla Maria Teresa. Infatti, soprattutto da quando ho smesso di lavorare, e non è da molto tempo, sto apprezzando anch’io questo periodo che Mirna definisce “di vendemmia”
    Adesso per me il tempo è un dono, conquistato dopo anni di lavoro routinario, che ho però sempre cercato di rendere piacevole, per quello che mi è stato possibile. Adesso sono libera dalla costrizione degli orari e da relazioni non sempre fra le migliori. La mia giornata così vola, acquistando qualità, che le dà maggior valore.
    Accattivante la dolcezza e il suono malinconico della poesia di Mirna, ma la luce di settembre è ancora troppo forte per chiudersi “in una cornice di pagine scritte”…aspettiamo ottobre!

  3. Vorrei dirvi grazie “Ragazze” del blog… permettete al mio cuore di cogliere nuovi bagliori ed alimentare l’entusiasmo per la Vita in tutte le sue sfumature, tracciate sulle pagine di un libro e maturate nell’animo.
    Un abbraccio, Miki

  4. Ma che bello questo libro, pieno di ragazze di molte età!
    E che bello chiudersi “entro sicure cornici – di pagine scritte – e tazze di tè”…
    D’altra parte, «a lei è sempre piaciuta la normalità. era lì che si nascondeva la felicità calda. in quel ripetersi di gesti quotidiani, modesti. era una felicità piccola, senza turbamenti o esaltazioni. ma lei aveva sempre diffidato dei battiti accelerati del cuore, dei soprassalti d’amore, delle scorribande improvvise del sangue. si erano amati perché avevano la stessa temperatura, la stessa idea di felicità».

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